A corredo di ogni singola classifica abbiamo chiesto ad ogni votante di motivare brevemente il suo voto. Ogni considerazione è da ritenersi strettamente personale.

PAOLO INTERDONATO (http://sparidinchiostro.com)

1) L’approdo di Shaun Tan (Elliot)
È un libro che richiede dedizione. Deve essere scandagliato in ogni angolo e guardato con attenzione spasmodica. Racconta di uomini e donne spaesati, sradicati e disambientati. Racconta di migrazioni riuscite che non passano necessariamente per l’omogeneizzazione delle culture. Scrivere un libro su argomenti così complessi, senza perdere la capacità di appiccicare il lettore alla poltrona con le lacrime agli occhi, indica grande maestria. In quarta di copertina si spende la locuzione “graphic novel”, basta non crederci.

2) Pascin di Joan Sfar (001 Edizioni)
Il libro racconta la biografia inventata del pittore Julius Pinkas, detto Pascin. E questa invenzione narrativa, che abusa di dati storici e biografici, dice tantissimo del lavoro di Sfar, trasformandosi in una spericolata dichiarazione d’amore per i corpi, per la vita e per il disegno, come strumento di possesso fisico e sessuato.

3) Lezioni di disegno. Storie di risme di carta, draghi e struzzi in cattedra di Enzo Mari (Rizzoli)
Quando Scott McCloud ha pubblicato “Understanding Comics”, il suo primo saggio a fumetti sui fumetti, – affastellando buon senso, intuizioni e concetti prelevati di peso da una semiotica semplificata – lo stupore si è distribuito su tutti noi. Oggi Rizzoli raccoglie in un’edizione (non ineccepibile) la decina di lezioni su disegno, scrittura, struttura e racconto che il designer Enzo Mari ha preparato per la rivista “Abitare”. Tristemente in giro non si vedono recensioni di questo libro che sembra destinato agli allievi di Mari e ai lettori di “Abitare”. È un testo fondamentale e fornisce più informazioni sul racconto fatto di parole e immagini di tutto quello che ho letto negli ultimi anni. In più è scritto e disegnato a mano e cerca una consequenzialità tra codici verbali e iconici. Insomma, è un fumetto. E se non lo è, chi se ne frega.

4) Tutta colpa del ’68. Cronache degli anni ribelli di Elfo (Garzanti)
Elfo racconta un frammento, importante e personale, della storia di un paese e di una città che sento sempre meno miei. Lo fa dimostrando che la forma libro non deve necessariamente adeguarsi al “romanzo”. Antologizza, infatti, una serie di episodi che, disposti sul piano, dicono tantissimo dell’autore, dell’Italia e del Movimento. Oltre a questo libro, Elfo, per gran parte dell’anno, ha lavorato a “Le belle bandiere”, la sua rubrica su “Diario”, fornendo a noi lettori ragioni di felicità in pillole di due pagine ogni quindici giorni: nella maggior parte dei casi semplicemente belle; qualche volta imperdibili.

5) Gli attraversamuri vol. 1 – Dentro le cose di Jean-Luc Cornette e Stéphane Oiry (Black velvet)
Quando ha chiuso “Capsule cosmique”, mensile francese per bambini, ho sentito una fitta come se mi stessero asportando un “Corriere dei ragazzi”. Eppure, quando ho visto questo librino dalla copertina blu, i nomi degli autori non mi hanno detto niente: sono così distratto! Il volumetto è un gioiello. Un’operina commovente e irrinunciabile che racconta di supereroi “più umani degli umani”, capaci di salvare vite e amori.

6) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
LMVDM è, a oggi, il libro meglio riuscito di Gipi e mescola magnificamente istinto e tecnica del racconto, autobiografia e storie di pirati. E anche se il consolidarsi della fama dell’autore fa sì che questa lunga storia non stupisca come le precedenti, si rimane a leggere ammirati. Un altro tassello nella bibliografia dell’unico autore italiano vivente che già iniziamo a leggere come un classico.

7) Crash, ouh, wham, gulp! di Chris Ware (su “IL – Intelligence in Lifestyle” de “Il sole 24 ore”)
È vergognoso che uno dei libri a fumetti più importante degli anni Duemila non venga pubblicato organicamente in italiano, ma trovi spazio, una pagina al mese, su una rivista. Nel corso del 2008, il quotidiano economico “Il sole 24 ore” ha iniziato a pubblicare un mensile specificamente pensato per il pubblico maschile: “IL”. Niente di particolarmente esaltante per chi non sia specificamente attratto dal genere, ma tra quelle pagine viene centellinata una manciata di vignette rimontate in pagina in modo eccellente. Si tratta di frammenti di Jimmy Corrigan e bisogna guardarli.

8) Lost Girls di Alan Moore e Melinda Gebbie (Magic Press)
Odio le letture psicanalitiche delle fiabe e amo Alice, Peter Pan e Il Mago di Oz. Ho odiato questo tre volumi mentre li leggevo. Poi pero’ si sono rifiutati di abbandonarmi. Durante l’anno li ho riletti a più riprese e, anche se non posso dire di essere arrivato ad amarli, ho goduto della loro natura di catalogo delle pratiche del sesso, delle tecniche del disegno e degli strumenti del racconto. Alan Moore dimostra, ancora una volta, un mago, gelido e perfetto, capace di cristallizzare le storie in forme che bisogna ammirare. Da lontano.

9) Fables vol.8: Lupi di Bill Willingham e Mark Buckingham (Planeta De Agostini)
“Israele è un minuscolo paese circondato da paesi più grandi che vogliono la sua distruzione. […] Quelli di Israele sopravvivono perché sono un mucchio di piccoli bastardi che ogni volta che qualcuno gli fa qualcosa gliela fanno pagare. […] Ma dato che l’alternativa è scomparire, gli israeliani restano determinati. Hanno un bel po’ di fegato. Io sono un loro fan”. Il Lupo Cattivo guarda negli occhi l’avversario e sibila queste parole e io inorridisco, terrorizzato dalla frontalità con cui Bill Willingham, un autore di fumetto seriale dichiaratamente destrorso, esprime il proprio credo ideologico. Poi rosico, perché in Italia non c’é nessuno capace di raccontarmi in un fumetto una storia fantastica, avventurosa e colma di colpi di scena, che pero’ resti solidamente ancorata al mondo che calpesto.

10) Rughe di Paco Roca (Tunué)
Non è un capolavoro. Ma quella copertina è costruita su un’idea potentissima e capace di commuovere anche un cuore di pomice. E quella prima pagina dimostra come sia possibile per il fumetto raccontare personaggi diversi dall’eterno trentenne immortale, senza affondare negli stereotipi.

Menzione storica

1) La biblioteca di Gianni De Luca vol.1 (Black Velvet Editrice)
Non serve dir nulla!

2) Kitaro dei Cimiteri voll. 2-3 di Shigeru Mizuki (D/Visual)
Mizuki è un gigante. Ha un abbonamento con premi meritatissimi ad Angouleme (prima NonNonBa e ora Operation Mort). In Italia, una casa editrice che tendo a sottovalutare colpevolmente sta pubblicando questo Kitaro. Ne sono usciti 3 volumi e leggendoli si scopre un innovatore del racconto che si muove ai medesimi livelli di Eisner (e collaboratori) ai tempi dello Spirit.

3) Classici Mad vol.1 di AA.VV. (Planeta DeAgostini)
Meriterebbe una menzione negativa. Per le dimensioni, per l’assenza di cura editoriale e per quella tavola oscenamente saltata (evidentemente nessuno, tra casa editrice e service, aveva abbastanza potere cognitivo per capire che una pagina bianca – per altro annunciata – era un pezzo della storia). Eppure là dentro, tradotti con frustrante buona volontà, ci sono i primi dodici numeri del “Mad” di Harvey Kurtzman, semplicemente il più grande.

FABRIZIO LO BIANCO (giornalista, sceneggiatore)

1) Rughe di Paco Roca (Tunué)
Paco Roca è un ottimo sceneggiatore e un efficace disegnatore. “Rughe” svolge tutte le funzioni essenziali di un fumetto: trasmette emozioni, appassiona, ha una struttura narrativa solo apparentemente semplice, ma in realtà articolata e solida. In più – elemento non da poco – riesce a parlare di un tema drammatico, come la vicenda dell’anziano Emilio, colpito dal morbo di Alzheimer, senza sotterfugi ricattatori e quasi con leggerezza.

2) Blatta di Alberto Ponticelli (Leopoldo Bloom Editore)
“Blatta” ci parla di incomunicabilità e “spersonificazione” sviluppando le direttrici sulle quali si muove il mondo attuale senza fare fantascienza in senso stretto: la sua è piuttosto un’introspezione globale nell’animo sempre più solitario dell’uomo che comunica se stesso attraverso Facebook e affini. In questo, sembra dirci Ponticelli, non c’é nulla di fantascientifico: è il mondo nel quale stiamo già nuotando con i nostri pesantissimi scafandri.

3) Santuario di Xavier Dorison e Christophe Bec (Planeta DeAgostini)
Una forza oscura imbrigliata nelle profondità degli abissi dall’antico popolo degli Ugariti rischia di essere liberata irrimediabilmente dall’equipaggio del sottomarino Nebraska. Tutto il mistero, la tensione e il lato più oscuro della science-fiction anni ’50 e ’60 alimenta questa storia ambientata ai giorni nostri dal genio di Dorison e Bec.

4) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
Tra ironia, crudezza e poesia, la vita di Gipi è un po’ quella di un’intera generazione (anche quella di chi scrive). Gipi vince la sfida principale dell’autofiction, quella di evitare il rischio di parlarsi addosso per puro autocompiacimento. Violenza, tenerezza, comicità, dramma: incredibile quanta universalità possa stare in un diario personale.

5) Laika di Nick Abadzis (Magic Press)
“La vera prova morale dell’umanità, quella fondamentale, è rappresentata dall’atteggiamento verso chi è sottoposto al suo dominio: gli animali. E sul rispetto nei confronti degli animali, l’umanità ha combinato una catastrofe, un disastro così grave che tutti gli altri ne scaturiscono”. L’ha scritto Kundera, ma Abadzis l’ha ben illustrato con “Laika”, struggente storia della celebre cagnetta astronauta.

6) Dylan Dog n. 263: La collina dei conigli di Michele Medda e Nicola Mari (Sergio Bonelli Editore)
Medda è l’ “Anti-Wanted”, uno degli ultimi baluardi al cinismo da botteghino. E ha un pregio raro: oltre a una padronanza profonda della tecnica narrativa, sa trasformare spunti apparentemente banali, scontati, già “sentiti”, in storie come questa, capaci di stupire proprio per il loro sguardo differente e spiazzante. Su Mari poi vien da dire solo che sarebbe bello vederlo più spesso all’opera, anche su lavori non bonelliani.

7) Pioggia d’estate di Sergio Algozzino (001 Edizioni)
Sul versante autobiografico, come Gipi con il suo “LMVDM”, Algozzino confeziona una storia a episodi sulla sua infanzia e adolescenza attraverso quadri impressionisti che in alcuni casi si risolvono in gag divertenti, in altri in riflessioni che toccano tematiche profonde. Sensibilità e intelligenza dell’autore tengono “Pioggia d’estate” alla larga da scivolamenti melensi e inutili autoreferenzialismi.

8) Io & Freddie di Mike Dawson (Edizioni BD)
Non avrà la forza emotiva di un capolavoro come «Blankets» di Craig Thompson, ma è su quella lunghezza d’onda che si muove Mike Dawson con questa autobiografia sulle note dei Queen. Per sorridere, appassionarsi e commuoversi.

9) Ford Ravenstock – L’allegria dei naufragi di Susanna Raule e Armando Rossi (Arcadia)
La scrittura di Susanna Raule è ricca senza risultare mai pesante, anzi; il segno di Armando Rossi è particolarmente funzionale a una serie che meriterebbe ben altra visibilità. Più che una rivelazione, una conferma per un personaggio che, a mio avviso, è uno dei più interessanti e atipici usciti in Italia negli ultimi anni.

10) Volunteer di Muriel Sevestre e Benoit Springer (Planeta DeAgostini)
Volunteer Flee, una ragazza abbandonata da bambina su un treno, non ricorda il proprio passato finché in città non arrivano dei vampiri a darle la caccia… In pochi riescono ancora a raccontare storie di vampiri senza ripetere i cliché del genere. Nel 2008 lo hanno fatto Tomas Alfredson con il film “Lasciami entrare”, Gianfranco Manfredi con il romanzo “Ho freddo” e il duo Sevestre-Springer con il fumetto “Volunteer”.

Menzione Storica

1) La biblioteca di Gianni De Luca vol.1 (Black Velvet Editrice)
Una raccolta imprescindibile per chi vuole conoscere uno dei veri maestri del fumetto mondiale al di là del celebrato “Commissario Spada”. Nella raccolta, “Gian Burrasca”, “La freccia nera” e “Pattini d’argento”.

2) Kamandi di Jack Kirby (Planeta eAgostini)
Jack Kirby all’apice della sua straordinaria visionarietà creativa. Un’opera straordinaria che, a quasi 40 anni dall’esordio di Kamandi, riesce a risultare ancora moderna e avvincente.

3) Tanka di Sergio Toppi (Grifo Edizioni)
Quattro tra le più affascinanti storie nipponiche di Toppi (“Tanka”, “Una spada per Kimura”, “Sato”, “Ogari”), sempre in bilico tra potenza espressiva e poeticità.

SALVATORE OLIVA (Fumo di China)

1) L’Approdo di Shaun Tan (Elliot)
Il meglio che un’opera narrativa possa offrire: narrazione e gioia per gli occhi e il cuore.

2) Rughe di Paco Roca (Tunué)
Struggente e ben narrato con rigagnoli di buon umore che fanno tanto bene.

3) Laika di Nick Abadzis (Magic Press)
Commovente romanzo disegnato di storia moderna dal bianco inizio al finale nero che non lascia indifferenti.

4) La brutta gente di ètienne Davodeau (Q Press)
Un grande libro francese per una piccola casa editrice italiana.

5) Pascin di Joann Sfar (001 Edizioni)
Solo lui (Joan) puo’ affascinarci con questa scrittura disegnata!

6) Un cielo radioso di Jiro Taniguchi (Coconino Press)
Un’altra preziosa perla da infilare nella stupenda collana che il maestro Jiro ci
regala anno dopo anno.

7) Piccoli ruscelli di Rabaté Pascal (Lizard)
Leggero e permeato di nostalgia ben arrugginita. Allegro, ma non molto: efficace vignetta dopo vignetta, pagina dopo pagina.

8) Metauro di Michele Petrucci (Tunué)
Potrebbe anche sembrare un fumetto storico divulgativo, ma è sorprendentemente un riuscito romanzo a fumetti made in Italy.

9) Tutta colpa del ’68. Cronache degli anni ribelli di Elfo (Garzanti)
Un autore che ha vissuto vorticosamente quei tempi e che riesce a narrarlo con straordinaria enfasi in questi tempi. Compito assai arduo, ma riuscito!

10) Il maestro di Andrea Laprovitera e Davide Pascutti (Tunué)
Nonostante una sceneggiatura con sobbalzi, il segno riassesta il tutto. Nuovi autori italiani alla riscossa.

Menzione storica

1) La Fenice voll.7-8 di Osamu Tezuka (Hazard Edizioni)
Tutto ciò che il Sensei Osamu Tezuka ci ha donato, merita venerazione!

2) Gli archivi di Spirit vol.15 di Will Eisner (Kappa Edizioni)
Opera e autore fondamentali come l’ editore nel panorama nazionale.

3) Vir, l’immortale di Paolo Ongaro (Nicola Pesce Editore)
Incredibile, una vera opera fumettistica POP anni ’70! Vedere e leggere per credere.

NICOLA PERUZZI (www.de-code.net)

1) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
Apparirà forse scontato piazzare questo volume al primo posto tra i migliori del 2008, ma il fatto è che Gipi è riuscito ancora una volta a superarsi e a realizzare un libro in grado di rivaleggiare con il precedente e bellissimo S. tanto dal punto di vista narrativo, quanto dal punto di vista grafico. Eccellente sotto ogni aspetto, LMVDM è la pietra di paragone con tutto quello che viene dopo.

2) Local di Bryan Wood e Ryan Kelly (DOUbLe SHOt)
Solo un gradino sotto lo straordinario lavoro del Pacinotti si piazza questo autentico gioiello, opera di Wood e Kelly. Vera e propria storia on the road, Local racconta la vita di una ragazza che attraversa dodici città in dodici diversi stati degli USA, mettendone in luce le differenze, le contraddizioni e le idiosincrasie. è senza dubbio l’opera migliore di Wood mai pubblicata.

3) Quattro Dita di Rich Koslowski (ProGlo Edizioni)
In un universo in convivono cui umani e cartoon, il mistero del successo di Dizzy Walters e di Rickey Rat viene svelato attraverso un accurato reportage fotogiornalistico. Vero mockumentary a fumetti, Quattro Dita è la brillante opera di Koslowski che “smonta” le Silly Simphonies e i Looney Tunes calandole in un contesto realistico e inquietante, estremamente denso e pieno di livelli di lettura.

4) Rughe di Paco Roca (Tunué)
L’autore affronta un tema coraggioso, quello della senilità e dell’Alzheimer, senza eccedere in toni drammatici né scadere nel patetico, anzi, cercando di smorzare e sdrammatizzare con soluzioni grafiche e narrative estremamente funzionali e coraggiose. Il che lo pone un gradino sopra a tanti fumetti che trattano argomenti simili, e lo rende una lettura godibile per tutti.

5) In Carne e Ossa di Koren Shadmi (DOUbLe SHOt)
La prima raccolta di racconti brevi di Koren Shadmi, cartoonist e illustratore israeliano giovanissimo ma estremamente dotato e caratterizzato da uno storytelling chiarissimo e da un tratto estremamente morbido, si rivela una scoperta felicissima. Il fatto che alla sua prima prova Shadmi mostri anche una notevole capacità narrativa, non fa che aumentare la fiducia nei confronti di questo autore.

6) Tre Ombre di Cyril Pedrosa (Edizioni BD)
Uno stile cartoonesco che echeggia la scuola Disney maschera una storia estremamente drammatica in favola dai toni un po’ cupi. Graficamente splendido, Tre Ombre ha come unico difetto una sceneggiatura talvolta troppo diluita in alcune sequenze, ma tutto sommato si pone come uno dei fumetti da leggere dell’anno passato.

7) Batman n. 12, di Grant Morrison, Andy Kubert e J.H. Williams III (Planeta DeAgostini)
é il numero in cui prende le mosse la storyline The Black Glove, e contiene, oltre al distopico Batman #666, i tre numeri disegnati magistralmente da J.H. Williams III. Un giallo whodunit a orologeria illustrato da uno dei più grandi talenti nel campo supereroistico americano fanno decollare definitivamente la serie del pipistrello scritta dal prolifico autore scozzese.

8) Complotti Notturni di David B. (Coconino Press)
David B. si rinnova pur mantenendo intatta la sua poetica “onirica”, e pubblica un libro di racconti brevi tutti incentrati sui sogni dell’autore a sfondo noir. Il solito bianco e nero potente, con l’aggiunta stavolta di una tonalità blu, racconta i sogni in maniera talmente realistica da non lasciare dubbi sulle capacità dell’autore, ancora in grado di regalare ottime storie dopo Il Grande Male.

9) Habemus Fantomas di Luigi Bernardi e Onofrio Catacchio (Edizioni BD)
Due “grandi vecchi” del fumetto italiano si cimentano in un’operazione complessa ma pienamente riuscita: riportare in vita un mito del passato e “revisionare” il nero all’italiana. Primo volume di tre, Habemus Fantomas è un’opera potente e affascinante, tanto ben scritta e ben disegnata quanto inaspettata e sorprendente.

10) Madadh 2 di Tommaso De Stefanis e AA.VV. (Cut-Up)
Si dice spesso che “squadra che vince non si cambia”, ma il coach De Stefanis rivoluziona l’attacco e lascia il campo a giovani promesse del fumetto italiano, offrendo una prova se possibile migliore del primo volume, e riuscendo ancora una volta a stupire con un prodotto originale e fresco nel panorama mainstream italiano.

Menzione storica

1) Classici Mad vol. 1, AA.VV. (Planeta DeAgostini)
I Classici EC Comics erano assenti da troppo tempo dal mercato italiano, e non avevano mai beneficiato di una ristampa completa. Planeta DeAgostini ha presentato quindi questo balenottero di 376 pagine in edizione tascabile, che ristampa la prima metà delle storie e dei redazionali contenuti in quella storica e splendida rivista che è stata Mad, a cura della solita banda di idioti.

2) La Ballata di Halo Jones di Alan Moore e Ian Gibson (Magic Press)
Definito da molti “space opera di stampo femminista”, La Ballata di Halo Jones era rimasta una delle ultime opere fondamentali di Alan Moore non beneficiata da un’edizione italiana. Magic Press, privata dei diritti Vertigo, ci mette una pezza ed offre un prodotto eccellente sotto tutti i punti di vista, un fumetto che ha saputo al tempo rivoluzionare 2000AD e non solo. Indispensabile.

3) Gli Archivi di Nexus di Mike Baron e Steve Rude (Bottero Edizioni)
L’opera più celebre di Steve “The Dude” Rude e Mike Baron, Nexus, viene riproposta in un’edizione integrale che coniuga un’ottima storia, disegni eccellenti e un’edizione di tutto rispetto ad un prezzo decisamente contenuto. Caratterizzato da trame a sfondo politico-sociale con punte di classicismo supereroistico, Nexus è bandiera di un modo di fare supereroi alternativo a quello delle major.

ANDREA PLAZZI (editor e traduttore)

1) Eternartemisia di Giuseppe Palumbo (Comma 22)
Ad alcuni anni dall’ultimo lavoro interamente suo, questo libro afferma definitivamente Giuseppe Palumbo come moderno maestro del fumetto italiano. In EternArtemisia, a spunti suggestivi (il sovrapporsi di elementi mitologici pre-storici al culto e poi al mito di Artemisia) Palumbo unisce uno svolgimento visionario, graficamente spettacolare ed emozionante.

2) American splendor di Gilbert Hernandez, Harvey pekar e Richard Corben (Planeta DeAgostini)
Dopo decenni di indifferenza, le edizioni italiane di qualsiasi cosa di Harvey Pekar non saranno mai abbastanza. A maggior ragione di American Splendor, il suo opus magnum perennemente ed emblematicamente in progress. Esistono tante Americhe ma quella di Harvey Pekar ha solo la sua voce.

3) Un sogno turco di Giancarlo De Cataldo e Giuseppe Palumbo (BUR)
Un’idea narrativa sofisticata e complessa, svolta su più piani. Un racconto simbolico sull’ambiguità delle emozioni umane e sulla labilità dei confini che le definiscono. Un Giuseppe Palumbo perennemente in stato di grazia per un disegno caldo, complesso ma sempre leggibile e tecnicamente ineccepibile, che è difficile non chiamare “capolavoro”.

4) L’uomo della Tundra di Jiro Taniguchi (Coconino Press)
Massimo interprete a fumetti della poesia della normalità e della vita quotidiana, Jiro Taniguchi si muove perfettamente a suo agio nei più svariati e suggestivi ambienti naturali, di cui ci restituisce rappresentazioni memorabili. Solo lui sembra possedere la magia per rappresentare la maestà della montagna, il richiamo della foresta, il silenzio e la poesia degli abissi marini.

5) Un cielo radioso di Jiro Taniguchi (Coconino Press)
Come già con In una lontana città, Jiro Taniguchi intesse brillantemente una vicenda umanamente appassionante su uno spunto fantastico e suggestivo. Il disegno è come sempre impeccabile e sempre al servizio dell’autore nella resa magicamente equilibrata di emozioni e atmosfere.

6) Spirit vol.1 – 100% Cult Comics di Darwyn Cooke (Panini Comics)
Il grande Darwyn Cooke ha compiuto un miracolo: leggendo il suo The Spirit ci si convince per davvero che è così che l’avrebbe scritto e disegnato Will Eisner in questi Anni Zero.

7) ZeroTolleranza di AA.VV. (Becco Giallo)
Il progetto editoriale più complesso ed estenuante (per i curatori) dell’anno. Decine e decine di autori e di storie di qualità media elevata e con alcune punte di eccellenza. Un autentico miracolo di dedizione, passione e professionalità al servizio, attraverso il fumetto, di un’idea più tollerante di società.

8) Lillith vol.1 di Luca Enoch (Bonelli)
Bel ritorno di Luca Enoch alla formula biannuale che ha portato fortuna alla sua Gea. L’inizio è ottimo: spunti esoterico-mitologici, con spruzzate di magia, fantasy e avventura, disegnati e raccontati con la freschezza di sempre.

9) Interni vol.1 di Ausonia (Double Shot)
Se dopo le sperimentazioni e le tecniche sempre mutevoli e preferibilmente digitali di Pinocchio e P-HPC, qualcuno avesse avuto dei dubbi sulla capacità di Ausonia di sfornare una storia con la sola forza di un’idea e la solidità del disegno a matita ripassato a china, eccolo servito.

10) Una lieve imperfezione di Adrian Tomine (BUR)
Col suo disegno lineare e asettico, alla ricerca di un realismo essenziale e lontano anni luce dal pop-grottesco di Daniel Clowes, a cui spesso viene accostato per la visione del mondo, Adrian Tomine è uno dei migliori registi su carta in circolazione, dotato del raro talento di restituire un umore, un’emozione e un’atmosfera operando su dettagli minimi.

Menzione storica

1) Il secolo del Corriere dei Piccoli a cura di Fabio Gadducci e Matteo Stefanelli (Rizzoli)
Un progetto editoriale originale che mette a disposizione del lettore curioso ma non necessariamente specializzato materiali e documenti altrimenti riservati a studiosi e collezionisti. Il brillante apparato redazionale riesce nell’arduo compito di sintesi di presentare e contestualizzare una storia editoriale sterminata di enorme importanza, vero patrimonio culturale del paese.

2) La biblioteca di Gianni De Luca vol.1 (Black Velvet Editrice)
Un progetto editoriale coraggioso che si prefigge di dare sistemazione e di conservare in catalogo e sugli scaffali lavori importanti ma assai poco noti, e altrimenti di difficile reperibilità, in edizioni di qualità, di un grande maestro del nostro fumetto ancora non abbastanza conosciuto al di là di pochi capolavori indiscussi.

3) Kamandi di Jack Kirby (Planeta eAgostini)
In ogni suo periodo stilistico Jack Kirby si è contraddistinto per un segno originale e un uso del bianco e nero innovativo e originalissimo, ma quasi tutte le sue edizioni di facile reperibilità sono a colori. Questo volume in bianco e nero, di qualità complessivamente buona e a tratti ottima, raccoglie integralmente una serie in cui il disegno di Kirby ha raggiunto alcuni dei suoi vertici.

ANDREA PROVINCIALI (Il Mucchio)

1) Lucille di Ludovic Debeurme (Coconino Press)
Un impatto emozionale che non lascia indifferenti: questo il miglior pregio di Lucille, fragile fiaba contemporanea sull’amore, la malattia e la solitudine. Tramite un’elegante sottrazione grafica, in questo primo volume, il francese Debeurme tratteggia poeticamente le “vite appese a un filo” dei due adolescenti protagonisti. Una storia straziante ma non per questo senza speranza.

2) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
Non il migliore fumetto di Gipi – il suo precedente S resta poeticamente inarrivabile -, ma La mia vita disegnata male sancisce la massima maturità artistica raggiunta del Nostro da tutti i punti di vista. Una sciolta narrazione autobiografica su diversi piani temporali che colpisce per autenticità ed urgenza comunicativa, tramite quel suo inconfondibile tratto “sgraziato”.

3) Rughe di Paco Roca (Tunué)
Lo spagnolo Paco Roca ci conduce nel vortice ineluttabile della vecchiaia, tema quanto mai evitato, se non addirittura obliato, dalla società contemporanea. Lui, invece, lo fa con coraggio, ironia e umanità: qualità che fanno di Rughe un viaggio sì doloroso ma anche poetico e rivelatore in quella quotidianità fatta di paure e solitudine, che i colori di Roca sublimano lealmente.

4) Dossier Genova G8 di Gloria Bardi e gabriele Gamberini (Becco Giallo)
Un fumetto per non dimenticare. Basato esclusivamente sulle testimonianze contenute nella Memoria illustrativa della Procura di Genova, Dossier Genova G8 ripercorre i fatti accaduti la notte del 22 luglio 2001 con un’accurata sceneggiatura scevra da qualsiasi retorica. Il pregio è stato quello di unire ai crudi disegni un linguaggio freddo, quasi epistemologico, senza perdere di incisività.

5) Laika di Nick Abadzis (Magic Press)
La storia a fumetti della prima cagnolina nello spazio colpisce per tenerezza e verità. Nonostante la vicenda sia di per sé toccante, Abadzis parte da questo pretesto per tratteggiare quasi trecento pagine sull’ambizione, il cinismo e la fedeltà, ma soprattutto sul destino, portando abilmente alla luce le bugie che hanno corredato l’evento. Senza cadute di ritmo, né di stile.

6) 1890 di Francesco Ripoli (Edizioni BD)
1890
è l’opera che sancisce Francesco Ripoli come abile autore completo. Dopo l’esordio come disegnatore per la Becco Giallo (Ilaria Alpi. Il prezzo della verità), il Nostro si è cimentato in un impegnativo lavoro di sceneggiatura, in equilibrio perfetto tra Storia e fantasia, unito ad un personale stile pittorico, che narra di una tournée italiana di Buffalo Bill e di sovversivi banditi.

7) Mecnavi di Leonardo Guardigli (Centro Fumetto Andrea Pazienza)
Leonardo Guardigli affronta con coraggio il delicato tema delle morti bianche con uno stile apparentemente distaccato, che invece fa emergere tutto il dolore e la rabbia provati al riguardo. La vicenda narra di una tragedia avvenuta nel Cantiere Navale di Ravenna, Mecnavi per l’appunto, nel 1987, mostrando la deprecabile ipocrisia con la quale è stata avvolta la vicenda.

8) Quando tutto divento’ blu di Alessandro Baronciani (Black Velvet)
L’inconfondibile tratto stilizzato di Alessandro Baronciani ci conduce nell’abisso degli attacchi di panico. Delineandosi come una storia delicata e tremolante, Quando tutto divento’ blu narra pero’ di un’esperienza fin troppo comune dalla quale è difficile uscire. E la soluzione è come sempre un’intima questione privata.

9) Cronache birmane di Guy Delisle (Fusi Orari)
Guy Delisle ci delizia ancora una volta con uno dei suoi “umani” viaggi. Stavolta accompagna sua moglie in missione umanitaria in Birmania, con tanto di bambino appresso. Le sue passeggiate con il passeggino sono quanto di più felicemente culturale potremmo chiedere a un fumetto.

10) Luigi Tenco, una voce fuori campo di Luca Genovese e Luca Vanzella (Becco Giallo)
Questa biografia illustrata di Luigi Tenco, è l’ennesima prova della magica collaborazione tra i due Luca, Genovese e Vanzella. Una sceneggiatura impeccabile per una semplicità illustrativa quanto mai sentita. Ottimo è l’espediente narrativo di romanzare la vita di Tenco, mentre l’ambiguità della sua morte è affrontata con distacco e freddezza per non cadere nei luoghi comuni in agguato.

Menzione Storica

1) Tanka di Sergio Toppi (Grifo)
Un’antologia delle più belle storie dedicate al Giappone da Sergio Toppi, le quali rappresentano senz’altro tutta l’abilità artistica di uno dei migliori disegnatori italiani.

2) La ballata di Halo Jones di Alan Moore e Ian Gibson (Magic Press)
Miniserie mai conclusa e inedita in Italia. Il mondo futuristico di Halo Jones e la sua fuga nella galassia evidenziano tutto il talento di Moore e Gibson.

3) Il secolo del Corriere dei Piccoli (Rizzoli)
Quale occasione migliore per approcciarsi alla prima rivista a fumetti italiana pubblicata per la prima volta nel 1908?

MICHELE R. SERRA (Linus)

1) L’Approdo di Shaun Tan (Elliot)
Il libro dell’anno. Diversi piani di lettura, una storia semplice raccontata in maniera estremamente intelligente. Sarebbe molto anche senza le illustrazioni eccezionali di Shaun Tan, capaci di far spalancare la bocca per la sorpresa: invece, viste quelle, si puo’ dire senza timore che siamo dalle parti del capolavoro. Un libro che ti fa tornare bambino, e stupisce a ogni pagina.

2) Poor Bastard di Joe Matt (Coconino Press)
Joe Matt è ufficialmente la mia persona preferita del mondo occidentale. Voglio diventare anch’io un segaiolo incallito, vivere chiuso nella mia stanza in affitto, abbandonarmi alle mie pulsioni sessuali e impegnarmi 24 ore su 24 nel costruire la collezione di pornografia perfetta. Un bel calcio nel culo alla vita moderna. Joe rischia di diventare il mito di una generazione, altro che Obama.

3) Blotch. Di fronte al proprio destino di Blutch (Q Press)
Sorprendente, uno dei personaggi più forti (ironico, no?) visti quest’anno. Un borghese piccolo piccolo che si sente un gigante, guarda al mondo con sprezzante superiorità: forte con i deboli, zerbino coi potenti. Paffuto e azzimato nasconde nell’animo i peggiori difetti: è profondamente vile, ignorante, sessista, razzista. Quanti ne conosciamo, così? Quanto assomigliamo, noi, a questa caricatura retro’?

4) Pascin di Joann Sfar (001 Edizioni)
Si sa, gli artisti alla fine non pensano ad altro che a scopare. Ecco, riuscire a costruire un intero graphic novel su questo luogo comune non è mica poco. Certo, l’idea della biografia romanzata non è particolarmente originale, pero’ ci vuole un bel coraggio, a proporre un libro del genere oggi.

5) Il muro di Peter Sis (BUR)
Alla prima occhiata sembra Dov’é Wally?: trova il bambino-che-disegna (perso dentro enormi scene di massa a tema socialista). Invece si tratta di autobiografia (ancora!), pero’ trasfigurata, visionaria, piena di riferimenti culturali, “alti” e “bassi”. Lo stile infantile e naïf rende ancora più forte l’identificazione con l’Io bambino dell’autore.

6) Grotesque vol.2 – La città criptica di Sergio Ponchione (Coconino Press)
Ponchione è uno dei migliori disegnatori italiani. Ci si ferma lungamente ad ammirare le sue tavole, ancora prima di iniziare a leggerle. Un racconto visionario ed evocativo come questo è perfetto per lasciare andare a briglia sciolta il suo talento grafico. Traduzione: non si capisce niente, ma è Bellissimo e ne voglio ancora.

7) Cuori grassi. L’integrale vol.1 di Mauro Talarico (001 Edizioni)
Lo leggevo da piccolo su Lupo Alberto. Queste storie, passata una quindicina d’ anni, fanno ancora ridere: Talarico riesce a essere scorretto senza alcuna volgarità. E disegna con il cuore in mano e ironia da vendere. La stessa di cui avrebbe bisogno la nostra società ossessionata dalla bellezza e dalla gioventù (ecco, sto parlando come mio padre…). Una lettura involontariamente edificante.

8) Lost Girls di Alan Moore e Melinda Gebbie (Magic Press)
Il solito frullatone del barbone di Northampton, stavolta con la complicità dell’amata Melinda. Ma a questo giro il mix mooriano è particolarmente divertente (favole in versione erotica, cosa desiderare di più?). Il bello è che tutto riesce ad avere un aspetto raffinato e snob, e ci fa sentire molto colti mentre leggiamo di come Peter Pan abbia iniziato al sesso Wendy (e pure i di lei fratellini). Come si fa a non voler bene a questa coppia di vecchi fricchettoni anglo-americani?

9) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
Le storie autobiografiche hanno un po’ rotto, ok. Rivogliamo l’avventura, il fantasy, la fantascienza e l’horror, ok. Ma Gipi è un fuoriclasse. Racconta la sua vita in modo davvero divertente, e sincero. Riassunto: lui è un pisano che ha passato l’adolescenza a farsi come una bestia, tanto che gli ci è voluto un bel pezzo, prima di riparare alle conseguenze fisiche e mentali. Non è mica poco. Altro che reality: questa roba è vera.

10) Tutta colpa del ’68. Cronache degli anni ribelli di Elfo (Garzanti)
Oh no, il Sessantotto! Il quarantennale! Argh. Eppero’ alla fine il libro è divertente, e anzi si finisce per volere ancora altri racconti della Milano di quegli anni. Non c’é tanta politica fra queste pagine, ma molto colore, tanti aneddoti: anche le parti un po’ più tragiche sono ormai trasformate, nel calore del ricordo. Peccato solo che Elfo ci abbia infilato dentro anche una storia d’amore!

Menzione storica

1) Weird Science vol.3 – Gli eredi della terra di AA.VV. (001 Edizioni)
Lo stesso voto dell’anno scorso. Se c’é di mezzo la EC, il mio spirito di fan (un filino fuori tempo, devo ammetterlo: sono nato trent’anni dopo quegli albi da dieci cent) prende il sopravvento su qualsiasi razionalità critica. Adoro queste storie. Uno dei pilastri della cultura occidentale del Novecento.

2) La Fenice di Osamu Tezuka (Hazard Edizioni)
Un capolavoro storicamente sottovalutato. Eccezionale l’alternanza fra tensione drammatica e spiazzante umorismo. In più – vista la lunga gestazione della saga – seguire questa serie è un ottimo modo per apprezzare le varie fasi della vita artistica di Osamu Tezuka.

3) Gli Archivi di Spirit di Will Eisner (Kappa Edizioni)
Non mi ricordo precisamente quali siano le storie contenute in questo volume, ma quelli dal 12 al 18 sono sicuramente i migliori del mazzo. Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale è stato eccezionale per Spirit, con Eisner in grandissima forma. (La ferita rappresentata dalla malriuscita pellicola di Miller è ancora fresca!)

LUIGI SIVIERO (House of Mystery)

1) Stanotte dormo al Senato
Qua c’é la fotografia>.
I fumetti sono solo quelle cose di carta che per qualcuno compiono cento anni o possono essere fatti anche di carne? Senza volerlo la tenera ragazza immortalata nella foto è una novella Yellow Kid.

2) Blatta di Alberto Ponticelli (Leopoldo Bloom)
Blatta è per metà claustrofobia e per metà agorafobia. E non perché lo suggerisce Ponticelli con qualche didascalia: leggendo il fumetto sembra di sentire il respiro affannato del palombaro. Anzi, sembra di essere nello scafandro al suo posto.

3) La consacrazione di Emilio Salgari. Una storia delle ombre suicide. di Giuseppe Palumbo (Centre Interdisciplinaire de Poétique Appliquée)
Il fumetto è in rete nel sito:www.cipa.ulg.ac.be
Palumbo racconta la morte di Emilio Salgari con pennellate di inchiostro nero veloci e decise intrecciate con sfondi caldi e robusti realizzati ad acquerello. Come la vita di Salgari, per anni immersa in fantasie esotiche accompagnate dall’ombra del suicidio.

4) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
LMVDM è un fumetto dove la padronanza tecnica è estrema e lo sperimentalismo ben dosato. Ma non è mai esercizio di stile: Gipi non si risparmia realizzando un’opera divertente, angosciante, intima e ricca di spunti.

5) Neuro Habitat di Miguel Angel Martin (Coniglio Editore)
Nessuno riesce a dire quanto fa schifo vivere e a cogliere lo Zeitgeist contemporaneo meglio di Miguel Angel Martin. Come si fa a non amare i suoi fumetti?

6) Interni vol.1 (di 3) di Ausonia (DOUbLe SHOt)
Interni è tante cose: un’autoproduzione, una miniserie, un volume per la Francia, una storia d’amore, una riflessione sul ruolo degli editori nella nascita e affermazione di opere e artisti. È anche un mezzo thriller. “Mezzo” perché, curiosamente, Ausonia rinuncia al cliffhanger e ammazza la tensione di proposito a poche pagine dalla fine del primo numero.

7) 303 di Garth Ennis e Jacen Burrows (Magic Press)
Alla fine della Seconda Guerra Mondiale l’esercito dell’URSS ha conseguito la più grande vittoria militare di tutti i tempi. Lo pensa il protagonista di 303, figlio di un uomo che ha combattuto in quell’esercito. Per Garth Ennis pero’ ciò che conta nelle guerre sono gli uomini e i loro fucili, e in tal senso 303 è un’opera emblematica.

8) City People Notebook (nel volume New York) di Will Eisner (Einaudi)
Nel volume New York Einaudi propone due fumetti di Will Eisner degli anni ’80 inediti in Italia. Uno di questi è City People Notebook, un’indagine a tratti divertente e a tratti drammatica su come il tempo, gli odori, lo spazio e il ritmo tipici della metropoli influenzano la vita dei cittadini.

9) Lucille di Ludovic Debeurme (Coconino Press)
L’anoressia è il punto di partenza di un’opera che è viaggio di scoperta, storia d’amore e tragedia di due ragazzini.
Lucille è un volume gigante (quasi 600 pagine) che si divora in due ore. Come l’adolescenza che sembra eterna e svanisce in un attimo.

10) Star Dust Memories di Yukinobu Hoshino (JPOP)
A Hoshino non interessano l’avventura, le saghe epiche e gli scontri maestosi fra civiltà aliene: nei suoi fumetti i protagonisti sono sempre semplici uomini che esplorano, sperimentano, ricercano e tentano di schiudere segreti incomprensibili.
E sempre scoprono che i misteri più grandi non sono nascosti negli angoli più inesplorati del cosmo ma nel loro passato e nelle loro anime.

Menzione storica

1) Lone Wolf and Cub di Kazuo Koike e Goseki Kojima (Panini Comics)
Il fumetto più bello di tutti i tempi?

2) New York: La Grande Città (nel volume New York) di Will Eisner (Einaudi)
New York: La Grande Città fa pendant a City People Notebook. Eisner prende elementi della città che per chiunque altro sarebbero anonimi e insignificanti – la grata di aerazione, la scalinata, la finestra – e li trasforma di volta in volta in testimoni o catalizzatori di gioie, tragedie e delusioni dei suoi concittadini.

3. Kekko Kamen di Go Nagai (D/Visual)
Go Nagai è in formissima. In questo fumetto d’annata (1974) tira fuori il meglio della sua vena assurda e perversa che d/visual ci aveva già fatto apprezzare grazie alla pubblicazione di Cutie Honey ’21.

MATTEO STEFANELLI (Università Cattolica di Milano)

1) LMVDM di Gipi (Coconino Press)
Elaborato compiutamente il proprio flusso di coscienza, la “voce” del Gipi ormai maturo è un brillante mix emotivamente e graficamente instabile. Pietà e risate per raccontare un malessere tragicomico. Ma anche un controllato sberleffo sulle virtù del disegno, “bello” quanto più riesce a farsi racconto, languido acquerello o informale che sia.

2) L’approdo di Shaun Tan (Elliot)
Fantasmagoria del disegno quasi virtuosistica, la consacrazione di Tan è vero cibo per gli occhi. Un contributo a pensare e immaginare la società di oggi (e i suoi migranti) con l’atteggiamento di chi sa usare lo sguardo – e il disegno – per leggere il mondo.

3) La guerra di Alan vol.1 di Emmanuel Guibert (Coconino Press)
Asciutto e commovente, restituisce in fumetto le memorie di guerra raccolte da Guibert. Uno dei più sottovalutati maestri contemporanei, sempre più etnografo-artista, continua a mettere al centro l’uomo e la sua dimensione etica, con risultati di disarmante grandezza.

4) Blotch – Di fronte al proprio destino di Blutch (Q Press)
5) Lucille di Ludovic Debeurme (Coconino Press)
6) Pascin di Joan Sfar (001 Edizioni)
7) Una lieve imperfezione di Adrian Tomine (BUR)
8) Il Treno di Chinoi – Hung Hung (Canicola)
9) Sotto le foglie di Gabriella Giandelli (Coconino Press)
10) Laika di Nick Abadzis (Magic Press)

Menzione storica

1) Kitaro dei Cimiteri voll.2-3 di Shigeru Mizuki (D/Visual)
2) Classici Mad vol.1 di AA.VV (Planeta DeAgostini)
3) La Fenice voll.7-8 di Osamu Tezuka (Hazard Edizioni)

1) La guerra di Alan di Emmanuel Guibert (Coconino press)
“La guerra di Alan” è davvero la guerra di Alan. Non è importante l’affresco storico, quanto le vicende di un giovane americano arruolato, addestrato e mandato al fronte. È la biografia di uomo prima che di un soldato, il suo percorso che inevitabilmente si salda alla Storia con la S maiuscola, un romanzo di formazione. Guibert è un maestro nel riportare i pensieri e i sentimenti del giovane Alan Ingram Cope, nell’utilizzare il fumetto come mezzo per valorizzare questa importante testimonianza storica del tutto personale.

2) Una lieve imperfezione di Adrian Tomine (Rizzoli)
Tomine ci prende allo stomaco e poi alla testa: nelle vicende del protagonista Ben Tanaka possiamo rivivere situazioni, sfumature, sentimenti, piccoli gesti quotidiani che sentiamo profondamente nostri. È proprio questa la forza dell’autore, la capacità di riportare in un fumetto le lievi imperfezioni che caratterizzano (e che possono compromettere o comunque rendere difficili) i rapporti umani.

3) L’ammaestratore di Istanbul di Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini (Comma 22)
Questo libro è una biografia e un’autobiografia insieme. Gli autori percorrono un viaggio sulle tracce di Osman Hamdi, pittore e intellettuale ottomano vissuto tra Otto e Novecento, figura di spicco per la cultura orientale ma mai citato nei libri di storia occidentale. Attraverso un diario dove testo e immagini si mescolano e integrano vicendevolmente, ci facciamo partecipi di una ricerca che mescola personale e politico, con una narrazione e uno stile che introducono con pudore e curiosità nelle atmosfere della Turchia di oggi e di ieri.

4) Il treno di Chihoi Lee (Canicola)
Il valore di questo volume va oltre il puro livello fumettistico: “Il treno” è prima di tutto la trasposizione del racconto “La giostra” di Hung Hung, scrittore e poeta molto apprezzato in Cina (racconto che si trova in calce al volume). Il surplus è dato dal tratto delicato ed intimista di Chihoi, in grado nella sua semplicità di far esplodere il valore visivo e allegorico e l’atmosfera sospesa del racconto.

5) La mia vita disegnata male di Gipi (Coconino Press/Fusi Orari)
Quello che colpisce dell’ultimo lavoro di Gipi, a una seconda lettura, non è tanto il contenuto (per quanto l’autore riesca a narrare le proprie vicende, alternando e amalgamando commedia, surrealtà, fantasia e tragedia, con una cifra personale inimitabile), ma la magistrale costruzione della storia, il modo in cui sono gestiti i passaggi da un episodio all’altro, il ritorno di elementi ricorrenti in più punti del libro. Un racconto che fa ridere e commuovere, ma anche un saggio delle potenzialità narrative del fumetto, in mano a chi le sa sfruttare.

6) Canzoni in A4 di Paolo Bacilieri (Kappa)
Quella che all’apparenza è una raccolta slegata di disegni privati, sketch, studi, improvvisazioni visive su temi musicali, durante la lettura (perché di lettura si tratta, e non di semplice osservazione) si svela e mostra un percorso narrativo, una viaggio (talvolta anche in circolo) tra le passioni e le fascinazioni di Paolo Bacilieri, un involontario autoritratto, intimo e divertente. La dimostrazione di come immagini e parole insieme concorrano sempre nel creare qualcosa di più della somma delle singole parti.

7) I tre paradossi di Paul Hornschemeier (Comma22)
Il talento di Paul Hornschemeier sta da un lato nella duttilità, nella capacità di cambiare stile e ritmo del racconto in funzione dei singoli episodi che compongono “I tre paradossi”, e dall’altro nell’abilità di tenere insieme una vicenda che, partendo da una normale situazione quotidiana, si sviluppa in molteplici narrazioni, che alternano analessi e prolessi, intime o surreali, fino agli inserti in cui Zenone illustra i suoi famosi paradossi, metafora delle riflessioni sullo scorrere e sul senso del tempo che si susseguono in tutto il volume.

8) Lucille di Ludovic Debeurme (Coconino Press)
In una narrazione -fiume, come in un vero feuilleton a fumetti, Ludovic Debeurme riesce a raccontare le pieghe più oscure dell’adolescenza, momento di trasformazione che si sposa perfettamente con le creature metamorfiche dell’autore. La storia d’amore fra due ragazzi, Lucile e Vladimir, è vista attraverso la lente deformante dell’anoressia, in cui Lucille cerca una bellezza che non esiste e descritta con un segno leggero e fluttuante inseguito dai pensieri dei due personaggi.

9) In carne e ossa di Korem Shadmi (Double Shot)
I racconti di Shadmi meritano di essere segnalati per la grande sensibilità nel raccontare la difficoltà di una reale comunicazione tra personaggi, in primis quella tra uomo e donna; per una vena onirica che si tinge ora di ironia, ora di inquietudine, ora di malinconia; per l’abilità nel giocare con le metafore visive e le risorse specifiche del linguaggio fumettistico, mai fine a se stesse ma utile a rappresentare il mondo emotivo dei personaggi.

10) Batman: Anno 100 di Paul Pope (Planeta DeAgostini)
Si possono ancora raccontare originali storie di supereroi? Per di più di eroi mascherati diventati icone, come Batman? La storia scritta e disegnata da Paul Pope miscela in realtà elementi non nuovi: un futuro distopico (militarizzazione, eccesso di controllo e di censura, violenza, sicuri riflessi delle ansie contemporanee), un eroe braccato, una cospirazione governativa, ma lo fa restituendoci un Batman umano, troppo umano, sporco, ferito e sudato, nervoso e frenetico come il tratto di Pope.

Menzione storica

1) La biblioteca di Gianni de Luca – Vol.1 di Gianni De Luca e vari (Black Velvet)
La collana di Black Velvet dedicata a Gianni De Luca va segnalata per l’importanza che riveste nel riscoprire uno dei più grandi e al contempo più sottovalutati maestri italiani del fumetto. L’abilità narrativa di De Luca, la forza della sua sintesi, la chiarezza della sua visione d’autore sono elementi che emergono forti anche nelle storie presenti in questo volume, pensate per un pubblico di ragazzi.

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