
S02 E06 – “Zombicide: Invader” di Enoch, Vietti, Olivares
Per chi come me non conoscesse bene il mondo dei giochi da tavolo e sempre come me avesse l’attrazione smodata per qualunque cosa riguardi gli zombie, subito un avviso: non si sono zombie in questo fumetto intitolato Zombicide. La “colpa” non è degli autori, occorre precisarlo, perché questo fumetto è ispirato a un gioco da tavolo prodotto dalla statunitense CMON attraverso varie campagne Kickstarter, o meglio a una sua espansione intitolata Invader, nella quale gli zombie originali sono stati sostituiti da mostroni alieni.
Poi, come tutto questo sia arrivato a diventare un fumetto edito da Sergio Bonelli Editore, a un certo punto ho smesso di cercare di capirlo e l’ho semplicemente accettato. Vi rimando alla recensione in coda a questo pezzo per approfondire.
Fatto sta che ci troviamo di fronte a una storia che si basa su quello che ormai è uno schema classico della fantascienza, e che probabilmente ha in Aliens di James Cameron la sua vetta più alta, e che allo stesso tempo è stata declinata in tantissimi videogiochi sparattutto, dei quali Doom è forse l’esempio più famoso. Ovviamente, non è così facile imbastire attorno a uno sceletro fatto di “umani assediati contro mostroni alieni” chissà quale trama, soprattutto quando la fonte è un gioco da tavolo che punta piuttosto evidentemente sul citazionismo degli innumerevoli esempi cinematografici e videoludici di cui accennavamo prima.
La cosa più logica è affidarsi ai personaggi, cercando di caratterizzarli in maniera efficace, o puntare soprattutto sull’azione e lo spettacolo. Per quanto Luca Enoch e Stefano Vietti cerchino di creare un po’ di backstory dei personaggi e di inserire riferimenti a speculazioni politiche ed economiche, ad aggiungere un po’ di mistero agli eventi che sconvolgono il pianeta minerario vittima dell’invasione aliena, alla fine “Zombicide: Invader” si regge sul passaggio da una carneficina all’altra, sui colpi di fucile, le grida e i mostroni sempre più grossi e sempre più inquietanti.
Ovvio così che l’apporto dei disegni di Giancarlo Olivares (e dei colori di Paolo Francescutto) diventa di fondamentale importanza, dando vita a tavole dinamiche e possenti, a personaggi grossi e dallo sguardo da duri, a concitate sparatorie e, soprattutto, ad alieni mostruosi e inquietanti la cui principale occupazione è falciare umani come non ci fosse un domani. Tutto il resto è giusto il contorno per giustificare quello che un lettore minimanente consapevole cerca in un fumetto con questo titolo e questa copertina, dicemocelo francamente. Quindi, va decisamente bene così.
La promessa recensione esplicativa: