Nelle Intemperie del franchismo: il segno di una fuga impossibile

Nelle Intemperie del franchismo: il segno di una fuga impossibile

ReNoir Comics porta in Italia “Intemperie”, grande successo del romanziere spagnolo Jesus Carrasco che viene trasposto da Javi Rey in un fumetto che regge la sfida con l’originale grazie soprattutto alla potenza della resa cromatica.

Intemperie del fumettista spagnolo Javi Rey, tratto da un racconto di Jesus Carrasco, è un interessante esempio di recente adattamento letterario sulla scena spagnola. Carrasco, classe 1972, è un nuovo autore esploso proprio col romanzo omonimo, uscito nel 2013 e subito oggetto di un notevole successo sia in patria che all’estero, con pari apprezzamento di pubblico e critica.

Al di là dei molteplici premi e riconoscimenti, il romanzo è stato identificato – soprattutto in Spagna – come l’alfiere di una rinascita del “ruralismo”, una tendenza della letteratura spagnola che, sotto il franchismo, si concentrava sulla narrazione delle difficili condizioni di vita delle campagne iberiche. Se il romanzo rurale non presentava – non poteva farlo – una esplicita critica al feroce regime franchista, in questo romanzo invece la figura del Gendarme, il mostro da cui il giovane protagonista fugge, esplicita una chiara condanna del regime senza cadere in eccessivi didascalismi.

Tolto il diverso stile – qui asciutto, là un curioso mix tra gotico fantastico e barocco – la riflessione di Carrasco appare in questo parallela a un film come Il labirinto del fauno (2006) di Guillermo del Toro.
Insomma, se il ruralismo può essere avvicinato al verismo italiano di Verga, Capuana e soci, questa trattazione del mondo rurale di Carrasco e di Rey si avvicina maggiormente al “lungo neorealismo” dell’Italia del dopoguerra (da La Malora di Beppe Fenoglio a certe pagine di Gomorra di Roberto Saviano): l’arretratezza rurale letta con un asciutto e spietato filtro critico.

Il compito che ha atteso il fumettista Javi Rey è stato quindi particolarmente impegnativo: un confronto difficile, ad armi impari, con un romanzo acclamato come capolavoro, da adattare a breve distanza dall’uscita dell’originale. Proprio questo rende questa sfida, questa nuova ut pictura poesis tra letteratura e fumetto particolarmente rilevante.  Rey, oltretutto, non è neppure un maestro conclamato, ma un fumettista relativamente giovane, con alle spalle solo qualche partecipazione a opere collettive come Lovexpress (2007) e Una maglia per l’Algeria, interessante fumetto storico steso comunque insieme ad altri autori.

Il fumettista ricorre, correttamente, a un montaggio di tavola piuttosto tradizionale, rispettando in prevalenza una classica griglia su tre strisce, non rifiutando qualche efficace splash page ma mantenendo una scansione relativamente tradizionale. L’unica concessione sperimentale, comunque efficace, è lo stacco tra i vari capitoli operato con alcune pagine a vignetta singola (posta al centro della pagina), corredata da una didascalia che riassume i passaggi di raccordo tra le varie parti dell’opera.

Il segno asciutto, scavato e nervoso, è particolarmente congegnale alla vicenda: ma in particolare, sono le scelte cromatiche che dimostrano una riuscita particolarmente accurata dell’adattamento. Intemperie, infatti, gioca fin dal titolo sull’evidente parallelo tra l’intemperie materiale (la terribile siccità che ostacola la fuga del ragazzo dal suo aguzzino – potentissimo nel microcosmo campagnolo), e le intemperie simboliche che funestano la vita del ragazzo, costringendolo a una crescita rapida e durissima per sfuggire agli orrori di cui è prigioniero (e, a un terzo livello, le lunghe intemperie del popolo spagnolo, che solo nel 1975 esce con fatica dal gioco spietato del generalissimo Franco, dittatore atroce protetto dalla “cortina d’incenso” clericale che denunciava, da noi, un Don Milani).

Ciò implica la necessità di destreggiarsi, per l’autore, tra due poli: da un lato, un uso comunque in buona parte naturalistico del colore, per rendere con efficacia il contrasto tra l’aridità assassina della natura e il raro ristoro della notte, dell’acqua, dell’ombra. Dall’altro, un cromatismo che deve assumere valenze emotive e simboliche che riflettere il contrasto molto netto tra vittime e persecutori, che è la forza asciutta dell’opera in una semplicità scabra e spietata.

Si noti, tra l’altro, che lo schema simbolico (presente già nel romanzo) è invertito: il polo della luce e del sole diventa quello maligno e dannoso, e l’ombra, la notte (e il nascondimento dai persecutori) il polo positivo. Javi Rey riesce a giocare efficacemente su questo difficile crinale, mantenendo tanto una leggibilità immediata della vicenda quanto una efficace resa del piano simbolico.

Se proprio si vuole trovare un limite appaiono fin eccessivamente caricate le sequenze oniriche, in cui il ragazzo vede il proprio violentatore deformato in un mostro demoniaco: la struttura dell’opera infatti reggerebbe già di suo il conflitto sottinteso, senza la necessità di quest’enfasi, comunque in sé efficace anche se forse superflua. Sarebbe bastato il tema ricorrente dei denti aguzzi come specchio freudiano di un’aggressività sottaciuta e inquietante, altro leitmotiv dell’opera (che ricorda, a tratti, certe soluzioni adottate da Gipi nella caratterizzazione dei suoi personaggi).

Nel complesso, dunque, un fumetto indubbiamente potente che sviluppa con efficacia la essenziale narrazione tramite la forza dell’immagine: pochissime le battute di dialogo, molte le tavole interamente mute. Per i pochi testi, tuttavia, va anche riconosciuto il buon lavoro effettuato dalla traduttrice Rosanna Brusco, che riesce a trasmettere il senso di un’alta qualità letteraria della scrittura non certo facile da rendere tramite i pochi lacerti testuali che vengono mantenuti.

Nella lunga intervista doppia ai due autori che completa il volume – un altro segno del fumetto riconosciuto come medium culturale, che non prescinde da un tipo di approfondimento solitamente riservato alla sola letteratura presuntamente “alta” – Carrasco, appassionato di fumetti, riconosce a Rey che “in alcuni momenti il tuo adattamento migliora il mio libro. Lo dico sinceramente”, proprio sulla scorta del riuscito gioco cromatico che innerva il tema del romanzo.

Un riconoscimento, è chiaro, che fa parte di inevitabili cortesie reciproche tra autori: ma essendo fondata su una verità di fondo, è un riconoscimento enorme per un medium come il fumetto, ancora vittima di – pur residuali – resistenze.

Abbiamo parlato di
Intemperie
Jesus Carrasco, Javi Rey
Traduzione di Rosanna Brusco
ReNoir Comics, 2018
152 pagine, cartonato, colori – 19,90 euro
ISBN: 978-88-6567-190-0

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