
S02 E05 – “Si può fare” di Isabella Di Leo
Chi non riconosce la citazione “Si-può-fareeeeee!” al primo colpo è evidente che dovrebbe essere condannato (mai condanna sarebbe più dolce e maggiorment rieducativa) alla visione ininterrotta per una settimana di Frankenstein Junior! Un capolavoro della comicità talmente zeppo di battute e modi di dire da esser entrato nel gergo comune.
Isabella Di Leo dà vita a questo bel volume nel quale ripercorre la storia della realizzazione dell’opera, con tanti retroscena e aneddoti: e questo è uno dei lati del suo fumetto. Ma, allo stesso tempo, utilizza questo espediente per raccontare due persone, Mel Brooks e Gene Wilder, e la loro storia di amicizia profonda e sfaccettata. Grazie a qualche flashback l’autrice conduce il lettore a conoscere i caratteri, i timori dei due artisti e come il loro legame, nato professionalmente, divenne qualcosa di più, una amicizia e quasi un rapporto padre/figlio nel quale però i ruoli potevano cambiare e ribaltarsi. Di Leo riesce a mettere tanta sensibilità in questo aspetto, e alla fine della lettura è proprio questo aspetto che risulta il vero punto di forza del fumetto. Si avverte certo quanto l’ammirazione per i due protagonisti faccia sì che anche i lati peggiori del loro carattere siano visti sotto un’ottica un po’ indulgente, ma senza mai nasconderli.
La presenza nel catalogo Beccogiallo è certamente adatta, ma non ci si trova davanti a una fredda cronaca o a una esposizione accademica dei fatti. Viene invece resa in maniera abile l’aspetto romanzesco delle vite di Brooks e Wilder e l’intesa nata sul set tra loro e il resto degli attori e dei tecnici.
Di Leo disegna i personaggi accentuandone gli elementi più identificativi, creando delle maschere caricaturali e rendendoli facilmente indentificabili, oltre che molto espressivi. È un segno un po’ rigido a volte, con tavole a volte un po’ avare di sfondi – a cui viene rimediato attraverso l’uso del colore – ma lungo tutta l’opera la leggibilità è chiara, diretta e ben congeniata, senza contare che uno stile tra il realistico e il cartoonesco sembra adattarsi perfettamente ai toni del film e dei protagonisti stessi.
Finito di leggerlo, viene voglia di seguire la bibliografia proposta dall’autrice e addentrarsi ancor di più nella storia di questo mitico film e dei suoi creatori.
E se volete approfondire invece la conoscenza di questo fumetto, vi segnalo la recensione da Lo Spazio Bianco e l’intervista a Isabella Di Leo: