Questo fumetto di Gabriele Brombin, grafico web alla prima prova come fumettista, da lui stesso autoprodotto e stampato in 200 copie, si è rivelato una vera sorpresa per cura, segno, atmosfera, capacità narrativa prettamente fumettistica.
Un fumetto inaspettato, completo, maturo, sospeso tra decine di ispirazioni, sensazioni, citazioni e debiti, capace di amalgamarli tutti in maniera coerente e senza esserne succube. Dal cinema alla pittura, dal fumetto alla musica (con tanto di colonna sonora in appendice), emergono tracce di quello che ha fatto nascere l’idea del racconto, lasciando altrettanti sottintesi che portano a pensare che molti altri spunti siano nascosti sotto la superficie, strati sotterranei su cui poggia l’opera finita.
Stampato in formato album, The sand sea and the plateaux of mirror colpisce anzitutto per la perizia grafica, di primissimo livello, e per l’atmosfera delle tavole, capaci di mettere soggezione, affascinare e intimidire allo stesso tempo. Il lettore accompagna un esploratore in un viaggio su un pianeta misterioso; come procedesse al suo fianco, resta incantato da paesaggi avvolti nel silenzio, contempla mari di sabbia impetuosi, si interroga sulle strane figure geometriche sospese nel cielo o che emergono dal suolo.
Sfogliando le pagine emerge un elemento fondamentale: la cura nella gestione dei tempi e dei passaggi da una vignetta all’altra, dote ancor più evidente dalla quasi completa mancanza di suoni, parole o didascalie. L’incedere dell’esploratore, il dispiegarsi sotto ai suoi occhi delle meraviglie di quel luogo sorprendente, si traduce in una lettura compassata, lenta e avvolgente, che pagina dopo pagina, vignetta dopo vignetta permette agli occhi di soffermasi ad ammirare questi paesaggi onirici dal grande impatto, sterminati, incontaminati, che soverchiano la figura umana che li attraversa nel suo esplorare.
La storia è lineare, il tema del viaggio (iniziatico) verso la scoperta della natura delle cose è dei più classici, se non il più classico; il finale lascia un senso di indefinito: nessuna spiegazione è data, nessun accenno a una contestualizzazione materiale o metafisica, lasciate completamente in carico al lettore. Una scelta corretta, perché la lettura di questo fumetto sedimenta tante di quelle sensazioni da porre chi legge nello spirito adatto per continuare a immaginare algidi mondi fuori dalle regole della fisica, spaziando con la fantasia.
Questo approccio sembra portarsi dietro come controindicazione una certa apparente freddezza, eppure il senso del magnifico, dell’inesplorato e dell’inspiegabile sopperiscono a una mancanza che altrimenti avrebbe potuto creare un’opera senz’anima.
Invece, The sand sea and the plateaux of mirror è probabilmente una delle migliori letture fumettistiche del 2012, una delle più interessanti letture dell’anno da poco trascorso.
Sarebbe bello, opportuno che questa opera trovasse maggior risalto e che qualche editore decidesse di darle nuova vita oltre alle 200 misere copie a disposizione. Purtroppo, per l’editoria italiana questo fumetto rappresenta una strana creatura di difficile collocazione: troppo breve per fregiarsi del titolo di graphic novel, troppo completo e perfetto nella sua interezza per pensare di ampliarlo, lontano da idee di serialità e da facili etichette; l’unica forma sembrerebbe quella del cartonato alla francese, se esistesse un editore volenteroso di prendersi il “rischio” di pubblicarlo.
Quel che è certo è che Gabriele Brombin sia un autore da non perdere di vista, dopo questo esordio tra i più incisivi e maturi che io ricordi da anni a questa parte.
Abbiamo parlato di:
The sand sea and the plateaux of mirror
Gabriele Brombin
Autoproduzione, 2012
32 pagine, spillato, colori – 18,00€ + spese di spedizione
Riferimenti:
Il sito dedicato a The sand sea and the plateaux of mirror: www.gabrielebrombin.com/sandsea
alessandro cesaris
24 Gennaio 2013 a 14:46
Ho ricevuto ieri il fumetto e ne ho apprezzato soprattutto la cura nella realizzazione. Per questo mi ha sorpreso la resa dell’unico dialogo presente nel racconto: le battute che i personaggi si scambiano verso la fine della storia sono, infatti, praticamente illeggibili perchè le parole risultano semicancellate, sbiadite, come per un difetto di stampa.Ti chiedo, è così anche nella copia che hai letto? Si tratta di un artificio consapevole o di un difetto di stampa dei caratteri della versione italiana?
Grazie
Ettore Gabrielli
25 Gennaio 2013 a 13:35
E’ un espediente dell’autore, io l’ho interpretato come un modo per sottolineare le difficoltà del comunicare e aggiungere ulteriore atmosfera alla vicenda.