Il mio fumetto quoditiano #28: “L’uomo che uccise Lucky Luke”
Almeno un fumetto al giorno: questo l’impegno che mi sono preso per il 2020… Non recensioni, ma impressioni di lettura, sensazioni, ispirazioni.
I classici del fumetto francese non muoiono mai! Lucky Luke è noto da noi più per la serie animata che per i fumetti – ed è bizzarro come sia stato in fin dei conti poco sfruttata la cosa a livello editoriale. Un personaggio iconico, con il quale è interessante giocare sul sottile confine dell’omaggio fedele quanto su quello del tradimento.
Matthieu Bonhomme compie un’operazione che sembra strizzare l’occhio a entrambe, scrivendo e disegnando un racconto solido e “serio” ma al contempo pieno di amore e di conoscenza per il personaggio, evocando più che mostrando le sue peculiarità, alle prese con un caso di rapina e omicidio in una isolata cittadina del west.
Disegni plastici e dinamici che caratterizzano ogni personaggi in maniera ottimale, capaci di donare a ognuno espressioni decise e chiare come anche di sottolineare i pochi momenti ironici. Siamo lontani dal tono scanzonato e umoristico della serie originaria, eppure Lucky Luke è ben presente e pienamente centrato, solo slittato verso un maggiore realismo e tono drammatico, in una storia che si regge sulle sue gambe senza appoggiarsi al mito.
Su Lo Spazio Bianco la recensione di Luigi Greco: