S02 E10 – “The prism” di Matteo De Longis
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S02 E10 – “The prism” di Matteo De Longis

La musica salverà il mondo! La frase di Fedor Dostoevskij è stata spesso parafrasata sostituendo “la bellezza” con le più disparate arti e discipline, non ultima la musica. Niente di originale quindi come concetto, anche se The prism di Matteo de Longis, che io scopro oggi ma che come fumettista d’altra parte non ha un gran curriculum, che invece spazia tantissimo tra grafica, design, illustrazione e copertine. Questo non significa che De Longis possa esser visto come un novellino nel fumetto, e lo si capisce da poche pagine di questo progetto. Parlo di progetto e non di fumetto in senso stretto perché l’idea è di quelle talmente folli da rappresentare una scommessa vera e propria: sette volumi destinati a uscire a distanza di due anni uno dall’altro. Quattordici anni quindi per leggere tutta l’opera, un tempo molto lungo specie su cadenza così rada: la scommessa pagherà? E l’altra domanda che mi frulla in testa è: questa dilatazione avrà un riscontro nell’opera stessa? Avrà un significato anche all’interno della narrazione, avremo dei salti temporali anche in questo senso? Forse no, ma sarebbe interessante l’idea.

Ma di cosa parla The prism? Di una terra che sta collassando sotto gli effetti di una non ben precisata calamità chiamata “Smoke on the water”, una chiazza nera che sta risalendo gli oceani e uccide tutto ciò di vivo con cui entra in contatto. A quanto pare, solo le emissioni sonore, e in particolare la musica, riescono a tenerla a bada anche se non abbastanza. Ecco quindi che il piano è di creare una super-boy band da lanciare nello spazio per creare un suono ultraterrestre capace di salvare l’umanità prima che venga assorbita con quello che potrebbe essere il più grande concerto live della storia, nonché il più importante.

theprism 2

Questo primo volume introduce il tema e la situazione, lasciando sufficienti spazi in ombra da approfondire, e crea il team di musicisti e cantanti chiamati a salvare il mondo, dedicando spazio alle interazioni tra loro e con gli altri personaggi. De Longis gestisce bene i tempi e i dialoghi, mai ridondanti e mani sotto forma di spiegoni a costo di fornire al lettore informazioni parziali, fornisce sufficiente personalità a ognuno dei personaggi, inserisce i giusti inserti di colore sulla società futuristica ma non troppo, gioca con le fisionomie di qualche personaggio di contorno per giocare un po’ con il lettore, e si impegna in una cosa di per sé difficilissima come rappresentare la musica in un fumetto sfruttando dinamicità e segni grafici e annullando le onomatopee come le conosciamo, sostituendole a simboli grafici e predisponendo il lettore a immaginare i rumori, i suoni e la musica un po’ come meglio crede e può in base alla propria cultura musicale, un trucchetto decisamente immersivo e astuto.

Il disegno e la colorazione sono adatti al tono della storia, al lato fantascientifico in particolar modo, con tavole spettacolari. Il tratto è frutto di una contaminazione ormai pienamente inglobata tra Francia, Giappone, Italia e USA, capace di richiamare elementi tradizionali di diverse scuole in un unicum che ha ormai una lunga tradizione (basti pensare a Sky Doll di Alessandro Barbucci e Barbara Canepa, per cui non a caso ha collaborato De Longis). Un tratto dinamico, ricco, capace di passare da linee morbide ad altre spezzate e nervose mantenendosi coerente.

Che dire? Sarà dura aspettare due anni, e sarà interessante vedere come sarà gestita questa attesa a livello di riassunto delle puntate precedenti, di evoluzione di stile, di gestione dei personaggi, ma potrebbe valerne decisamente la pena.

Qui la recensione di David Padovani, per un approfondimento più serio:

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