Cinque storie di Natale: 1995-1999
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Cinque storie di Natale: 1995-1999

Storie_Natale_2021_0Bentornati su Lo Spazio Disney!
Su questo blog e – quando le facevo – nelle live collegate, si è spesso parlato degli anni Novanta. Più o meno direttamente, li ho sempre tirati in ballo come un decennio molto importante e florido per quanto riguarda il fumetto Disney, per tutta una serie di ragioni interne ed esterne a Topolino (la nascita di una nuova generazione di autori, il fiorire di tante nuove testate ecc).

Nel “glorificare” quel periodo ho sempre cercato di essere obiettivo e quindi di portare argomentazioni concrete a sostegno delle mie tesi. Ma non ho mai negato che sicuramente una parte dell’origine di queste considerazioni si rintracciava nel fatto che… quelli erano gli anni in cui ero un bambino che iniziava ad approcciarsi con occhi innocenti alla narrativa disneyana. Ci sono cresciuto, nei ‘90s, ed è naturale che quindi ci sia una componente affettiva non secondaria nel parlare di quel decennio, e in particolare della sua seconda metà.

Quando ho deciso di fare un post a tema Natale, per smarcarmi dalla selezione generica di classiconi imperanti, ho deciso allora di abbracciare la mia nostalgia e di scegliere una storia natalizia per anno, dal 1995 al 1999, cioè nel pieno della mia infanzia. Del resto, quale momento migliore di questo per cullarsi con il pensiero al ricordo di quanto si era piccoli e il Natale era davvero il periodo più magico dell’anno?

Ecco cosa è saltato fuori.

1995: Soul Papers (Nino Russo, Fabio Celoni)

Storie_Natale_2021_1Il 1995 fu il mio primo Natale “topolinoso”, avendo iniziato a seguire settimanalmente la testata dall’estate di quell’anno.
Dicembre aveva offerto ben due numeri a tema: il #2090 presentava una delle ultimissime incursioni dei Sette Nani di Biancaneve sul magazine (Brontolo e Briciola di Fabio Michelini e Luciano Gatto), un tempo appuntamento fisso del Natale a fumetti Disney, e soprattutto la riproposta di un classico di Carl Barks: Paperino e i doni inattesi, che scoprii in quell’occasione e adorai immediatamente.
Il #2091 si apriva con la piacevole Zio Paperone e le buone azioni di Carlo Gentina/Romano Scarpa (ristampata un anno fa sui Grandi Classici di dicembre), ma il mio cuore fu tutto per Soul Papers.
Pur non conoscendo ancora, all’epoca, il film The Blues Brothers da cui la storia traeva spunto, venni coinvolto da subito in un’atmosfera davvero ben giocata, calda negli intenti e soprattutto animata da personaggi veramente vivi: tanto è commovente l’altruismo di Paperino, Paperoga e delle Giovani Marmotte nel voler aiutare i vecchietti della casa di riposo che rischiano lo sfratto, tanto è magnetico il cinismo ostentato di Zio Paperone, il padrone di casa che li vuole far sloggiare.
Il finale potrebbe forse essere accusato di eccessivo “buonismo”, ma in una storia natalizia di questo tipo non mi aspetterei nulla di diverso. Trovo che la sceneggiatura di Nino Russo bilanci comunque bene il lato sentimentale con quello umoristico senza pendere troppo da una sola parte e costruendo una ritmata favola di Natale. Eccezionali i disegni di un Fabio Celoni attivo da pochi anni ma già ricco di personalità, che offre soluzioni grafiche molto interessanti, personaggi fluidissimi e una neve che appare soffice come quella vera.

1996: Indiana Pipps e il mistero di Babbo Natale (Bruno Sarda, Massimo De Vita)

Storie_Natale_2021_2Molti disneyofili, pensando al Natale del 1996, ricordano immediatamente Topolino e il Babbo Natale Nero di Giuseppe Zironi, unica storia a tema sul #2143 e che era effettivamente assai particolare per la sua vena inquietante. Anche a me piacque, ma in quest’occasione voglio concentrarmi su una storia apparsa sul successivo #2144: Indiana Pipp e il mistero di Babbo Natale.
Anche vedere l’archeologo dell’avventura in un contesto natalizio in fondo non era così usuale, ma a ben vedere aveva senso metterlo a confronto con una delle leggende mondiali per antonomasia: l’esistenza di Santa Claus, un essere magico in grado di portare doni a tutti i bambini del pianeta nel giro di una sola notte.
Approfittando di un’incredibile coincidenza, Indiana si ritrova insieme a Topolino sulla slitta del vecchio “barba bianca” per scoprire che… non voglio spoilerare a chi, pur dopo venticinque anni e diverse ristampe, non avesse ancora avuto il piacere di scoprirla. Sicuramente, con il senno di poi, la spiegazione inventata da Bruno Sarda non è il massimo dell’immaginazione (anzi, rappresenta forse un cliché dei misteri globali, l’ultima spiaggia delle idee) e toglie anche molta della magia usualmente collegata a Babbo Natale, ma ammetto che ai tempi mi convinse decisamente come idea e plot. Del resto trovo tutt’ora che la spiegazione avesse una certa cura nell’incastrare le varie incongruenze legate a questa figura e in ultimo le ragioni dietro questa “missione” avevano un che di poetico. Poi, certo, anche i disegni di Massimo De Vita facevano il loro: ho già scritto più volte di come ritenga quegli anni l’apice artistico e stilistico del disegnatore e qui lo ribadisco, alla luce di vignette meravigliose e aggraziate nonché di personaggi e sfondi al top.

1997: Manetta e l’indagine natalizia (Tito Faraci, Giorgio Cavazzano)

Storie_Natale_2021_3Sul 1997 non c’è dubbio alcuno, per quanto riguarda la mia scelta: Manetta e l’indagine natalizia (il n. era il #2196) è una delle mie storie di Natale preferite di sempre, oltre ad essere parte di un ciclo di avventure che amo, adoro e venero.
Tito Faraci stava facendo un lavoro innovativo e geniale sulle sceneggiature di Topolino, in quegli anni, e il ciclo del commissariato di Topolinia rappresenta senza dubbio un fiore all’occhiello della sua produzione. Il terzo “capitolo” vede gli ispettori Manetta e Rock Sassi arrestare nientemeno che Babbo Natale, colto peraltro in una specie di “crisi di mezz’età” che lo porta ad approfittare della situazione per smettere con il proprio compito. Tra folletti scazzati e disillusi, generale incomprensione da parte dei due protagonisti, un Basettoni che vuole salvare a tutti i costi il Natale e battute esilaranti, la storia è già da tempo un classico delle Feste, anche grazie ai disegni di un Giorgio Cavazzano in splendida forma, che offre vedute invernali davvero piacevoli, un castello di Babbo Natale immaginifico e personaggi come sempre stupendi.

1998: Un papero in rosso (Tito Faraci, Francesco Artibani, Paolo Mottura)

Storie_Natale_2021_4Un anno dopo, è sempre Tito Faraci a firmare la storia di apertura del “Topo” di Natale, il #2248, questa volta in coppia con un altro grandissimo sceneggiatore come Francesco Artibani. I due erano reduci, neanche un mese prima, dalla memorabile Topolino e il fiume del tempo e con Un papero in rosso offrono un’altra prova del loro talento di affabulatori, umoristi e in generale di sceneggiatori piuttosto avanti, capaci di rinfrescare lo storytelling disneyano in maniera inedita fino a quel momento.
Nella fattispecie, mettendo Zio Paperone e un recalcitrante Paperino nella condizione di dover sostituire Babbo Natale, i due creano una selva di situazioni paradossali e divertentissime, che verso la fine sfociano di contro in un messaggio di amore e comprensione verso il prossimo classicamente natalizio.
Il processo che accusa lo Zione di aver aver acciaccato il Babbo è un capolavoro di comicità verbale, così come risultano spassosi gli imprevisti che accadono a Paperone e Paperino durante la consegna dei regali.
Paolo Mottura ai disegni fa un gran bel lavoro nell’illustrare in maniera fantasiosa e coinvolgente tanto gli ambienti fatati quanto i panorami terreni; degni di nota sono poi il character design dei folletti e i due protagonisti in versione Santa Claus e piccolo aiutante
😛

1999: Paperino e la pioggia di regali (Carlo Gentina, Guido Scala)

Storie_Natale_2021_5Il numero di Natale del 1999 (#2300) è forse quello meno entusiasmante di questo quintetto, almeno secondo i miei gusti. Le avventure a tema non mancano, ricordo in particolare la pluri-ristampata Pippo e il Natale quasi perfetto di Carlo Panaro e Ottavio Panaro (ha “partecipato” a numerosi Natalissimo 😛 ma non mi ha mai detto granché) e la surreale ed esilarante Quando Ciccio prepara la tavola di Rudy Salvagnini e Corrado Mastantuono.
Anche la storia d’apertura – Gambadilegno e la recita a ‘cattivo’ soggetto di Gianfranco Cordara e Silvio Camboni – aveva il suo perché, ponendosi decisamente sulla scia delle avventure faraciane con Manetta e Rock Sassi, ma aveva a mio avviso un andamento meno ispirato e senza una direzione narrativa vera e propria, risultando più un affastellamento di gag e situazioni nelle quali, peraltro, il Natale rimaneva un po’ sullo sfondo.
Insomma, bene o male tutte letture adeguate al periodo ma niente che abbia fatto breccia nel mio cuore.
La scelta è allora ricaduta su una storia dal sapore classico come Paperino e la pioggia di regali, a partire dai due fumettisti che l’hanno realizzata: ai testi Carlo Gentina, autore forse troppo poco celebrato e ricordato ma dotato di grande sensibilità disneyana, e ai disegni quel Guido Scala che aveva già prestato la propria matita ad avventure di Natale in anni precedenti.
La storia in sé non risulta forse particolarmente memorabile, né la trama possiede quel guizzo che la riesce a distinguere: Paperino, venuto improvvisamente in possesso di una grossa somma di denaro, decide di usarla per organizzare una “trappola” a Zio Paperone al fine di costringerlo a elargire regali natalizi al prossimo. A quel punto inizia una struttura piuttosto “episodica” e ripetitiva, come andamento narrativo, ma ciononostante non viene meno quell’elemento che me la fa preferire ad altre: il cuore. Paperino diventa una specie di araldo dello spirito natalizio, volendo redimere lo Zione, e dimostra quindi un lato umano e disinteressato davvero apprezzabile.Storie_Natale_2021_6 Così anche la conversione del vecchio avaro, per quanto prevedibile e comunque viziata da un tornaconto che riesce ad ottenere, viene raccontata bene.
A impreziosire il tutto intervengono in particolare i disegni di Scala, in una delle sue ultime prove prima della scomparsa: il tratto barocco che ha contraddistinto l’ultima parte della sua carriera risulta infatti particolarmente adatto alle atmosfere innevate di questo tipo di storie, nella ricchezza di dettagli che i cesti-regalo, i lunghi fiocchi e i negozi addobbati possiedono. Molto intrigante è anche lo stile in cui vengono raffigurati Paperino e Paperone: in particolare il cappotto azzurro che veste il buon Donald in luogo della classica blusa è un tocco da maestro che rende il personaggio comunque riconoscibile ma anche più credibile, muovendosi per le fredde strade invernali. Notare infine anche il Deposito senza cupola tondeggiante ma con il tetto squadrato, di chiara ispirazione americana e segnale di stile delle storie del compianto disegnatore.
Certo, il tratto non è sempre perfetto e alcune espressioni “strane” o prospettive “particolari” spuntano qua e là, a ricordarci che si tratta di un lavoro tra gli ultimi realizzati, ma sono comunque visioni che non stonano con il tenore della storia e la fanno spiccare sull’albo che ne ha ospitato il debutto.

Bene, spero di avervi dato qualche bello spunto per riletture da fare sotto l’albero o anche solo di aver risvegliato in voi qualche piacevole ricordo legato a queste storie e ai Topolino (o ai successivi Natalissimo, perché no?) che le contenevano.
Non mi resta che augurarvi con tutto il cuore un felicissimo Natale, che possa essere momento di serenità e di gioia da condividere con le persone che più vi sono care.
Buone Feste!

Prima di salutarvi vi segnalo però due “extra”.

Il primo è una puntata speciale del podcast Il supereroe, il multiverso e tutto quanto, ideato e curato da Luca Cerretti, della quale sono stato ospite per chiacchierare insieme al padrone di casa della Disney intesa come multinazionale dell’intrattenimento.
Vi lascio di seguito il link per poterla ascoltare:

https://www.podomatic.com/podcasts/lucacerretti/episodes/2021-12-23T08_45_44-08_00

Il secondo è la live natalizia di The Fisbio Show, trasmessa domenica 12 dicembre, nella quale il buon Fabio ha potuto intervistare per due ore e mezza il direttore di Topolino Alex Bertani: i contenuti di Fisbio sono sempre di valore e quando ce n’è qualcuno che spicca particolarmente mi piace segnalarvelo, ed è questo il caso, dal momento che dalla diretta escono diverse considerazioni interessanti.
Se ve la siete persa, eccola qui:

Bene, non mi resta che augurarvi con tutto il cuore un felicissimo Natale: a livello pandemico la situazione non sembra essere delle più rosee, in questi ultimi giorni, ma la speranza è che tutti voi che state leggendo riusciate a passare le Feste nel migliore dei modi e senza troppi contraccolpi e imprevisti dettati dalle contingenze.
Che possa essere momento di serenità e di gioia da condividere con le persone che più vi sono care.

Buon Natale!

7 thoughts on “Cinque storie di Natale: 1995-1999

  1. Ciao! 🙂
    Articolo molto interessante, non ho letto nessuna delle cinque storie, ma ammetto che mi hai incuriosita, in particolare verso “Manetta e l’indagine natalizia”.
    Purtroppo da questo punto di vista conosco poco gli anni Novanta, ma è una lacuna che mi riprometto di colmare, in primis recuperando PKNA, ma anche altre storie come queste che hai citato.
    Sperando in un Natale sereno e in un 2022 migliore, tanti auguri anche a te!
    Ciao 🙂

    1. Ciao!
      Mi fa piacere che tu abbia apprezzato il post 🙂
      Sono storie che ti consiglio di recuperare se potrai, in particolare le prime quattro. Quella di Manetta è pluri-ristampata, e anche “Soul Papers” e l’avventura di Indiana Pipps dovrebbero aver avuto varie riedizioni.
      Magari, se vorrai, potresti indicarmi alcune delle tue storie Disney di Natale del cuore 😉

      A presto!

  2. Ciao 🙂
    Dunque…tra le storie natalizie nel mio cuore c’è sicuramente “Paperino e il premio di bontà”, storia di Chendi e Scarpa che parte da un’idea apparentemente semplice ma che ha poi risvolti particolari, fino a un finale inaspettato. È una storia che tocca il cuore, che emoziona soprattutto alla vista dei Bassotti mossi a compassione davanti alla madre povera con il figlioletto.
    Poi c’è “Doubleduck- Regali di Natale”. Non è certo una storia tipicamente natalizia se non per l’ambientazione, ma la lego molto al periodo di Natale, forse anche grazie a una Kay K insolita e alle prese con il legame con i suoi genitori.
    Poi, per andare più sul classico, ci sono le barksiane “Paperino e i doni inattesi” e “A Christmas for Shacktown”, entrambe molto belle e ricche di spirito natalizio, specialmente la seconda.
    Infine non posso non citare “Canto di Natale” di Guido Martina, una storia interessante e una bella parodia del romanzo di Dickens, disegnata da un artista non italiano (cosa insolita per le storie martiniane).
    Credo di aver detto tutto riguardo alle “mie” storie natalizie.

    Alla prossima :))

    1. Grazie per aver voluto condividere qui le tue storie natalizie del cuore.
      Pollice su per le barksiane citate, mentre “Il premio di bontà” – pur avendone sempre sentito parlar bene – non ho mai avuto occasione di leggerla. Cercherò di recuperarla in qualche modo!
      Ciao!

  3. P.S. può sembrare una domanda stupida e per di più non c’entra con le storie natalizie, ma sono capitata su qualche discussione su Pikappa e mi sono chiesta: perché il Custode della camera Omega viene chiamato da qualcuno “Sergio”? Me lo chiedo da un po’ e mi metto a ridere ogni volta che lo leggo XD
    Ciao 🙂

    1. Non preoccuparti, ogni domanda è lecita è non temo gli Off Topic 😛
      La questione nasce da una battuta dello stesso Artibani, che ha creato il personaggio: dal momento che in “Potere e potenza” non gli era stato dato un vero e proprio nome (“Custode” sembrava più una carica), su forum e social c’erano diversi lettori che si ponevano questo problema, facendo mille ipotesi e confrontandosi. Lo sceneggiatore, evidentemente divertito da questi dibattiti, intervenne allora dicendo qualcosa come “chiamatelo un po’ come vi pare, anche Sergio”. E da lì nei circoli degli aficionados è rimasto come modo ironico per nominare il personaggio XD un po’ come accadde a suo tempo per il termine Frittole che, nato in maniera non ufficiale, si è presto imposto nella vulgata comune.
      Ad ogni modo, ovviamente, il Custode della Camera Omega non ha nessun altro nome al di fuori dello stesso “Custode”, e la cosa di Sergio va presa per una semplice boutade 😉

      A presto e auguri di buon anno!

  4. Ah okay, grazie per la delucidazione su Sergio xD

    “Il premio di bontà” vale davvero la pena di essere letta, te la consiglio!

    Buon anno anche a te!

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