Un’estate senza mamma e senza parole: il nuovo fumetto muto di Panaccione

Un’estate senza mamma e senza parole: il nuovo fumetto muto di Panaccione

ReNoir Comics propone una graphic novel quasi completamente priva di testi per una storia dai toni eterei e fiabeschi alla scoperta di una tragedia.

Il pretesto per questo nuovo, corposo, fumetto muto (come già i suoi Un’oceano d’amore e Match) di Gregory Panaccione, è uno scoglio linguistico. La piccola Lucie, bambina francese, deve infatti trascorrere l’estate in Italia, ospite di una coppia di amici di sua madre. Solo che Lucie non spiccica una parola di italiano e la coppia non capisce una parola di francese, esattamente come il ragazzino con cui farà comunque amicizia sulla spiaggia. E così veniamo trasportati dall’autore in questa bizzarra estate senza parole (o quasi) insieme alla sua protagonista.

Nel corso della storia Lucie dovrà fare i conti con strani pesci dotati di gambe e un misterioso folletto che vive nella casa dov’è ospitata. Il segreto di queste curiose creature sembra nascosto sull’isola della Gallinara, che Lucie, nella parte finale del racconto, riesce a raggiungere insieme al nuovo amico e dove, oltre a rivelare il mistero sotteso lungo la storia, l’autore spinge al massimo la componente surreale.

Ci ritroviamo con alcune tavole che si prendono l’intero spazio di doppie pagine per mostrarci ambienti fantastici e affascinanti, visioni che sembrano una via di mezzo tra Escher, Alice nel Paese delle Meraviglie e scorci di siti archeologici sudamericani. Con una punta di Jacovitti, visto che tutti questi pesci con le gambe non possono evitare di far pensare, almeno a un lettore italiano, al nostrano autore comico.

Ed è proprio in questa ultima parte del volume che forse si percepisce al massimo quanto lo stesso Panaccione dichiara prima di iniziare la storia: che il volume è un omaggio ai due autori che considera maestri, Miyazaki e Moebius. Ma un certo influsso nipponico emerge in generale da tutta l’opera, a partire dal suo tratto minimale e da alcune scelte nella narrazione fino ad arrivare alla scelta di un bianco e nero a cui si aggiunge un grande impiego del grigio che richiama agli abbondanti usi dei retini nel manga.


Il disegno, il montaggio molto dinamico e le soluzioni scelte da Panaccione sono caratterizzati da chiarezza e semplicità, cosa non solo non scontata, ma anche estremamente necessaria in una storia in cui si manifestano elementi fantastici, anche di fronte a situazioni e personaggi surreali. Anche nei passaggi più bizzarri, come nelle sequenze nelle quali la protagonista e il suo amico cambiano età da una vignetta all’altra, diventando via via improvvisamente adulti o più piccoli, l’autore riesce a mantenere fruibilità e comprensione senza l’ausilio di alcun testo e senza lasciare il lettore preda della confusione, gestendo con un notevole controllo la scansione narrativa e la costruzione delle singole sequenze.

La storia ha toni fiabeschi e alcune note poetiche, votate a raccontare non solo l’avventurosa estate della protagonista, ma anche una terribile tragedia. E se il volume risulta immersivo e ben orchestrato, imponendosi in modo naturale in una lettura lenta e contemplativa nonostante l’assenza di testo, la questione della tragedia lascia una sorta di sospensione. Pretesto per le vicende e le scoperte di Lucie, al termine della storia la sua risoluzione appare non proprio semplicista, ma in qualche modo incompiuta. Ma forse è proprio la sensazione che lasciano addosso certe tragedie.

Abbiamo parlato di:

Un’Estate senza Mamma.
Gregory Panaccione
Renoir Comics, 2019
280 pagine, b/n, brossura – 19,90€
ISBN: 9788865672297

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