Bentornati su Lo Spazio Disney!
Dopo più di due mesi di assenza da questi lidi, per i motivi già espressi qui sopra tra giugno e luglio scorsi, riesco finalmente a tornare a scrivere sul blog… anche per darvi l’opportunità di vederlo nel suo nuovo splendore grafico, coerente con il resto de Lo Spazio Bianco che da qualche settimana si è rifatto il vestito con un gusto che personalmente mi piace da matti.
Un grazie infinito quindi al direttore Ettore Gabrielli che ha messo in campo il suo tempo e il suo impegno per dare una benefica rinfrescata al sito e a cascata anche ai blog, compreso il mio.
Oltre che per questo motivo, diciamo che ci voleva il trigger per spingermi a sfornare un nuovo post ritagliandomi il tempo tra i mille impegni che la mia nuova vita mi pone dinanzi 😛

L’iniziativa è di per sé meritoria perché va a pubblicare qualcosa di meno banale del solito, in una qualche maniera più ricercato e con un impianto didattico che fa sempre piacere vedere applicato ai personaggi Disney. Il libro gode infatti anche dell’introduzione del Prof. Andrea Maggi – insegnante di lettere molto attivo sui social e noto per la sua partecipazione al programma Il Collegio su Rai2 – e questo concorre a dare spessore al progetto.
Insomma, siamo di fronte a un volume curato, con tanto di “guida di viaggio” per fornire al pubblico tutti gli elementi utili per apprezzare l’operazione.

Oltre infatti a una prosa un po’ “ingessata” nell’introduzione biografica, che poteva far sollevare qualche sopracciglio ma essere riconducibile semplicemente a una penna forse non troppo ispirata nel redigerla, il tasto dolente sono le storie citate a titolo informativo tra le tante realizzate dall’artista nella sua lunga carriera.
Vengono menzionate Topolino e l’enigma di Mu, Paperino e il raggio di Atlantide e La dolce vita: ebbene, molti tra coloro che stanno leggendo queste righe sanno benissimo che L’enigma di Mu è una storia di Massimo De Vita, l’omaggio alla pellicola di Federico Fellini è Topolino e il ritorno alla dolce vita di Roberto Gagnor, Marco Ponti e Paolo Mottura e infine Paperino e il raggio di Atlantide… semplicemente non esiste! Si tratterebbe semmai di Topolino e il raggio di Atlantide, che però è di Casty.
Insomma, una collezione di svarioni che si può spiegare solo in due modi, a voler dare il beneficio del dubbio come ha fatto in quei giorni Alberto Brambilla sui social: o il redattore è andato a memoria o si è ricorso all’intelligenza artificiale per chiederle di fornire una biografia degli autori. A quel punto ChatGPT o chi per essa ha azzeccato le fonti per Salvagnini e Maggi ma ha preso qualche cantonata di troppo su Cavazzano.

Anche volendo andare al di là di queste considerazioni, resta comunque il fatto che le intelligenze artificiali hanno dei limiti e pertanto occorre sempre un controllo umano per verificare che non abbiano attinto da fonti sbagliate o non abbiano svarionato per qualche motivo. Sono sistemi informatici che, per quanto complessi, elaborano in pochissimi secondi infinite banche dati presenti nel web e alle quali possono accedere: non è così sorprendente che possano buttar fuori anche dei risultati incongruenti, per una miriade di ragioni.
Termini stretti per consegne e carico di superlavoro non possono essere una scusa per l’approssimazione e se l’utilizzo delle IA può venire incontro al redattore facendogli risparmiare il tempo di scrivere una biografia, si dovrà comunque cercare di investirne una frazione almeno per rileggere quanto proposto dal software al fine di correggere qualcosa, se necessario. Un controllo di due minuti d’orologio su un qualsiasi motore di ricerca avrebbe consentito di sistemare quella chiosa.

E se tutto ciò tutto sommato rimane nel ristretto campetto del fumetto Disney, limitando i danni, cosa vieta che una dinamica del genere non si ripeta – o non si sia già ripetuta – anche per altri tipi di contenuti, magari di geopolitica o di storia?
Ma anche tornando a pensare solo al mondo di Paperi e Topi, mi si permetta di essere preoccupato per la china che si potrebbe prendere con un uso incontrollato delle AI, che non si limita a un impoverimento della qualità dei testi e dei contenuti editoriali dei volumi proposti al pubblico – che pure mi intristisce assai – ma sconfina in quelle che sono delle vere e proprie castronerie che in un perverso circolo vizioso si diffonderanno sempre di più.

Diciamo allora che questo curioso caso, a prescindere dalla sua genesi, ha fornito ad ogni modo il pretesto per riflettere sul tema dell’intelligenza artificiale applicata al campo dell’editoria a fumetti e a quello che potrebbe accadere se la si lasciasse a briglia sciolta senza una necessaria supervisione.
Un monito dal mio modesto pulpito, diciamo: perché errare è umano ma è anche artificiale, come ormai dovrebbe essere chiaro a tutti, e perseverare rimane diabolico.
Sia come sia, temo che Luca Boschi e Francesco Gerbaldo si siano rivoltati nella tomba.
NB: le due fotografie degli interni del volume sono prese dalla pagina Facebook del Papersera, che ringrazio.
Sono assolutamente d’accordo. Tutto va controllato. Anche nel doppiaggio, purtroppo assisto a svarioni incredibili…Chapeau per l’articolo.
Grazie Nunziante! Lasciare a briglia sciolta qualcosa di “automatico” purtroppo pone sempre rischi di errori, in tutti i campi…
Ciao Bramo. Leggere sfondoni megagalattici su Cavazzano perché forse si è usato l’intelligenza artificiale anzichè usare un cervello biologico è vergognoso.
Comunque, spero che tornerai a fare live con degli autori o altri adetti ai lavori, da quando Fisbio ha deciso di mettere la testa a posto, ha lasciato un vuoto da colmare.
Sicuramente è piuttosto triste, almeno per noi appassionati 🙁
Ti ringrazio del commento, Andy… e anche dell’incitamento! Il buon Fisbio è difficilmente sostituibile 😛 in ogni caso spero di riuscire prossimamente a organizzare qualche live, anche se non in maniera fissa: mi farebbe piacere perché mi divertivo un sacco!
A presto!