L’Ippocampo Edizioni presenta il “Mahabharata”

L’Ippocampo Edizioni presenta il “Mahabharata”

L'ippocampo Edizioni presenta sul mercato italiano la graphic novel che adatta a fumetti il Mahabharata, l’opera letteraria più estesa al mondo - circa 15 volte la Bibbia-, scritta in sanscrito a partire dal IV secolo a.C. Gli autori sono i francesi Jean-Claude Carrière e Jen-Marie Michaud.

Comunicato stampa

È l’opera letteraria più estesa al mondo -circa 15 volte la Bibbia-, scritta in sanscrito a partire dal IV secolo a.C., riveduta e arricchita per oltre 700 anni. Il Mahabharata è ora tradotto nella veste di graphic novel, capace più che mai di trasmettere, con la stessa intensità narrativa e forza espressiva dirompente, il sapere della mistica saga indiana che non smette di incantare attraverso i millenni.
Il « grande poema del mondo » narra la lunga e furibonda lite dinastica che contrappone i Pandava e i Kaurava, due clan di cugini, rispettivamente di 5 e di 100 membri.
Conta sedici personaggi principali tra cui Krishna, incarnazione di un dio in terra, che per la prima volta fa la sua comparsa nella mitologia indiana. Sarà proprio lui a recitare la Bhagavad Gita, in cui si mostra all’eroe Arjuna per sollevarlo dallo sconforto.

Un’opera così complessa e labirintica ha richiesto oltre tre anni di infaticabile lavoro da parte del disegnatore e fumettista Jean- Marie Michaud, che ha illustrato in migliaia di tavole i testi del grande Jean-Claude Carrière, sceneggiatore e amico di Luis Buñuel. A lungo misconosciuto in Occidente, il Mahabharata è una delle opere cardine dell’Induismo e la sua complessità sfida l’immaginazione. Da questa straripante epopea sono derivate le migliaia di credenze e leggende che permeano l’anima indiana e che imprimono nel cuore degli uomini il Dharma, la legge che governa il mondo.

Nel 1989 il Mahabharata diviene una pellicola dal successo internazionale diretta dal regista inglese Peter Brook. Prima di allora Jean-Claude Carrière, insieme allo stesso Peter Brook e a Marie-Hélène Estienne, l’avevano resa in 8 anni di lavoro un’opera teatrale imponente (ne risultò un adattamento di 9 ore poi ridotto a 6 e infine a 3).

Un inesauribile poema epico che tratta di religione, di politica, di legge, di morale e di cosmologia, ma anche di liberazione, ed elevazione spirituale, secondo la tradizione indiana, il fine ultimo della condizione umana.

Gli autori

Jean-Claude Carrière è un eclettico sceneggiatore cinematografico e televisivo, scrittore, saggista, poeta, collezionista di storie provenienti da ogni parte del mondo. Noto per i suoi romanzi, i suoi libri sui film di Jacques Tati e un volume/intervista con Umberto Eco sulla “perennità” dei libri (Non sperate di liberarvi dei libri, La Nave di Teseo, 2017). Esordisce nel cinema tra il 1963 e il 1964 quando inizia una proficua e longeva collaborazione con Luis Buñuel, per il quale scrive le sceneggiature di Il diario di una cameriera, 1964, Bella di giorno, 1967, La via lattea, 1969, Il fascino discreto della borghesia, 1972, Il fantasma della libertà, 1974 e Quell’oscuro oggetto del desiderio, 1977. Oltre che per il grande regista spagnolo, Carrière lavora per autori come Pierre Étaix, Marco Ferreri, Louis Malle, Jean-Luc Godard, Volker Schlöndorff, Andrzej Wajda, Miloš Forman, Philippe Garrel e naturalmente Peter Brook.

Jean-Marie Michaud, classe 1966, nato e cresciuto in Corsica, si trasferisce a Parigi per completare gli studi. Si avvicina così al mondo dei fumetti prima e del graphic novel frequentando i corsi dell’Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs.

Il Mahabharata
Jean-Claude Carrière, Jen-Marie Michaud
Traduzione di Fabrizio Ascari
L’Ippocampo Edizioni, 2019
440 pagine, brossurato con alette 27,5 x 19,5 cm, colori – 29,90 €
ISBN: 978-88-6722-447-0

3 Commenti

1 Commento

  1. Texhnolyze

    17 Dicembre 2019 a 15:35

    Avete preso il volume? Volevo sapere come è la costina poiché il mio volume appare scollato tra la rilegatura e il dorso della copertina, solo che non vedo alcuna traccia di colla e mi è venuto il dubbio che fosse realmente così. In pratica sono incollate solo la seconda e la terza di copertina. Probabilmente è un errore di produzione, ma non si sa mai.

    • David Padovani

      17 Dicembre 2019 a 16:46

      Ciao, ti confermo che, in effetti, anche la copia in nostro possesso presenta lo stesso tuo tipo di “difetto”, cioè tra rilegatura e dorso della copertina non c’è nessun tipo di incollaggio.

      • Texhnolyze

        18 Dicembre 2019 a 12:18

        Ok, grazie mille. Anche l’editore mi ha confermato che è normale. Meglio così.

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