Stanislaus R. Pawlowski, alias Stanley Robert (Bob) Powell, nasce il 4 febbraio 1917 a Buffalo, nello stato di New York, da una famiglia di immigrati dell’est europeo. Il ragazzo ha talento e, terminate le scuole superiori, si iscrive al prestigioso Pratt Institute di Manhattan per studiare arte. Dopo il diploma comincia a guardarsi intorno. Il settore dei fumetti, e più in particolare dei comic books, è in pieno sviluppo, e Powell è tra i giovani talenti che trovano lavoro presso lo Eisner-Iger Studio, al 202 Est della 44a Strada. Ci sono, tra gli altri, anche Bernard Baily, Dick Briefer, Bob Kane, Jack Kirby e Lou Fine. Will Eisner e il suo socio Jerry Iger producono storie a getto continuo per diversi editori e Powell si dimostra da subito uno degli artisti più versatili in forza al loro studio, del quale diviene ben presto uno dei direttori artistici. Nel 1986, Eisner lo raffigurerà come Bo Bowers nella graphic novel autobiografica The Dreamer, definendolo “il realista tra i sognatori” ed aggiungendo che “si trova qui [presso lo studio] per una ragione molto pratica… il denaro!! […] Predilige il realismo nell’arte… L’immaginazione non è cosa per lui. Preferisce lavorare su situazioni reali e soggetti ‘praticì.” Eisner non offre certo un bel ritratto di Powell, venale e fastidiosamente cinico al punto da beccarsi un pugno dal taciturno e apparentemente tranquillo Gar Tooth, al secolo George Tuska. In realtà il carattere di Powell ci interessa relativamente.
Preferiamo che a parlare per lui siano i suoi lavori e, a parte un breve periodo iniziale di assestamento (si vedano, per esempio, le storie del detective cinese Dr. Fung, firmate “Arthur Dean” e realizzate per l’albo dell’editore Fox Wonder Comics/Wonderworld Comics nel 1939), dimostra ben presto di avere una forte personalità e uno stile assolutamente distintivo. La repentina evoluzione di questo stile si nota soprattutto nelle storie di Sheena, la bionda regina della giungla della quale Powell disegna ben ventisei storie per l’albo Jumbo Comics della Fiction House nel 1939-40. E se è vero, come affermava Eisner, che Powell predilige il realismo, è anche evidente che l’ironia, il gusto per il semi-caricaturale e talvolta per il grottesco resterà sempre uno dei suoi tratti distintivi. L’altro è un amore viscerale per gli aerei, che Powell ritrae con assoluta maestria. Queste due caratteristiche si fonderanno sovente: uno dei primi esempi è Loops and Banks, serie imperniata su due piloti del Red Ragon Squadron di stanza in Cina, firmata “Bud Ernest” e realizzata per Military Comics dell’editrice Quality nel 1941-42.
Proprio alla Quality Comics di Everett M. (“Busy”) Arnold, Powell segue Will Eisner quando questi si separa da Iger, alla fine del 1939. Oltre alle storie per i comic books, Eisner e Arnold producono, dal 2 giugno 1940, anche una section domenicale che ha il suo personaggio di punta in The Spirit, ma che nei primi anni include anche Lady Luck e Mr. Mystic. Ed è Powell a realizzare le magiche avventure di questo inturbantato epigono di Mandrake, ogni settimana fino all’estate del 1943, quando viene richiamato alle armi (l’ultima sua sequenza è datata 3 ottobre). Con Mr. Mystic, Powell dimostra anche le sue qualità di sceneggiatore e, durante questo periodo non disdegna di assistere Eisner nella stesura di alcune trame di The Spirit, o nel disegno di sequenze dove siano presenti i suoi amati aerei.
Nel 1943, si diceva, Powell viene arruolato, e realizza almeno in parte uno dei suoi sogni diventando istruttore di volo – senza tuttavia partecipare ad alcuna azione di guerra e riuscendo, di tanto in tanto, anche a disegnare qualche storia a fumetti. Congedato nel 1945, torna a tempo pieno a lavorare per i comic books, ora come indipendente, prediligendo tuttavia due case editrici, la Harvey Comics (con la quale ha peraltro già collaborato nel periodo bellico) e la Magazine Enterprises. Per la Harvey, i suoi lavori migliori restano – ancora una volta – quelli legati all’argomento aviatorio, dall’ironico Chickie Ricks, the Flyin’ Fool (1943-44/46-50) all’inquietante Man in Black Called Fate (demoniaco “maestro di cerimonie” del quale Powell continuerà a servirsi per introdurre numerose storie dal 1945 fino al 1966). Né vanno dimenticati il patriottico giustiziere conosciuto come Spirit of ’76 (1941-44/46-47) o l’arciere anti-crimine in costume noto come The Scarlet Arrow (1947).
Nel periodo 1947-49, Powell offre eccellenti prove nel genere crime/mystery, in gran voga in quegli anni, distinguendosi in particolare con l’atmosferica versione del giustiziere mascherato The Shadow per l’albo Shadow Comics, pubblicato da Street & Smith. Per gli stessi editori realizza anche diverse avventure di altri personaggi che hanno avuto origine nei pulp magazines, come Doc Savage e Nick Carter.
Scorrendo i credits di Powell, si resta colpiti dall’impressionante numero di storie da lui prodotte nel periodo 1948-55. Questo è dovuto al lavoro di gruppo compiuto in seno allo studio che Powell mette su nel 1947, e del quale fanno parte anche E. A. Weller, Howard Nostrand, Martin Epp e George Siefringer, che lo aiutano soprattutto per gli sfondi e le chine. Curiosamente, i loro nomi vengono attribuiti ad altrettanti giocatori di baseball nelle storie di Slewfoot Jones, apparse su True Sport Picture Stories per i tipi di Street & Smith nel 1947-49. Dal Powell Studio nasce la maggior parte delle storie realizzate per la Magazine Enterprises, dove Powell può cimentarsi con vari generi. Il Western, fin qui negletto, diventa uno dei suoi punti di forza con le avventure dei Bobby Benson’s B-Bar-B Riders (1950-52), del cowboy mascherato Lemonade Kid (1950-52) e dell’amerindio Red Hawk (1950-56). Le avventure dei “tarzanidi” Thun’da (1952-53) e Cave Girl (1953-54) gli consentono di tornare a tratteggiare la mai dimenticata giungla, e di mostrare appieno la sua abilità nel modellare le forme femminili. Le storie di The Avenger e di Strong Man (entrambi 1955) lo riportano al tema supereroistico, peraltro già affrontato con Captain America, The Human Torch e Sub-Mariner per la Timely/Marvel nel 1941-43 e 1954.
Fino al 1955, Powell e soci realizzano anche un gran numero di storie brevi di genere bellico, romantico, sportivo ed orrorifico per editori come Harvey, Ziff-Davis, Fawcett, Hillman, Atlas/Marvel e Lev Gleason, e la mano di Howard Nostrand è spesso evidente in molte di queste avventure. Laddove il Powell Studio chiude di fatto i battenti alla fine del 1955, la collaborazione con Nostrand riprenderà nel momento in cui questi si vedrà assegnare il disegno della serie sindacata dedicata a Bat Masterson, flemmatico avventuriero del West interpretato da Gene Barry nell’omonima serie TV trasmessa nel 1958-61. La strip, distribuita dalla Columbia Features e scritta dall’esperto Ed Herron, ha inizio nel 1959, e inizialmente Nostrand delega il disegno delle tavole settimanali all’amico Powell. Questi, tuttavia, lo abbandona dopo circa un anno, dichiarando in seguito di aver detestato ogni momento passato a lavorare a Bat Masterson.
Sul finire degli anni Cinquanta, i comic books non se la passano granché bene e, Powell cerca di diversificare il più possibile la sua attività artistica. Oltre ad insegnare presso il Pratt Institute, si dedica all’illustrazione di libri, di riviste (in particolare, delle cosiddette men’s adventure magazines, nuove depositarie della letteratura popolare di “genere”) e alla decorazione di padiglioni per varie mostre. Un settore che sembra godere di un discreto consenso è quello delle comics magazines, le riviste a fumetti. Particolare successo incontrano le riviste satiriche nate sulla scia della capostipite Mad. Dopo aver collaborato alle effimere Panic e Frantic nel 1958-59, Powell si “accasa” con Sick. Dal 1961 al 1967 Powell è direttore artistico della rivista pubblicata dall’editrice Crestwood sotto l’egida del veterano Joe Simon. Oltre a curare l’assetto grafico della pubblicazione e a coordinare il lavoro di altri validi artisti quali Angelo Torres, George Tuska e Jack Sparling, Powell illustra egli stesso diverse sequenze di impianto parodistico, dimostrandosi maestro anche nella tecnica della mezzatinta. Un profilo dell’artista pubblicato sul n. 42 di Sick (febbraio 1966) ci informa che Powell è felicemente sposato con Bettina, dalla quale ha avuto tre figli maschi, il maggiore dei quali – come Jet Powers, uno dei personaggi disegnati dal padre per la Magazine Enterprises – fa il pilota di aerei supersonici. La mini-biografia ci rivela poi un’altra delle passioni di Powell, che nei momenti liberi guida auto da corsa e che dirige la Bridghampton Road Races Corporation.
Alla metà degli anni Sessanta, il versatile Powell si cimenta anche con l’illustrazione di alcune serie di figurine prodotte dalla Topps: memorabili quelle dedicate a Batman e Mars Attacks!, entrambe dipinte dall’ottimo Norman Saunders. Non sempre all’altezza sono, invece, le sue sempre più sporadiche collaborazioni ai comic books. In particolare, nel 1965 Powell tratteggia alcune storie supereroistiche per la Marvel Comics. Nelle tre di Daredevil, la pur eccellente rifinitura del grande Wally Wood nasconde quasi completamente ogni traccia del suo stile, ma di gran lunga inferiori sono i risultati ottenuti con le storie di Human Torch and the Thing per Strange Tales e di Giant Man per Tales to Astonish, dove l’intervento di inchiostratori quali Mike Esposito o John Giunta rende assolutamente irriconoscibile il tratto di Powell. Per quanto riguarda i fumetti sindacati, il suo “canto del cigno” è invece la strip Teena a Go-Go, scritta da Bessie Little ed apparsa (forse nella sola versione settimanale) su un pugno di quotidiani nel 1966. Bob Powell muore, sessantenne, nel luglio 1967. Resta ad oggi uno dei più grandi stilisti che abbiano mai lavorato nel campo dei comic books. Un ottimo giudizio sullo stile di Powell viene espresso da Al Dellinges nel suo prezioso fascicolo The Art of Bob Powell (1978). Dellinges definisce giustamente “unico” l’umorismo presente nell’opera di Powell “perché non ho mai visto niente di simile in nessun altro disegnatore di comic books, per quanto riguarda lo stile, la quantità, e il suo uso estensivo nell’arco di un ventennio.”
Questo articolo si trova pubblicato sul numero 53 (marzo 2005) di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi. Nel 2005, i due omaggi sono il volume in formato comic book intitolato LE REGINE DELLA GIUNGLA, dedicato alle “tarzanelle” a stelle e strisce, con storie inedite in Italia firmate da grandi autori come Lubbers, Powell, Fletcher, Kamen, Webb e altri ancora, e l’albo dedicato a SERGIO TARQUINIO – Un disegnatore per l’avventura, uno studio di oltre 200 pagine su uno dei disegnatori italiani che maggiormente ha improntato col suo stile un lungo periodo del fumetto italiano.
La quota sociale per il 2005 è di 75,00 euro (110,00 euro per l’estero). Per le modalità di adesione e di pagamento, visitare la home page del sito www.amicidelfumetto.it.