Luca Boschi non c’è più
Ieri se n’è andato Luca Boschi.
È una cosa enorme, e non so quanto si riesca a renderne l’idea in poche righe su un modesto blog come questo.
Luca Boschi ha avuto un’influenza davvero gigantesca, oserei dire capitale, sulla mia formazione di lettore e appassionato di fumetti Disney: più della metà di quello che so al riguardo – e non è un’esagerazione – l’ho imparato leggendo i suoi articoli, i suoi saggi, i suoi approfondimenti, le sue introduzioni.
A partire da Zio Paperone, ovviamente, lettura che cercavo avidamente ai tempi, quando non era così scontato che la testata arrivasse nelle edicole della mia zona. E poi I Maestri Disney, summa puntuale degli autori che hanno fatto la storia dei comics di Paperi e Topi.
C’erano inoltre i volumi-strenna, che a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila arrivavano almeno 3-4 volte l’anno e rappresentavano progetti interessantissimi: Il ‘900 visto da Topolino, la serie di Tesori dedicata a Carl Barks, Fantastico Walt, Top 1949 e Top 1959, il D.U.C.K., The best of Topolino e i fratellini su Paperino e Pippo… la lista potrebbe continuare a lungo.
Altre pubblicazioni di rilievo erano Disney anni d’oro e Tesori Disney, per arrivare agli anni recenti con I Grandi Classici Disney e Almanacco Topolino, oltre alla sfortunata Gli archivi di Topolino.
Ma il risultato più brillante lo si raggiunse probabilmente con la tripletta formata da La Grande Dinastia dei Paperi, Gli anni d’oro di Topolino e Le grandi storie Disney, vale a dire le opere omnie rispettivamente di Carl Barks, Floyd Gottfredson e Romano Scarpa, vere e proprio bibbie che costituiscono una base fondamentale per conoscere il fumetto Disney.
Boschi non era mai solo in queste imprese editoriali, sempre curate in stretta partnership con i sodali Lidia Cannatella e Alberto Becattini, due esperti par suo con cui se la intendeva chiaramente e con i quali ha potuto gestire in maniera florida tutti i progetti sopra menzionati e molti altri.
Ma erano soprattutto i suoi articoli quelli che, chissà perché, mi rimanevano maggiormente impressi e mi colpivano di più: sarà stata la prosa, il taglio, l’approccio… chissà, fatto sta che – pur senza nulla togliere al sempre ottimo lavoro di Cannatella e Becattini – erano i contributi di Luca quelli che andavo subito a leggermi.
La sua importanza per l’analisi e la divulgazione del fumetto Disney negli ultimi trent’anni è così fondante che è impossibile renderne davvero l’idea: Luca si è sempre speso anche sul web, principalmente tramite il suo preziosissimo blog Cartoonist globale ma anche partecipando a live streaming e, prima ancora, seguendo attivamente il panorama dei forum di settore, Papersera in primis. In questi ambiti ho avuto la possibilità di scambiare quattro chiacchiere virtuali con lui, di confrontarmi, addirittura di veder rilanciato sul suo blog un mio pezzo! E quando lo conobbi dal vivo in un paio di occasioni, durante la fiera di Reggio Emilia, confermò quella cortesia che già traspariva dalle sue parole, dal modo di porsi con l’interlocutore per iscritto.
L’infinita tristezza con cui ho accolto la notizia della sua scomparsa – amplificata da quella, ancora per nulla sopita, del buon Francesco Gerbaldo – mi porta infine a una considerazione, come chiosa di questo doveroso ricordo.
Con Lidia Cannatella che si dedica ormai alla sola paginetta introduttiva dei Grandi Classici, con Alberto Becattini che da anni non collabora più con la redazione Disney, con Luca Boschi e Francesco Gerbaldo passati a miglior vita… chi può raccogliere la loro eredità? Chi può continuare la tradizione di divulgare con competenza e semplicità informazioni e curiosità sul fumetto disneyano?
In questo ore molti stanno scrivendo che il vuoto che viene lasciato è incolmabile, e che la figura di Boschi è insostituibile. Sono d’accordo, ma in qualche modo è necessario che ci sia qualcuno che ci provi. E l’ideale sarebbe una figura giovane, sia perché possa trattarsi di una collaborazione con molti anni davanti a sé, sia per poter dare un taglio nuovo e fresco.
Da poco è approdato in questa realtà editoriale l’amico Davide Del Gusto, davvero l’uomo giusto al momento giusto e che ha tutte le carte in regola per poter proseguire quel progetto varato a metà anni Novanta.
Ma non può esserci solo lui. Servono altre forze fresche e i luttuosi eventi di questi ultimi mesi ci mettono di fronte a una verità lampante ma sempre ignorata: in redazione non ci si è mai preoccupati di formare una nuova generazione di critici/divulgatori che potessero affiancare e un giorno sostituire Luca Boschi. Apparentemente il problema non si era proprio posto, e come spesso accade ci si trova disarmati quando una situazione che si reggeva su un precario equilibrio crolla.
La presenza di Davide è una manna dal cielo e probabilmente potrà aiutare una transizione di qualche tipo in questo ambito, se gestita in una certa maniera, ma parrebbe essere arrivata un po’ dal nulla, sicuramente cercata ma non costruita. E se andare a pescare dal ricco serbatoio del web amatoriale, viste certe penne e certe favelle, è sicuramente una strada percorribile, resta il fatto che negli scorsi anni non si è minimamente fatto scouting.
Il pericolo è che le pubblicazioni speciali, quelle più ricercate e dedicate alla ristampa di fumetti storici, non riescano a riavere quell’apporto particolare di cui i nuovi lettori avrebbero sicuramente bisogno per contestualizzare e imparare, così come accaduto e me e ai miei coetanei.
Concediamoci quindi i giusti giorni di dolore, di lacrime, di fascia nera al braccio: sono mesi duri.
Ma poi auspico che si faccia tesoro di quanto ci ha mostrato Luca per poter rendere sempre e ancora vivo il settore del fumetto Disney “vintage”, debitamente sorretto da un apparato critico che racconti, con amore, cosa si nasconde dietro ogni vignetta.
L’immagine in evidenza è tratta dall’intervista in diretta all’interno di The Fisbio Show, che ripropongo in fondo al post.
La notizia su Lo Spazio Bianco
È scomparso Luca Boschi
Luca Boschi al The Fisbio Show
Sono rimasta sconvolta anch’io quando l’altro giorno sono venuta a conoscenza della scomparsa di Boschi.
Una tristezza che si somma a quella per la scomparsa di Gerbaldo appena due mesi fa.
Sento anch’io il bisogno di commemorare Boschi, come feci poco tempo fa con Gerbaldo.
Non sono certo la prima, specialmente in questi giorni, a dichiarare di dover moltissimo della propria conoscenza fumettistica a Boschi.
Tre anni fa mi imbattei casualmente in alcuni siti sui fumetti Disney, principalmente Paperpedia e Papersera, grazie ai quali ho riscoperto la saga di Pikappa e ho scoperto la Saga di Paperone di Don Rosa. Dopo poco tempo recuperai quest’ultima sui volumi Tesori International, collana curata da Becattini e Boschi. Fu questa la prima volta in cui “conobbi” fumettisticamente Boschi. Conservo gelosamente questi volumi proprio per la cura editoriale, oltre che ovviamente per la bellezza della $aga. Nei successivi tre anni, fino a oggi, ho approfondito ulteriormente la mia conoscenza del mondo disneyano, collezionando decine di testate curate da Boschi, tra cui annovero Uack!, La Grande Dinastia Dei Paperi, Grandi Classici e Almanacco Topolino. Lo stile critico di Boschi è sempre stato accattivante, interessante e continua fonte di conoscenza. In particolare, io adoro la lingua inglese e mi sono sempre dilettata nel leggere nei suoi editoriali della GDDP o di Uack tutte le curiosità delle traduzioni e dei modi di dire che Barks aveva originariamente usato. Ho letto giusto pochi giorni fa il numero di febbraio dell’Almanacco Topolino in cui Boschi aveva dedicato una pagina all’approfondimento delle storie “Gift lion” e “Il mistero del cappellino rosso”, e in questa pagina Boschi non aveva mancato di inserire un’ennesima curiosità linguistica.
Insomma, Boschi è stato uno dei grandi, e rientra tra i più grandi sia tra gli autori che tra i critici. Non ho mai avuto il piacere di conoscerlo di persona, ma la sua eredità fumettistica permarrà nella formazione di generazioni intere. Per quanto possa sembrare scontato ripeterlo, confermo anch’io che mancherà moltissimo.
Lo ammetto, anch’io in questi giorni mi sono posta il tuo stesso quesito sull’eredità della critica disneyana. E anch’io ho subito pensato a Davide Del Gusto, in quanto ho trovato molto belli gli articoli da lui scritti che ho letto finora. Spero vivamente che ci siano altri volenterosi critici oltre a Davide che vogliano e possano continuare questo importante lavoro. Spero fortemente anche che le pubblicazioni di pregio continuino ad uscire e che venga loro rivolta la dovuta cura, come si è fatto in passato.
Mi scuso per il papiro magari eccessivamente logorroico, ma questi sono i miei pensieri e mi sentivo di condividerli in questo spazio dedicato alla memoria di Boschi.
Ancora un ultimo saluto a Luca😢
Grazie per aver voluto condividere la tua personale esperienza nei confronti del lavoro di Luca Boschi.
È incredibile quanto qualunque appassionato italiano gli debba, in termini di conoscenza della materia. Ed è un’ulteriore conferma di quanto questa prematura scomparsa sia deleteria per la divulgazione del fumetto Disney.
Anche perché, come fai ben capire anche tu tra le righe, il suo pregio non era solo la conoscenza, ma anche la prosa con cui la trasmetteva: scorrevole, fruibile, simpatica e attenta.
Mi unisco ovviamente alla speranza che in redazione possano e sappiano trovare forze fresche che possano innestare su progetti curati e commentati.
Verissimo, tutti i lettori Disney, soprattutto di generazioni cresciute con Zio Paperone o la GDDP, devono molto a Boschi.
Ci mancheranno moltissimo sia Luca che Francesco.
(Comunque, coincidenza da brividi che Boschi abbia lasciato per un mese il proprio spazio sui GCD proprio a Gerbaldo…)