From script to panel – Prologo
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From script to panel – Prologo

“From script to panel” (Dalla sceneggiatura alla vignetta) è, almeno nelle intenzioni, una serie di articoli dedicata all’approfondimento della relazione tra la componente letteraria e quella artistica del fumetto. Detto con meno prosopopea vuol dire che metterò a confronto le pagine di sceneggiatura con il prodotto finale cercando di evidenziare i punti focali della traduzione per immagini operata dal disegnatore.
Il primo articolo della serie è al momento fermo ai box in quanto alcune pagine di sceneggiatura prese in esame in quel caso potranno essere pubblicate solo dopo l’autorizzazione della Marvel Comics. Per questo ho pensato, nell’attesa, di realizzare questo piccolo prequel utilizzando le sceneggiature e le considerazioni degli stessi autori pubblicate sui primi tre numeri di DC Nation.
Qui Joelle Jones, Tom King, Joshua Williamson, Lee Weeks e soci ci spiegano cosa succede tra lo script e il panel.

Sceneggiare il silenzio

Spesso, in maniera superficiale, si tende a giudicare la qualità di uno scrittore in base al numero di parole che vediamo effettivamente scritto sul fumetto che leggiamo. La conseguenza è quella che troppo spesso si sminuisce il ruolo dello scrittore nei fumetti dove i dialoghi o le didascalie sono pochi o nulli (“ha fatto tutto il disegnatore”). È ovvio che le cose non stanno così e che questo sia invece il momento in cui i diversi elementi di un team creativo sono chiamati a collaborare per la riuscita del racconto.
Qui di seguito vediamo una pagina di sceneggiatura estremamente sintetica in cui nulla viene lasciato all’interpretazione: i nomi dei personaggi vengono sempre ripetuti in modo da non creare fraintendimenti e ogni vignetta, pur lasciando spazio al lavoro dell’artista, è descritta nelle sue caratteristiche fondamentali. Non è un’opera di alta letteratura, non deve esserlo, è una macchina calibrata per la realizzazione di una tavola a fumetti.

Flash #48 (Joshua Williamson, Howard Porter e Brian Miller)

Pagina 19 - 9 vignette
Essenzialmente una pagina muta. Inquadrature ravvicinate di Barry e Wally mentre si confrontano. Alterneremo il faccia a faccia tra barry e Wally a dei flashback sul loro rapporto e su come si è evoluto durante gli anni. Siccome è in gran parte silenziosa, lavorerò con un gran numero di vignette.
Vignetta uno
Stretto su Barry mentre implora. Preoccupazione sul suo volto.
BARRY: Wally please don’t do this.
Vignetta due
FLASHBACK - Il giovane Wally viene colpito dal fulmine nel laboratorio di Barry. Barry guarda.
Vignetta tre
Stretto su Wally. Determinazione sul volto di Wally mentre riflette su quel che farà.
Vignetta quattro
FLASHBACK - Wally da ragazzino è allenato da Barry/Flash
Vignetta cinque
Stretto sugli occhi di barry. Ancora preoccupato.
Vignetta sei
FLASHBACK - Wally e Flash corrono assieme da THE FLASH: REBIRTH. Il primo del 2009
Vignetta sette
Stretto su Wally mentre aggrotta la fronte. Sa cosa dovrà fare.
Vignetta otto
FLASHBACK - questo ultimo flashback è preso dal momento in cui Barry e Wally si abbracciano alla fine di DC UNIVERSE: REBIRTH.
Vignetta nove
Torna indietro, di nuovo lontano così che possiamo vedere la distanza tra Barry e Wally. La distanza tra loro serve a far vedere al lettore quanto sono lontani rispetto al momento in cui si sono abbracciati durante Rebirth. Non si riabbracceranno a breve.

Joshua Williamson
“Howard e io abbiamo parlato al telefono di questo momento e lui sapeva che io volevo un confronto prevalentemente silenzioso tra Barry e Wally. La parte difficile è quella relativa al peso emotivo della pagina. Stanno per competere nella più grande corsa delle loro vite e io volevo ricordare in maniera visiva ai lettori l’importanza del loro rapporto”

Howard Porter
“Ho usato degli inserti per collegare i flashback a Wally e Barry all’interno delle vignette principali fino alla scena finale. Gli spazi ampi tra le vignette principali rallentano il tempo e permettono alla tempesta di crescere mentre l’occhio scende verso il basso, ma ho continuato a zoomare per creare un crescendo drammatico. Poi torniamo indietro per mostrare la tempesta crescente tra i due amici che porta all’enfasi della scena creando un cliffhanger di fine pagina”

Brian Miller
“Avevo bisogno di  scomporre ogni vignetta e personaggio in colori piatti e basilari, seguiti dai punti luce. La vignetta grande è l’ancora fondante per la pagina, così sono partito da lì. Andando verso l’alto, la vignetta diventa gradualmente più scura, meno saturata e passa dal caldo al freddo. La parte superiore della pagina è suddivisa in quattro vignette orizzontali, rendendoli un punto focale. Ho usato ombre differenti per Barry e Wally così da poter essere distinti. Quando si colora un fumetto, l’obiettivo è di essere complementari alla narrazione e offrire la massima chiarezza.”

Si può quindi capire quanto il lavoro di ognuno dei tre creativi si svolga nel tentativo di valorizzare quello dei propri colleghi e contemporaneamente aggiungere il proprio contributo personale: all’idea iniziale di Williamson, Porter ha aggiunto la narrazione per inserti che sono posizionati all’interno di una vignetta-contesto più ampia, a sua volta Miller ha interpretato il crescendo emotivo in maniera cromatica freddo-caldo enfatizzando ulteriormente il climax di fine pagina.

A giochi conclusi vediamo che anche Williamson apporta delle modifiche alla sua sceneggiatura originale aggiungendo altri dialoghi (nota di colore: il perché Williamson sia uno scrittore giudicato eccessivamente prolisso lo si capisce da questa sua interpretazione di una pagina “essenzialmente muta”)

Sceneggiare per se stessi

Ci sono invece casi di autori completi che gestiscono la sceneggiatura nella maniera più congeniale al loro modo di pensare il disegno.

Catwoman #1 (Joelle Jones, Laura Allred)

Joelle Jones

1) “Visto che scrivo per me stessa tendo a sceneggiare in battute più ampie, concentrandomi sulle scene specifiche, su quanti beat siano necessari per ognuna, e sullo spazio emotivo che la storia richiede. Uso un timone in modo da poter guardare ogni pagina e sapere dove collocare gli eventi chiave. In questo caso sapevo che volevo mostrare la verità sulla nostra nuova criminale e che doveva avere l’intera pagina per se stessa.”

2) “Gran parte dei dettagli vengono poi definiti quando faccio i layout e successivamente le matite. Lì è dove avviene gran parte della scrittura per me. Nel caso di Mrs Wolff, sapevo sin dall’inizio che volevo un cattivo che fosse diverso da quello che ci aspettiamo. Gran parte dei criminali donna in DC sono molto sexy, pertanto ho voluto che la mia cattiva fosse qualcuno di davvero grottesco, che si fosse rovinata da sola con droghe e chirurgia.”
3) “Tutto il ritmo qui è imposto dai dettagli. Volevo mostrarla mentre si smonta pezzo dopo pezzo. L’inchiostrazione è dove scavo fino ad arrivare al sodo ed entro in maniera decisa nel dettaglio. Qui ho usato dei neri pesanti sui vestiti e sugli sfondi, ma ho lasciato il volto e la figura più aperti in modo che Laura potesse renderli davvero disgustosi.”

Laura Allred
“È stato davvero facile trovare l’ispirazione per pagina 10. Una rivelazione orrorifica. Tragica. La priorità maggiore per i colori era di ottenere una bella carnalità mentre vediamo la sua bellezza organizzarsi al contrario”

Affidarsi al disegnatore
C’è anche chi, avendo a disposizione un disegnatore talentuoso, decide di mettergli in mano il pallino della narrazione per immagini limitando al minimo le indicazioni sulle inquadrature (che vengono comunque ignorate nelle ultime due vignette).

PAGINA DICIOTTO - 5 vignette
Vignetta 1: BATMAN sopra a FREEZE, lo prende a pugni.
DIDASCALIA: “Quel momento. Quella paura. Quel grido.
DIDASCALIA: “Ero così spaventato. E lui fuggì. Ed era sparito.
DIDASCALIA: “E loro mi portarono via. Crebbi. Ero testato e collaudato.

Vignetta 2: BATMAN sopra a FREEZE, lo prende a pugni, pazzo furioso.
DIDASCALIA: “Sono stato sulla vetta. Sono stato felice quanto può esserlo un uomo.
DIDASCALIA: “Ho avuto le gioie più grandi. Gli apici più grandi.
DIDASCALIA: “Ho avuto vittorie, e ho avuto… amore.

Vignetta 3: BATMAN sopra a FREEZE, lo prende a pugni, pazzo.
DIDASCALIA: “E poi… succede qualcosa. Perdi qualcosa o… qualcuno o...
DIDASCALIA: “Ed eccolo di nuovo. Sono di nuovo lì. Madre impigliata. Padre che urla.
DIDASCALIA: “Ho dieci anni e sono sulle mie dannate ginocchia. E sono dannatamente spaventato a morte.

Vignetta 4: BATMAN sopra a FREEZE, lo prende a pugni, pazzo.
DIDASCALIA: E sentire quello, dico… divento… qualcosa, faccio cose...
DIDASCALIA: Non sono… io sono  me stesso. Ma non sono quello che voglio essere o quello che dovrei essere.
DIDASCALIA: Sono spaventato. E farei di tutto per uscire da questo terrore.

Vignetta 5: BATMAN sopra a FREEZE, lo prende a pugni, pazzo.
DIDASCALIA: Quello che Batman ha fatto qui, a Freeze, quella violenza, quella… crudeltà.
DIDASCALIA: Non è andata via quando se ne è andato lui. È rimasta. È ancora là, penso.
DIDASCALIA: Anche dopo, Freeze… ha detto quel che ha detto. Avrebbe detto qualunque cosa…

Tom King
“Questo è un momento cardine per la storia. Volevo mostrare visivamente quanto fosse lontano l’animo di Batman nella notte in questione fosse lontano dai sentimenti di Bruce Wayne nella stanza della giuria, ma mostrare che entrambi gli impulsi venivano dallo stesso dolore. Qui è dove un artista come Lee Weeks è così essenziale. La sua arte dice tutto.”

Lee Weeks
“L’inquadratura in campo lungo sarebbe stata l’unica in cui avremmo visto Batman completamente, quindi doveva davvero impostare il tono per il resto dell’azione nella pagina. Ho passato parecchio tempo lavorando sul linguaggio del corpo di Batman per dare credibilità ai muscoli che si contraggono e il modo in cui porta il braccio indietro. È quel minuscolo spostamento nel linguaggio del corpo o una minuscola rotazione del collo e della testa, sono queste piccole azioni che davvero vendono il momento.”
“Volevo creare un movimento verticale scendendo lungo la pagina che diventa più forte a ogni vignetta e ogni beat e così portare l’occhio del lettore su un singolo punto con un movimento di camera quasi Hitchcockiano. Volevo che il lettore vedesse la rabbia di Batman ed essere trascinato continuamente, oltre il volto, finché non si vede altro che l’effetto dell’azione, lasciando l’interpretazione al lettore, rendendo tutto ancora più brutale. L’arte del fumetto – e tutta l’arte in genere, per quel che conta – funziona più dinamicamente quando diventa un invito piuttosto che una rappresentazione. Al lettore è chiesto di partecipare nel racconto della storia tramite il proprio coinvolgimento .”

Elizabeth Breitweiser
“In questa sequenza Batman sta perdendo il controllo, e i colori devono riflettere in maniera appropriata questo deterioramento della condizione psicologica. Per ottenere questo, ho cominciato con una palette di colori neutrale che accompagnasse i toni blu di Mr Freeze, quindi ho gradualmente aggiunto dei rossi fiammeggianti mentre la violenza di Batman si intensifica. Batman potrà anche star vincendo la lotta fisica con Mr Freeze, ma sta decisamente perdendo la sua battaglia per l’autocontrollo.

 

Tutto il materiale, immagini e interviste, è riportato a scopo puramente informativo e © DC Comics e dei relativi aventi diritto.

4 thoughts on “From script to panel – Prologo

    1. Innanzitutto ti ringrazio molto dell’attenzione e delle “aspettative” 🙂
      Tendenzialmente Comics Calling si occupa di fumetto USA ma già in passato ho fatto un off-topic (https://www.lospaziobianco.it/comicscalling/off-topic-4hoods-e-larte-dellimmedesimazione/) e ne ho in mente altri.
      La scelta del fumetto americano è prettamente di comodo: sia perché è il tipo di fumetto sul quale mi sento più preparato, sia perché comunque bisognava dare un’identità al blog per non renderlo troppo dispersivo.

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