#60 – Un’estate senza mamma
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#60 – Un’estate senza mamma

Almeno un fumetto al giorno: questo l’impegno che mi sono preso per il 2020… Non recensioni, ma impressioni di lettura, sensazioni, ispirazioni suscitate da letture che avevo lasciato indietro.

Grégory Panaccione ha una matita leggera, fluente, di grande leggibilità e capace di essere sia scattante e nervosa, come nelle avventure del cane Toby (qui co-protagonista), sia di diventare precisa e dettagliatissima come nelle pagine oniriche di questo graphic novel. Inoltre, sa essere leggibilissimo e chiaro anche in un fumetto quasi completamente muto come questo, che pure presenta elementi fantastici che vanno a infilarsi nei giorni di vacanza della bambina francese protagonista, che passa l’estate da amici di sua madre e che non conosce una parola di italiano (ed ecco che il fumetto muto è un escamotage per creare un leggero spaesamento dal non capire la lingua.

Panaccione racconta con leggerezza, riesce a divertire e commuovere con naturalezza, sfrutta benissimo il punto di vista dei bambini per raccontare con tanta immaginazione – o con quella capacità che hanno i fanciulli di intravvedere la magia che si insinua nella realtà, come Miyazaki tra gli altri ci ha insegnato – un evento storico tragico in chiave favolistica.

L’autore consiglia di leggerlo con lentezza, e a volte ci si deve un po’ forzare a soffermarsi più dell’apparente necessario tanto sono scorrevoli le tavole, ma quando si arriva a quelle più spettacolari allora si rallenta per forza, ammaliati da tanta fantasia.

Per chi volesse approfondire, un bell’articolo di Paolo Ferrara:

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