Elio+4

Tre bambini animati

23 Giugno 2025
Negli ultimi giorni ho avuto l’occasione di vedere tre film che, ognuno a modo suo, sono stati in grado di interessarmi ed emozionarmi. Casualmente, tutti e tre hanno a che fare con i… bambini disegnati. E quindi, via con i consigli per la visione:   Chi sei, Charlie Brown? Un ottimo documentario di meno di un’ora che racconta stralci di vita di Schulz, l’ideatore dei Peanuts, senza dubbio la striscia a fumetti più popolare di sempre. È meraviglioso venire a conoscenza di alcuni particolari della sua vita, della sua passione per i fumetti, delle motivazioni che l’hanno portato a creare

Negli ultimi giorni ho avuto l’occasione di vedere tre film che, ognuno a modo suo, sono stati in grado di interessarmi ed emozionarmi. Casualmente, tutti e tre hanno a che fare con i… bambini disegnati. E quindi, via con i consigli per la visione:

 

Chi sei, Charlie Brown?

Mv5bywmwmji5mwmtnmu2yi00ndi1lwfmnwutymvizmqwnjmxndywxkeyxkfqcgc@. v1 Un ottimo documentario di meno di un’ora che racconta stralci di vita di Schulz, l’ideatore dei Peanuts, senza dubbio la striscia a fumetti più popolare di sempre. È meraviglioso venire a conoscenza di alcuni particolari della sua vita, della sua passione per i fumetti, delle motivazioni che l’hanno portato a creare Charlie Brown e tutti gli altri personaggi che molti di noi amano.

Bello scoprire la somiglianza caratteriale tra Charlie e il suo creatore, e il fatto che molti dei personaggi dei Peanuts siano sfaccettature di Schulz stesso. Ma questo, direi che ce lo aspettavamo. Interessanti anche i racconti circa le genesi di altri personaggi secondari quali Pig Pen, Franklin, e soprattutto Piperita Patty, che è sempre stata uno dei miei personaggi preferiti, se non il preferito.

Toccanti i passaggi più intimi riguardanti la madre, il cambio di stile del disegno dovuto a un incidente di salute, e soprattutto la decisione di fermare la produzione delle strisce dopo ben 50 anni di attività a causa della malattia che lo portò via proprio il giorno in cui l’ultima strip venne pubblicata.

E in tutto questo, a fare da cornice al documentario, un corto animato con il ben noto protagonista che si interroga su se stesso in perfetto stile Schulz.

Il documentario si trova su Apple TV+ e non posso che consigliarlo caldamente a chiunque apprezzi il “bambino a una dimensione”.

 

Il bambino, la talpa, la volpe e il cavallo

81bvns 1j1l. uf1000,1000 ql80 Un bellissimo corto animato, che poi tanto corto non è (dura circa mezz’ora) che qualche anno fa vinse l’Oscar. Era se non ricordo male in proiezione anche al Festival di Annecy quell’anno, ma per qualche motivo me lo persi.

È tratto da un libro illustrato dell’autore inglese Charlie Mackesy, e che ora naturalmente mi voglio procurare, ed è diretto da Peter Baynton e lo stesso Mackesy. La produzione è di Bad Robot e Apple Studios.

Il film tratta di un bambino che si perde nella neve, senza sapere come ritrovare casa sua. Nel suo accidentato percorso incontrerà una talpa, una volpe e un cavallo (ehm, come da titolo), che lo aiuteranno (e in qualche caso lo metteranno in difficoltà) nella sua apprensiva ricerca.

Il corto è pieno di poesia ed esteticamente fantastico, ma soprattutto ci sono degli scambi tra gli animali e il protagonista da manuale di psicologia infantile.

La metafora è abbastanza chiara: qui non si parla davvero di un bambino che si è perso nella neve, ma di un bambino che si è perso interiormente. Che non ha riferimenti, che non ha fiducia in sé, che non crede di avere un valore intrinseco. Gli altri tre personaggi sono dei veri e propri animali guida, rappresentano delle parti importanti della personalità del ragazzino che lo aiuteranno a ritrovare la “strada” verso una maggiore consapevolezza e senso di sé.

Ci sono dei momenti verso la fine forse fin troppo didascalici, ma per il resto buona parte del film è da pelle d’oca e non stento a credere che abbia vinto l’Oscar.

Anche questo lo trovate su Apple TV+. Consigliato a chi ama l’illustrazione per l’infanzia e le storie che scaldano il cuore senza essere eccessivamente stucchevoli.

 

Elio

Elio+4Sono andato al cinema a vedere il nuovo film Pixar, e devo dire che non sono rimasto deluso. Ho l’impressione che alcuni recenti titoli della ben nota casa produttrice avessero virato verso una tendenza al didascalismo, e ho notato che invece Elio si mantiene su una linea di storytelling se vogliamo accostabile a Luca.

Diretto da Adrian Molina e Domee Shi, il film inizia e finisce con le parole di Carl Sagan sulla possibilità di incontrare vita nell’Universo, e questo già dà la misura sul genere di temi trattati nel corso della storia.

Elio è un ragazzino solitario e problematico che ha appena perso i genitori e si trova suo malgrado a vivere con zia Olga, che è una militare e lavora per la Nasa. È fissato con le storie di alieni, in un certo senso confliggendo con l’approccio pragmatico della zia e dei suoi collaboratori al tema dello Spazio.

Tanto fa e tanto briga, che riesce a farsi rapire dagli alieni. Da lì comincia una serie di disavventure di cui non vi faccio spoiler, però una cosa che va detta (e che è chiara già dal trailer) è il fatto che a un certo punto nasce una improbabile amicizia tra Elio e un bambino alieno di nome Glordon. Il che è fantastico, se non fosse che il padre di Glordon è un guerrafondaio che ha intenzione di polverizzare la galassia.

Una storia che parla quindi di guerra e di pace, di empatia, di perdono e di clemenza, in tempi come questi in cui sembra che la pace ci sfugga come sabbia tra le dita e l’empatia sia tornata ad essere considerata una debolezza.

Il tema più importante però è chiaramente quello della solitudine: Siamo soli nell’universo? In un mondo ideale è una domanda che non dovremmo nemmeno porci, perché c’è abbastanza gente sulla Terra per non farci sentire soli, eppure ci si ritrova a rispolverare la solita considerazione, che a volte è più facile sentirsi soli sulla Terra, in mezzo a 8 miliardi di persone, che lassù nello spazio infinito, alla ricerca di vita intelligente e – speriamo – empatica.

 

Giorgio Salati

Giorgio Salati

Nato a Milano nel 1978, più che sceneggiatore o scrittore, ama definirsi NARRATORE di mestiere.
Cresciuto a pane e FUMETTI, ha frequentato la SCUOLA DEL FUMETTO di Milano e ACCADEMIA DISNEY.

Nel 2003 ha iniziato a scrivere storie per TOPOLINO. Alcune sue storie degne di nota sono "Paperinik e l'amore nell'oblio", "Zio Paperone in fuga dal Natale", "Il principe Duckleto".

Ha scritto alcune GRAPHIC NOVEL per l'editore TUNUÉ: la serie per ragazzi sulla gatta BRINA (disegni di C. Cornia) e SOSPESO (disegni di A. Barducci).

Diverse le collaborazioni nel campo dell'ANIMAZIONE: 44 GATTI, POP-PIXIE, SUMMER & TODD, Huntik, Mia & Me (Rainbow), LE FANTASTICHE AVVENTURE DI JULES VERNE (Lux Vide), BU-BUM (Graphilm) e altre. Ha anche collaborato col programma tv per ragazzi L'ALBERO AZZURRO (Rai Due).

Ha scritto racconti per FOCUS PICO e redazionali per LA SETTIMANA ENIGMISTICA.

Insegna e coordina il corso di sceneggiatura e narrazione presso la SCUOLA INTERNAZIONALE DI COMICS di Milano. Insieme a L. Usai tiene anche un mini-corso di fumetto presso la LIBRERIA DEI RAGAZZI di Milano.

È il TRADUTTORE ufficiale di ATOMIC ROBO (ReNoir Comics).

Altre opere passate: LAW, miniserie legal thriller a fumetti per Star Comics (insieme a D. Caci e F. Ambu); BOOKBUGS, serie di strip umoristiche (insieme a D. Soffritti).

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