
Le pubblicazioni Disney di marzo 2022
Bentornati su Lo Spazio Disney!
Dopo aver analizzato le principali storie inedite di marzo, pubblicate su Topolino, è tempo di vedere quali albi disneyani di ristampe hanno popolato gli scaffali di edicole e fumetterie nel corso del mese appena conclusosi.
L’edicola Disney di marzo 2022
Non posso che iniziare dalle due pubblicazioni a cui ho dedicato anche la copertina con l’immagine in evidenza di questo post.
Scelta che, peraltro, nasconde un piccolo aneddoto.
Una delle mie ultime conversazioni via chat con Francesco Gerbaldo verteva sul nuovo numero del Club dei Supereroi, di cui già decantava le lodi per farmi salire l’hype. A un certo punto, come chi conosceva Gerba troverà naturale, se ne è uscito candidamente dicendo, tra l’ironico e il serio, che riteneva che i tempi sarebbero quindi stati maturi perché la sua testata guadagnasse spazio nell’immagine di copertina del mio post di marzo. Irriducibile, anche quando gli ricordai che già accadde per i primi due numeri, nicchiò sul fatto che invece con Papersera non era mai successo.
Raccontando lo scambio di battute in questa maniera, me ne rendo conto, potrebbe passare un ritratto di Gerbaldone un po’ pieno di sé: non è così… o perlomeno non del tutto 😛
Più di una persona, tra i tanti messaggi di saluto confluiti nel web un mese fa, ha ricordato il carattere del Nostro, particolare e sfaccettato: credeva in quello che faceva e gli piaceva parlarne e difendere i suoi risultati, ma l’approccio con cui lo faceva non era mai presuntuoso, piuttosto sempre leggero, autoironico e pronto al confronto, tanto costruttivo quanto scherzoso.
Quando mi punzecchiava dicendo che preferivo celebrare I Grandi Classici Disney invece dei suoi prodotti si instaurava un tacito gioco delle parti – e non solo con me, a onor del vero – che era simpatico portare avanti e che spesso sfociava comunque in considerazioni concrete e scambi di opinioni pertinenti.
Era così con Gerba: ti avvicinava con quelle frasi un po’ serie e un po’ sarcastiche, con le quali ti trattava da suo pari anche se lui lavorava all’interno di Panini e tu eri solo un blogger da strapazzo, e dalle battutine reciproche ti portava a ragionamenti costruttivi e interessanti che vagliava con attenzione.
Cercare il consenso negli altri rispetto al frutto del suo lavoro era una sua esigenza per capire se stesse facendo bene, un approccio a suo modo generoso per mettere le basi di quella che avrebbe potuto essere una lunga carriera all’interno della redazione disneyana.
Non so se, in una realtà alternativa in cui Gerba non ci ha lasciato, avrei ritenuto davvero di mettere il nuovo numero del Club come immagine in evidenza. Sicuramente non avrei messo Papersera, però!
Ad ogni modo mi pareva un degno e ulteriore omaggio alla sua memoria, che volevo fare con tutto il cuore. “Non sarà tanto però ci basterà”.
Comunque sia, Il Club dei Supereroi #5 è davvero un buon numero, forse il migliore di quelli usciti finora.
L’idea di mettere Paperino e il superdinamo di Carl Barks è perfettamente sensata e in linea con gli intenti della serie, oltre a permettere di avere un po’ di Uomo dei Paperi su una testata dove non ce lo si aspetterebbe. La scelta di farla seguire da Paperino e il ritorno di Super Segugio di Don Rosa, sequel diretto della ten-page barksiana, è altrettanto logica e offre un quadro completo di questa trama. Come sempre con il fumettista del Kentucky, gag e umorismo verbale affollano le tavole e funzionano benissimo come meccanismo. Il non plus ultra sta però nel collegare tutto ciò a una delle inedite, nientemeno che il remake manga del Superdinamo realizzato da Shirō Shirai nel 1996: non tanto per la storia in sé, che segue abbastanza fedelmente l’andamento dell’originale e che si presta semmai a qualche osservazione sullo stile di disegno, quanto per la scelta di pubblicarla nel senso di lettura alla giapponese, mettendola in coda all’albo e presentando addirittura una quarta di copertina dedicata, che suggerisce il particolare ordine di fruizione. Una vera e propria chicca che Francesco ha orchestrato, insieme alle sue editor, con il solito rispetto verso la materia di partenza.
Sempre tra le inedite spicca ovviamente la seconda parte di The Duck Knight Returns di Ian Brill e James Silvani, la prima storia del rilancio di Darkwing Duck; l’avventura entra nel vivo, con gli storici villain che si compattano e con il protagonista che inizia le proprie indagini per scoprire cosa c’è che non va nella struttura che garantirebbe la sicurezza alla città di Saint Canard. Ritmi da comics supereroistici, umorismo piacevolmente disneyano e post-moderno e disegni plastici, perfettamente fedeli allo stile della serie animata originale rendono l’episodio decisamente godibile, con un buon cliffhanger nell’ultima tavola che riporta in scena un altro personaggio fondamentale del cast.
Siamo a metà percorso e non vedo l’ora di vedere come proseguirà!
Il resto del volumetto offre Superpippo e l’antitornado, importante perché vede l’esordio di Super Gilberto (ma la cui sceneggiatura, per quanto mi riguarda, lascia un po’ a desiderare…) e due testimonianze della quota brasiliana, uno dei cuori pulsanti del progetto: Paper Bat e la minaccia del clown e L’eroico Bat Carioca – Sponsor per un eroe, sulle quali non c’è molto da dire essendo perfettamente in linea con le altre avventure di questi due personaggi. Mi hanno divertito, e si sa che ho un debole per l’umorismo brasiliano.
Meritorio l’inserimento infine di Super!, breve raccontino di Davide Catenacci e Silvia Ziche facente parte della multi-storia Topolino e il giorno più lungo dedicata nel 1998 ai festeggiamenti per i 70 anni di Mickey Mouse; in questo frammento Paperinik e Superpippo decidevano di regalare all’amico l’ebbrezza di diventare un supereroe, con esisti tragicomici. Una perla simbolo di quegli anni, che mi ha fatto davvero piacere ritrovare qui.
Passando a Papersera #14, non posso che allinearmi a quanto detto con le uscite precedenti: la testata si riconferma un piacevolissimo divertissement, una lettura molto rilassante e senza pretese che al contempo si distanzia però da altri periodici Disney su cui si potrebbe facilmente dire la stessa cosa (come i Vattelapesca tematici o i mensili tipo Big): rispetto a questi esempi, infatti, Papersera attinge a una produzione forse minore del fumetto disneyano, ma che proprio per questo ha avuto meno diffusione e valorizzazione e che quindi può essere portatrice di un interesse maggiore rispetto alle ristampe un tanto al chilo – che hanno la loro utile funzione, non lo dimentico, anche se non sono io il target di riferimento. Inoltre sono storie molto spesso davvero divertenti, adottando una comicità con un taglio diverso da quella italiana.
Insomma, in Papersera si è sempre respirata l’attenzione quasi maniacale del suo curatore, e questo fa la differenza. Chiunque adotterà la gestione del progetto non avrà vita facile nel mantenerne il difficile equilibrio, considerazione che vale anche per Il Club dei Supereroi.
Le storie, come sempre, seguono lo stesso canovaccio di base declinato in tanti modi, anche i più assurdi: proprio questo, insieme al mad touch delle S-code e delle brasiliane, dà modo di divertirsi e rilassarsi piacevolmente.
Cito, tra le mie favorite, Zio Paperone e la giusta causa, Zio Paperone e la bancarella edicola, Zio Paperone e il compagno di scuola, Paperoga e la sinfonia interrotta, Paperina e la futurologia intuitiva.
Tra le inedite fa capolino a sorpresa una danese, tra l’altro molto recente: scritta da Lars Jensen e disegnata da Maria José Sánchez Núñez, è la prima storia del Papersera prodotta dal gruppo Egmont, costringendo così Gerba a dover correggere nell’articolo introduttivo una sua affermazione di un paio di numeri fa. A onor del vero non si tratta di niente di che, ma è certamente significativa e testimonia quanto le antenne di Francesco fossero costantemente drizzate per scovare le novità della produzione estera.
Personalmente, però, ho trovato più divertente Cosa farai da grande, Pennino?
Gerba, adesso però devo passare a I Grandi Classici Disney #75, ok?
I quali, ancora una volta, non mi deludono affatto. O quasi.
Togliamoci subito il dente: la Sezione Superstar presenta due bombe notevolissime, Topolino e la rivolta delle ombre di Michele Gazzarri e Giovan Battista Carpi e Pippo e i missili antimaliardi di Carlo Chendi e Luciano Bottaro. Nella prima, venature inquietanti rendono la storia piuttosto suggestiva, con i protagonisti intenti a doversi difendere dalle proprie ombre che sono riuscite ad acquistare indipendenza e vogliono prendere il sopravvento sugli esseri umani. Oserei dire che l’atmosfera è tutto, in questo caso, a fronte di una narrazione di per sé non proprio pulita e non priva di stramberie. Ma lo spunto è così forte da reggere da solo tutto l’impianto, aiutato peraltro da un Carpi fenomenale che riesce a trasmettere personalità a quelle che sono solo silhouette nere, distinguendosi poi per alcuni tipici segnali di stile come sole e luna dotati di occhi e bocca.
La seconda segna un nuovo confronto tra Pippo e la strega Nocciola, dopo l’esordio di questo geniale leit-motiv in Pippo e la fattucchiera. Stavolta i due autori si prendono più spazio per articolare l’intreccio e arricchiscono la trama con una missione che Nocciola deve compiere: convincere lo spilungone dell’esistenza delle streghe non è quindi l’unico scopo dell’arzilla vecchietta, e nemmeno il principale, e questo serve a non rovinare subito un’idea così forte e a rendere più varia la narrazione. Le trovate umoristiche abbondano, in particolare il tormentone del razzo nel “pentolone della zuppa”, e i disegni di Bottaro sono eccellenti.
E quindi, qual è il problema? Be’, che stavolta possiedo già le Superstar in altre edizioni degne… ma no, non è solo questo :P, quanto piuttosto la cornice: Luca Boschi ha infatti voluto riproporre anche il prologo e le tavole di raccordo del Classico Toposhow del 1966, che ospitava proprio le due storie di cui sopra. Idea assai interessante e da cultori – per la loro stessa natura, queste pagine non hanno certo goduto di ristampe autonome come capita alle avventure fatte e finite – se non fosse che il tutto resta in sospeso. Mancano infatti le tavole che collegavano le ulteriori due storie presenti in Toposhow e quelle di epilogo dello storico albetto. Sarebbe giusto a questo punto che la seconda metà di quel Classico venisse proposta, con i relativi frammenti di frame-story, nel prossimo numero, ma non mi risulta che sia previsto… e quindi a che pro questa operazione di riscoperta lasciata a metà?
Se però vi mancano La rivolta delle ombre e I missili antimaliardi… cosa fate ancora lì?? Fregatevene di questi appunti e fiondatevi in edicola per rimediare in modo facile ed economico.
Tornando alla prima parte del GCD, inoltre, non mancano le storie di spessore che possono fare la felicità degli appassionati, e che hanno fatto la mia in particolare perché non ne conoscevo quasi nessuna: Paperino in.. “prendeteli vivi” di Rodolfo Cimino e Giorgio Cavazzano, Paperino e la calpuria agrestis di Pier Carpi e Pier Lorenzo De Vita e Paperoga e l’albero dello sciroppo di Dick Kinney e Phil De Lara sono tre letture davvero soddisfacenti e per me finora inedite. Zio Paperone e i funghi dei nibelunghi di Romano Scarpa è invece una mia “vecchia conoscenza” per la quale ho però colto con gioia l’occasione di rileggerla.
Insomma, al netto di quello scivolone strutturale e concettuale nelle Superstar, la qualità rimane alta e garantita nel complesso, riconfermando i GCD come #unicatestataseria.
Concludo questa prima sezione ricordando che questo mese è uscito anche MM – Mickey Mouse Mystery Magazine #5 con la riproposta di Victoria e Run run run, due storie nelle quali prendevano i comandi due nuovi sceneggiatori rispetto al dittico formato da Tito Faraci e Francesco Artibani, vale a dire Augusto Macchetto e Riccardo Secchi, con risultati all’altezza (in particolare Run run run, alla quale parrebbero essersi ispirati anche gli sceneggiatori della fiction RAI L’Ispettore Coliandro per l’episodio Corri, Coliandro, Corri del 2017).
È il penultimo volume della ristampa e ribadisco ancora una volta quanto sia consigliato l’acquisto nel caso non abbiate già la collezione originale degli spillati o riedizioni altrettanto degne.
La fumetteria Disney di marzo 2022
Nelle librerie del fumetto sono uscite tante belle cosine per Disney-Panini, questo mese 🙂
In pole position metto sicuramente Disney Collection #6 – Le vacanze di Donald, edizione italiana del graphic novel Glènat realizzato da Frédéric Brrémaud e Federico Bertolucci e uscito in Francia pochi mesi fa.
Nel momento in cui scrivo purtroppo non ho ancora in mano il volume, ma posso consigliarlo ad occhi chiusi avendo intravisto qualche pagina qua e là: mi è bastato per capire che l’ispirazione degli autori viene direttamente dai cortometraggi degli anni Cinquanta e per rimanere sbalordito dai disegni di Bertolucci, con il suo stile soffuso e carezzevole anche grazie ai colori. Sembra in tutto e per tutto un prodotto raffinato e di rilievo, che non esiterò a fare mio per poi recensirlo sulle pagine de Lo Spazio Bianco.
La novità del mese è invece Topolino Extra Special – La solitudine del quadrifoglio. Si inaugura infatti una sorta di spin-off della collana bimestrale dedicata ai cicli nati sul settimanale disneyano negli ultimi due-tre anni, dedicato a quelli che per comodità potremmo definire – come fa il direttore Alex Bertani – graphic novel Disney: di fatto storie autoconclusive con un minimo di due parti nelle quali l’elemento introspettivo o la volontà di scavare un po’ più a fondo nella personalità del cast la fanno da padroni.
Si parte con la prima in ordine temporale che rispecchia queste caratteristiche, il refresh su Gastone operato da Marco Nucci e Stefano Zanchi. Come già ebbi modo di dire ai tempi dell’esordio su Topolino, i miei sentimenti verso questa storia sono contrastanti: da una parte riconosco la freschezza e la novità portate da questa narrazione, dall’altra ne vedo anche i limiti e le forzature, un po’ in alcuni tratti caratteriali del protagonista e un po’ nei toni esagerati impostati nella seconda parte.
I disegni di Zanchi sono invece allo stato dell’arte, qualcosa di magistrale e sono sicuro che beneficeranno assolutamente del maggior formato permesso da questa nuova edizione: l’artista destruttura la tavola in maniera sempre naturale e mai traumatica, apparecchiando adeguatamente le pagine su cui recitano personaggi disegnati magnificamente.
Anche in questo caso non ho avuto modo di visionare il volume, ma posso facilmente immaginare che come nell’Extra canonico abbondino i contenuti speciali, i dietro le quinte, la parola agli autori e (vorrei sperare!) diversi bozzetti del disegnatore.
Onestamente non riesco a mettere sulla bilancia i pro e i contro, quindi non sciolgo la riserva sul consigliare o meno l’acquisto stavolta. Fatevi quindi guidare dall’istinto oltre che dalle mie parole. Diciamo che se l’avete già su Topolino secondo me potreste anche accontentarvi, come farò io… ma è anche vero che i disegni potrebbero meritare l’upgrade. Vedete voi 😛
Negli ultimissimi giorni del mese sono poi usciti tre volumi di un certo richiamo, anche se pure in questo caso per motivi di tempo non ho avuto occasione di vederli dal vivo.Disney De Luxe – PK/DD Timecrime fa finalmente giustizia di un torto editoriale originatosi anni fa: per qualche astruso motivo si decise di pubblicare il crossover tra le due saghe in Super De Luxe, un formato diverso dalle altre storie di PKNE – filone nel quale comunque si immetteva, al di là della natura speciale del progetto – e che per colmo non aveva affinità nemmeno con altre edizioni di DoubleDuck. Motivo per cui evitai l’acquisto, seppur a malincuore, detestando le dimensioni di quella collana.
Panini e la redazione odierna intervengono oggi ristampando TimeCrime nel formato De Luxe, e quindi probabilmente cederò nell’acquisto per poter colmare la lacuna nella collezione di cartonati pikappici. L’avventura era difficile da inquadrare per determinate scelte narrative che prese Francesco Artibani e, alla luce attuale con la mossa di Alessandro Sisti che riprende alcune istanze e certi personaggi da quella storia, l’approccio nei suoi confronti si fa se possibile anche più complesso. Resta comunque un’operazione a suo modo affascinante per come lo sceneggiatore cercò di tenere insieme, in un’unica visione, elementi che – pur afferendo tutti a Paperino – erano nati per andare ciascuno per la propria strada in modo parallelo.
Comunque, crono-casini assicurati e dialoghi al fulmicotone presenti, quindi non c’è da rimanere delusi. E pure Paolo Mottura ai disegni fa il suo, con alcune vignette veramente d’atmosfera (anche grazie ai colori di Max Monteduro) e con sfondi ricercati.
Non so quanto sperare in un apparato editoriale di approfondimento, in questo caso…
C’è poi Topolino Gold #6 – Zio Paperone e il segreto di Cuordipietra. Non ho mai nascosto il mio disamore per questa testata e per la sua visione strutturale. Se da un lato plaudo alla volontà di pubblicare anche la seconda storia di Francesco Artibani e Alessandro Perina sul confronto tra Zio Paperone e Cuordipietra Famedoro dopo aver già ospitato la prima, dall’altro questo spezzettamento per massimizzare vendite, profitti e cofanetti in luogo di operazioni che potevano anche essere compresse in un’unica soluzione non mi piace granché.
A livello di parere personale sull’opera, posso dire che era meno riuscita della precedente Zio Paperone e l’ultima avventura, che era invece un meccanismo fantastico. Il segreto di Cuordipietra, invece, non sempre fila liscia e ha qualche inciampo qua e là, restando pur sempre una lettura godibile e con diverse idee interessanti messe in campo.
Segnalo infine che in questa edizione verrà presentata in forma “riveduta e corretta” con un finale più lungo grazie a un paio di pagine extra realizzate per l’occasione: io mi tengo comunque stretto il brossuratone che le conteneva entrambe e passo oltre 😛
Le serie imperdibili #2 – Le Tops Stories vol. 2 prosegue infine la ristampa cronologica della serie realizzata da Giorgio Pezzin e Massimo De Vita nei primi anni Duemila. Altre tre storie accompagnate dalla pubblicazione dei rispettivi soggetti originali, degli spunti e ispirazioni alla base dell’idea e del commento inedito dello sceneggiatore alle singole avventure raccolte.
Il volume si presenta sulla falsariga del precedente, quindi decisamente molto curato e approfondito. Non posso che consigliarlo caldamente.
Bene, direi che è tutto.
Ci si legge presto, qui sul blog e sulla pagina Instagram 😉
Ciao!
Ciao!
Mi ha fatto piacere leggere i tuoi aneddoti su Gerbaldo, specialmente l’ennesima conferma della sua attenzione verso le danesi e le straniere in generale, che ha sempre caratterizzato il suo lavoro.
Non ho comprato questo Papersera e nemmeno il Club dei Supereroi, ma quest’ultimo sembra un numero interessante per l’esperimento del manga e per la storia con Darkwing Duck. Ho invece recuperato un numero del Papersera dell’anno scorso che aveva un indice interessante e che mi ero persa.
Non ho ancora ricevuto il numero dei GCD (Poste Italiane efficientissime…sono abbonata), ma promette bene, a dispetto della frame story che mi aveva stupita quando era stata annunciata. Di queste storie avevo già letto in un altro numero “Paperino in prendeteli vivi”, di cui conservo un buon ricordo.
Avendo già sui Topolino originari sia “Timecrime”, sia “La solitudine del quadrifoglio” che “Il segreto di Cuordipietra”, non ho comprato gli albi dedicati, ma per chi non ha le storie possono essere acquisti interessanti, le storie sono tutte validissime.
Ho invece intenzione di prendere Mystery Magazine e forse anche le Tops Stories, vedo perché ho già alcune storie di questo albo.
Non sto seguendo i Glenat in italiano, ma sto pensando di prenderli in francese. Volevo chiederti se tu hai acquistato alcuni dei numeri usciti in Italia e se ti sono piaciuti/li consigli.
Ciao!
Cara Korinna, grazie come sempre per il tuo commento. Sono contento che ti abbia fatto piacere leggere il mio aneddoto su Francesco, sono dell’idea che il modo migliore per omaggiare una persona scomparsa sia quello, da parte di chi l’ha conosciuto, di raccontarne aneddoti e ricordi. Di tanto in tanto tornerò a condividere sensazioni ed episodi che lo riguardano, qui e su Instagram.
Sulla strategia del “zero doppioni” che adottiamo io e te (tu in maniera anche più ferrea, io a volte cedo perché sono un debole 😛 ) ci sarebbe da fare un sondaggio per capire quanto sia condivisa tra i lettori-tipo contemporanei. Sicuramente a Bertani non piace questo elemento XD
Io, dopo aver avuto modo di leggere il primo volume delle “Tops Stories” (stay tuned per la mia recensione su Lo Spazio Bianco), collezionerò questa ristampa pur avendo già tutte le storie sparse, per esempio ^^”
Per quanto riguarda i Glènat, ho comprato e letto i due di Filippi e Camboni, “Horrifikland” e “Mickey All Stars”, in pratica tra quelli usciti finora in Italia ho saltato solo “Mickey attraverso i secoli”. Su Lo Spazio Bianco trovi le mie recensioni di questi titoli per un’opinione più articolata, in sintesi però posso dirti che sono decisamente piacevoli: delle visioni sicuramente diverse da quelle che siamo abituati a vedere sul “Topolino” nostrano ma si tratta di sperimentazioni riuscite e molto rispettose della golden age disneyana. I due di Filippi e Camboni in particolare sono delle vere gemme e se ti piacciono fantasy e steampunk sono perfetti 😉
Ma quindi conosci il francese? 🙂 In tal caso potrebbe effettivamente essere una buona idea virare sull’originale, considerando che allo stesso prezzo dell’edizione italiana hai un prodotto con caratteristiche cartotecniche migliori e dimensioni più generose, senza nulla togliere alla versione Panini che comunque si difende bene.
A presto!
Sono contenta di sapere che ci racconterai aneddoti su Francesco, sono d’accordo, è il modo più bello per ricordare una persona scomparsa!
Per quanto riguarda le ristampe, sì, generalmente preferisco evitare i doppioni e virare verso storie per me nuove, ma penso che nel caso delle Tops Stories farò anch’io un’eccezione: i volumi sono davvero ben curati e il rapporto qualità/prezzo è soddisfacente.
Diciamo che ho studiato un po’ di francese e vorrei approfondire questa lingua. Come ho fatto per l’inglese, per cui ho comprato alcuni volumi della Carl Barks Library americana per esercitarmi a leggere in originale alcuni fumetti che mi piacciono, mi piacerebbe fare con il francese, ma mi sono guardata intorno e non vedo molte storie originali in francese (Picsou pubblica ristampe straniere e Le Journal de Mickey alterna straniere con inedite di qualità sembrerebbe non molto alta), così ho pensato ai Glenat, per leggere belle storie e approfondire il francese allo stesso tempo. Grazie per i consigli, leggerò le tue recensioni!
A presto!