Le pubblicazioni Disney di settembre 2022
Bentornati su Lo Spazio Disney!
Dopo aver analizzato le principali storie inedite di settembre, pubblicate su Topolino, è tempo di vedere quali albi disneyani in generale hanno popolato gli scaffali di edicole e fumetterie nel corso del mese da poco conclusosi.
L’edicola Disney di settembre 2022
Sovverto eccezionalmente la liturgia di questo spazio, che solitamente vuole che si attacchi con I Grandi Classici, per partire invece da Le grandi saghe #1-2-3, a mio avviso una delle più importanti novità editoriali Disney degli ultimi due anni.
In primis per la periodicità: che una collana Panini esca settimanalmente è un fatto più unico che raro, considerando che questa cadenza è di solito appannaggio delle iniziative allegate ai quotidiani che hanno quindi un piano dell’opera ben definito e anche un numero di uscite (più o meno) prestabilito.
Le grandi saghe punta invece a durare finché avrà sufficiente ricezione da parte del pubblico e finché ci sarà “materia prima” da cui attingere: quest’ultima non dovrebbe essere un problema, considerando che le “saghe” (nel senso amplissimo che questo termine ha assunto negli anni all’interno del fumetto Disney) sono una moltitudine!
Il progetto sembra essere una via di mezzo tra il Tesori Disney di tredici anni fa e la Definitive Collection, cercando di prendere il meglio dalle due testate.
Dalla prima riprende infatti il bacino temporale ampio dal quale attingere e la presenza di un apparato critico-introduttivo di peso, mentre dalla Definitive prende lo spezzettamento in più uscite non consecutive e il formato brossurato.
Per farmi un’idea dell’iniziativa ho preso il primo albo, dedicato a Topolino e la spada di ghiaccio, approfittando del prezzo-lancio a 3 euro: devo dire che l’impressione è stata decisamente positiva, sia per le dimensioni secondo me ideali per una collana di questo tipo sia per gli articoli di Davide Del Gusto. Ebbene sì, il buon Marchese che avete ormai imparato a conoscere fa in questa occasione il “grande salto”, curando un progetto gigantesco, capillare e di primaria importanza nella strategia comunicativa ed editoriale della redazione. Un riconoscimento meritato, che dimostra quanto abbia lavorato bene nel primo semestre del 2022, oltre alle sue sterminate conoscenze in campo disneyano e non solo che fa trasparire anche in questo volumetto iniziale, dove contestualizza brillantemente la storia nella sua epoca, individua alcuni riferimenti e ispirazioni, parla di high fantasy e dedica un articolo alla cronistoria delle ristampe ottenute dalla storia nel corso degli anni. Potrebbe sembrare un lavoro superfluo, in realtà rappresenta la versione ampliata di quanto faceva Alberto Becattini su varie collane (come per esempio l’omnia di Carl Barks con il Corriere della Sera) con ragionamenti critici che offrono una specie di linea temporale riflettendo sul trattamento riservato all’opera. Un buon contenuto, insomma.
Alla Spada di ghiaccio sono seguiti la prima parte di Storia e gloria della dinastia dei paperi e del Segreto del totem decapitato, che non ho comprato avendo già le suddette storie in altre edizioni.
Non riesco purtroppo a collezionare tutte le uscite della testata, la periodicità sotto questo profilo è assassina per me, anche se sicuramente permetterebbe di avere in un unico formato coerente tutte le grandi saghe disneyane. Mi limiterò quindi ad acquistare i volumi con i cicli che ancora mi mancano, ma il progetto nel suo complesso è sicuramente lodevole e consigliabile, soprattutto per i lettori più giovani o per quelli che si sono affacciati al fumetto Disney da poco e hanno molte lacune: ecco, questa potrebbe essere una via semplice e privilegiata per recuperare diversi capisaldi di questo universo narrativo, peraltro guidati da un “host” tra i migliori che avreste potuto sperare di incontrare.
Beninteso, il progetto non è esente da difetti, in primis la frammentazione delle saghe in più uscite non consecutive, ma si tratta di compromessi che non inficiano in maniera drammatica il risultato.
I Grandi Classici Disney #81 si apre con una pagina nella quale Pier Luigi Gaspa si presenta ufficialmente ai lettori, dopo il suo esordio nell’introduzione alle Storie Superstar di agosto; mi è parso una bella idea, un buon biglietto da visita grazie al quale il pubblico può farsi un’ulteriore idea dell’esperto che li guiderà d’ora in poi su queste pagine. Un tocco umano che era proprio anche di Luca Boschi, del resto, e che ho apprezzato anche per il debito di riconoscenza che Gaspa gli tributa in questa lettera.
Il sommario è molto buono, sia nella prima parte che nella Sezione Superstar non mancano piacevoli perle vintage di cui parlerò fra poco, ma mi soffermo un attimo su due storie invece molto recenti, che mi ha un po’ sorpreso trovare qui dentro. Qui, Quo, Qua e il rovescio della crostata di Giorgio Salati e Lorenzo Pastrovicchio e Battista e l’apprendista impeccabile di Roberto Gagnor e Salvatore Deiana sono rispettivamente del 2006 e del 2005, annate che difficilmente compaiono sui GCD (infatti il compilatore dell’indice è andato in tilt e ha indicato il 1973 come anno della storia di Salati 😛 ). È vero che più passa il tempo e più anni che mi sembrano recenti si allontanano, ma vedere stili di disegno così moderni su queste pagine mi ha destabilizzato. Sia detto senza nulla togliere a queste due prove nello specifico, che si sono rivelate due letture molto fresche e scorrevoli ben supportate da due stili piacevoli e funzionali. Non è nemmeno la prima volta (negli scorsi mesi ricordo almeno altri due casi post-2000), ma in questo caso l’avventura di Battista è stata inserita addirittura tra le Superstar, e a questo punto la mia comprensione vacilla un po’ 😛
Il resto della sezione torna invece nei canoni più consueti: si apre con una spettacolare Nocciola di Carlo Chendi e Luciano Bottaro in Il titolo accademico, nella quale l’ironia dei due artisti riesce a coniugare il canovaccio delle schermaglie tra la strega e lo scettico Pippo con spunti sempre nuovi, in questo caso la necessità per Nocciola di superare l’esame di magia al fine di poter operare ufficialmente la professione.
Si prosegue con la corrosiva Paperino e la scuola degli enigmi di Guido Martina e Giulio Chierchini, tutta incentrata sulla vera e propria faida senza esclusione di colpi tra il bilioso Paperino martiniano e i pestiferi nipotini, decisi a rendere la pariglia al dispotico zio. Scene di normale vita famigliare paperopolese del 1959 😛 in un ritmo frammentato ma sostenuto per una storia che diverte in diversi punti, ma per cui vale quanto dicevo in questi lidi un mese fa: occorre tenere sempre bene a mente il contesto dal quale tutto ciò fuoriesce e l’approccio che Martina aveva in questi casi.
Il segno carico e netto di Chierchini si presta particolarmente bene a mettere in scena la carrellata di dispetti, rincorse e sguardi in cagnesco di cui si compone l’avventura.
Pippo psicanalista di Jerry Siegel e Giorgio Bordini ci presenta infine un buon Pippo, diventato dottore della mente dopo un corso per corrispondenza ma dotato di un animo troppo empatico per poter operare in maniera professionale. Una trovata ricca di sensibilità per una storia molto caruccia e meno folle della media siegeliana, che però recupera appieno con la storia in apertura di numero, Paperino spia (con disegni di Romano Scarpa): un Archimede dalla doppia personalità – una specie di Mad Ducktor ante litteram – provoca vari danni a Zio Paperone, salvo poi tornare in sé e porvi rimedio. Il titolare della storia deve indagare sull’inventore per capire cosa sta capitando, ma intanto ci si mettono anche i Bassotti… la vena surreale dello sceneggiatore torna prepotente, sia nel caratterizzare questo Archimede malvagio, sia nel bislacco risultato delle sue azioni criminose. L’avventura è decisamente godibile e rilassante, anche grazie all’elegante tratto scarpiano che la accompagna.
Resta infine da menzionare Zio Paperone e il computer sa-tutto-lui di Fabio Michelini e Giorgio Bordini, avventura atipica non solo perché pubblicata originariamente su Paperino Mese ma per la foliazione: ben 65 pagine filate, senza stacchi o suddivisione in puntate, che parte come un classico plot nel quale lo Zione cerca l’aiuto di un cervellone elettronico per tenere la contabilità del proprio impero finanziario e si evolve verso metà in un incubo distopico dove la macchina fa prima concorrenza affaristica a Paperone e poi si impadronisce dei mercati mondiali.
La forza della sceneggiatura sta proprio in questa escalation imprevedibile, che grazie al numero di pagine a disposizione non risulta forzata ma si prende i suoi tempi per svolgersi. Una primizia, direi, una chicca dimenticata che meritava di essere riscoperta.
Un numero quindi popolato da due anime, una vintage come da regola e una che guarda al nuovo millennio: stavolta in connubio ha retto e il numero si presenta come molto buono, vedremo in seguito come proseguirà la testata.
Papersera #16 è un numero particolare per la pubblicazione: è infatti l’ultimo, quello che sancisce la fine del progetto nato anche grazie alle amorevoli cure di Francesco Gerbaldo.
Alex Bertani firma un appassionato editoriale di due pagine per spiegare che la collana non era in crisi di lettori, perché pur non vendendo chissà quanto aveva un suo bacino di pubblico più o meno fisso che riusciva a garantirne il proseguimento. Il problema sta nella sempre più difficile reperibilità di storie inedite a tema – e infatti in questo albo ci sono solo una manciata di one-page francesi – e anche nel recupero degli impianti di storie già pubblicate in Italia diversi anni fa e magari mai più ristampate (come quasi tutte quelle proposte questo mese). Insomma, comporre un sommario di Papersera era un compito sempre più improbo, ed evidentemente il gioco non valeva la candela.
Davide Del Gusto ha messo in piedi un numero conclusivo che presenta come d’abitudine una selezione di storie del Disney Studio americano e alcune brevi della scuola brasiliana, recuperando le ultime indicazioni lasciate a suo tempo da Gerba, e di suo aggiunge come spunto finale quella che è considerata la prima storia italiana della serie: Zio Paperone e la notizia boom, di Guido Martina e Luciano Gatto, simpatica avventura che in quasi quaranta pagine spazia molto anche al di fuori della redazione cittadina ma che intrattiene con un buon ritmo, mantenendo in parte lo spirito d’oltreoceano e per il resto trattando la materia con piglio più “italiano”.
Come sempre il menù riesce a divertire con la leggerezza che ha garantito questa testata praticamente in ogni sua uscita: buonumore, semplicità e spensieratezza l’hanno fatta ancora una volta da padroni durante quella quarantina di minuti di lettura, ma è stata l’ultima volta.
È un peccato, perché era un appuntamento a cui mi ero ormai abituato e che, tra il prezzo popolare e la periodicità lasca, non incideva in nessun modo sulle mie tasche. Ma in fondo è anche giusto, e come fa notare il direttore c’è quasi un che di poetico nel lasciar andare Papersera insieme al suo curatore originario, che con il proprio spirito e la propria tenacia ha garantito che il progetto non si arenasse ma che anzi rimanesse in salute il più possibile, senza mai accontentarsi di portare a casa un risultato qualunque, ma cercando sempre di offrire il meglio delle proprie possibilità perché il prodotto finito avesse appeal anche per un pubblico più attento, tramite i suoi articoli e le inedite proposte.
Un fardello e un confronto che forse sarebbe stato ingiusto mettere sulle spalle di qualcun altro, anche se si trattava del buon Davide.
Questo sedicesimo numero di Papersera va quindi a fare compagnia a tutti i quindici precedenti, formando una collana impensabile fino a pochi anni fa e una splendida testimonianza dell’abnegazione e della passione di Francesco Gerbaldo verso il fumetto Disney.
Sono pochi i giorni in cui non ti penso, Gerbaldone, ma sicuramente ogni volta che l’occhio mi cadrà sulla mia collezione di Papersera non potrò evitare di ricordarti, con il solito affetto.
Ciao, ancora ciao.
L’altra creatura gerbaldiana è Il Club dei Supereroi, a settembre arrivato al #8. Qui non si vedono all’orizzonte segnali di chiusura, almeno per ora, e sicuramente l’argomento si presta a recuperi di materiale meno laboriosi. A sorpresa, però, qui sono io che abbasso la saracinesca!
Ogni tanto entro in modalità spending review, come gli aficionados di questo blog avranno ormai intuito: capitò anche con Almanacco, qualche mese fa, salvo poi rinnegare tale decisione e tornare rapidamente sui miei passi. Capita adesso col Club, ma stavolta credo che rimarrò più saldo nella mia convinzione: ultimamente i sommari non mi entusiasmavano particolarmente, e pur amando i supereroi e le storie Disney brasiliane mi sono guardato dentro e ho concluso che non ho davvero bisogno di continuare a collezionare anche questa testata. Il momento era particolarmente adatto per staccare la spina: sullo scorso numero è terminata The Duck Knight Returns e l’albo di settembre, a parte il primo episodio della successiva storia di Darkwing Duck, offre una selezione non proprio entusiasmante, con una presenza massiccia di streghe con superpoteri… ^^’’ il Superpippo italiano d’antan, poi, è stato un altro elemento che ha facilitato il distacco, lo ammetto.
Insomma, mi sono trovato a dover tagliare una spesa fissa, ancorché abbastanza economica, e la scure è caduta sull’anello più debole, che pure mantiene i suoi punti di interesse ma ai quali ho deciso di poter rinunciare.
Questo senza nulla togliere all’interesse della testata, a cui auguro lunga vita sotto la sempre attenta curatela di Davide che ha raccolto brillantemente il testimone da Francesco. Ok, questo numero in particolare onestamente non lo posso consigliare, se non a chi non vuole perdere neanche un numero per non avere buchi in collezione, ma sui prossimi confido che si torni a salire, e in quel caso anche se io continuerò a non comprare saprò dirvi la mia alla luce dell’indice 😉
Segnalo infine anche 100% esploratori, un’antologia di storie di Indiana Pipps tra le quali ricordo con piacere La spada del paladino di Sisto Nigro e Marco Palazzi e La scoperta dell’Australia di Bruno Sarda e Graziano Barbaro. È presente inoltre l’ultima storia scritta e disegnata da Massimo De Vita, che pur non essendo indimenticabile assume un certo valore di tipo “storico” proprio per quel motivo: Indiana Pipps e il falso pianeta.
Per il resto nulla di memorabile, ma se vi piace particolarmente il personaggio dell’avventuroso archeologo pippide può essere una buona lettura 😉
La fumetteria Disney di settembre 2022
Sul fronte dei prodotti per i più appassionati, Panini concentrerà i propri pezzi da novanta tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, tornando a sfruttare la finestra di lancio fornita dall’imminente Lucca Comics, che segnerà il ritorno in pompa magna dell’editore modenese nel circuito delle fiere di settore.
Ciò non vuol dire che settembre sia rimasto sguarnito di uscite per palati più raffinati, a partire dall’ottimo Le follie di Eta Beta, robusto cartonato in formato orizzontale che, in occasione dei 75 anni del personaggio, funge da versione aggiornata, riveduta e corretta dell’omonimo Oscar Mondadori uscito nel 1971.
L’operazione è in tutto e per tutto identica a quella di qualche mese per I pensieri di Pippo, che riproponeva nel corretto formato a striscia le strip di Floyd Gottfredson raccolte originariamente in un Oscar dallo stesso titolo.
Anche in questo caso gli impianti sono ripresi dall’omnia gottfredsoniana uscita in allegato con il Corriere della Sera una decina abbondante di anni fa, e gli articoli sono ancora una volta appannaggio di Alessandro Sisti.
Le storie sono le prime cinque con Eta Beta: L’uomo del 2000, Lo scassinatore fantasma, L’atombrello, La spia e Lo strano potere di Flip, tutte con i testi di quel genio che rispondeva al nome di Bill Walsh.
Penso sia inutile dire che, per chi non conoscesse queste avventure, l’acquisto è praticamente obbligatorio: il ciclo di Eta Beta è semplicemente magnifico, la quintessenza della fantasia e dell’avventura, e con una caratterizzazione dell’uomo del futuro adorabile e riuscitissima, quasi mai eguagliata dagli autori che successivamente lo hanno preso in mano.
L’edizione è davvero goduriosa ma, come feci per il volume su Pippo sopra citato, lo lascio sullo scaffale avendo già le storie in oggetto nella collana cronologica di Gottfredson.
Ribadisco che però se vi mancano queste perle non dovreste proprio farvele scappare.
Topolino Gold #8 – Reginella, le altre storie di Rodolfo Cimino prosegue il processo atto a rimediare alle storture della collana nel comprendere inizialmente solo le prime storie di relativi cicli composti da altri capitoli successivi a quello di esordio. Nessuno potrà mai dire se questi ulteriori volumi fossero previsti fin dal principio o se trattasi di soluzione pensata in seguito alle critiche provenienti dal web, ma in fondo poco ci importa: quel che conta è che i lettori che hanno deciso di seguire il Gold possono ora fruire anche le restanti storie di Rebo con la precedente uscita e di Reginella con il tomo pubblicato a fine settembre.
L’operazione in questo caso si presenta ancora più raffinata: grazie al contributo del figlio di Rodolfo Cimino vengono infatti inseriti nell’ampia sezione di contenuti speciali gli storyboard inediti dei soggetti che lo sceneggiatore realizzò per quelle che lui immaginava come le storie finali della saga: Le tentazioni di Reginella e La giravolta di Pacificus, rimaste come noto in questa forma e senza mai trovare compimento su Topolino, sul quale ha trovato invece spazio una diversa evoluzione del progetto e di conseguenza un altro finale, approntato un anno fa da Vito Stabile e Alex Bertani.
La presenza di questi due storyboard completi è un plus non da poco, a mio avviso, che potrebbe ingolosire anche il lettore che già possiede le storie qui raccolte (La minaccia terrestre e Il terribile Vampirione)… io, pur a malincuore, lascio sullo scaffale avendo l’intera saga raccolta nell’ottimo Tesori Disney #1, ma non posso negare che con questo sforzo la redazione e Panini si sono riscattati dal “peccato originale” offrendo un vero contenuto di peso all’edizione.
Rodolfo Cimino è protagonista assoluto (insieme a Giorgio Cavazzano) anche ne Le serie imperdibili #5 con I racconti attorno al fuoco vol. 1.
Confesso che non ho ancora trovato in giro l’albo ma, grazie alle fotografie condivise dalla pagina Facebook del Papersera, mi posso perlomeno fare un’idea dei contenuti extra: ricordo che i quattro volumi delle Tops Stories si sono distinti come un’ottima ristampa del ciclo anche per via degli approfondimenti firmati dallo sceneggiatore, ma in questo caso non si è potuto certo replicare visto che Cimino non è più tra noi da più di dieci anni. Mi pare che la scelta di arricchire l’uscita con una breve e sentita introduzione di Cavazzano, con un ricordo di Frank Stajano e con la testimonianza di Vito Stabile sia un modo interessante per offrire qualcosa di più ai collezionisti, che magari hanno già queste storie in altre edizioni. Non solo, la presenza dello storyboard inedito di un Racconto attorno al fuoco mai pubblicato rende questo appuntamento ulteriormente di pregio e appetitoso, riuscendo a eguagliare per cura e valore l’operazione condotta con i precedenti volumi della collana.
Si fa quindi un buon servizio a corredo delle prime tre storie della serie, progetto originale nel suo avere ogni volta protagonisti diversi e creati ad hoc, che agiscono all’interno dei racconti che Nonna Papera narra ai parenti durante alcune riunioni famigliari.
Svincolato dagli standard character e dalle loro caratterizzazioni, l’autore poté in queste occasioni dare libero sfogo alla propria vena poetica scrivendo trame molto sentite e capaci di parlare direttamente al cuore dei lettori.
Personalmente sono in possesso del Tesori Disney dedicato, che rimane però incompleto di un secondo volume che comprendesse tutte le avventure del ciclo (che pure ho sui Topolino nei quali esordirono). Non so ancora se cederò a questa nuova edizione, anche se alla luce dell’apparato editoriale presente confesso di essere molto tentato, ma a prescindere dalla mia scelta non posso che consigliarvene l’acquisto: se vi piacciono storie sensibili che parlano di vicende travagliate a base di buoni sentimenti che alla fine prevalgono, firmate da un Cimino particolarmente ispirato, questo fumetto fa per voi 😉
Topolino Extra Graphic Novel #2 ospita, dopo La solitudine del quadrifoglio, un’altra prova ambiziosa di Marco Nucci: La ballata di John D. Rockerduck, disegnata da Giorgio Cavazzano.
A mio avviso – ne parlai qui ai tempi – la storia può dirsi riuscita, senz’altro migliore di quella di Gastone che aveva alcune pecche che non me la fecero apprezzare del tutto.
Anche in questo caso il finale non è per tutti per la scelta operata dallo sceneggiatore, ma a me non diede particolarmente fastidio e anzi la trovai una buona chiosa, coerente con la costruzione della trama nel suo complesso e del messaggio di cui voleva essere portatrice.
Si parla di riscatto sociale, di dignità personale e di sentimenti non proprio immediati da gestire in un’avventura Disney, ma Nucci lavora di cesello e porta a casa un dignitosissimo risultato, riuscendo nel compito di dare maggior spessore e gravitas al “pivello in bombetta”.
Come nella quasi totalità dei casi precedenti, mi accontento senza problemi di averla su Topolino, ma per chi se la fosse persa in quel passaggio può approfittare di questa buona occasione per rimediare, supportato peraltro dai dietro le quinte provenienti direttamente dalla viva voce degli autori e da numerosi bozzetti e studi di Cavazzano pubblicati in uno spazio dedicato.
Topolino #3439: Nucci e Cavazzano raccontano i guai di Rockerduck.
Gli Special Book per le librerie si arricchiscono di due titoli: Io Paperinik e Victorian Ladies.
Nel primo caso si tratta di una selezione di storie sul personaggio, mentre nel secondo troviamo la raccolta integrale dell’omonima serie ideata e sceneggiata da Matteo Venerus, con protagoniste varie antenate di Minni che si muovono nella seconda metà del 1800.
Due proposte interessanti, soprattutto la seconda dal momento che si pone come un’edizione completa – contrariamente ad altri casi, non rimane fuori nessuna storia – di un progetto che finora non era stato ancora valorizzato dopo il suo passaggio sul settimanale.
Per quanto riguarda il volume su Paperinik, invece, al momento non ho informazioni sulla selezione operata, che può fare la differenza tra consigliare o sconsigliare l’acquisto.
Infine conosce nuova vita anche La Saga di Paperon de’ Paperoni di Don Rosa, dopo il brossurato economico di un paio d’anni fa e, ovviamente, dopo la presenza all’interno delle due opere omnie sull’autore.
In questo caso si prende come riferimento l’edizione americana di qualche anno fa in due volumi, il primo con i 12 capitoli canonici e il secondo con i bis.
Per collezionisti duri e puri e per fan sfegatati del Don: superfluo sottolineare che la $aga è reperibile in diverse versioni, anche molto valide, senza troppa fatica e a minor prezzo, al netto delle peculiarità insite in questa nuova edizione cartonata.
Insomma, vedete voi 😛
Ok, direi che è tutto.
A presto!
Se apri il next in Topolino 3326 trovi una Victorian Ladies che nel 3327 non é stata pubblicata e finora é rimasta inedita, pertanto non abbiamo una raccolta completa
Ah! Colpo di scena, ammetto che questa cosa non la ricordavo!
La mia frase sulla completezza della raccolta però non viene meno, dal momento che io intendevo che non è rimasta fuori nessuna storia del ciclo tra quelle finora pubblicate. Anche se non ci fosse stata una storia annunciata e poi saltata, in fondo c’è sempre la possibilità di nuove storie della serie che rendano una raccolta, in futuro, non più completa. È un rischio insito in operazioni di questo tipo, a meno di casi in cui non viene scritta una storia chiaramente conclusiva (come fu per “Pippo Reporter”, per esempio).
Ti ringrazio comunque per la precisazione, senz’altro utile 🙂
Ciao!
Mi incuriosisce l’iniziativa delle “Grandi Saghe”: alcune di queste, come “Storia&Gloria”, le ho già, ma potrebbe rivelarsi una collana interessante per recuperare saghe che non ho (ad esempio quella della Pietra Zodiacale o Il totem decapitato).
A proposito, mi consigli “Il segreto del totem decapitato”? Non ho mai avuto occasione di leggerla e ho letto pareri contrastanti sulla storia, pertanto sono in dubbio se recuperarlo o meno.
“I Grandi Classici Disney” non deludono mai. In questo caso anche le storie più recenti sono molto valide, più di altre volte. In particolare in “Il rovescio della crostata” troviamo una storia dal canovaccio simile a “Qui Quo Qua e il tempo delle mele”, dove uno dei nipotini si innamora di una ragazzina. Non so perché ma la ragazza, Leila, mi ha ricordato un po’ una versione “bambina” di Lyla Lay, non so, forse per i capelli o i tratti del viso.
Ottima la Sezione Superstar, apprezzo molto lo stile di scrittura di Pier Luigi Gaspa (come ho sinceramente apprezzato il suo ricordo a Boschi nell’editoriale introduttivo) nell’articolo delle Superstar. Buona anche la selezione, in particolare ho preferito “Nocciola e il titolo accademico” e “Paperino e la scuola degli enigmi”. La storia di Nocciola è divertentissima e originale, non tanto nello spunto della scuola per streghe, quanto nello sviluppo e nello stratagemma di vendita da parte della fattucchiera; inoltre ho un debole per il ciclo di storie con Nocciola di Chendi e Bottaro, adoro i botta/risposta, le trovate geniali e divertenti, le gag e le nozze perfette tra disegni e sceneggiatura che queste storie presentano. Invece “La scuola degli enigmi” è la classica vicenda martiniana che mixa cattiveria, umorismo e dinamiche familiari contorte per ottenere un risultato finale tipico delle “maschere” che sono i personaggi nelle storie di Martina: Paperino zio-tirannello vile e ozioso, i Nipotini sagaci e discolacci, Paperone despota-cattivo, et cetera…tutto mirato sempre al divertimento e allo humor tipico di quegli anni e di quella scuola fumettistica.
Il resto del sommario è buono: ho gradito le due siegeliane (“Paperino spia” mi ha ricordato un po’ un’altra storia di Siegel, “Paperone e l’antimonetario” https://inducks.org/story.php?c=I+TL++913-C pubblicata un anno fa sui GCD, dove un mago attuava trovate strane simili a quelle di “Paperino Spia”). “Il computer sa-tutto-lui” è una storia particolare, senza stacchi o divisione in più parti, costruita con un intreccio di flash-forward e “what if” funzionale e frizzante, che tiene viva l’attenzione. Curiosa anche la trovata finale, simbolo dell’importanza anche didattica di “Topolino”, del Pi Greco e del suo valore incalcolabile.
Un ottimo numero, corredato da articoli interessanti e da un piacevole ricordo a Boschi.
Mi dispiace per la chiusura di “Papersera”, non l’ho seguito sempre con costanza ma era una pubblicazione interessante e piacevole, recupererò senz’altro degli arretrati.
Sempre a metà tra la lacrimuccia e il sorriso di dolcezza per il tuo ricordo a Gerbaldo, fa sempre piacere leggere i tuoi aneddoti e i tuoi ricordi per Francesco🌸
Io non ho mai preso “Il club dei supereroi”, eccezion fatta per il #2 che aveva “Le 12 fatiche di Paper Bat” che aspettavo da tempo di leggere, per vari motivi: un po’ la tematica (quello supereroistico non è il mio genere preferito, anche se mi piace abbastanza) un po’ per alcune selezioni. Quindi non ho seguito con costanza la testata, ma posso capire i tuoi motivi. Conoscendoti, però, se ci saranno numeri per te interessanti, recupererai anche i precedenti per non aver buchi nella collezione😝
Progettavo da tempo di recuperare Gottfredson in inglese sugli originali Fantagraphics, quindi non compro sempre questi volumi su Gottfredson in italiano, ma conosco alcune delle storie nel sommario di “Le follie di Eta Beta”, e se avete le capacità economiche per un simile cartonato, l’acquisto è più che consigliato!
“L’omnia” di Reginella e “I racconti attorno al fuoco” sono volumi che mi attirano, mi piace lo stile di Cimino e non ho mai o quasi mai avuto occasione di leggere queste storie.
Personalmente ho gradito sia “La ballata di John D. Rockerduck” sia il ciclo “Victorian Ladies”, quindi consiglio l’acquisto di entrambi i volumi (io non li ho presi in quanto possiedo già le storie sui Topolini originali).
Se devo consigliare un recupero per la $aga di Paperone, mi vengono in mente “Tesori International” 1 e 2 (la versione che ho io) e l’omnia di Don Rosa (di cui non ho i numeri con la $aga ma ho altri numeri, fatti molto bene). Quindi eviterei di prendere questa edizione, a meno che sia poi completata da un altro volume con i capitoli extra e connessi (sarebbe cosa buona e gradita, in quanto non fanno parte della $aga in sé ma fanno parte della mitologia donrosiana sul passato di Paperone).
Un buon mese, godiamoci i prossimi con le novità per Lucca.
Ciao!!
Ciao!
Dunque, per quanto riguarda “Il segreto del totem decapitato”, personalmente non ne sono un grande fan. Più che una lunga storia unica è un risibile filo che collega storie per il 90% autoconclusive, e nel complesso l’ho sempre considerata trascurabile.
Ovviamente opinione soggettiva 🙂
Sul “Club dei supereroi”… ormai ho dato un’immagine di me irrimediabilmente compromessa XD
Il tempo ci dirà se anche stavolta ricadrò nel mio vizio di forma 😛
Se ti piace lo stile di scrittura di Rodolfo Cimino e ti mancano le storie di quei due cicli… il mio consiglio spassionato e di approfittarne certamente 😉
Per quanto riguarda la nuova edizione della $aga donrosiana, credo che il secondo volume con i capitoli bis sia praticamente certo, sia perché così è stato per l’edizione americana di cui questa italiana è la trasposizione 1:1, sia perché il volume è etichettato come vol. 1 🙂 Stessa identica operazione dei primi due numeri di “Tesori International” che citi tu, quindi 🙂
A presto!
Grazie per il tuo parere sul Totem Decapitato, ci penserò su.
Ringrazio anche Gianni per la curiosità su Victorian Ladies di cui non ero a conoscenza.
Penso che sia un vizio di molti collezionisti quello di recuperare arretrati per non aver buchi nella collezione…sei in buona compagnia😂 Io non sono così completista, ma posso capire le “debolezze” di questi collezionisti.
Ti ringrazio anche per il parere sui cicli di Cimino, non mi farò sfuggire queste ristampe!
Buona notizia anche la ristampa completa della $aga: personalmente non la comprerò, ma di sicuro il volume 2 sarà apprezzato da chi segue questa ristampa (rendendo questa edizione più completa di quella dello scorso anno).
Alla prossima!