Star Wars e il concerto dei Led Zeppelin
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Star Wars e il concerto dei Led Zeppelin

Quand’ero ragazzino, avevo conosciuto un tizio sui quaranta che si vantava di aver visto i Led Zeppelin dal vivo. Fico, vero? L’ho ammirato, perché io ho sempre adorato gli Zeppelin.

Il problema è che ogni volta che si parlava di musica, saltava sempre fuori che lui aveva visto i Led Zeppelin, e non contavano i gruppi che piacevano a te, i concerti cui avevi assistito o che avresti avuto modo di assistere in futuro. Non conta un concerto di Page & Plant del ’96, non contano le decine di concerti e festival con tanti altri gruppi rock e metal, no.

I Led Zeppelin erano qualcosa di diverso, di meglio, erano pura leggenda. Ma Bonzo è morto e non li potrai mai vedere dal vivo tutti e quattro insieme.

Lui invece, lui sì. Lui ha visto i Led Zeppelin dal vivo. E tu no.

Secondo voi, nel pieno della mia adolescenza, dopo l’iniziale ammirazione quale sentimento ispirava in me questo signor IoHoVistoILedZeppelinDalVivo? Ancora ammirazione o un tacito vaffa?

Ecco.

Star Wars: Gli ultimi Jedi parla proprio di questo.

Attenzione – !SPOILER!SPOILER!SPOILER! – non proseguire nella lettura se non hai visto il film!

gli ultimi jedi

Devo dire che Star Wars VIII mi è piaciuto molto. Esagererò: lo trovo il migliore finora dopo la trilogia originale.

È vero, ci sono alcune cose non spiegate, ma va detto che il fuoco di questo episodio è sui personaggi. Il lato emotivo in questa trilogia prende il sopravvento sul lato razionale.

Nella seconda trilogia anni ’90, Lucas si era fatto abbagliare dalle questioni politiche, diplomatiche, lo scacchiere, una specie di grande gioco di ruolo a uso e consumo nerd, ma il lato dedicato ai personaggi era secondo me superficiale. Alcuni dialoghi tra Anakin e Padme erano forse buoni per Centovetrine.

In questo caso invece la guerra è quasi secondaria, è un pretesto per parlare di Kylo Ren, Reykylo ren e ray, Finn: una trilogia character-driven.

Il fatal flaw dei personaggi è il loro stesso punto di forza, e mi viene da dire che il fulcro di questa trilogia sia proprio incentrato su questo: su quanto siano imperfetti – e quindi umani – i protagonisti.

Ho letto anche delle critiche su un presunto eccesso di umorismo in Star Wars VIII, eppure io di gag ne avrò notate tre o quattro. Vogliamo ricordare tutte le gag nella trilogia originale? Quelle tra Han Solo e Chewbacca in uno scassato Millenium Falcon, il bar pieno di alieni strani, gli Ewok…? Yoda – il più importante maestro Jedi – buffo come uno dei Muppets? (Ops! Forse che ad animarlo e prestargli la voce fin dai primi film è proprio quel Frank Oz che ha collaborato per tanti anni ai Muppets e ha diretto La piccola bottega degli orrori?) Forse semplicemente l’umorismo dell’ultimo film lo trovate fuori luogo perché è aggiornato al sentire dei ragazzi di adesso e non corrisponde al vostro? E magari i ragazzi di adesso troveranno stupide le gag della trilogia originale cui i vecchi fan sono affezionati.

Il tema del film (anzi, di tutta la trilogia), che funge non solo da motore della vicenda ma anche da metafora meta-cinematografica sulle difficoltà di concepire una nuova trilogia, nonché da metafora dei tempi in cui viviamo, è lo scontro generazionalerey luke skywalker, espresso specialmente tramite la delusione che le nuove generazioni provano verso quelle vecchie, un tempo mitizzate.

Kylo Ren e Rey hanno un grande talento nell’uso della forza, ma nessuno ha insegnato loro niente, e non sanno come gestire questo talento. Sono troppo impulsivi. Kylo non sa gestire la rabbia, Rey è troppo ingenua. Manca loro la saggezza, ma nessuno si è preso la briga di trasmettergliela. Sono pietra grezza e tali rimangono, a differenza di Luke Skywalker che in pochi minuti di film diventa uno Jedi.

Alla fine questa generazione di grandi eroi, Luke Skywalker, Han Solo, Darth Vader, Leia, seppur leggendari, hanno fallito nel lasciare dei degni eredi. Forse non erano nemmeno interessati a farlo. Lo dice lo stesso Luke: Ero leggendario, e sono stato una delusione.

Allo stesso modo, nel mondo al di qua dello schermo, i ragazzi oggi guardano con ammirazione alle generazioni dei loro genitori, zii, nonni. Questi che da giovani hanno vissuto il sessantotto, hanno visto nascere il punk, hanno visto cadere il muro di Berlino e le Torri Gemelle, hanno visto dal vivo Kurt Cobain, hanno visto al cinema la trilogia originale. Hanno fatto e visto cose grandiose, parlano di ribellione e rivoluzione. E oggi? Che cosa resta di tutto questo, oggi?

donald trumpLa politica è un disastro, l’Occidente è sempre più diviso, i nazionalismi crescono di pari passo con l’ignoranza, l’ambiente è al collasso, il benessere economico è solo un ricordo, la scuola e la sanità sono allo sfascio, gli adulti si comportano da ragazzini, la cultura è moribonda, il cinema, la musica… Chi faceva il rivoluzionario ieri, oggi lavora in banca. E ai giovani, che cosa resta? Una laurea che non vale nulla, un lavoro al call center? Ascoltare all’infinito i dischi degli anni ’70 perché oggi quello che gira è solo vuota roba da talent?

E allo stesso modo, al di là dello schermo, dopo la vittoriosa battaglia di Endor e la fine della Morte Nera, in che stato si trova la galassia trent’anni dopo?

E in famiglia come funziona, che tipo di genitori o insegnanti si sono rivelati questi miti che da giovani hanno fatto faville?

I miei genitori – Han Solo e Leia – che si separano, il mio insegnante – zio Luke – che fallisce e poi si ritira in eremitaggio. Generazioni di individualisti: fighi, ma anche egoisti.

I ragazzi, pur ammirando le vecchie generazioni, sono senza dubbio delusi. A cosa serve essere leggendari, se poi non lasci nulla per chi viene dopo di te? Si può dar torto a questi ragazzi se vogliono far piazza pulita di tutto e mettere un fossato tra sé e le vecchie generazioni?

Ho letto critiche a Kylo Ren perché sembrerebbe un ragazzino imbronciato. Tutte portate da quaranta/cinquantenni che non capivano che Kylo Ren è forte proprio perché è un ragazzino imbronciato. Basta guardarlo bene. È sgraziato, sproporzionato, insicuro come un adolescente. Proprio come il giovane spettatore.

Per questo Kylo Ren e Rey dicono: siamo imperfetti, non saremo mai fighi quanto lo siete stati voi, ma è ora che vi facciate da parte, perché adesso tocca a noi.

“Fate quello che dico e non quello che faccio” potrebbe essere il mantra di Luke star wars 8e delle altre leggende del passato.

Ah sì? – dicono Kylo e Rey – E invece non faccio quello che fai e nemmeno quello che dici.

Perciò Han Solo deve morire, così come devono morire Snoke, Luke Skywalker e purtroppo per forza di cose morirà anche Leia.

Questi ragazzi traditi, delusi, pieni di talento e di imperfezioni, cui nessuno è stato capace di insegnare niente. Loro sono il futuro, e se nessuno vuole davvero occuparsene, allora saranno loro a occuparsi di se stessi.

Ecco perché questa intima connessione tra Kylo e Rey: non si tratta più di scontro tra lato chiaro e lato oscuro della forza, ma di giovani che devono liberarsi dell’ingombrante fardello delle generazioni precedenti, e non hanno nessuno che li aiuti in questo se non se stessi. Non si tratta più di uno scontro tra fazioni, ma tra il prima e il dopo.

Per questo l’ho trovato un film riuscito: una storia del genere era l’unico modo per catturare nuovamente i ragazzi, cosa in cui aveva avuto successo la prima trilogia e fallito la seconda. I ragazzi sono tornati ad appropriarsi di Star Wars, in barba ai vecchi nerd arroccati sulle loro action figure di Luke e Darth.

A esprimere efficacemente questa nuova generazione di fan è l’ultima scena, quella col bambino e la scopastar wars 8. E prima che vi lamentiate di quanti bambini c’erano al cinema, chiedetevi: quanti anni avevate quando avete visto il vostro primo Guerre Stellari? Io, cinque, ed è il motivo per cui ancora mi piace. Scommettiamo che è così anche per voi? E che quando avranno quarant’anni i bambini di oggi faranno i vostri stessi discorsi su quanto la terza trilogia fosse la migliore di tutte?

E quando qualche vecchio rompiballe dirà a Kylo e Rey “Non sarete mai fighi quando Darth Vader e Luke Skywalker”, loro potranno rispondere: “Loro intanto sono morti. Noi siamo vivi.”

4 thoughts on “Star Wars e il concerto dei Led Zeppelin

  1. Centocinquantadueminuti. Nonono. Ricordo di aver visto un timer a diodi tanto 2001 di Kubrick lampeggiare nel cielo bellissimo della ex capitale morale mentre stavo per entrare al cinema la prima volta con Crepascola che è Jedi da sempre e sempre lo sarà. Crepascolino è ricattabile perchè ho parecchie sue foto di quando era giovane ( ha quasi nove anni ora ndr ) in compagnia di cosplayers di soldati dell’Impero e financo di Darth Vader di Lego, ma ora dice che quella roba non gli piace. Bravo. Quarantottore dopo ha fatto la faccina supplicante dei polletti alieni che Chewbacca rosticcia nel film e ho accompagnato il mio erede , due suoi amici ed il padre dei suoi due amici a rivedere i centocinquantadueminuti di risposta simmetrica e contraria alla Affubulazione di Pasolini che secondo Vic Gassman ( un Jedi dei miei tempi ndr ) è la certificazione che i genitori fanno la guerra per rosticciare i figli. Brr.
    Condivido il tuo pensiero. Mi piace, tra le altre cose, che hai filtrato il film con la tua sensibilità di creatore di storie. Hai visto lo schema. Io ti conto tra i due fans planetari di Adam Driver insieme allo Yoda male in arnese che mi saluta dallo specchio. Ho anche detto a Crepascola ed alle altre persone che mi hanno imposto trecentoquattrominuti di SW Episodio Otto che Adam è stato scelto perchè : 1) lo chassis della faccia , mascella e naso in particolare, ricordano un Han Solo grezzo ( come potrebbe disegnarlo Jose Munoz o Jeff Lemire o Chester Gould sotto acido o Ted McKeever tutti i giorni ) 2) è quella roba di cui hai parlato e bene qui sopra

    Una idea per la prima pellicola che scriverai per Cinelandia USA : Oscar Isaacs è un promoter della Long Rifle Association nelle colonie extra mondo e spara su Bambi alieni tutto il dì sotto due soli in un crepuscolo magico, il fratello Adam Driver è un vegano ( non nel senso di Actarus ndr ) senza alcun successo sociale. Andy Serkis è il padre del dinamico duo ed assomiglia ad un vecchio pollo alieno come potrebbe disegnarlo Dave Feiss e realizzarlo Hans Ruedi Giger e non fa altro che lodare Long Isaacs. Driver non la prende benissimo e passa alle vie di fatto: tramortisce il fratello e lo cala in una grotta in cui può solo nutrirsi di muffe e radici.
    Caino & Abele riveduto e corretto. Al Sundance. I Coen lo adoreranno. Buon Anno Nuovo.

  2. Gran bel punto di vista e del tutto condiviso (per me). Aspetto di vedere le prossime “trilogie” scritte da Benioff &C e da Rian in persona (saranno degli Elsewhere/Elseword/What IF?) e capisco che per motivi di marketing “dovevano” mettere Luke Han e Leia in questa, però… sarei stato intrigatissimo da una trilogia dove della Forza non ci si ricordava e nemmeno degli Skywalker e si ricominciava daccapo… chissà…
    P.S. sono nato nel 1961 e sì, ho visto Guerre Stellari al cinema, ma mi sento un dinosauro quando me lo ricordano.

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