19.999 leghe sotto i mari: topi e paperi sul Nautilus

19.999 leghe sotto i mari: topi e paperi sul Nautilus

Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio firmano 19.999 leghe sotto i mari, rilettura disneyana del classico di Jules Verne.

19.999 leghe sotto i mari - incipit prima parte

Con 19.999 leghe sotto i mari Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio si inseriscono nel filone delle grandi parodie Disney pescando – per rimanere in tema – forse la più iconica tra le opere di Jules Verne. Non è la prima volta che Nemo e il Nautilus compaiono sulla pagine disneyane: era già successo in Topolino e il mistero del Nautilus, una storia di Giorgio Pezzin e Franco Valussi pubblicata nel 1992. Quella storia però faceva parte delle avventure con la Macchina del tempo dei professori Marlin e Zapotec, e vedeva Topolino e Pippo imbattersi in Jules Verne in persona: più che una riscrittura dell’opera, un omaggio al grande autore e al suo 20.000 leghe sotto i mari.

19.999 leghe sotto i mari regala, invece, una trasposizione disneyana dell’originale. è bene sottolineare che il filone delle parodie Disney è piuttosto cambiato negli ultimi anni, smussando gli aspetti parodistici e assestandosi sulla realizzazione di veri e propri adattamenti degli originali.

La storia, uscita originariamente su Topolino #3355 e #3356 nel marzo 2020 – per celebrare i 150 anni dalla prima pubblicazione del romanzo 20.000 leghe sotto i mari – viene oggi riproposta da Panini Comics in versione deluxe: questo significa un formato doppio rispetto ai volumetti originali e anche l’occasione per qualche pagina di approfondimento extra con gli autori.

Pippo veste i panni del Capitano Nemo

A vestire i panni del Capitano Nemo è Pippo: una scelta decisamente significativa, che già di per sé indica la chiave di lettura del Capitano di Verne. Si potrebbero dire moltissime cose del Nemo originale, ma se una cosa è sicura è che non si tratta certo di un eroe classico. Proprio per questo, nella prefazione al volume Artibani ammette che una possibilità fosse quella di affidare il ruolo a Macchia Nera. Aver scelto Pippo rivela il taglio che Artibani e Pastrovicchio hanno voluto dare alla loro parodia: Nemo abbandona i lati più taglienti e controversi, mette da parte i propositi di vendetta e diventa un brillante scienziato che dedica vita e genialità alla scoperta e allo studio del mondo sottomarino. Una riscrittura di Nemo non necessariamente debole, anzi molto attuale e ricca di spunti, sostenuta dal personaggio più sopra le righe e per certi versi surreale della squadra Disney, ma che purtroppo non riesce a decollare: colpa forse del tono corale della storia. I coprotagonisti dividono la scena con Pippo in modo equilibrato: questo permette, ad esempio, di far recitare a Paperino una divertente sequenza nelle cucine del Nautilus, ma d’altra parte sottrae spazio all’approfondimento del protagonista.

Non aiuta neanche il colpo di scena finale, che rivela un dettaglio del passato di Pippo/Nemo e di Macchia Nera/Capitano Faraboot: tutto rimane troppo vago, relegato a una manciata di vignette che da sola non riesce a creare la giusta tensione narrativa. Esiste un secondo episodio, L’isola dei misteri, in cui i due autori hanno sviluppato questa parte di trama, ma essendo 19.999 leghe sotto i mari una storia indipendente, questo rimane un punto debole.

Liberty e steampunk per 19.999 leghe sotto i mari

Nota di merito per costumi e ambientazioni, e per i simpaticissimi meccanimati, piccoli robot tuttofare che supportano ottimamente, grazie alla loro espressività, la componente comica dell’avventura – e che visivamente strizzano forse l’occhio ai Minions, ma in puro stile Disney.

Graficamente, Pastrovicchio accoglie le origini indiane del personaggio di Pippo/Nemo – l’ispirazione, come racconta l’autore nell’intervista a fine volume, viene da La lega degli straordinari gentlemen di Alan Moore – e gli cuce addosso un costume in grado di risultare evocativo ma non chiassoso, tanto da valorizzare il personaggio e conferirgli fascino e autorità.

19.999 leghe sotto i mari - veduta sottomarina

Per il Nautilus e i suoi componenti l’autore si concede una mescolanza di liberty e steampunk che riesce perfettamente – ma la cura e la riuscita del comparto tecnologico è ormai una tradizione per Pastrovicchio. Il sottomarino, di cui è stato realizzato un modellino 3D allegato alle due uscite di Topolino che hanno ospitato in origine 19.999 leghe sotto i mari, ricorda una balena: il Nautilus, come Nemo, perde gli aspetti più taglienti e si ispira a un animale maestoso e forte, ma senza risultare aggressivo. Numerosi gli scorci e le vedute riservati agli ambienti sottomarini, ma un tocco di profondità maggiore nei dettagli non avrebbe guastato: in fondo, complice anche la nuova caratterizzazione di Pippo/Nemo, è proprio il mare il vero protagonista di questa rilettura

Il segno è pulito, rotondo, molto espressivo, anche grazie alle chine di Libero Ermetti, che ha coadiuvato Pastrovicchio nell’inchiostrazione della storia. La colorazione si mantiene su toni classici e campiture piatte che aiutano il disegno senza appesantire, ma talvolta – ad esempio nelle ambientazioni sottomarine – risultano poco incisivi.

In definitiva una buona storia, non efficace quanto avrebbe potuto essere, ma divertente e ben realizzata. 

Abbiamo parlato di:
19.999 leghe sotto i mari
Francesco Artibani, Lorenzo Pastrovicchio
Panini Comics: Disney De Luxe n. 30, maggio 2021
69 pagine, cartonato, colori – 12,90 €
ISBN: 9772385018901

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