Dal fumetto al film: A History Of Violence

Dal fumetto al film: A History Of Violence

A History Of Violence di David Cronenberg con Viggo Mortensen, Maria Bello, Ed Harris, William Hurt Usa, New Line Productions Inc., 2005

La locandina del filmOpera forse anomala, non certo estranea alla filmografia di Cronenberg, A History Of Violence è arrivato nelle sale italiane durante le feste natalizie, schiacciato da blockbuster quali King Kong e Natale a Miami e di conseguenza destinato ad una probabile rapida uscita di scena. Peccato, perché il film del regista canadese è una vera sorpresa, più vicina alla sua idea di cinema di quanto si possa immaginare, trattandosi in fondo di un’opera commissionata dalla New Line. La sceneggiatura che Josh Olson ha tratto dal fumetto di Wagner e Locke ha infatti offerto a Cronenberg l’opportunità di proseguire un proprio coerente discorso nel terreno da lui poco esplorato del thriller, lasciando da parte la visionarietà cui ci ha abituati per un assunto narrativo ed un contesto più “normali” e realistici.

Non siamo insomma dalle parti delle teste esplodenti di Scanners o dai deliri mutageni di Videodrome o eXistenZ, qui l’orrore quasi lynchianamente va a sconvolgere una situazione di calma apparente, un ordine costituito che in realtà, come un demone sotto la pelle, nasconde qualcosa di terribile, un passato rimosso, una verità nascosta che spinge per uscire allo scoperto e manifestarsi in tutta la sua crudeltà. Qui Tom non riesce a nascondere la sua vera natura, come una sorta di Mattia Pascal non può sottrarsi alla propria identità e, come il protagonista del Carlito’s Way di De Palma, deve prima chiudere i conti con il proprio passato. Lo sdoppiamento della personalità è tema non nuovo nel cinema di Cronenberg (da Inseparabili al più recente Spider), ed anche in questo caso si trovano a condividere lo stesso corpo il padre di famiglia affettuoso ed il killer spietato, l’uomo che insegna ai figli ad aborrire qualunque ricorso alla violenza e colui che non esita ad uccidere a sangue freddo chi gli si para davanti.

separatorearticoloE la violenza inevitabilmente esplode, facendo crollare tutti gli equilibri faticosamente assicurati, una violenza che Cronenberg sceglie di mostrare nel suo lato più crudo e realistico, mettendo bene in evidenza, pur senza ostentazioni morbose, i fori nei crani, i petti squarciati dalle pallottole ed amplificando il rumore dei colpi. In tal modo l’autore sottolinea l’orrore potenziale insito in ognuno di noi, gli istinti repressi dai condizionamenti sociali e culturali che rischiano di riaffiorare in determinate condizioni. Ci si arma per difendere sé stessi ed i propri cari dalle minacce esterne, mentre in realtà il male è altrove, nascosto nell’intimo rimosso, e le conseguenze possono essere disastrose come per Tom che rischia di perdere tutto ciò che ha di più caro. Soltanto in apparenza A History Of Violence, col suo plot non certo originalissimo ed una messa in scena semplice, quasi convenzionale, che nulla cede ai virtuosismi visivi del cinema d’oggi, pare un film di genere come tanti.

é proprio alla luce del discorso autoriale fin qui portato avanti da Cronenberg che acquista spessore, andandosi a collocare in esso come l’ideale tessera di un mosaico. In altre occasioni (da Il Pasto Nudo a Crash) i testi originali di partenza davano al regista la possibilità di dar sfogo al proprio talento visionario, in questo caso il fumetto originale, che Cronenberg non conosceva precedentemente e di cui ha saputo soltanto dopo aver letto il testo a lui proposto dalla produzione, ben poco si prestava a questo. La grandezza del regista canadese sta proprio in questo essere riuscito a far suo un prodotto che partiva con altre premesse e finalità. Ma anche gli interpreti ci mettono del loro: Viggo Mortensen nei panni di Tom è perfetto, con la sua aria un po’ da cane bastonato come può essere colui che vede andare in frantumi la propria esistenza, Maria Bello traduce al femminile il suo cognome ma non solo, offrendo una prova davvero convincente. Ed Harris è un gran bastardo, mentre un inedito ed istrionico William Hurt regala al film una virata umoristica di grande efficacia. I cambi di ritmo, la tensione ed un cast impeccabile fanno di A History Of Violence un film capace di coinvolgere sia il fan di Cronenberg alla ricerca di conferme, sia lo spettatore che chiede soltanto un po’ d’intrattenimento intelligente.

Viggo Mortensen in azioneRiferimenti:
Sito ufficiale del film: www.historyofviolence.com
Sito della New Line: www.newline.com

Leggi la recensione del fumetto: www.lospaziobianco.it/?p=858
Leggi la filmografia del regista: www.lospaziobianco.it/?p=857

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