Contratto con Dio e l’evoluzione della percezione del fumetto

Contratto con Dio e l’evoluzione della percezione del fumetto

Confrontiamo due edizioni della stessa opera, "Contratto con Dio" di Will Eisner, per scoprire come è cambiato il modo di presentare un fumetto negli anni.

Qualche settimana or sono ho recuperato in fumetteria Bronx 1930: la prima edizione italiana di A Contract with God and other tenement stories edita nel 1985 da L’Oasi editoriale di Firenze e ristampata nell’aprile 2001 dalla Punto Zero. Ho indicato il titolo originale perché lo scopo di questo articolo è il confronto dei contenuti delle due edizioni con intento, lo chiarisco subito, non di stilare una graduatoria di merito o fare considerazioni sulla qualità intrinseca dei volumi. Quello che voglio proporre è una specie di gioco semi-serio da collezionista maniaco che si diverte a rilevare quanto sia cambiato il modo di proporre un fumetto d’autore in 15 anni.

Cominciamo proprio dal titolo, quello originale viene indicato nel 2001 come A contract with God. Nel 1985 viene invece indicato quello che ho scritto all’inizio e viene specificato a pagina 6 che “Abbiamo solo abbreviato, per motivi di immediatezza e in accordo con l’Autore [scritto con la lettera iniziale maiuscola!], il titolo.”.

Appare quindi probabile che il titolo indicato nel 2001 sia errato. A confermare questa impressione nel 1985 appare a pagina 2 il sottotitolo Quattro storie in un casamento (tenement significa appunto casamento) che comunque sembra essere una invenzione dell’edizione italiana (ma di questo, non avendo il volume originale non c’è certezza).

Carta e dimensioni.
L’edizione 1985 è stampata su carta bianca opaca di buona grammatura (quest’ultimo aggettivo è un tentativo di millantare capacità di valutazione che in realtà non ho, abbiate comprensione del povero firmatario, volevo dire che è abbastanza spessa da sembrare buona) mentre quella 2001 utilizza carta di consistenza inferiore di colore beige/bianco sporco che dona un atmosfera retro’ alle tavole. Le dimensioni sono maggiori nella prima edizione 26,5 x 18 contro 24 x 17. Una differenza lieve che pero’ combinata alla differente colorazione (il colore scuro della seconda edizione rende le tavole più cupe e quindi apparentemente più piccole) modifica sostanzialmente l’impatto delle tavola.

La copertine hanno un layout simile con una fascia scura sul lato sinistro. Quella più recente è a colori ma l’aspetto più interessante è lo “slogan” che appare sull’originale in copertina e retrocopertina:

Una nuova dimensione narrativa

E sotto:

By Will Eisner.

Da notare che il nome dell’autore appare in ambedue i casi con i caratteri (molto azzeccati) che l’autore usa nella firma delle tavole e la coincidenza si ripete anche nella costola. Lo stesso Eisner lo utilizza anche per firmare gli editoriali nell’ edizione(i) più recente(i): oculata operazione di immagine? Interiore necessità di identificazione? Mah, in fondo non è importante ma è piuttosto originale.

Il numero di pagine è maggiore nell’edizione recente per una più corposa introduzione ma soprattutto perché le storie sono intervallate da una pagina bianca e da una tavola introduttiva a mezze tinte (e quindi in origine probabilmente a colori) assente nella prima edizione. I disegni introduttivi non appaiono durante la storia e quindi probabilmente sono stati pensati dall’autore proprio per questo scopo.

Confrontiamo adesso il contenuto delle retrocopertine delle quali riporto fedelmente anche la tabulazione originale:

2001:
La vita di Frimme Hersh
procede tranquilla,
in pace con gli uomini
e nel rispetto della Legge.
[maiuscola] Ma una tragedia la sconvolge.
Una tragedia ingiusta,
che poteva capitare a tutti.
Ma non a Frimme Hersh.

Perché Frimme Hersh [in grassetto] ha un contratto con Dio.
E un contratto è un contratto.

1985:
Conosceremo Frimme [conosceremo…] Hersh, che stipula un
contratto con Dio; Eddie
il cantante di strada, cui
viene offerta l’occasione
che aspettava da una
vita; Mister Scuggs, il
portiere dell’edificio,
sedotto e coinvolto in
[sedotto e coinvolto in una lotta mortale] una lotta mortale; Benne
e Goldie, alla disperata
ricerca di un buon
partito in campagna.

Ancora dalla retro del 1985:

Attraverso eccezionali
immagini, Eisner ci
presenta questi drammi
in una forma unica che
non trova riscontro in
[non trova riscontro] nessun’altra precedente
realizzazione!
[!]

Will Eisner, creatore del
celeberrimo The Spirit, è
[celeberrimo] da trent’anni uno dei
massimi innovatori ne
campo dell’arte narrativa.
[arte narrativa] Adesso egli ha rivisitato
la vita nei quartieri
popolari durante gli anni
della Depressione in una
[con la lettera iniziale maiuscola] eccezionale serie di storie [storie grafiche] grafiche che parlano di
gente impegnata nella
lotta per la sopravvivenza
e la scalata sociale.

Risvolto di copertina del 2001:

Nel 1978
Will Eisner ha rivoluzionato
la moderna narrativa a fumetti
pubblicando questa raccolta di racconti
ambientati nella New York
della Grande Depressione
Storie di fede, amore, rabbia,
solitudine e tradimento,
legate dal filo conduttore
della dura vita nella metropoli
. Uno stupefacente campionario
[campionario] di vicende, ambientazioni e personaggi
con cui Will Eisner traccia il primo
dei suoi grandi affreschi d’epoca.
[affreschi d’epoca] Un libro ispirato e innovativo,
per il quale fu coniato il termine
graphic novel.

Evidentemente il lettore del 1985 era (giustamente?) considerato meno avvezzo all’approccio di questo tipo di fumetto e veniva introdotto più alla storia(e) che al contenuto cercando con l’utilizzo del “noi” di coinvolgerlo in questa nuova arte narrativa. Allo stesso tempo i toni sono più enfatici e si utilizzano aggettivi e modi di dire come eccezionali immagini, buon partito o celeberrimo che difficilmente ritroviamo in una produzione odierna. Appare anche un “sospetto” storie grafiche che sembra proprio una voluta traduzione di graphic novel definizione evidentemente ancora non comune. Una piccola annotazione: nel 1985 non compare mai la parola fumetto.

In ambedue i volumi c’è una introduzione dell’autore datata 1978 che dovrebbe teoricamente apparire uguale.
1985: A quei tempi [negli anni 30], discutere apertamente di COMICS come FORMA D’ARTE – per meglio dire reclamare la loro appartenenza al campo dell’arte- era considerata pura presunzione e ridicolaggine. Col passare degli anni, comunque, il riconoscimento e l’accettazione di questa idea ha reso fertile il suolo e il FUMETTO COME ARTE SEQUENZIALE è ormai prossima ad entrare a far parte del patrimonio culturale.

2001: A quei tempi parlare pubblicamente del fumetto come di una forma d’arte- o semplicemente affermarne l’autonomia o la legittimità- veniva considerata una grossolana presunzione degna solo di scherno. Ma negli anni successivi numerosi riconoscimenti e un consenso crescente hanno preparato il terreno e quella che oggi chiamo “arte sequenziale” è sul punto di fare il suo ingresso nell’establishment culturale.

1985: Le normali strutture (o vignette) associate con l’arte sequenziale (o del COMIC BOOK) hanno potuto acquistare dimensioni proprie . Ad esempio, in molti casi un’intera pagina funge da vignetta. Il testo ed il BALLOON sono interdipendenti con il disegno.

2001: I contorni (vignette) caratteristiche dell’arte sequenziale (fumetto) non ne vengono toccati. Per esempio in molti casi un intera pagina viene impostata come una singola vignetta. Il testo e le “nuvolette”si intercalano nel e col disegno.

Stesso concetto, diverse le parole e il modo di evidenziarle. Comics diventa fumetto, patrimonio diventa establishment, balloon diventa nuvolette e interdipendente diventa intercalare nel e col : un sostanziale pareggio. Compare già nel 1978 il concetto di arte sequenziale che poi sarà il perno del saggio sul fare fumetti dello stesso Eisner.

Nel volume 2001 compare anche una introduzione all’edizione italiana scritta nel 2000 che merita di essere letta perché svela quanto a volte possano essere curiose le ispirazioni di un artista, io sinceramente ne sono rimasto abbastanza sorpreso.

La questione traduzione è piuttosto complessa non avendo a disposizione il volume originale; ma non è confrontare l’accuratezza della traduzione che mi interessa. Piuttosto è rilevante l’impatto delle frasi spesso differente e sotto riporto tre esempi presi dalle prime tre pagine (e gli esempi potrebbero andare avanti fino alla noia) a corroborare questa tesi:

1985: […] fu costruito circa nel 1920 quando le case ormai in rovina dei bassifondi di Manhattan non riuscivano piu (senza accento) a contenere la immane marea di immigrati affluiti a New York dopo la Grande Guerra

2001: […] venne costruito intorno al 1920, quando le abitazioni fatiscenti nella parte meridionale di Manhattan non furono più in grado di accogliere il flusso di immigrati che dopo la prima guerra mondiale si riversarono su New York

Ancora:

1985: Questi edifici, detti “casamenti” dopo il sedicesimo secolo per indicare un complesso di abitazioni in affitto, dilagarono in breve nel Bronx

2001: Questi edifici – la cui denominazione derivava da un termine legale risalente al XVI secolo e che indicava le abitazioni multiple che ospitavano affittuari – presto occuparono ampi settori del Bronx

Un altro esempio:

1985: Il 55 di Dropsie Avenue era un esempio tipico della maggior parte dei casamenti. Gli inquilini si avvicendavano continuamente. Alcuni andavano e venivano. Parecchi vi restavano una vita prigionieri della miseria e di molti altri fattori. Era una specie di paese, e il mondo era rappresentato dalla Dropsie Avenue.

2001: Il n. 55 di Dropsie Avenue era il più tipico dei caseggiati e i suoi inquilini erano tra i più diversi. Alcuni andavano e venivano. Molti vi restavano una vita intera… Prigionieri della povertà o di altro ancora. Era una sorta di micro-villaggio. Era il mondo era Dropsie Avenue.

Queste differenze si ripetono anche nei dialoghi con la stessa rilevanza. Eppure sarebbe eccessivo affermare che questa anomalia si avverte durante una normale lettura consecutiva delle storie. La forza espressiva delle immagini e la realtà (e quindi semplicità) dei dialoghi di Eisner probabilmente superano questo “problema” tramutandolo istantaneamente in futile argomento da dibattere almeno in questo caso.

Insomma alla fine si potrebbe scrivere: “molto rumore per nulla”. Ma se siete arrivati fino a qui evidentemente siete interessati al collezionismo e quindi non potete esimervi dal possedere ambedue le edizioni per la loro rilevanza nella “fumettografia” di Will Eisner e quindi nella storia del fumetto d’autore di qualità.

Abbiamo parlato di:
Bronx 1930
Will Eisner
L’oasi editoriale – Firenze Marzo 1985
184 pagine, brossurato, bianco e nero – Prezzo non indicato

Contratto con Dio e altre storie
Will Eisner
Editrice PuntoZero, Aprile 2001
200 pagine, brossurato, bianco e nero – 15,50€

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