Il mio fumetto quotidiano #27: “Il Corvo Memento mori”
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Il mio fumetto quotidiano #27: “Il Corvo Memento mori”

Almeno un fumetto al giorno: questo l’impegno che mi sono preso per il 2020… Non recensioni, ma impressioni di lettura, sensazioni, ispirazioni.

Il Corvo di James O’Barr fu per me un fumetto importante, arrivato come un fulmine in mezzo a letture prettamente italiane o giapponesi. Nelle mie letture adolescenziali il suo tono cupo, greve, ineluttabile rappresentava perfettamente la parte più nera del mio percorso di crescita. Scoprire la genesi dell’opera fu poi traumatico, immaginare l’autore in preda al dolore per la perdita della sua amata che riversa tutto in un fumetto di odio, di vendetta sovrannaturale pervaso di morte e decadenza: una potenza unica.

Le future incarnazioni fumettistiche del personaggio a opera dello stesso O’Barr hanno faticato a mantenere la forza della prima incarnazione, anche per ovvie ragioni vista l’unicum rappresentato dalla sua ideazione.

Il Corvo Memento mori così diventa l’occasione per capire se l’idea originare può essere subappaltata ad altri autori per tenerne vivo il fascino originario. Ovviamente Roberto Recchioni non è James O’Barr, e lo si capisce nel confronto con il breve racconto dell’autore statunitense: meno didascalie, meno enfasi -che a volte sfocia nell’eccesso- nel racconto dello scrittore romano, dialoghi più diretti e meno divagazioni per seguire la storia principale.

Distaccarsi dal modello originario è in fin dei conti un bene, e ampliare la mitologia del Corvo al di là di Eric Draven offre l’opportunità di declinare una tematica fondamentale della narrativa come la vendetta in varie declinazioni. Memento Mori funziona, è cupa quanto basta, violenta e non risparmia un colpo di scena finale piuttosto ben orchestrato, ci presenta un personaggio ambiguo, plagiato in vita dal suo mentore. I disegni di Werther Dell’Edera poi sono il giusto contraltare, oscuri, rapidi, evocativi e violenti, aiutati da Giovanna Niro che compie un ottimo lavoro..

Ho letto con interesse anche i racconti brevi in appendice che, in poche pagine, cercando di ampliare ancora di più le possibilità date da uno spirito di vendetta sotto forma di uccello nero che viene a dare una seconda opportunità a chi muore di morte violenta. Ci sono spunti sviluppabili in futuro, ma quello che incuriosisce è questa squadra di autori italiani chiamati a fare ciò che finora non era riuscito, ovvero dare nuova linfa vitale a un concetto che sembrava aver perso tutto il suo fascino. Non sempre i disegni li ho trovati adatti, ma ho apprezzato i tentativi. All’opera si sono cimentati Matteo Scalera, Davide Furnò, Daniel de Filippis con Emanuele Ercolani, Micol Beltramini con Daniele Serra e Vinci Cardona.

Amedeo Scalese ne ha scritto su Lo Spazio Bianco:

Il Corvo risorge in “Memento mori” di Recchioni e Dell’Edera

ma c’è anche una breve di Imma Marzovilli del primo albo:

Il Corvo: Memento Mori #1 (Recchioni, Dell’Edera)

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