In occasione della manifestazione di Fumetterni 2016, tenutasi a Terni il 2-3-4 settembre scorsi, abbiamo intervistato l’organizzatore dell’evento, Francesco Settembre, proprietario di una delle fumetterie più famose d’Italia, Antani Comics. Fumetterni torna così dopo alcuni anni di stop ad aprire le sue porte al pubblico sostituendo idealmente Narnia Fumetto, altra fiera ormai scomparsa e sempre presieduta da Settembre. Ecco le sue impressioni sulla tre giorni di Terni e sulla situazione dei saloni dedicati al mondo delle nuvole parlanti.
Francesco Settembre, classe 1976, nei primi anni Ottanta rimane folgorato dal Superman interpretato da Christopher Reeve.
Come se non bastasse, viene viziato dai nonni, che gli comprano (e leggono) fumetti di tutti i tipi, sin dalla più tenera età: Diabolik, Classici Disney, Supereroi Corno… Nel 2000, prossimo alla laurea, inizia a vendere fumetti usati online. Nel 2002 partecipa alla prima fiera: quasi due anni dopo, aprirà la prima sede di Antani Comics. Oggi, tanti anni dopo, ha un gran bel negozio in quel di Terni, tra i primi in Italia per vendite online e, con il malcelato obiettivo di conquistare il mondo, cerca di offrire ai suoi clienti il miglior servizio possibile. Dal 2006 organizza manifestazioni a Terni e dintorni: l’ultima, Fumetterni #3, ha recentemente avuto un ottimo successo di pubblico. Appena può, smette i panni del libraio a fumetti, per fare quello che gli piace veramente: il papà.
Si è appena conclusa la nuova edizione della rinata Fumetterni. Ci fai un bilancio della manifestazione?
È andata alla grande. Avevamo paura, dopo qualche anno, che il “nostro” pubblico si fosse scordato di noi. Invece, abbiamo fatto gli stessi numeri delle ultime Narnia Fumetto. L’organizzazione ha funzionato, i ragazzi sono stati tutti fantastici. Con tanto sacrificio e lavoro, abbiamo dimostrato a noi stessi che ci siamo ancora. Questo era l’obiettivo.
Qual è stato il percorso che ha portato alla decisione di riproporre questa fiera dedicata al fumetto?
Voglia di riproporsi a dispetto delle istituzioni, cieche, mute e sorde davanti all’evidenza di quanto fatto in dieci anni; desiderio di regalare qualcosa al nostro pubblico. E, in ogni caso, di ripartire e fare qualcosa di qualità.
Siete riusciti a proporre un prezzo di entrata davvero economico (3,00 €) che ha sicuramente agevolato il pubblico. Come siete riusciti a far fronte alla spese richieste?
Abbiamo tagliato il tagliabile, lavorato di più, percependo di meno. Semplice!
Quali sono state le offerte per il pubblico di Fumetterni?
Una gamma completa: mostra mercato, due esposizioni di tavole, conferenze e autori per il fumetto, area games/giochi/videogiochi per gli appassionati, due pomeriggi dedicati ai cosplayer. Solo il corso di fumetto per bambini, il venerdì mattina, ha totalizzato CENTO iscritti: non male!
Ci puoi parlare delle aste benefiche (bella iniziativa) il cui ricavato sarà devoluto a favore delle persone colpite dal recente terremoto?
Ci vorrà ancora un po’: le tavole sono tante e vogliamo organizzarci. Fatto sta che sentivamo come doveroso il provare a fare qualcosa per l’emergenza terremoto, come nel 2009. Tra i disegni fatti in fiera dagli autori, capitanati dagli splendidi Biagini, Di Giandomenico e Ponticelli, e le tavole arrivate da tutto il mondo (per dire: Bryan Talbot e Dave Gibbons, hanno partecipato), organizzeremo almeno una trentina di aste!
Tu sei ormai un veterano del mondo del fumetto. Quanto è cambiato il modo di gestire questi eventi e com’è cambiato il modo con cui la gente si relaziona a essi?
Dieci anni fa, gli eventi erano una cinquantina, in Italia. Adesso sono tre o quattro (almeno) ogni fine settimana. Che dire? Da un lato è sicuramente utile, dall’altro rischia di essere dannoso per la qualità delle manifestazioni, mediamente bassina, e per il pubblico, che vede il fumetto solo come esibizioni di cosplayer. Come ho già detto: un “comics and games” non si nega a nessuno: ma la maggior parte delle manifestazioni, ce l’hanno realmente il “comics”?
Secondo te è utile questa “invasione” di eventi dedicati al fumetto o credi sia meglio proporre meno ma con una maggiore qualità?
La seconda, che dici: ma come si fa a realizzarla?
Fumetterni cosa ci dice della situazione del fumetto in Italia oggi?
Troppo complesso: dice che ci sono molti interessati a quello che le fiere propongono, ma dobbiamo trovare il modo di farli leggere…
Ci racconti qualche episodio divertente avvenuto durante la fiera?
La fiera si svolgeva in un parco. Molti anziani, pur di entrare a vedere COSA facevamo esattamente, hanno pagato il biglietto tutti i giorni. Si sono seduti, ed hanno visto e commentato tutto. Favolosi. Di quelle cose che ti fanno venir voglia di continuare. Forse lo faremo…
Intervista condotta via mail a settembre 2016