Tra i film in programmazione nelle sale per le vacanze pasquali, le famiglie italiane hanno scoperto con sorpresa le avventure di uno strano animaletto, incrocio fra cagnolino e scimmia, tra leopardo e koala, dotato di una lunghissima coda prensile e chiamato marsupilami, nome che nasce dall’incrocio del termine marsupiale con quello di ami, amico in francese.
Non si sono stupiti invece i bambini francesi che ben conoscevano il personaggio e che hanno decretato lo scorso anno un enorme successo al film, tanto da farne il campione di incassi del 2012.
Probabilmente però si tratta di un successo dovuto all’affetto che, negli anni, il fumetto (e i cartoni animati da esso tratti) ha saputo conquistarsi oltralpe e che ha trascinato il pubblico in sala. Il film, misto tra recitazione e animazione digitale, ha infatti pochi punti di contatto con la pagina disegnata, a partire dal protagonista stesso, che entra in gioco solo nella parte finale della storia, lasciando ampio spazio a personaggi in carne ed ossa, strampalati, simpatici, ma anche un po’ stereotipati: un giornalista inviato alla ricerca del segreto della longevità della popolazione della foresta Palombiana, un maldestro veterinario che gli farà da guida, un botanico sicuro di aver trovato la formula dell’eterna giovinezza, un generale appassionato di Celine Dion.
Il Marsupilami, che fece la sua prima apparizione nei lontani anni Cinquanta all’interno del fumetto di Spirou, a opera del disegnatore belga André Franquin (1928-1992), è reso sicuramente più dolce e tenero dalla grafica digitale, ma perde molta di quella esuberante simpatia che ne ha decretato immediatamente il favore dei lettori.
Il tratto di Betem (pseudonimo del belga Luc Collin), che nel 1952 creò la Marsu Productions, ha caratterizzato l’intera serie dedicata al personaggio, della quale sono stati pubblicati sinora 26 albi. Vi si raccontano le movimentate avventure del Marsupilami, dal caratteristico grido Houba!, che vive tranquillamente nella foresta con la sua compagna sino a quando, come raccontato anche dal film, il contatto con gli uomini, sempre pronti a sfruttare la Natura a loro beneficio, lo costringe a difendersi. Nei fumetti, affrontando il mondo moderno, il Marsupilami ne mette in evidenza le contraddizioni, sempre a scapito degli umani, sistematicamente messi in ridicolo e “bastonati”.
La grafica del fumetto è quella semplice e colorata tipica degli albi in serie che raccolgono un grande seguito in Francia (si veda anche il ricco sito marsupilami.com, che, tra gli altri materiali, mette a disposizione alcune tavole di costruzione del fumetto); la parte grafica del film è tecnicamente perfetta, coinvolgente e colorata (particolarmente gradevole il breve cartone animato tradizionale che racconta la profezia che puntualmente si avvererà nel corso del film).
Del fumetto, restano nel film lo spirito di avventura e le innumerevoli gags di movimento che fanno della pellicola una macchina di stimoli e sorprese ininterrotti; il resto della pellicola, sebbene divertente, è tutto incentrato sulle vicende dei personaggi. Le battute invece, a volte esilaranti a volte scontate, a volte tratte dal repertorio infantile a volte originali, ripropongono solo in parte i frequenti giochi di parole dei fumetti.
Il film sarà apprezzato soprattutto dai più piccoli per la semplicità e per l’assenza di volgarità. Ciò che accomuna gli albi e il lungometraggio è che entrambi si rivolgono ad un pubblico di famiglie.
Visto l’enorme successo ottenuto in Francia, è gia in lavorazione il seguito che vedrà probabilmente coinvolti i piccoli del marsupilami nati alla fine della storia. In Italia, vista la tiepida accoglienza della pellicola, sarà difficile che qualche editore si lanci nel tradurre e proporre gli albi anche da noi, dove peraltro una serie tv di cartoni animati di una cinquantina di episodi e stata trasmessa da Italia 1.