“Non sempre è possibile fermare uno zombi animato da una simile sete di vendetta!”
(da Vendetta Macumba)
Quando ho stilato l’elenco dei 300 ho cercato di tenere in considerazione quegli autori che non hanno goduto di quella gran fama che forse avrebbero meritato. Anche se, ad essere sinceri, dei due autori di questa bella storia, il disegnatore è una degli autori più prestigiosi del fumetto italiano e tutt’oggi, a oltre quindici anni dalla prematura scomparsa, la sua fama non s’arresta minimamente. Ma di Magnus in questa rubrica ho avuto modo di parlare e non mancherà occasione in futuro, nonostante la sua presenza nelle sole vesti di disegnatore fu di grande importanza per la riuscita dell’opera.
Invece vorrei soffermarmi di più sullo sceneggiatore di Vendetta Macumba, Ennio Missaglia, che probabilmente non gode certo della gloria riservata al suo illustre collega e che a mio parere fu uno degli sceneggiatori più interessanti degli anni ’70, grazie alla creazione di un personaggio come Judas, un agente Pinkerton sconfitto dalla vita e cinico quanto basta.
La serie, edita da Daim Press si arrestò al sedicesimo numero e Missaglia (assieme al fratello Vladimiro e incoraggiato dalla stima di Sergio Bonelli) cercò il successo con Gill, ma credo che andò peggio. Invece con Vendetta Macumba Ennio Missaglia fece centro.
Con una storia che mischiava perfettamente horror ed erotismo, lo sceneggiatore veneziano realizzò il suo lavoro migliore, grazie anche ai disegni di un Magnus che aveva già iniziato la sua scalata come autore completo con opere come Lo Sconosciuto e I Briganti.
Nello stesso anno della mitica pellicola di George Romero, Missaglia e Magnus ci parlano di zombi in uno scenario che si adatta alla perfezione a questa storia fatta di eros, sangue e sudore.
Il Brasile, con la sua giungla del Mato Grosso è la sua bolgia carnevalesca è il perfetto luogo in cui ambientare una storia che all’apparenza può sembrarci un normale horror ma che in realtà si presenta ben più complessa e con più piani di lettura.
Nella storia della cattivissima Estella Cabrera e di suo cugino Stelio, diventati ricchi per la morte dello zio Luis provocata da questa perfida dark lady, tutto è macabro, morboso, inquietante: c’è odore di morte, di droga, di sadismo e addirittura d’incesto. Ma soprattutto Vendetta Macumba è la storia di un’anima in pena, un’anima macabra che non si da pace finché non avrà compiuto la sua personale vendetta. E dal cimitero posto nelle giungle del Mato Grosso, tra tombe, lapidi e croci usurate, tra cadaveri, pozzanghere e riti voodoo, che questo zombie inizia a seminare morte lungo il suo percorso e se pur animato dal desiderio di vendetta è forse l’unico personaggio per cui provare un minimo di pietà.
Ennio Missaglia riesce quindi a orchestrare una danza macabra che nel personaggio dello zio Luis, ritornato dall’oltretomba, ha il suo lato “buono” quasi tenero (come ha giustamente scritto Graziano Frediani: “…l’unica sua colpa è stata quella d’avere per nipote Estella: avida e canaglia…”) mentre in tutti gli altri personaggi ha il lato oscuro, malvagio, tenebroso.
E in tutto questo la storia di Missaglia non poteva trovare miglior alleato nel sapiente bianco e nero di Magnus, davvero grandioso nelle sequenze iniziali in cui assistiamo al risveglio del cadavere dello zio Luis, e al top nella sequenza ambientata nell’infernale giungla del Mato Grosso.
Dopo più di trent’anni, Vendetta Macumba non ha perso nulla del suo grande fascino tenebroso. Rileggere l’opera di Ennio Missaglia e Magnus equivale a ripercorrere i gloriosi momenti del fumetto italiano, prima che cadesse preda degli autobiografismi della nuova leva di autori.
Curiosità
Per Magnus fu un lavoro disumano che dovette portare a termine in tempi brevissimi. Come ricorderà l’artista: “Dovevo finirlo prima che chiudessero le tipografie, entro tre mesi… fu una sgobbata pazzesca.”
Edizione Consigliata
Bellissima edizione, come del resto tutte quelle realizzate dalla Glittering Images: brossurata e di grande formato con una qualità di stampa che rende giustizia al gioco di ombre dell’artista bolognese. Prefazione di Graziano Frediani.
Altre edizioni
Oltre a quella consigliata, che ha comunque un costo notevole sia nelle fiere che su internet, da tenere d’occhio sicuramente quella a grande formato della Grifo Edizioni forse con un prezzo più abbordabile, anche se onestamente sono restio a consigliare queste edizioni che per metà del volume non presentano altro che sketch e studi che, per quanto siano belli, nulla tolgono o aggiungono alla riuscita di una bel fumetto.
Per collezionisti patiti di Magnus, esiste anche un’edizione molto elegante a tiratura limitata di 120 copie, ma il prezzo non è sicuramente tirato.