
Il mio fumetto quotidiano #10: “Il confine” #1
Almeno un fumetto al giorno: questo l’impegno che mi sono preso per il 2020… Non recensioni, ma impressioni di lettura, sensazioni, ispirazioni.
Una gita scolastisca scomparsa tra le montagne tra l’Italia e la Francia: questo l’incipit de Il Confine, uno spunto che presenta fin da subito tanti dettagli fuori posto, tante tessere ancora da svelare e che non sembrano combaciare bene assieme.
Se il racconto di questo primo volume lo suggerisce, è l’impianto stesso dell’operazione editoriale, della veste grafica, del lavoro di promozione (iniziato un anno addietro con un portfolio capace di insinuare molte domande e dare poche risposte) a chiarirlo molto bene. Tutto grida “niente è come sembra” mentre le vicende ancora devono entrare nel vivo, e questo gioca a favore della tensione, dell’attesa del lettore che SA che qualcoso di poco chiaro, di poco rassicurante, probabilmente di sovrannaturale o inspiegabile sta per accadere e sfoglia pagina dopo pagina con la voglia e il timore insieme di trovarselo di fronte.
In questo senso il lavoro di Mauro Uzzeo e Giovanni Masi è encomiabile. Non ho la percezione di quanto se ne sia parlato a livello di “fenomeno mediatico” all’interno o al di fuori del mondo fumetto, ma sicuramente se c’è stato clamore è meritato, se non ce n’è stato è un peccato.
Ma non posso chiudere senza parlare di Giuseppe Palumbo: Palumbo è un Maestro del fumetto italiano, con la M maiuscola, eclettico, colto, con un segno personale, forte, comunicativo e incisivo. Credo personalmente che si veda molto quando un lavoro lo appassiona o quando diventa solo “professione”: in questo caso si percepisce l’impegno, la voglia di fare e di raccontare in ogni vignetta.
Su Lo Spazio Bianco Andrea Gagliardi ha scritto del porfolio e del primo volume:
Il Confine – Portfolio: la forza di quello che non viene detto