Voglia di fiere del fumetto: Milano Comics record e sold out

Voglia di fiere del fumetto: Milano Comics record e sold out

Tutto esaurito a Milano Comics & Game 2021. 18.000 di appassionati dimostrano la voglia di tornare a divertirsi in presenza.

 

Gli scorsi 9 e 10 ottobre 2021 si è svolta la dodicesima Milano Comics & Games, ospitata a Malpensafiere. Un’edizione da record che, dopo il successo di pubblico già registrato, ad esempio, alle ultime RimiComix e a Roomics, ha confermato la grande voglia di partecipare in presenza alle fiere del fumetto.
È entrato nel dettaglio il direttore artistico di Milano Comics & Games 
Egisto Seriacopi, che partendo da numeri impressionanti ha affrontato anche alcuni argomenti di attualità come lo strapotere dei manga e il sempre più importante ruolo di cosplayer e videogames.

Bentornato su Lo Spazio Bianco, Egisto.
C’è un tema attuale da cui partire, ossia il recente botta e risposta fra Lucca Comics & Games e i frequentatori della Self Area, cioè collettivi di autoproduzione e indipendenti. Considerato che, con le dovute proporzioni, qui a Milano la vostra Artist Alley (equivalente alla Self Area lucchese) è molto richiesta, cosa pensi di queste realtà che rappresentano un movimento culturale indiscutibile e prezioso?

Riteniamo che l’attenzione ai giovani e agli esordienti sia fondamentale. Collettivi e indipendenti rappresentano un movimento culturale irrinunciabile anche perché, storicamente, da questo genere di realtà sono nati grandi artisti. Perciò la nostra Artist Alley è gratuita: chi partecipa non paga né lo spazio né i servizi. Quest’anno, che ha richiesto un tipo di organizzazione differente per via delle regole imposte dalla pandemia, la Artist Alley ha ospitato 25 realtà ma in futuro il numero potrà essere molto più alto. Come linea noi accettiamo tutti coloro che vogliono partecipare, dai ragazzi che desiderano affacciarsi nel mondo del fumetto, agli aspiranti autori di manga, agli autori emergenti in genere, ma anche collettivi rivolti ai giochi da tavolo o, per fare un esempio, a incontri ed esposizioni a tema Lego. In definitiva siamo molto attenti ed entusiasti nei confronti di quell’ampio settore definibile come “indipendenti”.

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Entriamo nel dettaglio di Milano Comics & Games: i biglietti in prevendita sono andati esauriti molto presto e l’affluenza è stata incredibile. Ti aspettavi questa risposta da parte del pubblico?
Una fiera del fumetto a Milano mancava dalla primavera 2019. Quindi ci aspettavamo un risultato positivo, considerati anche i numeri registrati da altre fiere andate in scena prima di noi, anche molto importanti e grosse. Calcolando che questa di Milano si colloca in una fascia media però, posso dire che il risultato è stato meraviglioso: nei due giorni abbiamo raggiungo 18.000 presenze, numero mai segnato in passato, con persone che sono continuate ad arrivare fino a domenica sera. Purtroppo abbiamo anche dovuto chiudere le biglietterie per non superare il numero consentito dalle regole imposte dalle misure antipandemia e alcuni non hanno potuto accedere alla fiera. Questo mi spiace e mi scuso per eventuali disagi ma, per legge, non potevamo fare altrimenti. Più in generale, per essere realisti, credo che questa grande voglia di partecipare alle fiere del fumetto sia un fatto eccezionale che non durerà all’infinito, che deriva dal difficile momento di chiusura che abbiamo vissuto. 

Anche la risposta degli espositori è stata in linea con le vostre aspettative?
È un fatto da sottolineare perché anche gli espositori, come tutta l’Italia, si erano fermati. Chi fa questo mestiere lo vive tutto l’anno: oggi sono qui a Milano, il prossimo week end in un’altra città e così via, diciamo, per 50 settimane. Dopo la pausa generale ora la sensazione è che si voglia recuperare il tempo perduto. Il risultato è che quest’anno la loro presenza si è quasi triplicata rispetto al 2019. Per fortuna siamo riusciti ad avere la tensostruttura esterna per coprire il palco che nelle passate edizioni era all’interno, in posizione fra l’altro non ottimale per l’acustica.

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Nonostante il successo, la realtà parla ancora di distanziamento, mascherina, green pass e accessi contingentati. Viste anche le recenti proteste di altri settori del mondo dell’intrattenimento come teatro, cinema, musica, a tuo parere la stretta contro il Covid deve essere ancora così ferrea o, senza parlare di “liberi tutti”, si potrebbe allentare, riportando ad esempio le capienze al cento per cento?IMG-20211013-WA0001
Personalmente sono sempre stato molto ottimista sul fatto che si potrà tornare alla capienza massima e, col tempo, all’abolizione del green pass e alla normalità. Penso però, posto che il Covid è stato un danno enorme, che qualcosa si potrebbe imparare. La mascherina nei luoghi pubblici, specie se molto frequentati, potrebbe rimanere e ci eviterebbe altre problematiche: l’influenza, ad esempio, lo scorso anno sembra sia scomparsa proprio grazie a questo accorgimento.
Credo comunque che si arriverà al risultato di tornare alla normalità. Non so quanto tempo ci vorrà e dovremo essere bravi anche senza bisogno del consiglio governativo, ma per semplice responsabilità civile.

Oltre ad avere il polso della situazione per il tuo ruolo organizzativo, sei un profondo conoscitore del mondo fumetto. In fiera abbiamo visto molti stand esclusivamente dedicati ai manga. Il “nostro” fumetto come resiste davanti a quello che ormai sembra uno strapotere?
È un discorso ampio e interessante. Un problema contingente è che i grandi editori italiani, almeno quest’anno, hanno deciso di non presentarsi a tutte le fiere più importanti. Per fare un nome, Sergio Bonelli Editore non sarà a Lucca, così come Panini e altre. Poi bisogna dire che, in generale, si parli di piccoli, medi o grandi editori, sono calate le vendite. Un altro fatto è che la gente legge meno e soprattutto la nuova generazione, diciamo dai 12 ai 18 anni, vive in modo diverso rispetto al passato. I ragazzi la pensano e si informano in un altro modo con il problema che, purtroppo, leggono pochissimo di tutto, non solo fumetti. Negli ultimi anni comunque le vendite di fumetti sono calate, non esistono più le migliaia o le centinaia di migliaia di copie vendute. In questo scenario si è inserito il manga, che ha rappresentato un colpo forte e tutt’oggi in crescita. Il manga, da noi, vende più del fumetto italiano perché attrae i giovani attraverso la rete e attraverso il fascino dei cosplay. È un fenomeno in aumento: chi legge manga legge solo manga, anche per il fascino dell’oriente, dove il cosplay è un fenomeno di massa e dove il fumetto rappresenta i paesi. Posso dire che gli espositori di manga registrano vendite incredibili. Il “nostro” fumetto invece resiste con appassionati, collezionisti che ancora comprano, ma per un’inversione di tendenza servirebbe un cambiamento culturale delle nuove generazioni che appare, oggettivamente, difficile.

Chi ha fatto registrare un segno più nelle vendite, durante il periodo Covid, è stato invece il settore videogames. Milano Comics & Games intende sviluppare, in futuro, questa realtà?
Nel 2019 l’area games occupava metà di un padiglione e funzionava benissimo ma quest’anno, purtroppo, abbiamo dovuto ridurla. Il motivo è che, rispetto ai tre padiglioni che occupiamo abitualmente, stavolta l’ente fieristico ce ne ha messi a disposizioni due per la concomitanza con un altro evento. Visto il grande riscontro che l’area ha sempre avuto però, già dalla prossima edizione punteremo ad ampliarla.

IMG-20211013-WA0019Abbiamo già accennato ai cosplayer, che sembrano essere sempre più un valore aggiunto per le fiere del fumetto. A Milano ne abbiamo visti tanti, forse grazie alle tante proposte a loro dedicate?
Sì, e c’è un motivo. Qui il settore cosplay è sempre curato dai BHC (Best Horror Cosplay), che ritengo essere l’associazione di settore più importante d’Italia per il lavoro che fa, come lo svolge e anche per i quindici anni di storia che ha alle spalle. Non sono dei pivelli, insomma, hanno un grande bacino di utenza per quanto riguarda i cosplayer e una serietà professionale indiscutibile. In pratica sono riusciti a costruire un regolamento, una deontologia (poi copiata da tutti), che spiega come ci si deve comportare e quali sono le responsabilità di ciascun cosplay. Al tempo stesso i BHC hanno lavorato e lavorano per dare ai cosplayer maggiore dignità e far sì che nel nostro paese si eviti di pensare che sono dei casi carnevaleschi.

Grazie per il tuo tempo, Egisto.

Intervista realizzata dal vivo a Milano Comics & Games, 9-10 ottobre 2021


EGISTO QUINTI SERIACOPI

EGISTO
Egisto Seriacopi

Pubblicitario di professione, si occupa da sempre del linguaggio del Fumetto. Ha allestito mostre, organizzato eventi e performance in tutta Italia. Cura le pubblicazioni della DADA Editore. Scrive per Fumo di China, storico periodico di critica fumettistica. Dal 1996 è alla direzione tecnica e artistica di RIMINICOMIX, la mostra mercato del fumetto e dei games dell’estate Italiana. Dal 2017, fa parte del comitato direttivo di SANTARCANGELO DEL FUMETTO, manifestazione rivolta al linguaggio del fumetto, a Santarcangelo di Romagna ed è uno dei membri del comitato scientifico della Biennale del Disegno di Rimini.

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