Bertelè: un crowdfunding per ricordare Lorenzo Bartoli

Bertelè: un crowdfunding per ricordare Lorenzo Bartoli

Abbiamo intervistato Luca Bertelè, fautore della campagna di crowdfunding per ristampare “‘'O Malamente”, serie creata dal compianto Lorenzo Bartoli.

BertelèLuca Bertelè nasce a Lecce il 14 febbario 1974. Terminati gli studi si trasferisce a Milano dove frequenta la Scuola del Fumetto e successivamente l’Accademia Disney. Esordisce nel mondo del fumetto nel 1996, dividendosi tra le autoproduzioni e il lavoro per l’Eura Editoriale. Da allora ha collaborato con varie case editrici italiane realizzando fumetti come colorista, disegnatore, editor e grafico. Attualmente collabora con Sergio Bonelli Editore, Bao Publishing, Panini Comics e Piemme/Battello a Vapore.

Alcune settimane fa Bertelè ha annunciato l’intenzione di ristampare in volume tutte le storie di “‘O Malamente”, realizzate insieme al compianto Lorenzo Bartoli e originariamente pubblicate tra il 1998 e il 2001 su Skorpio dall’Eura Editoriale. A tal fine, Bertelè ha avviato una campagna di crowdfunding il cui ricavato sarà devoluto alla famiglia dell’autore romano scomparso il 5 ottobre 2014.

Giganti

Benvenuto su Lo Spazio Bianco, Luca. Com’è nata l’idea di ristampare ‘O Malamente?
Come ho avuto modo di scrivere sulla pagina di Verkami, l’idea di un volume che raccogliesse le storie di ‘O Malamente era nata insieme a Lorenzo [Bartoli].
Già nel 2012 eravamo in trattativa per l’uscita del volume, ma l’editor che ci seguiva andò via dalla casa editrice per cui lavorava e la cosa cadde nel vuoto. In seguito ci fu un contatto con un altro editore, ma anche in quel caso non se ne fece nulla.
Il tutto è rimasto in sospeso fino a quando, dopo la scomparsa di Lorenzo, si pensava a come aiutare economicamente la famiglia, che si è ritrovata, all’improvviso, in un momento difficile. Mi è venuto “naturale” ripensare a questo progetto e, come una promessa, cercare di portarlo a compimento. Mi dispiace solo che Lorenzo non abbia mai scritto l’ultima storia che chiudesse del tutto le vicende del personaggio.

Malamente_09Ritieni che le storie di ‘O Malamente siano ancora attuali?
In teoria, la Napoli di Napoli Ground Zero (maxiserie di cui faceva parte la serie ‘O Malamente) era ambientata in un futuro non troppo lontano. Nei fatti, la Napoli che abbiamo rappresentato in quelle storie era comunque la Napoli di quegli anni e, tutto sommato, quella che conosciamo ancora oggi. La fantascienza era più una scusa per potersi prendere qualche “libertà” artistica. Gli elementi futuristici c’erano, ma erano più presenti in altre serie, come Bancolotto, sempre di Bartoli e disegnata da Cristiano Cucina o Piombo, scritta da Roberto Recchioni e disegnata da Luca Rossi. ‘O Malamente era quello meno legato agli elementi futuristici. Le sue storie sono ironiche, umoristiche, romantiche, cupe… tutti elementi sempre attuali.

A tuo parere, leggere per la prima volta le storie tutte insieme permetterà di percepirle in un’ottica differente?
Rileggendole di seguito si nota moltissimo l’evoluzione del personaggio legata alla scrittura di Lorenzo. È una cosa che mi hanno detto anche le persone a cui ho inviato il PDF in lettura. ‘O Malamente era nata come una serie umoristica, ma il personaggio è cambiato da solo. Evidentemente aveva altre esigenze narrative e Lorenzo le ha seguite. Non c’è forzatura, non c’è uno stacco netto. Personalmente trovo bellissimo vedere l’evoluzione del personaggio nel corso di queste storie. Ed è un tipo di scrittura che Lorenzo si è portato dietro su John Doe e sulle storie scritte successivamente per Lanciostory e Skorpio.

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Work in progress di Paolo Bacilieri per la cover dell’edizione variant di ‘O Malamente.

Napoli Ground Zero è stata, verso la fine degli anni ‘90, una fucina di autori e idee che sono poi confluiti in molti dei fumetti che abbiamo letto negli anni a seguire e tutt’oggi. Che importanza credi abbia rivestito un progetto del genere?
Forse è ancora presto per capire se quello che abbiamo fatto al tempo sia stato, in qualche modo, seminale. Eravamo tutti giovanissimi e totalmente irresponsabili. Quello che guadagnavamo dall’Eura lo reinvestivamo nella Factory o in altre autoproduzioni.
Con Roberto Recchioni, Leomacs, Walter Venturi, Stefano Piccoli e tutti gli altri ci eravamo conosciuti un paio di anni prima a Lucca. Da subito si è creato un sodalizio, un’amicizia e un’affinità che ci ha portato a collaborare l’uno con l’altro su ogni progetto che ci passava in mente o che ci veniva proposto. Loro erano spesso a Milano e io spesso a Roma. Ed è lì che ho avuto modo di conoscere meglio Lorenzo. Si passavano intere giornate a chiacchierare, fare progetti, cestinare idee. Per cui, quando Lorenzo e Roberto hanno presentato il progetto di Napoli Ground Zero in Eura, il gruppo era già formato. Eravamo tutti lì. Ed è proprio da una di quelle storie che è nato lo spunto per John Doe. Il resto è venuto a cascata. Napoli Ground Zero prima e John Doe poi, hanno dato la possibilità a moltissimi disegnatori, anche non esattamente realistici e che provenivano dal mercato dell’autoproduzione e della piccola editoria, di confrontarsi con testate da edicola con tirature di migliaia di copie. Autori che poi sono cresciuti e sono passati a lavorare in Vertigo, in Marvel, in Bonelli. Vista così non sembra male…

Lorenzo BartoliRiusciresti a descrivere Lorenzo Bartoli come autore?
Mi limito a riportare uno stralcio di un ricordo che ho scritto sul mio diario Facebook il giorno dopo che Lorenzo è mancato.
A volte ti si avvicinava all’orecchio e, mettendoti una mano sulla spalla, ti diceva:
«Non lo dire agli altri, ma tu sei il mio preferito».
Lo faceva con tutti. Sempre.
Era un gioco, uno scherzo che si divertiva a fare di continuo.
Ma, quando lavoravi con lui, ci credevi. E, sono sicuro, anche lui.

Qual è stato il ruolo di Bartoli per il fumetto italiano, anche come curatore editoriale e scopritore di talenti?
Decisamente fondamentale. In tutte le esperienze che ha affrontato ha saputo trovare degli autori eccezionali e tirarne fuori il meglio. Dalla Comic Art, dove ha lavorato spesso insieme a Corrado Mastantuono, a Tiramolla, dove hanno iniziato molti degli attuali disegnatori Disney. Penso allo staff di disegnatori di Arthur King e successivamente a tutta l’esperienza con l’Eura Editoriale, dove è riuscito a far emergere l’enorme talento di Massimo Carnevale e successivamente, insieme a Roberto Recchioni, a mettere insieme tutto il gruppo di Napoli Ground Zero, e ancora… gli autori di John Doe e Detective Dante… che sono state palestre importantissime per disegnatori che ora lavorano per lo più in Bonelli e per le major americane.

Molti autori si sono stetti intorno a Bartoli e alla sua famiglia, realizzando una serie di aste il cui ricavato è stato devoluto alla famiglia stessa. La medesima cosa accadrà per il ricavato di ‘O Malamente. Ritieni che da questo, oltre alla stima e all’affetto verso l’autore, emerga una necessità di ripensare ai compensi dei fumettisti, ipotizzando per loro delle pensioni o dei diritti differenti da quelli attualmente in vigore?
Senza dubbio. Il nostro è un lavoro bellissimo e, certo, siamo dei privilegiati. Ma non abbiamo nessun tipo di pensione se non quelle private. Purtroppo tutti i tentativi di formare un’associazione che ne tuteli i diritti o di creare una categoria riconosciuta dallo Stato italiano, fino ad ora, non hanno portato a nulla. Attualmente l’unica alternativa è disegnare e scrivere fino a che ce la si fa e fino a che si riesce a trovare lavoro. Con Paola Barbato, che ha seguito tutte le aste di disegni originali a favore della famiglia di Lorenzo, ci siamo ripromessi di trovarci e parlarne. Per vedere se si riesce a creare un’associazione che sia sempre presente e che possa dare un aiuto in caso di difficoltà ai professionisti del mondo del fumetto.

Malamente_01

Quali sono le ragioni della scelta del crowdfunding?
La volontà di mantenere una promessa, come già detto.
La necessità di supportare la famiglia di Lorenzo in tempi brevi.
La possibilità di realizzare esattamente il volume che ho in mente.

Ritieni che il crowdfunding possa essere una via percorribile per realizzare fumetti che altrimenti non vedrebbero la luce?
Certo. In Italia, purtroppo, ancora non è molto diffuso e non è ancora stato compreso del tutto. Si tende a pensare che si utilizzi il crowdfunding perché non si riesce a trovare un editore, mentre in America questo tipo di produzioni è ormai all’ordine del giorno. Autori come Steve Rude, Paul Craig Russel, Frank Cho, Jason Pearson, Sean Galloway stanno producendo i loro nuovi libri con questo sistema, pur continuando a collaborare con le major. E a nessuno verrebbe mai da pensare che uno dei suddetti autori non abbia trovato l’appoggio di un editore.
Malamente_10Certo, il lavoro deve essere realizzato in maniera professionale sotto ogni punto di vista, perché stai comunque vendendo un prodotto “sulla fiducia”. E in alcuni casi si può sentire la mancanza di un editor. Ma alla fine il pubblico sa capire e scegliere quali prodotti sostenere. In Italia questo tipo di pubblico è ancora tutto da trovare.

Tecnicamente, come avete stabilito il budget finale da raggiungere?
Per quanto riguarda il volume mi sono occupato di tutto io: scansioni, lettering, grafica e impaginazione. Ho messo sul piatto tutte le tavole originali realizzate con Lorenzo e la storia inedita che devo finire. Le altre persone coinvolte, appena saputo lo scopo del volume, hanno accettato e deciso di partecipare tutte a livello gratuito. Da Maria Rosaria Giampaglia, che si è occupata dell’ufficio stampa agli amici che hanno realizzato gli omaggi (abbi pazienza, li nomino tutti: Leomacs, Walter Venturi, Cristiano Cucina, Riccardo Torti, Riccardo Burchielli, Davide Gianfelice, Luca Genovese, Giacomo Bevilacqua), donando anche i disegni originali che sono tra le ricompense. Fino a Paolo Bacilieri, che ha voluto devolvere il corrispettivo del suo compenso alla famiglia di Bartoli. E di questo non finirò mai di ringraziarli. Per cui, non essendoci costi di produzione ho cercato di limare al massimo il traguardo finale. La stampa del volume prende quasi la metà del budget, poi ci sono i costi delle stampe e le spedizioni. Al netto di tutte le spese ho calcolato circa 2.000 euro da riconoscere alla famiglia. Se poi si dovesse superare il traguardo… be’, ancora meglio!

Su quali progetti sei al lavoro attualmente?Malamente_03
In questo periodo sono molto impegnato come colorista; ho da poco terminato di colorare una storia per l’imminente Dylan Dog Color Fest, su testi di Luca Vanzella e disegni di Luca Genovese. Sto finendo i colori de I fiori del massacro, l’albo della collana Le Storie scritto da Roberto Recchioni e disegnato da Andrea Accardi che verrà ristampato, insieme a La redenzione del samurai in volume da BAO. Con il doppio ruolo di editor e grafico seguo i magazine per ragazzi della Panini legati al mondo di Star Wars. Come disegnatore porto avanti una serie a fumetti per bambini per il Touring Club Italiano e i volumi illustrati di Scooby-Doo per Piemme/Battello a Vapore. Sono al lavoro su prove per diverse serie ancora in lavorazione. E, in ultimo, ho un paio di progetti che aspettano di essere portati avanti… tempo permettendo!
In cima a tutto, finire la storia inedita di ‘O Malamente e chiudere i PDF per mandare in stampa il volume in tempo per Lucca Comics 2015. Ma ho bisogno del sostegno di tutti per mantenere questa promessa fatta a un amico…

Ti ringraziamo per la disponibilità, facendoti il nostro in bocca al lupo per la chiusura del crowdfunding.
Ciao e grazie a voi per l’ospitalità!

Intervista condotta via email tra il 15 e il 18 giugno 2015.

Link di riferimento per ‘O Malamente:

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