“In questo volume c’è buona parte della mia vita ed è il risultato di come vedevo la storia di Brian Azzarello. Se qualcuno cinquant’anni fa mi avesse detto che avrei avuto l’opportunità di realizzarlo, non gli avrei creduto. Eppure eccolo qui”.
È così che si esprime Joe Kubert nell’introduzione di Sgt. Rock – Tra l’Incudine e l’Inferno, ovvero quell’opera che dovrebbe rappresentare per l’appunto l’avventura definitiva di Frank Rock, mitico sottufficiale fumettistico della compagnia Easy nonché punta di diamante della Golden e della Silver Age targata DC Comics. Non mettiamo in dubbio. E che l’artista del New Jersey – uno degli inventori della sintassi dei comics – ci abbia messo tutto il suo impegno e la sua passione si vede eccome.
Basterebbe solo una tavola – la splash page, raffigurante una macchia di foresta, attraversata da quattro vignette chiamate a sintetizzare la connotazione spaziale, climatica e tragica dello scenario in cui la storia è ambientata – per rendere indispensabile l’acquisto del volume.
E anche il presupposto non lascia indifferenti: la pattuglia del sergente Rock cattura quattro ufficiali tedeschi che pero’ vengono misteriosamente assassinati – con l’eccezione di uno, che scompare senza lasciare tracce – mentre è in atto una convulsa azione di guerra. Vari elementi del gruppo incominciano a essere sospettati di aver premeditato una vera e propria esecuzione capitale nei confronti di prigionieri inermi.
Ed effettivamente l’orrore, la tensione e la rabbia che serpeggia tra i soldati americani – stremati dalla fatica e testimoni della morte di decine di amici – potrebbe aver indotto qualcuno ad attuare una personale forma di rappresaglia.
Il dilemma etico e morale che ne emerge è lacerante: in un mondo devastato dalla morte e dalla catastrofe, in cui tutte le leggi del consorzio umano e civile sono state azzerate, che senso avrebbe andare in cerca di un colpevole?
Il problema, però, è che lo sviluppo narrativo che Brian Azzarello imprime alla vicenda non si rivela affatto all’altezza delle legittime aspettative del lettore. La “zona grigia” del dramma a un certo punto salta del tutto, dissolvendosi in una risoluzione della trama che, a ben vedere, finisce col gettare tanto fumo negli occhi senza che si venga a capo di niente: i giusti restano nel giusto e coloro che hanno sbagliato continuano a restare colpevoli dei loro sbagli.
Questo finisce col rendere “Sgt. Rock – Tra l’Incudine e l’Inferno” un buco nell’acqua che giunge in ritardo sia sul cinema (Salvate il Soldato Ryan è molto più problematico e onesto nella sua indagine sulla verità e sul valore dell’eroismo) che sulla televisione (il serial Band of Brothers della HBO risulta molto più crudo e spettacolare, senza proporre indugi su certe sequenze-trappola furbette, da pessimo film d’azione, in cui invece Azzarello un paio di volte cade).
Ripeto: nulla da dire sul lavoro d’illustrazione di Kubert (ad avercene oggi di disegnatori che riescono a circonfondere d’umanità anche l’atto di sganciare coi denti la sicura di una granata) ma un convinto pollice verso una storia quanto mai priva di finalità reali.
E quindi inutile.
Abbiamo parlato di:
Sgt. Rock – Tra l’Incudine e l’Inferno
Brian Azzarello, Joe Kubert
Magic Press, 2005
144 pagg. col. bros. – 11,50euro
Questo articolo è apparso originariamente sulla webzine www.comicus.it.
Ringraziamo Alessandro Di Nocera e gli amici di CUS per la disponibilità.