Il Santo di Taddei e Marinangeli: una parabola mistica contro l’alienazione

Il Santo di Taddei e Marinangeli: una parabola mistica contro l’alienazione

"Il Santo" è una novella dal sapore medievale che interroga su concetti quali la libertà e l'autodeterminazione, il valore del sacro e della spiritualità e l'essenza della fede, in un periodo in cui il nichilismo sembra inghiottire ogni cosa.

Schermata 2020-10-08 alle 18.51.48Marco Taddei e Marco Filicio Marinangeli realizzano per Tabularasa Edizioni un’opera atipica: lo straniamento è forte sin dalle prime pagine di questo libro, che in quarta di copertina promette in latino “chi lo legge è santo”.

In un indefinibile periodo, che potrebbe essere presente, passato o futuro remoto, “nessuno peregrinava per la Terra, giacché strade e sentieri erano stati cancellati”, nessun uomo osava uscire di casa per timore di un cielo oscuro e opprimente, tutti vivevano o stremati o folli; gli unici che osavano avventurarsi all’esterno erano due frati dotati di immensa fede.
Durante il loro cammino i due si imbattono in un’isola abitata da personaggi grotteschi totalmente nudi e pienamente felici, dediti ai bagordi e ferventi adoratori di un Santo che sembra essere l’Anticristo rispetto al Dio venerato dai due monaci.

Il tono della narrazione è quello di una parabola, con un narratore onnisciente e distaccato il cui registro linguistico è tipico di una parlata medievale. Il racconto assume la forma del libro illustrato, con brevi didascalie accompagnate da illustrazioni ampissime a doppia pagina. La parola scritta è ridotta all’osso, per permettere alle immagini di guidare il lettore e mostrare molto oltre rispetto a quanto viene descritto.
Taddei imbastisce una novella ieratica che a dispetto delle apparenze non parla di religione, ma di spiritualità. I suoi due frati si approcciano ad una nuova “società” di individui tentando l’indottrinamento, come avvenne per il “buon selvaggio” a seguito della scoperta delle Americhe, tuttavia restano ammaliati da questo mondo, ne subiscono il fascino e si trovano di fronte esseri pienamente liberi e religiosamente consapevoli.

L’insegnamento finale, vera e propria chiave morale che ogni parabola cela in sé, è un invito al recupero della dimensione spirituale, all’esaltazione del gesto sacro e alla riconciliazione con la parte più intima di sé, in una espressione individuale che è liberazione e libertà totale.

I “selvaggi” de Il Santo sono caotici Frankenstein dai corpi misti fra uomini e animali, ma non sono dei matti:Schermata 2020-09-29 alle 19.57.58 semmai esprimono la loro natura più intima, ciò che davvero vogliono essere e non vogliono mai dover nascondere agli altri; la loro condizione è quella di una follia maieutica, quella che rende il folle il più importante dei saggi.
La spiritualità di questi personaggi è priva di dogmatismi ed è a mezza via fra l’oltreuomo nietzscheano che si lascia alle spalle la morte di Dio e si abbandona alla dimensione dionisiaca e l’Eone di Crowley, la creatura neonata che si rapporta al mondo tramite la magia mercuriale della creazione mediante la parola, un essere-demiurgo che con la propria mente plasma la sua stessa realtà e agisce secondo la massima “Fai ciò che vuoi sarà tutta la Legge. L’Amore è la legge, amore sotto la volontà”.

Leggendo queste pagine si potrebbe percepire in controluce la filigrana di un collegamento con l’opera del regista Andreij Tarkovskij: la storia ricorda in più passaggi il film Nostalghia, in cui un uomo ritenuto pazzo aveva rinchiuso in casa per sette anni la sua famiglia in attesa dell’Apocalisse.
La pellicola, nelle battute finali, era incentrata inoltre sul compimento di un rito purificatorio, l’accensione di una piccola fiammella (simbolo di una recuperata spiritualità) portata in processione all’interno di una vasca termale.
Oltre alla costante presenza degli elementi salvifici di acqua, fuoco e terra (non a caso ne Il Santo il dio degli indigeni è proprio un albero), in Nostalghia il protagonista nel finale si dà fuoco, e il gesto assume il significato di un rituale sacro che è d’esempio, divenendo egli stesso candela per gli altri, esattamente come i due frati diffondono infine il “nuovo” Santo al resto della popolazione: “Morire in levità/e al riparo d’un tetto di fortuna./Accendersi postumi/come una parola”. (A. Tarkovskij)
Il mondo de Il Santo è un mondo privo di strade e sentieri, non vi sono ponti e non c’è comunicazione e comunione fra gli individui. In questo contesto, esattamente come nel film di Tarkovskij, la nostalgia assume dunque il significato di alienazione, dagli altri e anche da sé.

Schermata 2020-10-08 alle 18.55.54I disegni caravaggeschi di Filicio sprigionano una potenza enorme. L’attenzione è totalmente incentrata sui corpi, che rendono alla perfezione ogni minimo dettaglio: la matericità dei muscoli e della carne, i solchi e le rughe sui volti. Lo sguardo del lettore è totalmente proiettato sulla mimica, l’espressività di ogni personaggio trasuda le sue sensazioni, il dolore, lo sbigottimento, la felicità, il piacere.

Filicio sembra in grado di rendere qualsiasi sentimento umano: i gesti sono protagonisti di ogni pagina, le movenze delle mani che afferrano, tengono saldo un bastone nodoso o un rosario, indicano con fare accusatorio, raccolgono la testa in segno di disperazione, accarezzano una spalla per un seducente invito. Questo naturalismo risulta inoltre pienamente efficace anche nelle continue rappresentazioni della vegetazione e di un parco sterminato di animali grotteschi mostrati con un’attenzione etologica.

Alla vena fortemente realistica e teatrale dei disegni si aggiunge una componente mistica che ben si sposa con il sottotesto magico della parabola, e che fa riferimento all’iconografia folkloristica.

Il formato ampissimo del libro permette di galleggiare sospesi fra le pagine, e il tono misto da novella medievale e parabola biblica, unito al naturalismo magico dei disegni di Filicio creano una dimensione temporale rallentata che sembra fermare il tempo e dona al racconto l’ecumenicità di un prezioso insegnamento spirituale.

Abbiamo parlato di:
Il Santo
Marco Taddei, Marco Filicio Marinangeli
Tabularasa Edizioni, ottobre 2020
56 pagine, brossurato, colori – 25,00 €
ISBN: 9788894266559

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