“La ricchezza?… La felicità?… No, il prezzo è troppo alto. Meglio andare solo per il mondo per sempre.”
(Peter Schlemihl)
Dino Battaglia era un uomo molto colto. Dalla sua arte trapela cultura da tutte le parti. Uomo di lettera e di profonda conoscenza storica mise tutta la sua cultura al servizio dei fumetti, inventando storie come pochi hanno saputo fare. Da gran lettore qual era, Battaglia adattò al fumetto molti classici della letteratura: Melville,Maupassant, Poe, Lovecraft, Hoffman, Stevenson e Büchner trovarono nell’arte di Battaglia il giusto compromesso tra parole e immagini che, forse, neanche il cinema è riuscito ad esprimere.
Con una carriera iniziata al fianco di Hugo Pratt, disegnando l’eroe mascherato Asso di Picche, e proseguita pubblicando negli anni ’50 per vari editori tra Argentina e Italia e disegnando eroi del fumetto nostrano come Pecos Bill e storie per il Vittorioso, l’artista veneziano arriva alla sua maturità artistica con la riduzione a fumetti di Moby Dick, realizzato nel 1967.
Ha così inizio, idealmente, un sodalizio artistico con gli scrittori prima citati che lo porterà a realizzare capolavori grafici che ancora oggi stupiscono per tecnica e atmosfera. Perché è proprio l’atmosfera ad accomunare questi cinque racconti racchiusi nel bel volume curato da Vincenzo Mollica che, nella sua introduzione, esordisce definendo Battaglia come un artista tra i più riservati e inquietanti.
Ecco un’altra definizione che inevitabilmente attraversa questi racconti: inquietanti.
E lo sono senza ombra di dubbio. Un’inquietudine che s’insinua nel lettore alla lettura del primo racconto, Omaggio a Lovecraft, per poi irrompere con la riduzione dell’intramontabile classico dell’orrore Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde e ancor di più con Il patto e Peter Schlemihl, attanagliando il lettore fino alla conclusione di questo viaggio inquieto tra ombre grigie e neri annebbiati con il personale adattamento dell’opera incompiuta di Georg Büchner, Woyzeck.
Ma leggere i racconti di Dino Battaglia non significa solo immergersi in questa atmosfera intrisa d’inquietudine ma soprattutto compiere un viaggio meraviglioso ed entusiastico nell’arte, in cui davanti ai nostri occhi, pagina dopo pagina, si materializza una serie di tavole, ricca di numerose vignette, ognuna delle quali stupisce ancora oggi, a distanza di quasi quarant’anni.
Stupisce la composizione di ogni singola vignetta, stupisce l’assenza della schematica rigidità della tavola classica così come stupiscono questi neri dal sapore grigio. Perché, in verità, non è esatto definire Battaglia come l’ennesimo maestro del bianco e nero, sarebbe più giusto definirlo un maestro del grigio, come ha giustamente specificato il giornalista e scrittore Gianni Riotta; ed è questo che rende Dino Battaglia un maestro del bianco e nero unico al mondo. Perché il grigio di Battaglia non rappresenta solo la singola tavola ma è parte determinante di tutte le sue storie e in alcune di esse, come nel caso della bellissima Peter Schlemihl, assume un ruolo del tutto fondamentale; invade le vecchie strade fatte di ciottoli, le vecchie canne fumarie, le tegole sporgenti sui vecchi tetti, le vecchie staccionate, i vecchi tram rumorosi, i mattoni dei vecchi muri di città.
Ma è anche un grigio che (sempre citando Gianni Riotta) rappresenta i minori, la loro tragedia, la loro storia fatta di povertà. Quel grigio che grazie a una tecnica raffinatissima ha portato Battaglia a uno stile che negli anni a venire sarà il modello ispiratore per molti artisti (Corrado Roy in primis) senza mai essere eguagliato. Perché Dino Battaglia è ineguagliabile, degno rappresentante di un periodo del fumetto ineguagliabile. Guardare la sua arte equivale a ritrovarsi in una novella di Maupassant, ad esser terrorizzati da un racconto di Poe, ad immergersi nelle grigie acque di Melville. Tutti meravigliosamente rappresentati dai suoi fumetti.
L’arte di Dino Battaglia è uno dei più grandi patrimoni artistici che il XX secolo ci ha lasciato.
Curiosità
Come dicevo, Dino Battaglia fu un uomo molto colto, appassionato di storia, musica e arte e affascinato dal periodo ottocentesco; senza dubbio il suo stile inconfondibile fu influenzato non poco dall’artista sudtirolese Eduard Thöny, ma Battaglia amava anche pittori come Piero della Francesca, Velasquez, Carpaccio. Dei colleghi stimava molto Hugo Pratt che definiva “L’unico professionista, in grado di fare qualsiasi cosa…” Di se stesso ebbe a dire: “Mi sento un vanitoso che disegna qualche volta più per i colleghi che, per il pubblico…” (fonte: Dino Battaglia, l’autore e il fumetto n. 3 a cura di V. Mollica). La moglie Laura fu una collaboratrice del marito, apprezzata colorista fu ritenuta da molti, prima all’avvento del digitale, la miglior colorista italiana.
Edizione consigliata
Ottima confezione di lusso (carta patinata a grammatura alta, ottima qualità di stampa, copertina cartonata) per un volume imperdibile con prefazione, bellissima, di Gianni Riotta e introduzione di Vincenzo Mollica. I racconti presenti nel volume sono: Omaggio a Lovecraft, Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, Il Patto, Woyzeck, Peter Schlemihl.
Altre edizioni
Le ultime edizioni in ordine di tempo che racchiudono alcuni dei racconti di Battaglia, le ha realizzate l’Editoriale Cosmo nel solito formato “bonelli”; dei racconti dell’edizione consigliata sono state pubblicate Omaggio a Lovecraft e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde nel volume Dino battaglia omaggio a lovecraft ed Edgar Allan Poe (Collana gli albi della Cosmo n. 26, I grandi maestri n. 19)
Nel 2017 Nicola Pesce ha realizzato un bel volume cartonato, Lovecraft e altre storie, in cui sono presenti diverse storie di Battaglia tra cui Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde e Omaggio a Lovecraft.
Tutte le storie presenti in questo volume sono uscite sulla rivista Linus tra il 1970 e il 1974, tranne Peter Schlemihl che uscì sul Giornalino nel 1983.