“Dimenticherai, e la terra continuerà a vivere per sempre senza gli uomini. Va, il tuo posto è tra loro, nella corruzione e nella violenza, perché questo è il tuo universo…”
(Da I viaggi fantastici di Lone Slone)
Per fare fumetti non è sufficiente solo esser abili nel racconto e nel disegno. Ci vuole anche una bella dose di creatività e d’immaginazione; se poi il fumetto è di fantascienza, allora bisogna averne più del dovuto: perché un artista che si misura con la fantascienza è uno che deve tirar fuori da un foglio di carta bianco un universo diverso da quello che conosciamo; lo deve creare, affollare di creature d’ogni genere, di mondi di ogni genere. Un esercizio e un lavoro mentale non indifferenti, uno sforzo che richiede una fantasia che va ben oltre la realtà.
Personalmente non so cos’avesse in mente Philippe Druillet quando ha disegnato le tavole che compongono questo volume. Posso solo immaginare, azzardare un’ipotesi: e cioè che mentre l’autore francese disegnava, non riusciva a fermarsi; Druillet non riusciva a fermare la propria creatività e ad ogni tavola creava degli scenari che andavano oltre persino la fantasia fino ad allora conosciuta.
Mondi davvero incredibili, fantastici, esuberanti al limite dell’immaginazione umana, un vero cocktail di astronavi, divinità, velieri pirata, palazzi che assomigliano a degli interminabili castelli moderni, pianeti uniti da lunghissimi ponti su cui si erigono enormi muraglie, il tutto in un tributo di riferimenti e omaggi che vanno dall’Art Nouveau, all’arte indiana e gotica.
Sono questi, dunque, gli scenari in cui si muove Lone Sloane, vagabondo spaziale vestito come un cow-boy del futuro, protagonista di quest’imponente avventura. Scagliato nello spazio dall’esplosione del suo razzo, il nostro entrerà in una dimensione diversa in cui incontrerà personaggi che sembrano usciti dal medioevo nipponico, dai mondi fantasy popolati da creature con enormi code e artigli, e poi ancora demoni, streghe, donne fatali, tiranni malvagi.
Un viaggio che anche quando sembra essere giunto al termine, mostra invece di non avere mai fine, diventando per il protagonista un vero incubo a occhi aperti. Ma Sloane non è il solo a vivere quest’incubo, perché anche chi legge precipita in questo viaggio oscuro nei meandri dell’universo.
Inoltre il lettore assiste a un vero e proprio stravolgimento grafico della tavola a fumetti. Infatti per creare i mondi di cui parlavo all’inizio, per renderli veri e incubotici ai nostri occhi, Druillet usa il fumetto così come un militare usa una bomba: lo fa esplodere, fa esplodere le gabbie delle vignette, e ne reinventa la composizione, riducendo spesso la tavola a un’unica vignetta che sembra non avere confini se non quelli che il lettore stesso stabilisce, facendo ciò che fa l’autore: immaginare.
I viaggi fantastici di Lone Slone rappresentano l’opera d’esordio dell’allora giovane Philippe Druillet, per alcuni versi ingenua (il disegno della figura umana è un po’ acerbo) ma assolutamente affascinante perché come ha giustamente detto il grande René Goscinny: “Ho visto, vedo e vedrò ancora molti disegnatori, ma Druillet mi è entrato dentro… gli echi della sua esplosione sono lontani a spegnersi”.
Curiosità
Druillet, insieme al collega Moebius, allo sceneggiatore Jean-Pierre Dionnet e al poeta Bernard Farkas, si riunirono in un’associazione chiamata Les Humanoïdes Associés e pubblicarono una delle riviste di culto nel mondo dei comics: Metal Hurlant.
Edizione Consigliata
Un volume cartonato a colori che è anche uno dei più noti realizzati da Mondadori negli anni ’70. Ricordo che almeno metà dei miei compagni di scuola avevano I viaggi fantastici di Lone Sloane. Imperdibile, quindi, da un punto di vista culturale. Introduzione di René Goscinny, indimenticabile creatore di Asterix.
Altre edizioni
Nel 2016 la Magic Press fece uscire un volume brossurato, Lone Sloane – L’integrale, contenente tutte le avventure del noto viaggiatore spaziale.