Dante e i fumetti
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Dante e i fumetti

Su questo blog, come noto, mi occupo del rapporto tra letteratura e fumetto. Dato che Dante Alighieri è il padre non solo della lingua e della letteratura italiana, ma a buon titolo anche di tutto il canone occidentale (teste anche Harold Bloom nel suo testo fondante sulla riflessione canonica), ovviamente ho scritto spesso del rapporto tra Dante e il fumetto: un mio articolo di sintesi si può trovare qui.

 

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Ho accolto quindi con grande interesse il nuovo volume pubblicato da Alessandro Polidoro Editore, “Poi piovve dentro a l’alta fantasia”, dove si ricostruisce con precisione e con un’indagine a tutto campo il rapporto tra Dante e le Nuvolette. Il testo si avvale dei contributi di: Alessio Aletta, Corrado Calenda, Raul Ciannella, Fabrizio Denunzio, Lorenzo Di Paola, Adolfo Fattori, Gino Frezza, Maria Antònia Martí Escayol, Renato Pallavicini, Daniela Pietrini, Ivan Pintor Iranzo, Francisco Saez de Adana, Alessandro Scarsella, Mario Tirino, Ursula Winter, con un parterre notevole, come si vede, per una ricognizione a tutto campo.

L’opera saggistica si inserisce come quarto titolo della collana L’Eternauta, “Collana di studi su fumetti e media” dedicata dall’editore ai linguaggi contemporanei  con una centralità particolare dei comics (nel titolo, in modo evidente, si omaggia il fumetto e l’opera fondamentale di Osterheld). La collana è diretta da Gino Frezza, Lorenzo Di Paola, Mario Tirino e si avvale di un comitato scientifico internazionale (effettivamente di alto livello).

L’editore la definisce “uno spazio dedicato all’indagine sul fumetto e sui media attraverso la prospettiva delle scienze sociali, della comunicazione e della cultura, entrando in meccanismi estetici, tecnici e narrativi”, e ovviamente una nuova collana dedicata allo studio del fumetto, inutile dirlo, ci fa molto piacere e denota il generale processo di graduale, lento ma crescente e sacrosanto riconoscimento culturale del medium, al di là di momentanee reazioni avverse “alla Piero Dorfles” (che riflettono proprio una certa torre d’avorio minacciata di gatekeeper di “alta cultura”).

 

 

Il volume, in particolare, è a cura di Mario Tirino e Lorenzo Di Paola, che firmano l’introduzione, e si avvale di una prefazione del dantista Corrado Calenda ed è stato pubblicato con con il sostegno del Dipartimento di Studi Politici e Sociali dell’Università di Salerno. Calenda, in modo molto interessante, da dantista, evidenzia il “ruolo primario che l’‘immaginazione visiva’ di Dante riveste nella specifica qualità della sua invenzione verbale e del suo cosmo mentale”: è un mondo letterario ma, fin dalle origini, eminentemente visivo, tale da aver stimolato infatti, fin da subito, “illustrazioni” in fondo di arte sequenziale, di alto livello (da Botticelli in poi), in un “canone fiorentino” che era certo letterario ma, dalla corte dei Medici in poi, anche visuale, con i padri fondatori del Rinascimento. E questo in una volontà anche “divulgativa” di Dante di quella vasta cultura enciclopedica medioevale che, tramite la Commedia, viene resa – a un certo livello, e specie nell’Inferno – accessibile anche alle “mulierculae” (qui Calenda cita l’autorità di Contini). Un processo divulgativo che continua agevolmente con il rendersi illustrato e “fumettato”.

 

 

I due curatori del volume, nella loro introduzione, precisano il titolo con il rimando ad un’altra altissima autorità, Italo Calvino: “Rifacendosi al verso dantesco “Poi piovve dentro a l’alta fantasia” (Purgatorio XVII, 25), Italo Calvino apriva la conferenza dedicata alla Visibilità, poi raccolta nel volume Lezioni americane
(originariamente pubblicato nel 1988). In questa lezione, Calvino entra nei meccanismi e nei misteri dei processi immaginativi in un percorso in cui non mancano riferimenti al cinema e ai fumetti.”

Gli autori riprendono l’intuizione di Calenda su quello che potremmo dire in modo un po’ provocatorio il “fumettismo” della Commedia, e analizzano dunque il lungo “intelletto d’amore” tra commedia e comics.

 

 

La ricognizione è quindi amplissima, in 376 fitte di riferimenti bibliografici, e con il rimando, in vari casi, agli analoghi studi danteschi in “Arabeschi” che vengono qui ripresi e adattati al nuovo contesto. Dopo l’introduzione e lo studio delle culture visuali, indaga il rapporto tra l’arte del fumetto e Dante in una serie di minuziose monografie dedicate ai vari autori che si sono più confrontati col tema. Si tratta, come mi pare evidente da questa mia prima introduzione, di un – pregevole – lavoro accademico, da intendersi come utile consultazione. Per tale ragione non darò una – impossibile – sintesi di ogni saggio, ma cercherò di dare alcune mie impressioni generali su interessanti linee di ricerca.

Essi presentano poi i contenuti delle varie sezioni: quella di “Dante e l’arte” riprende i contenuti apparsi sull’omonima rivista e indaga il rimando dantesco in Hugo Pratt, Fellini (che fu anche cartoonist, come noto), Manaria e Makyo nel saggio di Iranzo; saggi ulteriori indagano il manga di Go Nagai e in generale, le versioni umoristiche della Divina Parodia di Topolino e dell’inferno di Toninelli, mentre Ursula Winter, ne “L’inferno up to date” esplora le modernizzazioni dell’Inferno che avvengono nei fumetti.

 

 

Nella parte relativa a “Immaginari danteschi” si dà una giusta centralità ad opere che hanno operato sull’immaginario dantesco in modo più indiretto: Alessio Aletta indaga il Detective Dante di Bartoli e Recchioni, mentre Renato Pallavicini, oltre a indagare la ripresa parodistica in Diabolik, esamina “Gli inferni di Martin Mystère, Lazarus Ledd e Nathan Never”. In effetti le modalità dell’hard boiled classico, il detective che indaga in una città corrotta usando arguzia investigativa ma anche una certa componente d’azione, si sposano bene, nella rilettura fantastica, all’immaginario dantesco: la “infernale metropoli” del noir in fondo ha riflessi degli abissi di Dite che qui vengono riportati alla fonte primaria, e quindi il bonelliano moderno, che è centralmente investigazione con elementi fantastici, pesca spesso dalla fonte primaria di Dante, in modo più o meno indiretto. A questo pare collegarsi anche Gino Frezza, con Dampyr all’inferno. Il mondo parallelo e l’avventura dantesca di Harlan Draka, posto nella sezione precedente su “Dante e l’arte”, che forse si potrebbe utilmente collegare a questo discorso, da cui manca nel saggio, a una mia ricerca per parole chiave, un’opera fondamentale in questo ambito nel campo bonelliano, “Hellnoir” di Ruju e Freghieri, di cui avevo scritto ampiamente qua.

Mi sembra dunque, nel complesso, dunque un volume ottimo all’interno del suo interesse accademico, perfetto – oltre che per l’ambito di studio universitario dei comics – anche per una biblioteca scolastica liceale (o una biblioteca civica con una attenta sezione volta anche all’utilità scolastica) per eventuali percorsi didattici rivolti agli allievi interessati al fumetto.

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Dati editoriali

Dante e i fumetti – “Poi piovve dentro a l’alta fantasia”
a cura di Mario Tirino e Lorenzo Di Paola
Alessandro Polidore Editore, 2021
376 pagine, brossura – 20,00 €
ISBN: 978-8885737617

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