In questa nuova puntata, facciamo un salto indietro di qualche anno, nella Berlino Est del 1989, prima della caduta del muro. Due amici, un torneo di tennis e la fine di un’era sono gli elementi di Kinderland, scritto da Mawil.
Chi è Mawil?
Nato nel 1976 a Berlino Est con il nome di Markus Witzel, Mawil è attivo come fumettista sin dal 1991, quando pubblica i suoi primi lavori (la serie crowers) su una Fanzine berlinese. Il suo stile, all’inizio fortemente influenzato dai Graffiti, si affina durante gli studi all’Accademia delle belle arti di Berlino-Weißensee, virando verso forme più chiare e cartoonesche, ispirate al disegno umoristico, che ben si adattano al registro delle sue storie.
Nel 2001 crea un personaggio che diventa il suo alterego e protagonista di numerose storie. Supa-Hasi, un coniglio (Hase in tedesco) dalla testa enorme e dai grandi occhiali, è il protagonista di sfortunate storie d’amore e quotidiane avventure tragicomiche, spesso tratte da episodi di vita vissuta. La Berlino di inizio millennio è una fucina di idee e stimoli per il giovane autore, che si ritrova a collaborare con molti fumettisti più o meno noti.
In quegli anni fonda, insieme ad altri sei compagni di studi tra i quali l’austriaca Ulli Lust, il gruppo Monogatari, con il quale produce alcune raccolte autopubblicate fino al termine della collaborazione nel 2005. Successivamente entra a far parte del collettivo Berlin Comix, di cui fa parte anche Reinhard Kleinst, con cui pubblica Geschichten aus den Comicgarten (Storie dal giardino dei fumetti) e il magazine Teufeln & Pistolen (Diavoli e Pistole). Nel frattempo i suoi lavori appaiono su riviste nazionali ed internazionali, come Strapazin, Moga Mobo, Panik Elektro e Stripburger.
La consacrazione arriva con la pubblicazione, nel 2003 da parte di Reprodukt, del suo lavoro di laurea, Wir können ja Freund bleiben (Certo, possiamo restare amici), che viene premiato con l’ICOM Independent Comic Preis nella categoria “Funny” e viene poi tradotto in inglese dalla Blank Slate Books. Da allora diventa uno degli autori di punta della casa editrice berlinese, con cui pubblica Die Band (2004), Das grosse Supa-Hasi-Album (2005), Meister Lumpe (2006), Aktion Sorgenkind (2007), Mendrisio (2010), Kinderland (2014) – vincitore del Max und Moritz Preis come miglior fumetto in lingua tedesca, pubblicato anche in Francia per Gallimard- e The Singles Collection (2015). Oltre al lavoro di fumettista, lavora come illustratore per alcuni giornali, tra cui il Tagesspiegel, e come insegnante presso alcuni istituti berlinesi.
Kinderland: scuola, ping pong e Pionieri all’ombra del Muro di Berlino
Estate 1989. Berlino Est. Mirco Watkze è un ragazzino di 13 anni studioso, membro dei Pionieri1, frequentatore della chiesa cattolica (clandestina). In una parola, un perdente. La sua vita si divide tra scuola, casa e chiesa, finché un giorno non viene coinvolto in una partita di ping pong, scoprendo un sorprendente talento.
Tra partite nel cortile della scuola e gli scontri con i ragazzi più grandi, Mirco conquista gli altri ragazzi e fa amicizia con Thorsten, un anticonformista abbandonato dal padre fuggito ad Ovest. Insieme, i due progettano di organizzare un torneo di ping pong per il giorno dei pionieri, mentre l’estate di Berlino e del blocco sovietico volge al termine.
In Kinderland (Terra dei bambini), Mawil tenta di unire più tipi di narrazione (romanzo di formazione, elementi autobiografici e spaccati di vita nel blocco sovietico), non riuscendo però a raggiungere un equilibrio ottimale tra essi. Il merito principale dell’autore è quello di rappresentare fedelmente la Berlino Est sul finire degli anni ’80. Nonostante lo stile cartoonesco tipico delle strips umoristiche, tutto è reso nel minimo dettaglio realistico, fin dalla prima pagina, zeppa di giocattoli e fumetti dell’epoca.
Ogni elemento tipico della Germania Est è presente: le ambientazioni costellate dai Plattenbauen2 e da parchi pubblici, la cultura fatta di sport, incontri dei Pionieri, vita all’aria aperta e FKK3. Ma è (soprattutto linguaggio dei personaggi a donare genuinità alla storia: contrazioni, slang e dialetto tipicamente “össis” (orientali) infarciscono i dialoghi tanto dei ragazzi quanto degli adulti.
Una ricostruzione precisa, scevra da facili nostalgie, capace in alcuni casi di mettere in risalto criticità e problemi della Repubblica Democratica Tedesca, come il dilagare dell’alcolismo o il patriottismo pedagogico, ma senza mai ambire a una strutturata critica politica e culturale. Nemmeno quando nel racconto viene inserita una bambina che assomiglia, per assonanza del nome e modi di fare, alla futura Cancelliera tedesca Angela Merkel.
La storia infatti si concentra soprattutto sui personaggi e sulle loro avventure e uno spazio particolare viene dedicato alle partite di ping pong. Le scene degli scontri sportivi, e soprattutto il match contro i ragazzi più grandi, sono fra i piatti forti del volume: la griglia geometrica viene costantemente mutata per seguire i movimenti dei personaggi, il ritmo rallentato per esaltare i momenti di pathos e poi velocizzato nei passaggi più concitati, le figure si deformano e gli oggetti stentano a stare nei confini delle vignette. In questo, caso si vede non solo la forte influenza del fumetto umoristico francese e tedesco, ma anche la grande precisione compositiva ispirata dal fumetto indipendente americano, in particolare di Seth (autore molto apprezzato da Mawil). Dal punto di vista dell’intrattenimento e del ritmo, Kinderland è dunque un fumetto inattaccabile.
Quando consideriamo il nucleo emotivo della vicenda la costruzione dei personaggi, emergono le difficoltà dell’autore. Mirco, pur essendo alter ego dell’autore, è un personaggio per lunghi tratti monodimensionale e ripetitivo. Mawil sceglie volontariamente di lasciare da parte il passaggio all’età adulta, che inizia con la chiusura dolceamara del volume e l’improvvisa caduta del muro.
Purtroppo però il protagonista è spesso ridotto a mero elemento di comicità slapstick, non riesce a crescere compiutamente durante l’opera, nonostante riesca a conquistare il rispetto degli altri tramite il suo talento e la sua passione. Purtroppo anche lo sviluppo dell’amicizia con Thorsten, potenzialmente interessante vista la lontananza culturale e caratteriale tra i due personaggi, è narrato in maniera slegata e non progressiva, non riuscendo a coinvolgere emotivamente il lettore.
Tra i ragazzini, solo Thorsten spicca come figura drammatica, un ragazzo ribelle ma fragile, abbandonato da sua padre e protettivo nei confronti di una giovane madre alcolista. I suoi sforzi per integrarsi, i suoi scontri con il potere alla ricerca di un suo posto nel mondo creano un personaggio tridimensionale a cui potersi relazionare, che permette a Mawil di realizzare scene emotivamente intense. A lui si aggiungono le varie figure adulte, che incarnano tutte le contraddizioni della DDR4.
In conclusione, Kinderland, pur non riuscendo a essere un romanzo di formazione compiuto, restituisce uno spaccato genuino dell’infanzia e adolescenza nella DDR, prima della caduta del muro e della fine della giovinezza.
Abbiamo parlato di:
Kinderland
Mawil
Reprodukt – 2014 (edizione tascabile: 2019)
296 pagine, brossurato, a colori – 29,00 €
ISBN: 978394314394
Membri di organizzazioni giovanili simili agli scout ma di matrice marxista o comunista. ↩
Tipici palazzoni residenziali della Germania sovietica. ↩
Freier Korper Kultur, ovvero Cultura del corpo libero, riferito alla pratica del nudismo molto diffusa, ancora oggi, nella Germania dell’Est ↩
DDR: Deutsche Demokratische Republik, Repubblica democratica tedesca ↩