Il “Topo” di agosto 2021

Il “Topo” di agosto 2021

Bentornati su Lo Spazio Disney!
Se pensavate che durante il mese di agosto Topolino si fosse concentrato su storie più standard e tranquille, in occasione del periodo estivo e vacanziero… be’, vi sbagliavate di grosso 😛
La redazione presieduta da Alex Bertani ha lanciato delle bombe vere negli ultimi numeri, con alcune storie che hanno fatto davvero rumore per i nomi coinvolti e le ambizioni narrative.

Inoltre, come vedrete fra qualche giorno con il consueto post sulle uscite disneyane, la stessa considerazione si può fare anche per diversi albi e volumi usciti nelle scorse settimane… e come se non bastasse pure il numero agostano di Anteprima, riguardando il periodo di ottobre/novembre (tradizionalmente ricco di novità e “colpi grossi”), conteneva discrete bombette: a tal proposito, come già riportato in coda a questo post, martedì 24 agosto ho partecipato a una live con l’amico Marco “Uomochesapevatroppo” sul suo canale Twitch, nella quale abbiamo proprio sfogliato il catalogo e commentato i vari annunci contenuti. Vi lascio nuovamente il link diretto al video, nel caso voleste vederlo o rivederlo (tenendo presente che si parla della sezione Disney dal minuto 38:30 al minuto 1:44:55).

Finita l’intro e le informazioni di servizio, passo tosto a parlarvi delle storie di maggior rilievo pubblicate sul “Topo” del mese appena concluso, come sempre dal mio personalissimo punto di vista 😉

Agosto 2021: le storie da Topolino

Spazio_Disney_Topoagosto2021_1Non si può non partire dall’opera di maggior richiamo per i lettori con qualche anno in più sulle spalle, a causa dello sceneggiatore chiamato in causa. Dopo molti anni torna sulle pagine del “TopoGiorgio Pezzin, un autore che ha fatto la storia di questo giornale, e lo fa con un nuovo capitolo di uno dei cicli che molti ricordano con grande affetto, a quasi vent’anni dall’ultimo episodio prodotto: Le Tops Stories.
Ma leggendo Topolino e la fonte della giovinezza di Giorgio Pezzin e Davide Cesarello (n. 3428) sembra che tutto questo tempo non sia passato, tanto la sceneggiatura e le atmosfere che si respirano sono aderenti al mood che contraddistingueva questa saga.
Certo aiuta il fatto che sia una storia recuperata “dal cassetto”, una sceneggiatura pensata e sviluppata a quei tempi ma rimasta poi inedita, e ora recuperata e aggiornata per la pubblicazione attuale.
Il tema di questa nuova “indagine nell’impossibile” da parte di Top De Tops, baronetto inglese avo di Topolino, è di quelli da far tremare i polsi: la ricerca della vita eterna, la possibilità di sconfiggere la morte e il porsi il quesito filosofico di fronte alla liceità di questo percorso.
Elementi fortemente maturi, che alzano l’asticella narrativa e che fanno sembrare la stragrande maggioranza di quanto leggiamo abitualmente su Topolino qualcosa di decisamente lontano ed estraneo.
Pezzin sa mettere in scena questi concetti con la giusta delicatezza, senza banalizzarli ma senza incappare in parole “scomode” per l’attuale policy disneyana. C’è solo un passaggio leggermente farraginoso da comprendere come consecutio logica, a voler essere proprio pignoli, ma a mio modesto parere non si tratta di un errore narrativo quanto piuttosto di una stesura non chiarissima in quel punto, che però non impedisce al lettore di comprendere il significato di quanto sta leggendo, dal momento che gli vengono forniti tutti gli elementi per poter comprendere la base di partenza della ricerca del protagonista.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_6Davide Cesarello ai disegni non può certo competere con Massimo De Vita, che illustrò tutti i dodici episodi originali. Nonostante ciò, e senza dover fare scomodi e inutili paragoni, il disegnatore offre un lavoro di tutto rispetto che contribuisce al godimento della storia. Ho criticato il suo tratto negli scorsi mesi, perché in effetti nelle due storie di Paperinik che ha disegnato non mi era piaciuto, ma in quest’occasione se l’è cavata egregiamente, trovandosi forse più a suo agio con i Topi che con i Paperi. Il suo De Tops è molto buono nell’aspetto, nelle espressioni e negli abiti, così come i pippidi di turno che vengono raffigurati nel modo più adatto e suggestivo possibile rispetto al ruolo che ricoprono in quest’occasione. Buoni, anche se piuttosto anonimi, i comprimari, mentre l’unica pecca è forse il modo in cui appaiono Gambadilegno e Sgrinfia. Gli sfondi però sono ben realizzati ed evocativi, e per una serie “di viaggio” come Le Tops Stories vuol dire tanto.

Insomma, una vera e propria chicca che non avrei mai pensato di poter leggere sul “Topo” del 2021, vuoi per il nome dello sceneggiatore, vuoi per certe tematiche trattate e certi afflati narrativi proposti.
Non posso che complimentarmi con Bertani per aver permesso questa felicissima occasione.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_5Prima di passare alla saghe del mese di agosto, occorre fare ora un piccolo passo indietro per recuperare una storia in tre parti iniziata a luglio ma il cui commento avevo rimandato ad ora in vista della sua chiusura.
Topolino e l’oscura finale di Tito Faraci e Libero Ermetti (nn. 3427-3428-3429) segna il ritorno sul pocket dello sceneggiatore lombardo dopo tanto tempo, specialmente con un progetto più complesso di una breve comica. Ricordo infatti che Mickey 2.0 dello scorso autunno era un recupero d’annata effettuato dal direttore, e non una storia realizzata in tempi recenti.
L’oscura finale poteva essere quindi un interessante banco di prova per l’autore, per dimostrare di saper muovere ancora in modo interessante i personaggi con cui è entrato professionalmente nel mondo del fumetto una trentina d’anni fa.
Poteva… ma non lo è stato, ahimè.
La trama vede Topolino indagare su un potenziale piano volto a danneggiare lo svolgimento dei giochi del Calisota – una sorta di Olimpiadi a misura di mondo disneyano – mentre Pippo partecipa alle gare del fantomatico sport palla-a-caso, talmente strano da non essere stato ammesso agli stessi giochi.
Proprio la palla-a-caso, con le sue assurde regole, rappresenta l’aspetto migliore di questa avventura, dimostrando l’acutezza di alcune trovate e gag da parte di Faraci, ancora in grado di far ridere – o almeno sorridere – con alcune battute, per quanto leggere.
Ma se si osserva l’impianto narrativo e le “sfide” che Topolino deve affrontare nella sua indagine… c’è ben poco da sorridere, invece. I sabotaggi che avvengono sono ridicoli, idee fin troppo irrealistiche e “bambinesche” nella loro resa, rendendo così praticamente nulla la tensione rispetto a quanto avviene. Inoltre il ritmo narrativo appare strano, dal momento che secondo e terzo episodio suonano un po’ ridondanti rispetto a quanto avviene, tanto da far pensare che la storia avrebbe potuto tranquillamente svilupparsi in soli due tempi.
Anche il carattere giallo dell’intreccio non si presenta certo di rilievo, rendendo piuttosto scontata l’identità dei colpevoli e facendo arrivare il detective dilettante alla soluzione grazie a un’intuizione abbastanza gratuita.

Libero Ermetti ai disegni continua la sua parabola ascendente sfornando ottime vignette e, supervisionando anche la colorazione, riesce a garantire ancora meglio l’atmosfera che lui e Faraci avevano in mente per le ambientazioni.
Personalmente trovo che l’artista se la cavi meglio con l’universo dei Paperi; i suoi Topolino e Pippo esteticamente non mi entusiasmano, infatti, risultando tecnicamente molto buoni ma senza guizzi, senza niente che li contraddistingua particolarmente. È nei comprimari che invece Ermetti dà il meglio in questo caso, ripescando per i volti dei comprimari influenze decisamente gottfredsoniane nello stile e nel loro aspetto, mentre sbizzarrendosi per i personaggi secondari come la guida di Topolino nel torneo e il commissario.

Esco in sostanza deluso dalla lettura di una lunga storia che non mi ha interessato granché, mi ha divertito in pochi casi e che poteva essere condensata in meno tavole, senza trascinare un caso poco intrigante per addirittura tre numeri di Topolino.
Eppure sono convinto che il Faraci dei tempi d’oro ci sia ancora, che possa dare ancora qualcosa di rilevante al settimanale… ci credo! Lo aspetto e me lo aspetto, almeno un’altra grande storia faraciana arriverà!

Spazio_Disney_Topoagosto2021_2Di saghe del mese ad agosto ce ne sono state addirittura tre, anche se tutte articolatesi solo su due episodi ciascuna. Dico ciò escludendo la seconda stagione di Paperbridge di Marco Gervasio, che commenterò una volta giunta a conclusione e quindi nel post con le storie di settembre.
Parto con Io sono Macchia Nera di Marco Nucci e Casty (nn. 3429-3430), forse la più ambiziosa per vari motivi.
Rappresenta infatti il rilancio del tenebroso avversario di Topolino, dopo una breve pausa dall’ultima comparsa e soprattutto dopo tante storie in cui il personaggio era risultato “spento”, derubricato a criminale di serie B e buffo stratega pasticcione; questo a causa di sceneggiature che lo limitavano, forse anche per evitare nella maniera più semplice il pericolo dell’addentrarsi in zone narrative a rischio di “addolcimento” da parte delle alte sfere.
Ma Bertani ha voluto comunque investire sulla natura più dark di Macchia Nera, ritenendo che fosse possibile riportare in scena il personaggio in tutta la sua durezza pur calandolo nella contemporaneità, tanto di scrittura quanto di regole da rispettare. La volontà di vedere fino a dove il limite si estende davvero per sfruttare tutte le potenzialità possibili: ci si è riusciti in modo sorprendente mandando in stampa la storia di Pezzin, e a mio avviso – anche se in maniera differente – ci si è riusciti anche in questo caso.
Dopo l’affaire Vertigo (vedi post sui Topolino di luglio), non nascondo che avevo grossi timori e pregiudizi all’idea che sarebbe stato Nucci a occuparsi di questo refresh. Ma dopo la lettura mi sono ricreduto: non perché la sceneggiatura sia ineccepibile, o perché la storia si sia rivelata formidabile, ma perché ormai riesco a inquadrare la strategia redazionale dietro queste operazione e il modo in cui lo sceneggiatore vi si inserisce. Detto in maniera diretta: in Io sono Macchia Nera non succede granché, ma non succede “bene” 😛 Nel senso che la struttura vede uno sconvolgimento che colpisce Topolinia – i cittadini perdono la memoria, dapprima in modo leggero ma via via dimenticando cose fondamentali come le proprie relazioni – e poi la cosa rientra da sé. Non c’è un ricatto, non c’è Topolino pronto a sventarlo e a salvare la situazione. Anzi, Topolino risulta in balia degli eventi come e più degli altri, smarrito nel cercare di mettere insieme i pezzi di un puzzle nel quale non sa raccapezzarsi.
Spazio_Disney_Topoagosto2021_9Un racconto quasi metanarrativo: Macchia si ripresenta tanto ai lettori quanto ai topolinesi semplicemente per riaffermare che lui è ancora una mente criminale eccelsa e temibile, in grado di mettere in crisi una città intera e anche di tenere in scacco il suo acerrimo rivale.
Ma in questo “tutto qui” si nasconde ben altro: certo, lo si può vedere solo come un lungo ed esagerato prologo, ma nel suo essere così essenziale pone le basi perché il pubblico possa comprendere questa figura in queste vesti, piuttosto diverse da quelle troppo spesso viste su Topolino. Ma nel farlo non è per niente didascalico: ci sono pathos e thrilling in queste pagine, c’è una sapiente costruzione della tensione che si ravvisa nel primo tempo ma, per una volta, anche nella seconda metà dell’avventura, che solitamente individuavo come tallone d’Achille nei progetti nucciani. Stavolta invece tutto regge, offrendo un racconto ricco di atmosfere noir e dark. Mickey risalta poco, è la vittima senza riscatto, e questo potrebbe essere visto come un difetto a chi conosce la “liturgia” della narrativa disneyana. Stavolta non c’è un confronto finale tra i due, per dire, ma va bene così: la scena doveva essere tutta per Macchia Nera e così è stato. Ci sarà tempo nelle sue prossime incursioni per concretizzare in maniera migliore queste potenzialità ora riaffermate.
Casty ai soli disegni, infine, una volta superato il dispiacere del vederlo impiegato sempre meno come sceneggiatore, si rivela una scelta quantomai azzeccata. Le sue matite incidono il foglio e restituiscono brillantemente le espressioni perse dei personaggi, Topolino in testa, così come gli sfondi cittadini vessati dalla pioggia incessante. È un lavoro di fino, aiutato in maniera fondante dalle chine di Michela Frare, che esalta anche la nera figura del villain e offre scorci veramente suggestivi come la cascata in cui si svolge il finale. Casty offre quindi un apporto fondamentale alla buona riuscita della storia, e spero vivamente che questa coppia resti in sella anche per le prossime avventure con Macchia Nera.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_3L’ultima avventura di Reginella, di Alex Bertani, Vito Stabile e Stefano Zanchi (nn. 3430-3431), è senza dubbio l’altro pezzo forte del mese, e credo sia inutile specificarne il motivo.
Reginella è un personaggio tanto struggente – e per questo memorabile – quanto complesso da utilizzare oggigiorno: la dimostrazione l’abbiamo ampiamente avuta con La regina fuori tempo di Bruno Enna e con le tre prove di Vito Stabile nelle quali la sovrana di Pacificus viveva avventure da protagonista affiancata a vari personaggi di Paperopoli, Paperino escluso. Esperimenti sulla carta anche interessanti ma dolenti nel mortificare una figura tanto delicata e difficile.
La parentesi del rilancio di Reginella, retaggio della direzione di Valentina De Poli, andava chiusa prima di fare troppi danni: si poteva anche lasciarla semplicemente cadere, abbandonando senza grandi rimpianti il filone, ma la visione “completista” di Bertani ha voluto dare una degna chiusura al ciclo, e così ha addirittura affiancato Stabile ai testi di una storia in due tempi che chiudesse definitamente il discorso, fin dal titolo.
Risultato ottenuto, felicemente. L’ultima avventura si costituisce come il miglior prodotto con questo personaggio dai tempi di Rodolfo Cimino, creatore di Reginella, perché riesce tramite il non-detto a scanonizzare il concetto di amicizia tra la regina e Paperino, non si perde in troppi orpelli o nel tentativo di costruire una linea narrativa ad hoc, ma si prende tutti i suoi spazi per regalare diverse tavole ai due protagonisti, al loro sentimento e al loro addio.

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Fonte: pagina Facebook di Vito Stabile

È un’altra storia che si gioca tutta sulle atmosfere e sui sentimenti, più che su quello che succede nello specifico: siamo sempre più di fronte a un cambio di paradigma in tal senso, per quanto riguarda il modo di intendere il fumetto Disney, una svolta che secondo me può riservare belle sorprese e prodotti dotati di inedita freschezza.
In questo caso ha funzionato perfettamente: si è lavorato per sottrazione, tanto nei dialoghi quanto nelle situazioni, e in questo modo si è lasciato spazio alle emozioni dei personaggi. È una storia che nasce con il semplice e solo intento di chiudere la macrotrama risolvendo gli snodi irrisolti e separando ufficialmente i due innamorati. Era quello che i lettori volevano e una volta tanto era giusto darglielo, vista la china che questo ciclo aveva preso.
Certo, “vince” Paperina, ma era inevitabile che fosse così. E personalmente trovo anche che sia stata una mossa interessante vedere volta tanto il papero anteporre i propri doveri all’anelito romantico e non viceversa.
La scelta di Stefano Zanchi ai disegni, e anche alla supervisione del colore, in quest’ottica non è che la ciliegina sulla torta. Il tratto dell’artista era quello più indicato per portare su carta quelle sensazioni, che dovevano articolarsi più visivamente che letteralmente. Show, don’t tell, insomma, e per raggiungere il risultato ottimale occorreva avvalersi di un disegnatore capace di andare un po’ oltre “il solito”: Zanchi era l’uomo giusto e ha regalato tavole che resteranno nella mia memoria molto a lungo, capaci di imprimersi nella mente e di meravigliare per l’intensità delle espressioni, la morbidezza del tratto e la capacità di stravolgere la gabbia in più occasioni, non tanto per il gusto di farlo, ma per valorizzare gli scenari o determinati passaggi narrativi.
È stato fatto quello che ormai nessuno si aspettava più, in una delle maniere migliori possibili con questi ingredienti. Esco soddisfatto da questo commiato e credo che in questo modo si sia reso onore alla creazione di Rodolfo Cimino.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_7Paperinik e la minaccia alla fattoria di Marco Gervasio e Giuseppe Facciotto (nn. 3429-3430) riporta l’autore romano su Paperinik, e lo fa con quella che è forse la sua migliore storia dal “rilancio vendicativo” ad oggi, per quanto mi riguarda.
Si tratta infatti di un’avventura briosa, dove l’umorismo abbonda – ci sono state diverse battute e gag nelle quali ho genuinamente riso – ma in cui non sono mancati anche passaggi quasi “drammatici”: la fattoria di Nonna Papera è minaccia dalla speculazione edilizia del miliardario Red Duckan che la demolisce in barba ai tentativi di Paperino e Paperone di evitarlo. Occorre l’aiuto del vendicatore mascherato per riportare le cose alla normalità.
Ho apprezzato innanzitutto che per una volta questo Paperinik gervasiano non indossi maschera e mantello solo per il proprio tornaconto. D’accordo, so bene che il personaggio è nato proprio per quel motivo, ma ultimamente sembrava occupato solo a difendere la sua immagine e basta, immagine che quindi… era l’unica cosa che rimaneva, per il resto non faceva altro. Viveva di rendita, insomma 😛 Stavolta invece il vigilante interviene attivamente e concentra il proprio sforzo per i diritti di una propria parente, e questo secondo me valorizza l’intreccio.
Inoltre per come lo sceneggiatore l’ha costruita, la scena della demolizione ha avuto l’impatto equivalente – con tutti i distinguo del caso, chiaramente – della morte della ragazza dell’eroe, topos narrativo supereroistico per eccellenza.
Insomma, mi sono proprio goduto la lettura! Merito anche dei disegni di Facciotto, che migliora ulteriormente rispetto ai già buoni precedenti. Notare già la quadrupla della prima pagina, quanto sia armonica e vitale (l’uccello che vola via terrorizzato dall’urlo di Paperone), ma anche i characters design appaiono morbidi e riusciti. Un lavoro davvero buono.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_10Esaurite le saghe, qualche cenno lo meritano anche alcune storie standard.
Zio Paperone e il bucaniere vacanziere di Vito Stabile e Marco Palazzi (n. 3428), per esempio. Ancora una storia a bivi, ahimè, ma Stabile è colui che negli scorsi anni ha saputo scriverne un paio davvero niente male anche per me, che non amo il genere.
Qui siamo però un paio di gradini sotto a quelle due prove: è buona l’idea della caccia al tesoro con diverse possibilità, ma la struttura è più simile a quella dei livelli di un videogioco e questo genera un po’ di confusione. Un paio di battute carine, buono il rapporto tra Paperino e lo Zione, nella media i disegni di Palazzi. Niente di più.
Di Stabile è uscita anche Archimede e la normale vacanza geniale, disegnata da Valerio Held (n. 3431), ma al di là dello spunto piacevole – per quanto non certo originale: il geniaccio disadattato che deve godersi la vacanza – e dell’idea simpatica del dentifricio, lo sviluppo si rivela piuttosto piatto e non coinvolge granché.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_13Topolino in giallo – Brivido a Beaver Gulch di Marco Bosco e Marco Mazzarello (n. 3431) costituisce la quota “detective-story” dell’estate, che da qualche anno non manca mai durante agosto.
Bosco si trova a suo agio con il genere, si è visto più volte anche nelle precedenti avventure di questo ciclo. In quest’occasione è particolarmente apprezzabile la struttura prettamente gialla, nella quale il protagonista (accompagnato da Minni e da un poliziotto locale) indaga mettendo insieme metodicamente gli indizi, interrogando i sospettati, notando cosa suona stonato e cercando eventuali moventi. Peccato che il risultato sia stato per me, in alcuni punti, vagamente soporifero! Ed è strano perché il genere investigativo è il mio pane, mi piace, ma il modo in cui la storia viene condotta, risultando forse eccessivamente lunga, in certi momenti finisce per annoiare. Sono quindi uscito dalla lettura riconoscendo la bravura tecnica dello sceneggiatore e la perizia con cui ha inserito tutti gli elementi del giallo, ma senza aver apprezzato particolarmente il modo in cui è stata stesa la sceneggiatura.
Il new Mazzarello ha un tratto piacevole, ma forse con i Topi risulta un po’ anonimo; non appare neanche molto adatto a una trama di questo tipo, a mio avviso.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_8Battista, Filo e l’affare vacanze di Giorgio Fontana e Carlo Limido (n. 3429) è invece una storia che sulla carta sarebbe da evitare come la peste, perché riporta la mente a un periodo in cui su Topolino abbondavano questo tipo di team-up improbabili tra personaggi che nulla avevano da spartire tra di loro.
Fontana, che trovo altalenante come risultati, stavolta però se la cava e riesce a creare una storia certamente senza pretese, decisamente adatta ai climi rilassati delle vacanze estive e quindi ideale per essere ospitata in uno dei prossimi Estatissima, ma senza per questo farmi venire l’orticaria nel vedere assurti a protagonisti due comprimari senza la capacità di reggere una storia tutta loro.
In realtà l’alchimia tra i due si instaura inaspettatamente e per quanto segua binari prevedibili, ammetto di essere stato intrattenuto. Merito soprattutto della caratterizzazione di Battista che, quando scritto bene, sa offrire un aspetto caratteriale che non è così comune nella narrativa disneyana, una umanità discreta che unita alla perizia nei compiti che svolge lo rende una figura quasi crepuscolare e ormai smarcatasi dallo stereotipo del compassato maggiordomo inglese.
Limido ai disegni valorizza il tutto con il suo stile dinamico e veloce.

Spazio_Disney_Topoagosto2021_12Paperino e l’agognato condizionatore di Bruno Sarda e Giampaolo Soldati (n. 3428) mi ha invece deluso assai, e mi spiace, considerando che l’autore è un professionista con decenni di attività sulle spalle, un decano della sceneggiatura. Ma forse proprio per questo motivo quello che Sarda propone è un plot vecchio stile nel senso peggiore del termine, perché invece di trattenere il meglio di quanto il settimanale ha proposto nel corso degli anni per quanto concerne le dinamiche tra i personaggi, decide di fossilizzarsi nuovamente sui disastri che Paperoga crea ai danni di un Paperino vittima senza scampo, tanto del cugino quanto degli eventi e delle conseguenze delle sue azioni.
Un Donald così vessato e così inopinatamente alla mercé del papero dal berretto rosso mi ha fatto solamente venire i nervi, perché non reagisce, perché viene frustrato in ogni tentativo di uscirne bene e quindi rimanevo frustrato pure io. Paperoga, in questa veste, non appare come il volenteroso combinaguai, ma come un irritante rompiscatole cocciuto con cui non mi viene affatto da ridere nel vedere cosa provoca a casa di Paperino.
Insomma, una lettura che mi ha abbastanza indisposto e che i disegni di Soldati purtroppo non aiutano a risollevarsi, dal momento che il suo stile molto “piatto” contribuisce a restituire l’idea di una trama ormai sorpassata da anni di altre dinamiche.

Mi piace segnalare infine che sul n. 3431 è stata ospitata la ristampa di L’eredità di Paperino, classico di Carl Barks del 1949, per ricordare l’Uomo dei Paperi a 21 anni dalla sua scomparsa.
Certo, suona strano che questa iniziativa sia stata realizzata quest’anno e non lo scorso, che aveva cifra tonda… ma lungi da me lamentarmi del fatto che il settimanale ospiti del buon Barks, anzi! Sarebbe un’idea carina rendere questa usanza annuale: ogni numero di fine agosto potrebbe ospitare una sua ten-page, permettendo anche ai lettori “non specialisti” di incappare in un po’ di sano fumetto Disney degli anni d’oro.

Queste le storie su cui avevo qualcosa da dire e queste le mie impressioni relative.
Non mi resta che invitarvi a dire la vostra nei commenti, se vorrete, e rimandarvi all’analogo post sulle uscite di agosto, in arrivo all’inizio della prossima settimana
Ciao!