Oriente...Estremo! Il fumetto (in) cinese in Italia. Una settimana dopo.

Oriente…Estremo! Il fumetto (in) cinese in Italia. Una settimana dopo.

Il festival Nuvole Digitali, organizzato dalla redazione de Lo Spazio bianco, è finito e già ho nostalgia della bella atmosfera che abbiamo respirato.

Personalmente non credevo che sarei riuscita a portare il fumetto cinese in una diretta, che avrei avuto tante ospiti di qualità, che questioni a me carissime da sempre sarebbero state da tutte affrontate, una dopo l’altra, in maniera così brillante e puntuale, a dare un assaggio della complessità e delle potenzialità del tema. Nonostante le mie esitazioni iniziali (ma a chi interesserà mai tutto questo?) la redazione ha accettato la proposta con entusiasmo, supportandomi in ogni step e quindi…eccoci qua!

Se state leggendo questo post forse non c’eravate, e quindi vorrei ricapitolare brevemente la magia che è accaduta alle ore 16 di un sabato di fine maggio.

Il panel “Oriente…Estremo! Il fumetto (in) cinese in Italia” aveva come obiettivo quello di affrontare tre macro-temi. Il primo era il fumetto cinese in generale. Così, per introdurre un po’ il protagonista del panel a chi di lui non sapeva nulla.

Ho cercato di sfatare il mito della presunta parentela tra manga giapponese e fumetto cinese presentandovi il lianhuanhua 连环画, ossia il fumetto tradizionale cinese. Ho mostrato qualcuno di questi piccoli tomi tascabili, nati ad inizio Novecento e popolarissimi durante l’epoca maoista. Un tipo di fumetto che ha avuto e ha ancora i suoi estimatori, primariamente nostalgici dei volumetti di storie popolari pubblicati negli anni Ottanta, ma che è stato quasi completamente soppiantato dagli altri format del manhua 漫画 (l’attuale nome del fumetto).

In Italia, dopo un po’ di curiosità per questi prodotti esotici, tutto tace fino agli anni Duemila, quando una serie di case editrici cominciano a lanciarsi nell’impresa di pubblicare fumetti cinesi. Ho nominato 001 Edizioni, ReNoir, Coconino e Canicola, tra i primi a pubblicare primariamente quelle che definiremmo graphic novel. Sì, perché il fumetto in Cina intanto è cambiato, al lianhuanhua si è affiancato il manhua, che si è poi differenziato in format e linguaggi. Il manhua contemporaneo abbraccia sia i fumetti all’europea, che il linguaggio del manga, ma ovviamente ad ogni scelta corrisponde un preciso destino sul mercato (di questo vi parlerò più in là).

Tornando a noi, grandi maestri del fumetto (Nie Congrui, Li Kunwu) e giovani talentuosi (Zao Dao, Yi Yang) arrivano in Italia solo di recente. Ma qual è la loro sorte?

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Ilaria Benini, editor per Add e curatrice della collana Asia, ci illustra cosa c’è dietro la scelta di un editore di selezionare autori cinesi, rivelandoci alcune difficoltà. Ilaria ci spiega le fondamenta di questa collana, nata per dare accesso ad “un certo sguardo sull’Asia e dell’Asia”.  Ci racconta di Li Kunwu, autore della loro pubblicazione a fumetti più importante, il graphic novel in tre volumi Una vita cinese (qui la mia rece del primo volume). L’autore ha una storia particolare, che vi invito ad ascoltare, e l’opera è un gioiello di auto-narrazione mediata che ha avuto grande successo in Europa. Ilaria ci apre una finestra sulle difficoltà, da parte dell’editore, di dare giustizia alla natura visuale della lingua cinese. In particolare nomina un testo su cui stiamo lavorando insieme, Chinese Queer (titolo dell’edizione francese) di Seven , che ha dato origine ad una riflessione interessante sulle onomatopee, legata all’opportunità di creare un discorso unitario se non tra editori (questo sarebbe un risultato davvero incredibile!), almeno all’interno della casa editrice. Questo testo ha dato anche spunto ad un’altra riflessione, in merito all’importanza della soggettività autoriale e della sensibilità editoriale, che Ilaria propone nella conclusione dell’intervento.

PHOTO-2021-05-17-12-24-05Sullo stesso argomento interviene Elisabetta Bellizio, traduttrice dal cinese, che ci illustra il suo ruolo di mediatrice, particolarmente delicato data la distanza da una lingua e una cultura il cui immaginario collettivo è a noi fondamentalmente ignoto. E allora addomestichiamo o straniamo il lettore? Quale sarà l’opinione di Elisabetta? Andatela ad ascoltare… In conclusione Elisabetta, che ha tradotto fantastici volumi editi da Bao Publishing (nell’incontro nominiamo Zao Dao e Golo Zhao, per un elenco più o meno completo si rimanda ad un mio precedente articolo), ci presenta nel dettaglio alcune difficoltà e curiosità relative ai suoi precedenti lavori.

Le ospiti successive sono Claudia Corona, SMM del teatro PimOff di Milano, e Marta Valentini, direttore esecutivo dell’Istituto Confucio di Milano. Claudia ci presenta il progetto Qui sta il BUSILLIS, le ragioni per cui è nato e le sue articolazioni. In poche parole, si tratta di un fumetto realizzato da professionisti, ambientato nell’ambiente del teatro. Quel quid in più è fornito dall’idea di far circolare il fumetto (pubblicato settimanalmente), tra varie istituzioni, tra cui l’Istituto Confucio per il cinese, in modo tale da tradurlo in altre lingue. Consiglio anche qui di ascoltare l’intervento e seguire le immagini (i fumetti sono molto carini!).

Marta Valentini ci dà poi la sua prospettiva sulle modalità di diffusione del fumetto, l’engaging sociale e le questioni strettamente linguistiche. Sicuramente è importante notare come la partecipazione di una collaboratrice madrelingua sia stata fondamentale per affrontare il compito di tradurre dall’italiano al cinese. Date un’occhiata ai piccoli problemi e alle soluzioni trovate dai traduttori!

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In ultimo abbiamo portato avanti una riflessione sull’adattamento del testo al balloon, allo spazio occupato dalla lingua scritta, potendo constatare coi nostri occhi la differenza “fisica” tra lingue quali ad esempio arabo e cinese.

Insomma, tantissima carne al fuoco. Un incontro che non ha esaurito gli argomenti ma ha fornito tantissimi spunti a tutti coloro che amano il fumetto, che si occupano di traduzione o sono curiosi di lingua cinese. Sperando di poter riprendere anche uno solo di questi argomenti, vi invito ancora una volta a godervi l’intervento e ringrazio tutte le ospiti e i collaboratori LSB che hanno reso tutto ciò possibile!

 

QUI PER (RI)VEDERE IL PANEL