Comicon 2015: Atomico e primaomai, le vie del crowdfunding

Comicon 2015: Atomico e primaomai, le vie del crowdfunding

Napoli Comicon 2015, incontro con Matteo Casali, Ratigher e Andrea G. Ciccarelli: nuovi modi di produrre fumetti e nuovi rapporti tra autore e lettore.

Venerdì 1 maggio 2015 presso la Sala Corto Maltese della Mostra d’Oltremare si è tenuto, nel contesto di Napoli Comicon, l’incontro sul crowdfunding e le nuove modalità di produzione e distribuzione di fumetti, durante il quale sono intervenuti Matteo Casali (uno dei fautori del progetto Atomico), Ratigher (ideatore del metodo primaomai) e Andrea G. Ciccarelli (direttore editoriale di saldaPress).
L’incontro è introdotto da Ciccarelli, che si focalizza sulle realtà fumettistiche che la saldaPress ha deciso di supportare: sia per primaomai che per Atomico, l’editore ha deciso di fungere da partner editoriale appoggiando un’idea un po’ rivoluzionaria sul produrre i fumetti, “contagiato dalla loro passione“.

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Parlando di Atomico, alla base del progetto c’è l’idea che il lettore possa decidere cosa verrà prodotto o meno, scegliendo se finanziare il progetto stesso. Se si riuscirà a raggiungere il budget previsto, la saldaPress si occuperà di realizzarne l’edizione cartacea.
Matteo Casali fa un excursus della nascita dell’idea di Atomico, avvenuta circa un anno fa, in seguito a un confronto con Alessando Apreda (Doc Manhattan). Il presupposto di partenza era ovviamente fare delle storie belle che valesse la pena raccontare ma, forte anche dell’esperienza fatta durante gli anni ’90 ai tempi delle autoproduzioni (ricordiamo che Matteo Casali era tra i membri fondatori della Innocent Victim, n.d.r.), c’era la voglia di sperimentare, stavolta con una raccolta fondi da parte dei lettori (crowdfunding).
A quel punto è stato messo insieme un team di autori, alcuni di lunga esperienza e altri molto giovani, come Daniele Orlandini (22 anni) disegnatore di Rim City. L’idea era comunque di fare fumetti “professionali”, parlando direttamente con i lettori.
La novità divulgata durante la conferenza è stata che Rim City, miniserie di ambientazione fantascientifica e primo progetto di Atomico a essere lanciato in crowdfunding, ha effettivamente raggiunto l’obiettivo di budget previsto per la realizzazione: un primo passo verso la produzione concreta dei progetti. L’autore reggiano conclude questa parte di intervento introducendo Ratigher come colui che “ha dato una sorta di calcio d’inizio a queste innovazioni“.

RatigherRatigher è l’ideatore di primaomai, metodo lievemente diverso dal crowdfunding utilizzato per Atomico: primaomai prevede una prevendita di circa un mese, alla fine della quale vengono stampate solo le copie vendute; il lettore sa che alla fine non verranno mai più stampate copie di quel fumetto e tale caratteristica dovrebbe fornire uno stimolo a contribuire.
Contestualizzando, l’autore ricorda che tutti questi nuovi sistemi di produzione stanno nascendo in realtà in varie parti del mondo. La realizzazione di qualsiasi prodotto, fumettistico e non, ora è possibile anche da casa. L’autore non si assume il merito di essere stato il primo in questo: lo stesso mese in cui ha lanciato primaomai, la band dei Motor Psycho ha fatto la medesima operazione per vendere un disco (e probabilmente Emanuele Tenderini con Lumina o i Radiohead avevano a loro volta fatto lo stesso un po’ di tempo prima). Ci sono tantissime nuove possibilità produttive che ora vanno “raffinate”: gli operatori del settore devono impegnarsi a trovare un modo per portare avanti questi metodi. Forse tutto questo non sarà sufficiente a salvare la situazione attuale, ma può senz’altro esser d’aiuto a trovare nuove vie. Fino a poco tempo fa, continua l’autore, l’unica via era appoggiarsi a una casa editrice. Oggi la crisi dell’editoria è arrivata al livello più basso e quelli che fanno i fumetti guadagnano sempre meno: per molti autori di “fumetto autoriale” fare fumetti è solo un hobby. Inventare un progetto come primaomai serve anche a ridare una dignità lavorativa al fare fumetti, adoperarsi affinché questo sia davvero un lavoro a tutti gli effetti. Farlo come hobby, secondo Ratigher, toglie tutti i diritti ma anche i doveri: molto probabilmente, se dovesse continuare così, autori di graphic novel realizzeranno opere “medie” perché non potranno dedicarsi completamente a tale lavoro.

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Cover di Francesco Mattina per Rim City, primo progetto Atomico ad essere stato lanciato.

Ratigher stila poi un bilancio del primo progetto realizzato con questo metodo (Le ragazzine stanno perdendo il controllo, la società le teme, la fine è azzurra); di tale opera sono state realizzate 1100 copie e questo gli ha permesso di pagarsi il lavoro svolto (“guadagnando al mese lo stipendio di un operaio specializzato”, ci tiene ad aggiungere) e di riflettere sul fatto che mai avesse venduto così tante copie: il libro precedente di Ratigher aveva venduto 1000 copie in cinque anni. Primaomai quindi è stato ed è un successo, secondo l’autore: “è il presente del fare i fumetti”.

Matteo Casali, ripresa la parola, afferma che con questi progetti per la prima volta i lettori riescono a rendersi conto di quanto lavoro ci sia dietro la pubblicazione di un fumetto: anche se per leggerlo ci vuole mezz’ora, magari dietro c’è un lavoro di sei mesi. I nuovi canali permettono ai lettori, se credono in un’opera, di contribuire alla sua realizzazione.

Ciccarelli ritorna ai motivi fondanti sia di Atomico che di primaomai. Le due esperienze possiedono alcune differenze: Ratigher ha deciso di produrre solo le copie che sono state finanziate, mentre gli autori di Atomico hanno scardinato la distribuzione mettendo di fatto autori e lettori insieme. Il punto comune tra i due metodi è invece di avere come punto di partenza una riflessione sulle carenze degli attuali metodi di produzione e distribuzione.

A detta di Ratigher oggi c’è comunque molta più consapevolezza da parte di chi compra questi fumetti: sono esperienze andate a buon fine anche perché c’erano abbastanza persone che ritenevano che i precedenti lavori degli autori fossero buoni (“se dovessimo fare delle storie brutte, verremmo puniti; se dovessimo farne di belle, verremmo invece premiati ancora di più”). saldaPress ha visto poi in questi progetti un potenziale economico e autoriale.
L’autore ci tiene inoltre a precisare che il crowdfunding non mira a distruggere le case editrici, ma semplicemente a rafforzare sia autori che editori.

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Le ragazzine di Ratigher, opera vincitrice a Napoli del Premio Micheluzzi 2015 come Miglior Fumetto.

Matteo Casali ha parlato poi degli eventuali nuovi progetti di Atomico dopo i tre già previsti (Rim City, Zeroi e Quebrada, n.d.r.). Atomico infatti ha uno staff redazionale composto da professionisti: quando arriveranno delle nuove proposte, verranno vagliate e selezionate. Spesso si rimpiangono le riviste antologiche degli anni ’80, ma questo può essere un modo per dare ai giovani autori un modo per farsi conoscere, per mettere alla prova se stessi e confrontarsi in maniera diretta con i lettori. Gli autori stessi sono stati attenti a proporre solo le proprie idee migliori e a dare, con tre progetti molto differenti l’uno dall’altro, un’idea più variegata possibile. Nei prossimi mesi, fino a Lucca Comics and Games 2015, Casali e gli altri autori di Atomico hanno intenzione di modificare qualcosa nella modalità di comunicazione con i lettori.

A conclusione dell’incontro, Ciccarelli pone a Ratigher una domanda su eventuali progetti futuri da mettere in cantiere con il metodo primaomai. L’autore risponde che, siccome cerca di portare avanti tutto da solo e al contempo ha la volontà di lavorare anche come disegnatore, primaomai produrrà pochi libri all’anno. Il prossimo primaomai partirà quindi tra quattro o cinque mesi.  Anche questa sarà una specificità del metodo, che rispecchierà la lentezza e meticolosità dell’autore, dandogli il tempo di concentrarsi su pochi libri. Atomico, invece, avendo alle spalle un intero staff, ha la possibilità di effettuare anche lanci contemporanei.

L’autore ha concluso l’incontro con una nota ironica personale, affermando di aver investito programmaticamente i soldi di primaomai nell’acquisto di un mezzo di locomozione “buffo”: un hovercraft con cui aggirarsi nelle paludi.

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