Nell’insieme di testate legate all’universo di Batman, verso la fine del 2014 esce in USA una nuova serie ambientata nella città dell’Uomo Pipistrello, con protagonisti un gruppo di ragazzini che frequentano un prestigioso quanto misterioso istituto scolastico.
La RW-Lion ha recentemente pubblicato un volume che ne raccoglie i primi quattro numeri, offrendo il pretesto per analizzare questo inizio di serie.
Misteri e segreti
Il tema principale di Gotham Academy è quello del mistero che sembra avvolgere la scuola in ogni suo aspetto. Ancor prima che le carte vengano messe in tavola, infatti, fin dalle prime pagine si intuisce dall’ambientazione che ci sono elementi non proprio chiari: un vecchio preside che ammonisce le protagoniste sul non andare in una certa area dell’edificio, un’atmosfera pesante e buia, la leggenda sulla presenza di un fantasma che infesterebbe l’istituto e la protagonista stessa, la giovane Olive Silverlock, che nasconde un segreto relativo a quanto accaduto durante l’estate precedente al suo rientro a scuola.
Gotham Academy pare essere più vicino al mondo di Harry Potter che a quello di Batman: quest’ultimo, pur comparendo di sfuggita in alcune vignette e in modo leggermente più incisivo nei panni di Bruce Wayne, non prende infatti per ora parte alla trama della serie, che come tematiche si allontana dall’immaginario più urbano collegato al Cavaliere Oscuro.
La testata ripesca piuttosto una componente esoterica, presente in parte anche nella mitologia di Batman, ma distaccandosi dal modo in cui era solitamente trattata per andare invece a parere a un immaginario più “teen”, più semplice. Una scuola antica, dotata di passaggi segreti e con alcune aree vietate, non può che ricordare molto Hogwarts, per esempio, e il gruppo di personaggi centrali, con amicizie e rivalità, va a formare quell’insieme di umanità visto più volte in produzioni narrative per ragazzi.
Becky Cloonan e Brenden Fletcher gestiscono bene queste atmosfere, con una sceneggiatura che riesce a incuriosire il lettore pur non risultando sempre pulita: in alcuni punti infatti lo svolgimento degli eventi risulta meno chiaro di quanto dovrebbe, e alcuni passaggi che dovrebbero esprimere le relazioni tra i personaggi risultano leggermente farraginosi.
Nel complesso comunque si delinea un panorama interessante, che pur avendo poco da spartire con Batman – città a parte – può intercettare i gusti di un certo tipo di pubblico.
Ragazzine sbarazzine
La protagonista Olive Silverlock e la sorellina del suo quasi ex ragazzo, Maps, sono un duo molto efficace, una coppia di ragazze separate da qualche anno di età e da due caratteri diversi, ma unite da una sincera amicizia.
Olive è descritta in modo tale da attrarre subito l’attenzione del lettore, che viene catalizzato dalla sua presenza sulla pagina: una ragazza molto carina, ma confusa e depressa a causa di quanto avvenuto nel suo recente passato. Il risultato è una adolescente sofferta ma avvenente, nella quale molte coetanee possono immedesimarsi e a cui molti coetanei possono interessarsi.
Aiuta molto anche il character design di Karl Kereshi: gambe lunghe, capelli bianchi, divisa da scolaretta e un viso dalle linee squadrate ma comunque attraenti, come se la rigidità suggerita fosse l’evidenza esteriore dei tormenti interiori.
Antitetico è il lavoro grafico di Kereshi su Maps: di lei spiccano i tratti orientali del viso, ma anche l’ottimismo giovanile che caratterizza il personaggio, sottolineato dagli occhi piccoli ma quasi sempre sgranati, come a indicare perenne stupore per ciò che la circonda, e dai capelli castani dal taglio corto.
Caratterialmente Maps è il contraltare “da manuale” per Olive, capace di spronarla a esplorare insieme la scuola e a tirare fuori quella curiosità e voglia di saperne di più latente nella protagonista, frenata solo dal suo stato d’animo.
Pomeline è un altro personaggio interessante: parte come ragazza “rivale” di Olive, per poi evolvere il suo rapporto con la protagonista grazie agli eventi a cui prendono parte insieme e ad alcuni interessi in comune. Il suo aspetto risulta meno ordinato e più da “bad girl”, con le calze strappate, gli stivali alti e la felpa con cappuccio quasi sempre calato sulla testa. Fisicamente è slanciata e con la pelle olivastra, occhi verdi e labbra carnose, con un viso sempre accigliato e in guerra col mondo. Questi accorgimenti grafici rispecchiano bene il carattere della ragazza, sicuramente meno socievole e meno timida di Olive ma proprio per questo ottima per fornire un’ulteriore differenziazione nel carattere personale degli attori in scena.
Il lavoro di Karl Kereshi è significativo anche nella costruzione delle tavole: spesso le vignette si adattano al disegno che vi è contenuto, specie quando si tratta dell’architettura della scuola, mentre anche nelle situazioni più tranquille l’artista inserisce sempre elementi che ravvivano la scansione dei disegni, dalla splash-page che fa da sfondo su cui si innestano vignette di varie forme a inquadrature più ricercate della media.
Il tratto di Kereshi è molto cartoonesco (quasi seguendo il feeling della Batgirl di Babs Tarr), soprattutto nei personaggi ma anche nelle ambientazioni, anche se in taluni casi alcuni sfondi risultano più realistici.
Gotham Academy convince nel suo essere un fumetto senza troppe pretese ma curato, e orientato verso una fascia di pubblico giovanile e avvezza a questo tipo di racconti. Dispiace il suo essere però piuttosto avulso dal contesto narrativo gothamita in cui si colloca, a parte le citazioni ad alcune famiglie storiche della città e qualche minima comparsata di Batman, che rendono la serie – almeno per ora – adattabile a qualsiasi realtà indipendentemente dalla mitologia batmaniana.
Abbiamo parlato di:
Gotham Academy #1
Becky Cloonan, Brenden Fletcher, Karl Kereshi
Traduzione di Stefano Visinoni
RW-Lion, marzo 2016
96 pagine, brossurato, colori – 9,95 €
ISBN: 9788869716935