
Addio a Stelio Fenzo, maestro del fumetto
Ci ha lasciati ieri, 8 aprile 2022, il disegnatore Stelio Fenzo, autore dal segno classico ma personalissimo, vibrante e morbido al tempo stesso, che si è distinto anche in diversi adattamenti letterari: da cui questo breve ricordo su questo blog, che del rapporto tra letteratura e fumetto si occupa.
Fabio e Stelio Fenzo, L’Ultimo dei Mohicani
Classe 1932, Fenzo esordisce su L’Asso di Picche nel 1947, lavorando da allora nel settore. Lambiek parla dei suoi adattamenti di film per “Il Vittorioso” nei primi anni ’50; erediterà poi delle serie da Hugo Pratt, Kiwi e Capitan Cormorant, nel 1962; nel 1968 crea il fumetto erotico “Jungla”, nel solco delle tarzanidi, e nel 1969 “Raquel”, che evolve il filone erotico-western (ne parla Moreno Burattini qui).
Fabio e Stelio Fenzo, Lord Jim.
Gli adattamenti letterari saranno per “Il Giornalino”, nella cui scuderia entra nei primi anni ’70, con grande rinnovamento della rivista dei Paolini che segue la chiusura del “Vittorioso”. Gli adattamenti avverranno negli anni ’90, su testi del nipote Fabio Fenzo, e Wikipedia riporta appunto i tre che possiedo (assieme ad altri fumetti non adattati dalla letteratura): “L’ultimo dei Mohicani” , “Lord Jim”, “Robin Hood”. Fumettologica menziona anche “Un americano alla corte di Re Artù”, da Twain (testi di Toni Pagot, 1999) e “Kim”, da Kipling (testi di Paola Ferrarini, 1992).
Fabio e Stelio Fenzo, King Arthur
Si tratta di tre buoni adattamenti, sulla linea alta tenuta dal Giornalino, non solo in questo ambito. Colpisce in particolare l’adattamento – piuttosto fedele, nel complesso – di “Lord Jim” (1899) di Joseph Conrad, che a differenza dei Mohicani di Fenimore Cooper (un grandissimo classico dell’avventura, almeno a un primo livello: molto caro anche a Hugo Pratt) e alle avventure arturiane (mediate, mi pare di ricordare, da un qualche allora recente film) è un romanzo complesso, problematico, con un anti-eroe tragico, dal volto oscuro che emerge nel drammatico finale.
Quest’opera in particolare mi è cara per la sua singolarità, e mi pare che il tratto di Fenzo sia particolarmente idoneo a interpretare le inquietudini conradiane (che, di solito, nel fumetto, sono ricordate più per il potentissimo “Cuore di tenebra”, come ho accennato qua). Un maestro, dunque, che ci lascia in eredità il tesoro di un segno ricchissimo, da approfondire e studiare da parte degli appassionati della nona arte.