Ogni soap che si rispetti prevede alcuni elementi fissi:
– tutto il cast è composto da attori e attrici di bell’aspetto;
– ogni puntata ha il finale che tronca la narrazione nel momento del climax;
– prevalgono gli interni in un numero di set limitato;
– prevalgono i primi piani e comunque i piani ravvicinati;
– il montaggio è “a sospensione”: dovendo seguire un nutrito numero di personaggi, la dimensione temporale della soap è una sorta di limbo. Il dialogo A si interrompe per dare spazio al dialogo B; il dialogo A viene ripreso nel punto esatto in cui si era interrotto;
– i problemi principali dei protagonisti sono di natura sentimentale, e solo secondariamente economici o di salute.
Le vicende narrate in Eva Miranda riprendono alcune situazioni tipo presenti in tutte le soap opera:
– una ricca famiglia assai numerosa dove sono rappresentate un po’ tutte le fasce d’età;
– una famiglia povera ma onesta dove sono rappresentate un po’ tutte le fasce d’età;
– un giovane amore contrastato a causa della differenza di status sociale;
– un personaggio disgustosamente cattivo nella famiglia ricca;
– un personaggio disgustosamente buono nella famiglia povera;
– scheletri negli armadi di ciascun personaggio che vengono prima o poi riesumati;
– gravi problemi di salute solitamente risolti in extremis e in modo inverosimile;
– gravidanze segrete, indesiderate o illegittime;
– morti redivivi;
– storie d’amore “a combinazione” che esauriscono tutti i possibili rapporti reciproci fra i personaggi, a esclusione degli incesti;
– un personaggio di dubbia sessualità;
– personaggi che subiscono drastici cambiamenti, diventando da santi a mascalzoni, morendo e resuscitando per tornare in scena con inverosimili “plastiche facciali”, oppure scomparendo in una generica e fantomatica “Europa”, o ancora sposandosi in un numero di volte superiore a quanto consentito dalla scala Liz Taylor;
– un personaggio criminale, solitamente non americano;
– paesi stranieri presentati in modo totalmente inverosimile.
Rispetto al prototipo nordamericano, la telenovela brasiliana o messicana presenta alcune variazioni:
– esasperazione emotiva (pianti a dirotto con dettaglio di nasi che colano);
– maggiore libertà nel versante erotico;
– più spazio a personaggi grotteschi con funzioni di intermezzo umoristico;
– maggiore povertà produttiva e dilettantismo;
– fenomeni di divismo incontrollato per gli attori protagonisti, di solito anche cantanti e comunque milionari.
Nella soap televisiva le immagini hanno un valore di mero supporto, messe in secondo piano dalla marea di parole. I pochi eventi cardine vengono introdotti con esasperante lentezza, e con altrettanta lentezza ne vengono mostrate le ripercussioni. La tecnica narrativa imperante è quella di far raccontare ai personaggi ciò che è avvenuto o sta per avvenire, anche per venire incontro all’ascolto inevitabilmente distratto delle massaie. I medesimi dialoghi compiono così una sorta di “giro dell’oca”, rimbalzando di bocca in bocca. Le ambientazioni sono spesso claustrofobiche, e l’azione scenica è rarissima.
Logicamente, queste caratteristiche NON si confanno a una narrazione a fumetti, e quindi dovremo giocoforza introdurre delle varianti:
– non avendo limiti di budget, potremo variare a piacimento le ambientazioni, concedendoci il lusso di numerosi esterni;
– dovremo comunque inserire delle azioni sceniche e limitare i dialoghi.
La nostra soap deve rimanere coerente con il genere, ma con un elemento perturbante. Le seguenti proposte costituiscono delle ipotesi d’approccio al genere e una non esclude l’altra.
(E)Versione anfetaminica: Soap opera accelerata dove ogni frammento narrativo è segnato da un evento cardine. Questi eventi sono in stridente contraddizione fra loro, e le spiegazioni per giustificarli sono sempre meno plausibili, fino a livelli surreali.
(E)Versione metalinguistica: I personaggi sanno di essere personaggi, e commentano criticamente l’azione tirando in ballo il Produttore, lo Sceneggiatore, l’Agente, il Pubblico, l’Audience, lo Sponsor. Le condizioni di lavoro delle soap sono un vero inferno: gli attori hanno soltanto quindici giorni l’anno di vacanza, e sono costretti a vivere quotidianamente fianco a fianco. La loro massima aspirazione, di solito frustrata, è quella di diventare attori di cinema. Spesso le soap riciclano attori cinematografici troppo vecchi o malati per poter girare un film. La vita privata dell’attore di soap è condizionata dalla trama: se un’attrice rimane in cinta, gli sceneggiatori devono trovare il modo di inserire la gravidanza nella storia. I pargoletti che nascono sono obbligati a vivere sul set per poter restare vicini alla madre. Se un attore non rinnova il contratto, il personaggio che interpreta viene di solito fatto morire. La produzione distribuisce i pasti e provvede periodicamente al taglio di capelli di tutto il cast. L’audience influisce pesantemente sul destino dei personaggi e degli attori che li interpretano, i quali passano spesso da una soap all’altra. Gli sceneggiatori sono solitamente più di due, e hanno l’obbligo di seguire le direttive dello sponsor e le aspettative del pubblico.
(E)Versione cinica: L’aderenza alla soap è superficiale: pur mantenendone i canoni estetici e i luoghi comuni narrativi, tutti i personaggi, “buoni” inclusi, sono cinici e velenosi. La parte grafica resta elegante e glamour, mentre i dialoghi, pur non sfiorando la volgarità, sono perfidi. Al di là di un’apparente spinta sentimentale, le motivazioni dei personaggi sono l’egoismo, l’avidità e la sete di potere. Tutti si fanno elegantemente del male.
(E)Versione endogena: Una soap con tutti crismi in cui si inserisce un personaggio perturbante. È brutto, è rozzo, è antipatico, ma è anche astuto e pieno di soldi. Pur essendo spregevole, è l’unico personaggio plausibile. Il suo arrivo scardina dall’interno il sentimentalismo e l’inverosimiglianza della soap.
(E)Versione endogena 2: Del tutto simile alla precedente, con un’unica variante: il personaggio in questione non è pieno di soldi, ma è invece un amatore eccezionale. Il sesso diventa l’elemento perturbante.
(E)Versione politica: La soap viene solo lievemente spinta all’eccesso, rendendo manifesta l’ideologia tutto sommato reganiana che la sottende. I criminali finiscono sulla sedia elettrica nel plauso generale; la vendita indiscriminata delle armi porta a gravissimi incidenti che vengono soavemente minimizzati; gli homeless sono sfaticati che non hanno voglia di lavorare; le donne abortiste o stuprate sono delle poco di buono; i negri, gli ispanici e tutte le minoranze etniche sono da trattare con generoso distacco, e anzi andrebbero rispediti a casa; l’assistenzialismo ai poveri toglie ossigeno alla libera impresa; un povero capitalista dovrebbe essere libero di potersi espandere senza ridicole limitazioni…
Mentre i personaggi restano coerenti con se stessi, è il contesto in cui si muovono che diventa realistico. Il tutto vorrebbe essere una satira dell’imperante “morale aziendale”.