
#75 – Clyde Fans di Seth
Ormai di quotidiano non c’è nulla su questo blog. Il mea culpa dovrebbe essere lunghissimo, soprattutto per la mancanza di disciplina. Ma senza grandi proclami, a volte è semplicemente necessario fare un piccolo passo.
E questo piccolo passo è rappresentato da un grandissimo fumetto, o “romanzo per immagini” come definito dallo stesso autore. Seth è un fumettista fondamentale per conoscere il fumetto contemporaneo, un autore che ha scritto relativamente poco ma tutto con un gran peso in termini di forza narrativa.
La vita non è male, malgrado tutto ne svelò le qualità in Italia, l’uscita della prima parte de Il commesso viaggiatore nel 2003 anticipò quello che, quasi vent’anni dopo, sarebbe stato Clyde fans. Venti anni per terminare un grande racconto, il confronto tra le vite di due fratelli tra gli anni ’50 e gli anni ’90

Difficile dire con esattezza chi sia il protagonista di Clyde Fans, se Abe con quella falsa sicurezza in sé e con il peso di aver fatto fallire l’azienda di ventilatori creata dal padre, o Simon con la sua timidezza e la passione per le vecchie cartoline. Se il grande edificio che era l’ufficio della Clyde Fans, che nel corso del racconto e degli anni sembra diventare sempre più grande e labirintico, se il passare degli anni in un’America che dagli anni ’50 arriva fino quasi al 2000.
O se non sia il fumetto stesso in quanto strumento per raccontare, o l’incedere del tempo delle tavole spesso così rarefatto che si fatica a respirare leggendole. Un fumetto monumentale, pervaso di malinconia per due vite che anno dopo anno si sono allontanate dall’immagine che avevao i due fratelli di sé, scandito da uno stile che rende solido, concreto il silenzio, l’attesa, la pausa tra una vignetta e l’altra.

Lo scarto di stile di Seth tra la prima parte e la seconda, uno scarto di quasi 20 anni, è evidente sia nel disegno sia nella costruzione delle tavole ma, complice la divisione temporale a salti, l’alternanza tra il punto di vista dei due personaggi e i cambi di ambientazione, non si avverte tanto da essere un ostacolo alla lettura o da indebolirla. Tutt’altro: Clyde Fans è un’opera possente, sentita, che racconta tantissimo con i disegni e le parole, e tantissimo con gli spazi bianchi tra le vignette.
Da leggere, senza tante altre discussioni.
Se non è sufficiente, vi rimando alla recensione di Matteo Pieri:
O alla mia vecchia recensione della prima parte di Clyde Fans, allora intitolato Il commesso viaggiatore:
E se non vi basta, Ned Bajalica ha scritto un pezzo su La vita non è male, malgrado tutto: