“Ai confini dell’inferno”: l’horror secondo Jiro Kuwata

“Ai confini dell’inferno”: l’horror secondo Jiro Kuwata

In your face comix propone una interessante raccolta di racconti del terrore di Jiro Kuwata.

Famoso soprattutto per il BatmangaJiro Kuwata nella sua carriera ha realizzato anche diversi manga del terrore. La raccolta Ai confini dell’inferno, edita dall’etichetta In your face comix di Latitudine 42, presenta tre esempi emblematici dell’approccio di Kuwata al genere. Ispirati alle opere di due autori di genere giapponesi, Mushitaro Oguri e Edogawa Ranpo, presentano anche alcune variazioni sulle opere originali di partenza, come raccontato nella sempre puntuale prefazione firmata da Maurizio Ercole.
La raccolta Ai confini dell’inferno, titolo scelto dall’editore per richiamare la famosa serie Ai confini della realtà, altra fonte di ispirazione per i racconti di Kuwata, si discosta in maniera abbastanza profonda dal romanzo giallo originale di Oguri.

In sintesi, Ai confini dell’inferno è la ricerca di un sogno che si rivela ben presto un incubo. Kuwata costruisce il suo racconto con un inizio che ricorda L’isola del dottor Moreau di Herbert G. Wells: un naufrago viene recuperato da una nave, ma, a differenza del protagonista del romanzo wellsiano, il naufrago di Kuwata non fa in tempo a raccontare tutta la sua storia: invecchia così rapidamente fino a morire.

Confini inferno jiro kuwata isola infernale

Inizia da parte dei protagonisti un’ossessiva ricerca dell’isola da cui era fuggito il naufrago da cui non può che venire solo sfortuna, iniziando con il naufragio della nave e con una seconda parte che richiama inevitabilmente al Robinson Crusoe di Daniel Defoe o, ancor meglio, visti i misteri che i protagonisti affrontano, a L’isola misteriosa di Jules Verne. Il tutto condito da un senso di disastro incombente e con una nemmeno troppo velata critica al genere umano, che in qualche modo riprende proprio L’isola del dottor Moreau o, ancor più calzante, Il tesoro nella foresta sempre di Wells. Anche in questo caso i protagonisti sono tre e l’avidità di due di essi porta alla rovina anche il terzo.

Nel segno di Hideshi Hino

Un altro grande mangaka, maestro anch’esso del terrore, che In your face comix sta recuperando in questi anni è Hideshi Hino. Autore che nella sua carriera ha alternato storie raffinate (dal punto di vista dell’horror) ad altre più popolari, ha realizzato un’opera particolarmente disturbante, recentemente ristampata sempre dall’editore citato: Visioni d’inferno. Il protagonista del manga di Hino è un pittore mentalmente disturbato, ossessionato dalla morte e dai suoi simboli.

Allo stesso modo nella seconda storia della raccolta, Paesaggio infernale tratta da un racconto di Edogawa Ranpo, uno dei protagonisti inizia a dipingere il cadavere di una donna morta da poco.
D’altra parte, sembra dirci lo svolgimento della vicenda, se ti trovi dentro un parco di divertimenti e i tuoi amici iniziano a morire uno a uno colpiti da un misterioso assassino, forse qualche rotella sei anche giustificato a perderla. La storia, però, date queste premesse, si sviluppa come un classico romanzo di genere incentrato, appunto, su un inafferrabile serial killer, a parte un elemento soprannaturale che resta lì, sospeso in tutto il susseguirsi delle pagine, senza mai essere preso realmente in considerazione. Almeno fino al finale, dove anche gli aspetti visivi virano da un disegno tutto sommato in linea con il genere giallo (vedere, in questo senso, proprio il già citato Batmanga) a pagine deliranti dove i personaggi sembrano trasfigurarsi dentro un baccanale per certi aspetti simile a quello presente nel primo capitolo del Devilman di Go Nagai fino all’orgia di sangue finale, dove la morte e la follia vengono rappresentate attraverso pezzi di cadaveri e piogge di sangue che portano alla follia l’investigatore incaricato delle indagini.

Un finale degno del miglior Hino.

Ritorno ai supereroi

La raccolta si conclude con Il ragazzo venuto dall’inferno, racconto che si sviluppa essenzialmente dentro i canoni dell’hard boiled, ma che è al tempo stesso anche una specie di ritorno al genere supereroistico per Kuwata. Il protagonista, infatti, è un giovane che non può morire. Destinato a guarire da qualunque ferita mortale, gli resta solo una cosa: vendicarsi di chi gli ha sterminato la famiglia.
Il giovane protagonista, quindi, è una specie di variazione maledetta di Superman (o di Wolverine, ma quest’ultimo in un certo senso è già maledetto) che nonostante i suoi buoni propositi non può fare a meno di inquietare i suoi avversari e con essi anche il lettore.
La vicenda si conclude con un magistrale monologo del protagonista, che ne drammatizza ancora di più la figura e ci porta a empatizzare con lui.

Come accennato nelle righe precedenti, Kuwata si propone con uno stile e una costruzione della pagina abbastanza standard (vedi, per esempio, Lord Death Man, che ho recensito sempre qui su LSB alcuni anni fa), condita con alcune vignette particolarmente intense e drammatiche, in particolare in Paesaggio infernale dove Kuwata da libero sfogo alla sua vena horror grazie a vignette grandi e ariose da un lato e altre particolarmente claustrofobiche e inquietanti dall’altro. In tutto questo gioca un ruolo importante l’inchiostrazione netta e precisa che già abbiamo avuto modo di apprezzare nel Batmanga.

Nel complesso, quindi, una selezione di opere horror che permette di scoprire un Jiro Kuwata in qualche modo insolito, avendo egli costruito buona parte della sua carriera sul genere supereroistico (basti ricordare 8 Man co-creato con Kazumasa Hirai), ma che mette in evidenza la sua capacità di gestire in maniera moderna anche un genere non banale come, appunto, l’horror.

Abbiamo parlato di:
Ai confini dell’inferno
Jiro Kuwata
Traduzione di Alvise Morato
Latitudine 42 / In Your Face Comix, 2025
224 pagine, brossura con alette, b/n – 19,00 €
ISBN: 9788897571995

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