Il “Topo” di marzo 2021
18 mins read

Il “Topo” di marzo 2021

Bentornati su Lo Spazio Disney!
Come anticipato la scorsa settimana, ho voluto provare a rivoluzionare il consueto appuntamento di fine mese in cui “faccio il punto” sulle uscite disneyane, dividendolo in due post distinti: il primo incentrato sulle uscite di albi e volumi da edicola/fumetteria in marzo (pubblicato venerdì scorso, lo trovate qui) e il secondo, che state leggendo, dedicato invece alle storie uscite su Topolino in queste ultime settimane; come sempre, si tratta di una selezione di ciò che mi ha più colpito in positivo o in negativo tra quanto apparso ultimamente sul pocket.
Su Instagram avete dimostrato di apprezzare questa nuova suddivisione, quindi la manterrò anche nei prossimi mesi 😉

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo4Partiamo da dove ci eravamo lasciati a fine febbraio: Gastone e la solitudine del quadrifoglio, di Marco Nucci e Stefano Zanchi (nn. 3405-3406), storia che si è conclusa sul numero uscito proprio nella prima settimana di marzo.
È una storia controversa su cui vale la pena spendere qualche parola, come sempre quando qualcuno lavora in maniera particolare su un personaggio dandogli un taglio diverso dai precedenti.
Nello specifico Gastone ha sempre avuto un ruolo ben preciso nella “commedia dei paperi”: un’ennesima fonte di frustrazione per Paperino, un dandy vanesio baciato dalla buona sorte senza nessun motivo per guadagnarsi i favori della dea bendata. Un archetipo umano, come spesso accadeva con i personaggio creati da Carl Barks, che non per questo risultava appiattito nelle sue caratteristiche.
Ma si sa, dopo anni di utilizzo reiterato di certe “maschere” il rischio di ripetitività è alto e per eluderlo si può provare a battere nuove strade, solitamente introspettive, per mostrare che c’è del “buono” anche in una figura generalmente vista come antipatica.
Marco Nucci si incammina su un percorso del genere, e il risultato che ottiene… onestamente mi ha destabilizzato. Ho provato a far decantare il tutto ma ancora adesso non so bene come esprimermi su quest’opera, che il direttore Alex Bertani si è spinto a definire addirittura “graphic novel”.
Partiamo della struttura narrativa: funziona e si attesa effettivamente a un buon livello qualitativo, per me. Forse è eccessivamente veloce nell’introduzione, arrivando fin troppo rapidamente al “punto di rottura” in Gastone che dà il “la” alla vicenda. Ma è una minuzia, oltre che un probabile compromesso per stare nelle pagine previste. Per il resto il racconto fila bene, lo spunto è interessante, l’emotività o il pietismo non sono esageratamente accentuati, il setting bucolico in cui il protagonista finisce ha un suo perché su più livelli di lettura e anche il secondo tempo della storia – che spesso ho criticato in precedenti prove di Nucci perché trovavo smorzasse la forza della prima metà e ne smontasse le premesse – mantiene una certa coerenza interna, in particolare nelle tavole finali e nel mostrare il rapporto di Gastone con i suoi nuovi amici.
Spazio_Disney_marzo_2021_Topo5Quel che critico, sotto questo aspetto, è la visione quasi cristologica (passatemi il termine sicuramente fuori misura, ma che penso renda l’idea) del personaggio che rientra in una Paperopoli devastata e riesce a sconfiggere la furia degli elementi con la sua sola presenza. Un passaggio altisonante che fa molta scena, certo, ma che secondo me ottiene un effetto roboante che non c’entra molto con il tono della narrazione fino a quel momento e quindi alza la posta senza averne creato i presupposti prima.
Tornando invece al concetto iniziale sulla figura di Gastone… si poteva fare molto di peggio. Non sono contrario a prescindere al rimettere mano a certi presupposti, senza stravolgere certi elementi base ma evolvendoli secondo singole sensibilità. Posso accettare che il fortunello abbia anche un lato “vulnerabile” e che possa trovare ristoro in un terzetto di amici che lo conoscono come “il biondo” e non come il vincitore seriale di lotterie. Riesco ad accettare meno che il papero allergico al lavoro per antonomasia, che mai si sporcherebbe le mani, si applichi in diverse mansioni manuali richieste per mandare avanti una tenuta agreste: qui mi pare si sia andati un po’ bruscamente fuori focus rispetto a uno dei capisaldi della caratterizzazione gastoniana. Per il resto, non ho altre grandi obiezioni a questa versione del cugino di Paperino.
Solo complimenti, invece, ai disegni di Zanchi: che l’artista fosse bravo bravo lo sapevo già perché l’aveva dimostrato in diverse storie, ma qui si supera. L’impegno e la ricerca effettuata sui personaggi e sulle tavole è evidentemente percepibile in ogni vignetta, ho ritrovato un’attenzione ai dettagli lodevole affiancata a soluzioni adatte al racconto – le nuvole batuffolose, gli abiti, le ambientazioni – e a un uso fantasioso della gabbia, che offre aperture visuali e inquadrature incisive. Complimenti davvero 🙂

PK_25_guida_1La storia di maggior richiamo di questo mese, comunque, è probabilmente Una leggendaria notte qualunque di Alessandro Sisti e Lorenzo Pastrovicchio (n. 3407), visto che celebra i 25 anni di un mito come PK in maniera a dir poco riuscita.
Lo sceneggiatore, come noto, è uno dei principali conoscitori della materia pikappica oltre ad essere l’autore dei testi delle prime tre avventure di PKNA, e come già fatto cinque anni fa con la miniserie PK Tube (recentemente ristampata in De Luxe) dimostra di essere un pozzo di conoscenza della mitologia legata a Pikappa. Sisti scrive infatti trenta tavole “only for pkers”, che grondano amore e passione per la saga nella sua interezza, dagli esordi ai risvolti di trama in PKNE.
Per alcuni passaggi particolarmente “addentro” a questo universo, potrebbe essere di difficile apprezzamento da parte di chi non ne fosse un esperto, ma concordo con l’autore quando dice che per festeggiare i cinque lustri del pikappero ce lo si poteva permettere. Scelta “di cuore” decisamente vincente, per me, e che non credo danneggi particolarmente i lettori più “ignari”.
Omaggi a parte, però, apprezzo che Sisti abbia impostato le strizzatine d’occhio all’interno di una trama coerente e che quindi non risultino ammiccamenti fini a sé stessi affastellati uno sugli altri (a parte forse il “poche ragazze da queste parti”, ma lo accetto 😛 ). Il racconto reintroduce concetti ripresentati o introdotti negli ultimi anni e li evolve in maniera efficace e funzionale; il risultato è quello di ritrovare l’approccio pikappico originale nell’uso degli attori in gioco e nella narrazione, in una tirata unica dal ritmo forsennato.
PK_25_guida_2Pastro alle matite fa faville: il disegnatore di PK con più pagine all’attivo inanella vignette ricche di pathos, personaggi da guardare e riguardare e scene di grande impatto. Rispetto alle sue prove per le storie di PKNE, che si spalmavano su quattro/cinque episodi, qui ha dovuto tenere a bada le sue velleità: ha giocato sapientemente con la griglia, ha dosato il riempimento degli spazi, si è messo al servizio della trama, del numero di pagine, dell’azione e del settimanale dimostrando, forse ancora più in questa occasione che in precedenza, una padronanza del mezzo invidiabile e la consapevolezza di come e quanto poter “giocare” con la costruzione delle tavole sul “Topo”.
I disegni risultano quindi meno spettacolari di quanto visto in PKNE, ma l’adrenalina ce la fa sentire tutta e nulla appare sacrificato. Complimenti a Pastro, ma anche a Michela Frare per le chine e a Andrea Stracchi e Irene Fornari che hanno colorato le tavole con un approccio cromatico che ricorda molto il feeling di PKNA 🙂
Di seguito una mia guida a tutti i riferimenti presenti nella storia:

PK – Una leggendaria notte qualunque: guida ai riferimenti

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo1Due sono le storie a puntate del mese.
Zio Paperone, Battista e i segreti del Deposito di Alessandro Sisti e Giuseppe Facciotto (nn. 3407-3408-3409) accompagna l’uscita del gadget montabile, ma quello è un pretesto. L’avventura si regge sulle sue gambe e sorprende nel mettere al centro Battista invece dello Zione. Lo spunto iniziale è decisamente interessante e piuttosto originale, peccato che l’andamento dei primi due episodi appaia un po’ troppo ripetitivo e riservi poco spazio nel mostrare gli interni del Deposito: dovrebbe essere co-protagonista di lusso, mentre gli scorci mostrati occupano poche vignette.
Tale problema si trascina anche nell’episodio conclusivo, dove perlomeno la trama prende una traiettoria leggermente diversa dai primi due terzi.
Bravo Facciotto: mi piace il suo Paperone e i suoi Bassotti, un po’ meno il suo Battista. Nel complesso il tratto è molto morbido, forse troppo oserei dire, ma è piacevole. Plaudo alla tavola del primo episodio costruita con una direzione di lettura atipica ma azzeccatissima: che sia farina del sacco di Sisti o scelta del disegnatore, quest’ultimo ha comunque il merito di averla rappresentata con efficacia.
In sostanza si tratta di una storia carina, anche se troppo lunga per quello che voleva raccontare: ma il battage legato al Deposito si rivela fuorviante perché l’edificio rimane sullo sfondo, motore immobile delle azioni come accade normalmente.

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo2Topolino e l’ombra di Mr. Vertigo di Marco Nucci e Ottavio Panaro (nn. 3408-3409), invece, costituisce il quarto tassello della saga con questo misterioso e sfuggente villain come antagonista.
I difetti che ho riscontrato in precedenza purtroppo non solo sussistono, ma si amplificano in questo caso: in due tempi non succede sostanzialmente nulla di rilevante per quanto riguarda la trama orizzontale, e la sensazione di girare a vuoto per una cinquantina di tavole appare forte.
È vero che un episodio “filler” ci potrebbe anche stare (o meglio, ci potrebbe stare al di fuori di un progetto impostato come questo, ma chiudiamo pure un occhio), perché sono un convinto sostenitore che non si debba leggere solo in funzione del seguire l’evoluzione di una certa continuity ma per il piacere stesso di farsi raccontare qualcosa. Ma, appunto, mi si racconti qualcosa di concreto, in qualche modo! Così non è, almeno per me, ne L’ombra di Mr. Vertigo, che si adagia su sé stessa e sulla “mitologia” del caso solo per riaprirlo e rilanciarlo in ottica futura. Non è una storia autosufficiente, è una storia-ponte tra le prime tre avventure e le prossime, peraltro introdotte con un misterioso personaggio che appare dal nulla nell’ultima tavola gettando del tutto gratuitamente un amo a Topolino.
Perfino il “tema” di questa saga, cioè il giocare intelligentemente con il confine tra verità e subdoli inganni, mi appare ormai annacquato e privo di quel mordente che salvava in parte le precedenti prove.
Spiace dire che anche Panaro ai disegni continua a non sembrarmi la scelta giusta per questo tipo di atmosfere. In alcune tavole la azzecca anche, come nella prima o in quelle ambientate nel sottosuolo di Topolinia, ma nel complesso e nella rappresentazione dei personaggi il suo tratto – che normalmente, specie coi Paperi, apprezzo – non si dimostra adatto alla storia, dal mio punto di vista.

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo6Anche Musicalisota di Giorgio Salati e Nico Picone (n. 3406) fa parte di una nuova saga… che però inizierà la prossima estate! Questo episodio è a tutti gli effetti un prologo lanciato con largo anticipo per permettere il coinvolgimento dei lettori nella scelta del nome della band di Qui, Quo, Qua.
Al di là del “contorno”, però, questa singola storia mi è piaciuta parecchio: Salati mette in campo il suo gigantesco amore per la musica (vissuta e suonata) e lo trasmette ai personaggi e al lettore. In un periodo in cui concerti ed eventi dal vivo sono banditi, parlare di esibizioni in cantine, sale prove e tour musicali è rivoluzionario. E mi piace che Topolino contribuisca a mantenere accesa l’attenzione verso la musica dal vivo, per evitare di pensare (specie tra i giovani) che se ne possa fare a meno.
Bravo anche Picone, che si presenta con un tratto pulito e lineare che mi convince più di quello che lo caratterizzava fino a un paio d’anni fa. Manca ancora qualcosa a livello di personalità, secondo me, ma confido che sia nel mezzo di una evoluzione stilistica non ancora del tutto compiuta.

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo7Zio Paperone e il profumo del tempo di Fabio Michelini e Andrea Ferraris (n. 3406) è una storia di magazzino e come tale potrebbe essere snobbata. In realtà a me è piaciuta molto, nella sua semplicità: Michelini è un po’ il “custode” di un certo modo classico di scrivere il fumetto Disney, ma la cosa non sempre appare riuscita. In questo caso, invece, per me sì.
La trama si basa semplicemente su un’idea commerciale di Paperone, realizzata da Archimede, tanto assurda quanto suggestiva: imbottigliare il tempo perduto e venderlo per chi ha bisogno di più ore o minuti per le proprie attività. Esito scontato, echi pezziniani, ma nel complesso è una lettura che mi ha soddisfatto e che premio volentieri. Anche i disegni del Ferraris “vecchio stampo” contribuiscono a questa felice sensazione. L’unico neo sono le ormai immancabili (purtroppo!) citazioni a Frozen che affollano senza riserve ogni sceneggiatura dell’autore da qualche anno a questa parte, ma non è nulla che infici la storia in sé in fondo.

Macchia Nera in: semplice, pulito, diretto di Marco Nucci e Nicola Tosolini (n. 3407) è stata una graditissima sorpresa. In una storia apparentemente semplice o addirittura riempitiva, lo sceneggiatore è in grado di avvinghiare il lettore nella trama prendendolo sostanzialmente per il naso. Una buona percentuale della riuscita di questa storia risiede proprio nel rovesciamento del punto di vista che avviene verso la fine; ma anche prima l’impianto funziona molto bene, grazie a un tipo di umorismo raffinato applicato efficacemente a Macchia Nera, Gambadilegno, Trudy e Sgrinfia.
Una comicità anche fisica, sottolineata dalle espressioni esasperate (di Macchia) o serafiche (di Sgrinfia) tratteggiate in maniera interessante dal buon Tosolini.

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo10Paperino e il gigantesco problema floreale di Francesco Vacca e Ivan Bigarella (n. 3408) è una storia di media lunghezza che merita due parole perché segna l’esordio su Topolino di un nuovo sceneggiatore. Vacca si presenta con una variazione su un tema già visto decine di volte: il bisogno di Paperino di primeggiare sul vicino di casa Anacleto, ricorrendo a un’invenzione di Archimede di cui perde presto il controllo. L’abilità dell’autore è però quella di modificare un passaggio narrativo tipico di queste avventure, cioè il “motore” che fa deragliare la situazione verso esiti catastrofici. Può sembrare un piccolo dettaglio ma in realtà fornisce un twist interessante; inoltre, a prescindere dal soggetto già visto o originale che sia, una storia la valuto anche per come viene sviluppata, e Vacca ci mette diverse trovate simpatiche e divertenti, anche nello spiazzante finale. Insomma, la new entry ha delle frecce al suo arco, ma è troppo presto per sbilanciarsi in un senso o nell’altro: aspetto curioso le prossime prove, e per ora accolgo benevolmente questa prima incursione.
Bigarella ai disegni l’abbiamo già visto, invece, pur essendo anche lui un recente acquisto: mi sembra che il tratto stia già prendendo sicurezza con personaggi e sfondi, l’aspetto visivo è piacevole nella sua semplicità e “serve” bene la sceneggiatura.

Spazio_Disney_marzo_2021_Topo3Papersera News presenta – Zio Paperone in: I paperi non cambiano di Corrado Mastantuono (n. 3409) è un piacevolissimo divertissement solo apparentemente leggero nel quale l’autore cala Paperone in una trama tutt’altro che piatta o scontata, ma che segue situazioni e comportamenti molto umani. Non è un termine a caso: l’umanità di Paperone emerge con chiarezza, e lo fa in maniera naturale e riuscita.
Il Papersera, in tutto questo, fa da sfondo e da intermezzo comico tramite le tragicomiche inchieste di Paperino e Paperoga, ma va benone così, anche perché sul finale i due filoni narrativi si scontrano facendo trovare la quadra alla storia. Storia graziata da disegni e colori ormai peculiari nello stile di Mastantuono: morbidi ma al contempo cesellati e ricercati, i suoi personaggi appaiono istantaneamente simpatici e “vivi”. Nelle espressioni, nelle posture… tutto molto bello!

Infine Il felino vendicatore di Roberto Gagnor e Enrico Faccini (n. 3409) si rivela essere un divertentissimo episodio della miniserie Miao, cronache feline in cui protagonista è il gatto Malachia.
In quest’occasione le sue goffe e ingenue interazioni con l’armamentario di Paperinik, ai danni dalle Banda Bassotti, sono fonte di trovate comiche molto ben riuscite e aiutate dall’azzeccato tratto di Faccini.

Credo di aver detto tutto quello che mi premeva.
Restate sintonizzati su Lo Spazio Disney: arriveranno nuovi post qui sul blog, fra un paio di settimane ci sarà la nuova puntata della rubrica live e sulla pagina Instagram si aggiungono quasi quotidianamente foto di albi o vignette disneyane 😉
Ma prima di tutto ciò, vi consiglio di sintonizzarvi sulla web-radio Radio Elements domani alle ore 18:00 perché verrà trasmessa la nuova puntata del podcast L’Aperilibro di Esmeralda Moretti, in cui sono stato ospite per parlare di fumetto Disney! Il podcast sarà poi recuperabile in qualunque momento da questa pagina.

Bonus track

Nove anni fa esatti ci lasciava Rodolfo Cimino.
Mi sembra giusto ricordarlo rilanciando il mini-speciale che avevo approntato nei giorni successivi a quella triste occasione, dedicato proprio all’attività disneyana del compianto sceneggiatore.
Abbiate solo pietà nel giudizio dei miei scritti perché al tempo ero ancora un po’ “zoppicante” nella stesura di articoli e approfondimenti ^^’’

https://www.lospaziobianco.it/speciali/memoria-rodolfo-cimino/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *