Le pubblicazioni Disney di luglio 2022
Bentornati su Lo Spazio Disney!
Dopo aver analizzato le principali storie inedite di luglio, pubblicate su Topolino, è tempo di vedere quali albi disneyani in generale hanno popolato gli scaffali di edicole e fumetterie nel corso del mese appena conclusosi.
L’edicola Disney di luglio 2022
Cominciamo come d’abitudine con I Grandi Classici Disney #79, numero che per quanto mi riguarda segna un calo rispetto alla consueta qualità della testata.
Superata la sorpresa di trovare ancora l’articolo e la curatela di Luca Boschi – erroneamente, nel post del mese scorso scrissi che sarebbe stato il #78 a segnare l’ultima incursione del compianto divulgatore sulla #unicatestataseria – rimane un albo in realtà poco ispirato, specialmente in quella che solitamente è la punta di diamante dei GCD: la sezione Superstar.
Occupata per due terzi dalla stessa avventura di Topolino in due versioni, che già di per sé come trama non brilla granché, non mi ha fornito infatti la stessa dose di soddisfazione e memorabilia che rintraccio mensilmente. Topolino e il tesoro dei due gorghi e Topolino e il gorgo misterioso sono due avventure americane rispettivamente del 1979 e del 1953, ma la seconda è solamente un remake molto fedele della prima. Un po’ lo stesso giochetto che abbiamo trovato sull’ultimo Almanacco uscito, con la storia di Paperoga, ma in quel caso il confronto forniva vari spunti di intesse. Qui invece Larsen e Gonzales ripropongono paro-paro la vicenda di Fallberg e Moore, aggiornando vagamente giusto l’aspetto grafico e pochissimo a livello di sceneggiatura; considerando che si tratta di una trama piuttosto risibile e poco coinvolgente, mi è un po’ dispiaciuto trovarla a dominare questo spazio, anche perché così facendo manca la classica perla italiana degli anni Cinquanta/Sessanta/Settanta che costituiva una piacevole consuetudine.
Si aggiusta il tiro con Codino cavallo marino di Romano Scarpa, una vera e propria Silly Simphony su carta con l’esordio – pensato per essere one shot – di un nuovo personaggio in un contesto diverso dalle usuali Paperopoli e Topolinia.
Piacevole lettura, anche se non mi ha mai entusiasmato al 100%, ma le riconosco diverse trovate carine, alcune gag simpatiche e una morale di fondo per nulla banale. Peccato che l’abbia già in varie edizioni, ma ha senz’altro senso riproporla per i lettori più giovani.
Infine Paperino reporter sportivo di Jack Bradbury è una ten-pages genuinamente divertente, però 1) non può bastare a salvare la sezione 2) non c’azzecca molto con la tematica degli abissi.
A onor del vero anche l’introduzione di Boschi sembra perdersi un po’, se si pensa all’argomento di turno, ma immaginando che l’abbia scritta in giorni complicati non me la sento di stare a farci troppo le pulci. D’altro canto, al netto del “fuori tema”, le considerazioni e riflessioni espresse nella prima metà del pezzo sono così acute e interessanti, a livello generale per quanto riguarda i personaggi Disney, che sarebbe miope stare a spaccare il capello in quattro.
La prima parte dell’albo funziona decisamente meglio, a mio avviso, a partire dalla storia di apertura: Paperino e il segreto della felicità di Carlo Gentina presenta una delle ultime storie di paperi disegnata da Massimo De Vita prima della scelta di campo topolinese, ma dimostra quanto la matita dell’artista milanese fosse ancora assolutamente in sintonia con becchi e piume. Donald è in formissima e dotato di un’espressività fantastica. Forse si pecca di poca fantasia nel character design dell’inedito cugino che il protagonista tenta di aiutare – sostanzialmente un Paperino con barbetta nera – ma nel complesso siamo di fronte a ottime tavole. La sceneggiatura è buona, anche se si accanisce un po’ troppo sul povero Paperino, ma scorre comunque senza inciampi.
Altra eccellenza è la lunga Zio Paperone e l’avventura oceanica di Guido Scala: avevamo incrociato questo formidabile disegnatore già nello scorso numero, ma con una storia di un paio di decenni antecedente a questa. Stavolta possiamo osservare invece il tratto barocco che l’artista ha acquisito dalla fine degli anni Ottanta e che si esalta proprio nel rappresentare i paperi: le basette di Paperone disegnate da questo Scala sono per me qualcosa di sublime! La trama non è niente di epocale e forse si prende anche troppe pagine per quello che vuole raccontare: la gara a cui Zione e parentado vogliono partecipare è infatti un pretesto per visualizzare diverse scene di mare e di viaggio, grandi scorci e ambientazioni meravigliose, un po’ come accade oggi con la serie Topolino Giramondo, e a dirla tutta mi sta bene così.
Nota di merito anche per Topolino e le finestre aperte di Michele Gazzarri e Pier Lorenzo De Vita, un giallo dagli sviluppi quasi fantascientifici scritto con tale garbo da far digerire anche una soluzione tanto fantasiosa e improbabile. È di scena un grande Pippo e continua il mio percorso di rivalutazione in positivo del tratto di De Vita padre.
Ho trovato invece piuttosto noiosa e didascalica Paperino e la stampa di Alessandro Sisti e Paolo Ongaro: ci sono diversi concetti interessanti sulla storia della carta stampata, ma non sono state inserite in maniera scorrevole e accattivante dal mio punto di vista, rendendo la lettura abbastanza pesante. Ongaro appare qui come un clone fatto e finito del Cavazzano anni Ottanta, con un risultato un po’ appiattito.
Insomma, un Grandi Classici a due velocità, per quanto mi riguarda, dove una volta tanto la nota stonata si trova in quella che di solito è la parte più succosa.
Il Club dei Supereroi #7 spicca per due ragioni, una buona e una molto meno (almeno per me).
La prima è rappresentata dall’epica conclusione di The Duck Knight Returns: il quarto episodio tira le fila della trama imbastita da Aaron Sparrow e Ian Brill, mostrando il confronto finale tra Darkwing Duck e Toros Bulba, la mente criminale dietro l’intero intrigo che circonda la città come l’abbiamo conosciuta fin dal primo episodio. In quest’ultima puntata non mancano le sorprese, i cammei inaspettati ma sensati e un approccio alla narrazione molto vicino a quello dei comics supereroistici americani, cosa ovviamente già rilevata nei mesi scorsi. C’è l’azione ma c’è anche il sentimento, coniugato in una maniera forte e non così comune nel fumetto disneyano.
Spiace che in questo affresco abbiano avuto meno spazio a disposizione gli altri villain, reintrodotti negli episodi precedenti, ma sono sicuro che potranno tornare alla ribalta nelle prossime storie, visto che è già confermata dal prossimo numero la serializzazione della seconda avventura del rilancio di Doppia D.
I disegni di James Silvani continuano a essere efficaci, fedelissimi allo stile del cartoon anni Novanta e ricchi di dinamismo e fascino. Inspiegabilmente, però, questo vale solo per i personaggi dell’universo di Darkwing, perché quando si tratta dalla comparsa di alcuni volti noti al lettore italiano lo stile si fa farraginoso, pesante e incerto, rovinando un po’ l’insieme dell’opera. La quale resta comunque riuscitissima sotto il profilo estetico, anche nella gestione irregolare della griglia.
Sempre molto ficcante e approfondito l’articolo di Davide Del Gusto, che spiega, contestualizza, traccia collegamenti sensati e dispensa curiosità e informazioni decisamente utili perfino a chi, come me, non ha certo iniziato l’altro ieri a seguire l’universo fumettistico e animato targato Disney.
Segnalo che persiste la sensazione che i colori escano penalizzati da questo tipo di carta: coi primi due episodi la cosa sembrava mitigata, mentre con il terzo e il quarto la qualità di stampa sembra essersi abbassata.
L’elemento che invece mi ha lasciato un po’ amareggiato è costituito dalla storia di apertura: Superpippo e i poteri a singhiozzo non prosegue infatti il filone delle storie italiane di fine anni Novanta e primi Duemila sul personaggio, ma fa marcia indietro fino al 1975 con la prima prova made in Italy dedicata al supereroe, su testi di Anne-Marie Dester e disegni di Sergio Asteriti.
Ce ne sono altre due che verranno pubblicate sui prossimi numeri, prima della nota Ultima arachide che apriva il #1 di questo bimestrale, ma se siamo su tale tenore c’è da mettersi le mani nei capelli e da chiedersi perché mai ci sia stato questo brusco cambio di direzione rispetto ai piani iniziali. La trama di per sé non è neanche malaccio, intendiamoci: poco originale senza dubbio – l’idea che le noccioline di Superpippo facciano cilecca, con esiti imprevedibili, non è certo formidabile – ma può essere giocata in tante maniere e direzioni. Ecco, qui quello che succede è il ripetersi della stessa gag per quattro-cinque volte, fino a che uno ne ha la nausea! I disegni di Asteriti sono quelli “gommosi” tipici dell’autore, piacevoli nella parte migliore della sua carriera, ma per quanto mi riguarda poco adatti a una trama supereroistica.
In realtà a seguire c’è anche una storia di Superpippo del 1999, a sconfessare almeno in parte quanto dichiarato da Davide nell’articolo introduttivo: se anche per i prossimi mesi le due “linee” proseguissero parallelamente, le mie rimostranze sarebbero perlomeno mitigate 😛
Vedremo… intanto Superpippo e il giorno niente male è una piccola perla di Bruno Enna, che in quegli anni difficilmente ne sbagliava una: c’è ironia, umorismo, velocità, consapevolezza della scrittura, presa in giro di alcuni topos del genere e al contempo la capacità di abbracciarli e farli propri. Briosa e coinvolgente, si avvale delle tavole di un Silvio Camboni grandioso, che con il suo tratto netto e nervoso affrontava il design disneyano sotto una lente peculiare e al contempo riconoscibile.
Altro merito di questo albo è la riproposta delle due storie con Paper Bat realizzate per la testata Ridi Topolino: si tratta di due capolavori di comicità demenziale e paradossale, nelle quali la penna geniale di Tito Faraci si scatenava e creava linee di dialogo eccezionali per precisione e divertimento.
PB – Paper Bat Niù Adventures: Nervoniani e La sfida galattica usano egregiamente l’alter ego di Paperoga con battute dissacranti e gag assurde. La prima, in particolare, parodizza dichiaratamente il fenomeno di PK – in quegli anni al suo apice di popolarità – colpendo con idee freschissime e spassose su più livelli, da Undici la deficienza artificiale allo Straziatore. Giuseppe Ferrario alle matite presentava uno stile dalle venature underground che ben si confaceva al sapore “carbonaio” dei fumetti realizzati per quella rivista.
Lode al Del Gusto per averle portare sul Club, quindi (anche se ricordo fosse già un intento dell’indimenticato Francesco Gerbaldo), e anche per aver scritto un pezzo che spiega succintamente ma senza tralasciare nulla la genesi e la collocazione di Ridi Topolino.
Le due brasiliane mi hanno un po’ deluso, stavolta, e sapete bene che di norma ne apprezzo stile e andamento. In questo caso non mi hanno convinto per nulla, invece, in particolare quella del Club do Herois.
Le inedite extra-Darkwing Duck, invece, le ho gradite maggiormente rispetto al recente passato: Paperino “spapero” volante (2005) di Sune Troeistrup e Cèsar Ferioli, al netto del suo essere un ulteriore ricalco della classica barksiana Paperino e il superdinamo, funziona a sé in maniera pregevole, trova una sua identità nello sviluppo che affronta e soprattutto è graziata dai disegni di Ferioli che sono eccezionali.
Superpippo agente in prova (2016) di Kari Korhonen e Flemming Andersen è una riuscita variazione sul tema, che si ispira all’antico ragionamento delle forze dell’ordine sui vantaggi del combattere il crimine fuori dalle regole della polizia: lo abbiamo visto tante volte per Batman (i più appassionati ricorderanno l’ottima serie Gotham Central di Greg Rucka e Ed Brubaker) ma anche per Spider-Man e DareDevil in casa Marvel. L’idea era quindi “già scritta”, ma lo sceneggiatore sa usarla alla sua maniera e lo fa con il giusto piglio e il giusto equilibrio tra umorismo e elementi più “seri”, anche in una breve come questa. Dieci spanne sopra rispetto alla danese superpippica dello scorso numero, insomma!
Tirando le somme, l’ho trovato un numero eccellente, con il solo neo della prima storia e di quello che rappresenta come intenti futuri. Ad ogni modo è sicuramente consigliato, reputandolo un passo in avanti rispetto ai due precedenti.
Topolino Neon Edition: Giorgio Cavazzano segna la seconda uscita del nuovo quartetto di albi sotto il cappello “Grandi Autori”, dedicato ai fumettisti che si sono cimentati in veste sia di sceneggiatori che di disegnatori.
Dopo Gervasio è il turno di uno dei Maestri per eccellenza, che ha scritto relativamente poco nel corso della sua carriera, e quel poco è quasi tutto raccolto qui. Quasi? Ebbene sì, amici lettori! Come già accadde con il volume su Sio, anche in questo caso manca all’appello una storia, sfiorando per la seconda volta la possibilità di impostare un piccolo “omnibus” (per la cronaca, resta fuori Zio Paperone e l’incognita spaziale).
Ma ho già avuto modo in passato di spiegare come questa collana sia un ibrido tra pubblicazione popolare e per appassionati: la sua distribuzione primaria in edicola, la brossura e il prezzo contenuto tradiscono la volontà di essere un prodotto per il grande pubblico, mentre il focus su un singolo autore e la presenza di un (pur piccolissimo) apparato editoriale attirano il lettore più esigente come la luce con le falene. E, allo stesso modo, il lettore esigente si scotta 😛
Insomma, non si può pretendere troppo da una serie impostata in questa maniera, che deve fare i conti con una foliazione ben definita e che in qualche modo sopravvive nonostante io non riesca a capire presso quale fascia dovrebbe funzionare per garantire vendite soddisfacenti. D’altro canto ha dei meriti, in questo caso quello di ripubblicare insieme storie di una precisa fase della carriera di Cavazzano, tutte molto buone se non davvero ottime: se vi mancano in particolare Casablanca, L’insolito remake, I miliardari in vacanza, la Caccia al Leone d’Oro e Il cambio della guardia, ci farei sopra un pensierino, anzi anche più di uno 😉
Io, come si suol dire, sono a posto così.
Questo mese non sarebbero dovuti uscire I Classici Disney, ma per l’estate 2022 la redazione ha confezionato addirittura un’uscita Speciale della testata: I misteri di Fantomius, curato ovviamente da Marco Gervasio.
I numeri della testata curati dall’autore romano (dedicati rispettivamente a Fantomius stesso e a Paperinik) hanno avuto grande successo e ottimi riscontri di vendite, e risulta quindi naturale che si sia pensato di riproporre una formula così vincente per un albo extra-numerazione, con una foliazione maggiore e un conseguente aumento di prezzo.
Il sommario si compone di alcune storie classiche del ladro gentiluomo, in cui sono presenti anche alcuni riferimenti al Duca Pazzo e al Castello delle Tre Torri che contemporaneamente hanno un ruolo importante anche nella nuova storia serializzata su Topolino.
Ovviamente niente che non sia già apparso sulla Definitive Collection, motivo per cui non sono interessato all’acquisto: non bisogna dimenticare però la frame-story, che inserisce probabilmente elementi interessanti e aggiuntivi alla mitologia della serie nelle fasi di raccordo tra le storie. Se siete quindi dei fan sfegatati del personaggio e non volete perdervi nessun tassello dell’affresco che l’autore sta componendo in questi anni, è sicuramente il prodotto che fa per voi.
Continua anche Topolino in giallo per solleticare la tradizione delle letture investigative sotto l’ombrellone. Anche questo mese la selezione osa riproporre storie più datate della media dei vattelapesca: ci sono storie degli anni Settanta, Ottanta e Novanta, per dire, anche se quasi nessun titolo di quelli proposti mi sembra essere particolarmente memorabile. Spiccano C’è dollaro e dollaro di Romano Scarpa, con Topolino affiancato da Gancetto, e Topolino e il tenebroso canzonatore di Casty e Vitale Mangiatordi (anche se non è una delle migliori tra quelle del primo periodo castyano, secondo me).
Viene presentata nuovamente un’inedita straniera, infine: Topolino e il ritorno della mummia è una storia del 2002 scritta dai coniugi Pat e Carol McGreal e disegnata da Francisco Rodriguez Peinado, con Mickey Mouse raffigurato nei suoi classici calzoncini corti come da rilancio grafico di pochi anni prima in casa Egmont (ne parlai un annetto fa in questo approfondimento).
Non posso ovviamente dire se sia valida o meno, e i due sceneggiatori sono sempre stati altalenanti come esiti narrativi, però i disegni sono senz’altro molto buoni.
La fumetteria Disney di luglio 2022
Passando dall’edicola alla fumetteria, la menzione d’onore spetta a Humour Collection #1 – Papernovela di Silvia Ziche, che rappresenta sicuramente la consacrazione dell’operato di Davide Del Gusto come collaboratore della redazione. Al di là dei contributi per Zio Paperone e Paperfantasy, o della gestione di Papersera e Club dei Supereroi – ereditate da Gerbaldone – questa nuova testata è la prima completamente seguita dal buon Marchese fin dalla fase embrionale.
Si propone come una sorta di antologico per autore, e in tal senso potrebbe non sembrare strettamente una novità, ma la differenza la fa l’approccio. Con Ziche è intuibile e tutto sommato semplice, se si deciderà di continuare a puntare sulle sue lunghe saghe, ma con Casty – il nome annunciato da Alex Bertani nell’editoriale di questo primo volume per una collana parallela che si alternerà a questa – le cose si fanno potenzialmente ancora più interessanti, e ho piena fiducia nel discernimento di Davide.
Intanto l’impostazione di questo primo tomo sembra particolarmente sensata, e già questo non è poco: gli articoli a corredo, pur non corposissimi, fotografano molto bene il contesto in cui la Papernovela è nata e si è sviluppata, i riferimenti e i punti di forza di questa storia e del suo format.
L’intervista all’autrice è un classico di queste iniziative ma è da sempre uno dei contributi più interessanti, quindi è bene che sia mantenuto. Infine c’è spazio anche per l’articolo di curiosità editoriali, in cui si espone il percorso delle varie ristampe che ha conosciuto l’opera, analizzandone le caratteristiche e mostrando le cover.
Insomma, un lavoro sicuramente di pregio, accurato e in grado di valorizzare come non mai la Papernovela, grazie a un apparato di supporto che finora era sempre mancato.
Il prezzo importante e il fatto di possedere già la storia nell’albetto del 2014 mi portano ad evitare l’acquisto, nonostante reputi l’iniziativa di grande valore per lettori vecchi e nuovi; si tratta comunque di un progetto da attenzionare ad ogni uscita, per decidere di volta in volta se comprare o meno a seconda di quanto e cosa si abbia già in collezione.
Cito infine Le serie imperdibili #4, con il quarto e ultimo volume delle Tops Stories.
Si completa la miglior edizione della serie di Giorgio Pezzin e Massimo De Vita, ottima sia per i materiali che per l’ordine cronologico di ripubblicazione che per i preziosi approfondimenti scritti di prima mano dallo sceneggiatore.
Consigliatissimo come i precedenti tre, in particolar modo per chi non conosca queste storie o per chi le abbia amate fortemente grazie alle atmosfere archeologiche e suggestive che le contraddistinguono.
Il volume mantiene le caratteristiche cartotecniche e contenutistiche degli altri, per cui non mi dilungo troppo: sulle avventure specifiche qui contenute rimando invece a una breve recensione che sto scrivendo per Lo Spazio Bianco, nella quale parlerò più diffusamente del prodotto.
Bene, direi che è tutto.
Vi auguro un buon agosto, sperando che possiate rilassarvi su una spiaggia, su un sentiero di montagna, sulle rive di un lago, nella quiete della campagna o anche semplicemente nel salotto di casa vostra, con la possibilità comunque di staccare la spina per almeno qualche giorno e riprendervi così dal “logorio della vita moderna” 😉
Buone ferie, quindi, e ci si rilegge a settembre qui sul blog; continuate però a seguire la pagina Instagram, che lì qualche nuovo post ci sarà anche durante questo mese 😉
Ciao!
Ciao!
Ho notato anch’io un calo nei GCD di questo mese; la sezione superstar infatti non brilla particolarmente. Devo dire che “Il gorgo misterioso” degli anni ’50 mi è piaciuta abbastanza, anche se ho trovato il remake degli anni ’70 davvero mal fatto: riassume la vicenda originaria ritagliando alcune sequenze e accelerando il tempo del racconto, a discapito della comprensibilità totale. Per fortuna sono partita a leggere da quella degli anni ’50.
La storia con Codino mi è piaciuta abbastanza, ma più nelle atmosfere tipicamente scarpiane che nell’intreccio in sé: la storia non spicca per la trama, ma piuttosto per lo stile con cui è scritta e per la classica poetica di Scarpa.
Ho trovato “Paperino reporter sportivo” divertente e scorrevole, idem per “Il segreto della felicità”.
“L’avventura oceanica” è credo il pezzo forte del numero, lo stile di Scala è riconoscibilissimo, con un ritmo riposante e le atmosfere stupende. Ottima storia!
Bella anche “Le finestre aperte”, assurda ma proprio per questo originale.
Su “Paperino e la stampa” concordo con te, troppo didascalica e lunga per ciò che aveva da raccontare.
Un buon numero, anche se in calo per la media, e prezioso come ultimo contributo di Boschi.
“Paperbat Niu Adventures” è l’elemento che mi spinge a comprare questo numero del “Club dei supereroi”, testata che non seguo regolarmente ma che sa offrire numeri eccellenti. Aspettavo di leggere le Niu Adventures da tempo e questa ristampa capita a fagiolo. Sono curiosa inoltre per il contributo di Davide Del Gusto a questa testata.
Non ho preso volumetto su Cavazzano in quanto ho già le storie più importanti in altre edizioni, ma per chi non dovesse averle può essere un buon affare, dato anche il prezzo comunque accessibile.
Non ho preso nemmeno il Classico su Fantomius perché ho già tutte le storie della serie tra Definitive e Topolini vari. Comunque, per chi non le ha è fortemente consigliato, sono tutte storie belle se non ottime e anche la frame story può essere interessante.
Aspettavo da anni una ripubblicazione di “Papernovela”, e oggi sono accontentata, con l’aggiunta di un volume che si prospetta molto interessante anche per gli editoriali. Mi mancano alune grandi saghe della Ziche (Papernovela, ma anche Topokolossal, Il papero del mistero, e altre), e quelle che ho letto mi sono piaciute molto, quindi credo proprio di seguire questa collana, così come la parallela su Casty.
Sembra interessante anche il volume delle Tops Stories, ma vedo se ho già le storie contenute in questo numero.
È tutto, alla prossima!
Buone ferie anche a te 🙂
Ciao, hai scritto che hai letto i redazionali dell’albo sulla papernovela pur non avendolo comprato. Potresti dirmi dove li hai trovati?
Grazie in anticipo
Ciao Gianluca.
Non è proprio così: per commentare i redazionali mi sono basato in primis sulla pagina del sommario, la cui foto è stata pubblicata a suo tempo sui social dell’ottimo Papersera come accade per quasi tutte le pubblicazioni disneyane, e poi su una sfogliata del volume in fumetteria che mi è servita per farmi un’idea generale del contenuto dei pezzi, utile per tirare brevemente le fila del progetto nel mio pezzo.
L’unico modo per leggere i redazionali resta quindi quello di comprarlo 😉
A presto!