Il “Topo” di aprile 2021
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Il “Topo” di aprile 2021

Bentornati su Lo Spazio Disney!
In leggero ritardo rispetto al solito vi propongo il consueto appuntamento di recap sulle storie più interessanti uscite su Topolino nel corso dell’ultimo mese.
In realtà è uno slittamento voluto: negli ultimi tempi ho notato come spesso vengano pubblicati volumi interessanti nell’ultima settimana del mese, senza che quindi ci sia per me il tempo tecnico di leggerli, se li compro, o perlomeno di poterli sfogliare dal vivo / vederne foto degli interni sul web.
L’idea sarebbe allora di pubblicare sempre questi miei approfondimenti – quelli per le testate ma, in tandem, anche quelli per Topolino, visto che lo stesso problema si pone anche con il settimanale – all’inizio del mese successivo a quello di riferimento.
Fatemi sapere se anche per voi può funzionare!

Aprile 2021: le storie da Topolino

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo2Le storie a continuazione del mese sono essenzialmente due (se si esclude il nuovo tassello del Paperinik by Gervasio, di cui in aprile è uscito solo il primo episodio e che quindi offre troppo poco di cui parlare).
In primis La Banda Bassotti e il furto quasi perfetto di Silvia Ziche (nn. 3411-3412), che segna il ritorno della fumettista come autrice completa su Topolino.
Lo fa con una prova che mi ha spiazzato: a livello di storia ho individuato alcuni spunti e soluzioni che non mi convincono appieno (la presenza di Belinda, la nuova Bassotta, appare un poco gratuita e con una caratterizzazione sovrapponibile a quella di Intellettuale-176, e anche la caratterizzazione di Zio Paperone è forse eccessivamente macchiettistica e stilizzata, per quanto ne comprenda i motivi), ma l’artista sfrutta la suddivisione in due tempi per cambiare le carte in tavola in maniera sorprendente e quasi ammirevole per come “prende per il naso” il lettore. Il primo tempo si conclude con la riuscita del piano di Belinda, infatti, ma il modo con cui le cose tornano inevitabilmente al loro posto è così folle da fare il giro e risultare ammirevole per la sagacia. Buona parte della riuscita di questo salto mortale narrativo si deve alla verve con cui Ziche imposta scrittura e dialoghi della seconda parte, così come le irresistibili espressioni facciali che dipinge sui Bassotti. Una situazione che – unita alla sequenza-spiegone del furto – ricorda peraltro alcuni passaggi visti ne Il Grande Splash.
A proposito dei disegni, lo stile è quello ormai noto che, dopo aver trovato la propria cifra, negli anni non è cambiato molto: tratto sottile, essenziale e quasi stilizzato, che dà il suo meglio soprattutto con i visi dei personaggi e le reazioni che riescono a comunicare così bene grazie a piccoli dettagli e agli eccessivi e spassosi spalancamenti di occhi e di bocche.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo4L’altra lunga avventura è Area 15 – La combo perfetta di Claudio Sciarrone (nn. 3413-3414), che segna contemporaneamente il ritorno della serie sul club di Qui, Quo, Qua e di Sciarrone come autore unico. Considerando aprile, manca ancora un episodio (in uscita domani), per cui qualche considerazione più completa la potrò fare nel post di maggio, ma a due terzi di storia posso già provare a dire qualcosa.
Risalta l’elemento fortemente contemporaneo della storia: i videogiochi sono al centro della vicenda, e si parla agilmente di guerra di consolle, di influencer, di testimonial sul web per pubblicizzare un prodotto, di utenti fake che abbassano i voti con commenti negativi ecc, tutti elementi fortemente ancorati alla realtà odierna e calzanti con la giovane età dei protagonisti, che effettivamente coincide con quella dei gamers popolari della rete.
La prima parte mi è risultata un po’ troppo “spezzettata”, come se invece di una trama unitaria si avesse una serie di compartimenti stagni collegati tra loro dallo spunto iniziale, sequenze contraddistinte dall’ambientazione in cui si svolgono (casa di Paperino, Deposito di Zio Paperone, Area 15, laboratori in cui i tecnici PdP stanno sviluppando la consolle).
Un piccolo neo che però si compensa alla grande in primis con l’ottima e moderna caratterizzazione di Qui, Quo, Qua e dei loro amici, ma anche di Paperino e Paperone, e con una gestione fresca e credibile dei loro rapporti interpersonali e delle loro emozioni (in particolare di Quo, vero protagonista della storia), elementi per i quali Sciarrone aveva dimostrato di saperci fare già in Foglie rosseSpazio_Disney_aprile_2021_Topo12.
Nel secondo tempo l’aspetto della trama trova maggiore solidità, ma si avverte il suo essere un episodio di mezzo, girando un po’ a vuoto e ribadendo situazioni già esposte (gli allenamenti di Quo, le trame di Rockerduck), sbloccandosi solo verso la fine con il cliffhanger che porta direttamente alla conclusione, su cui ho grandi aspettative.
È però degna di nota la caratterizzazione volitiva, ma al contempo malleabile e comprensiva, di Zio Paperone: un modo di vederlo e descriverlo più “umano” del solito, ma senza per questo ricorrere alla nostalgia o alla bontà nascosta.
Anche i disegni spiccano: si tratta forse delle tavole migliori dell’artista coi paperi da molti anni a questa parte, facendo un passo oltre anche alle storie di PKNE e allineandosi con i felici risultati visti coi Topi in Foglie rosse e Fast Track Mickey. Paperone è uno spettacolo (compreso l’omaggio al quadro di Carl Barks), Paperino non è da meno, l’aspetto sbarazzino e contemporaneo dei nipotini azzeccato. Il lavoro sui personaggi è davvero ammirevole, così come la gestione delle vignette sulla pagina (vedi sesta e penultima tavola del primo episodio).

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo7Guardando alle storie singole, rilevo con gioia la presenza di ben due nuove prove di Vito Stabile.
Pianeta Paperone – Mai più limousine di Vito Stabile e Marco e Stefano Rota (n. 3411) segna la pubblicazione del secondo episodio di questo ciclo dedicato a oggetti della vita dello Zione solitamente marginali ma che ora vengono valorizzati.
È il turno della celebre autovettura di Paperone, con la quale dimostra di avere un legame più stretto del previsto, al punto da voler fare qualunque cosa per riottenerla dopo essersene liberato in un impeto di modernizzazione.
Come sempre lo sceneggiatore azzecca in pieno la caratterizzazione del suo personaggio favorito: a fine lettura mi sono soffermato a pensare al gusto di aver letto una nuova vicenda di quel vecchio pazzo di Paperone, disposto a ingaggiare una sfida con il suo acerrimo rivale, in campo nemico, solo per una questione di principio.
Anche stavolta, come nelle precedenti occasioni, il tratto del decano Marco Rota, coadiuvato dal figlio Stefano, contribuisce a trasmettere gli echi classici della sceneggiatura di Vito. Ritrovo il tratto incerto de L’identità perduta, che mi sembrava attenuato nelle incursioni successive, effetto probabilmente di un’inchiostrazione non molto sicura, ma si tratta di sbavature che non pesano eccessivamente sulla resa estetica complessiva, che continuo a valutare come una variante assai piacevole rispetto allo stile contemporaneo, regalando un sapore raffinato all’avventura.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo13Zio Paperone e la scoperta di Paititi di Vito Stabile e Alessandro Perina (n. 3413) affonda invece le mani in una classica caccia al tesoro paperoniana con tutti i crismi del genere, come non se ne vedevano più da diverso (troppo) tempo su Topolino.
Senza scomodare sempre Carl Barks o Rodolfo Cimino, non bisogna dimenticare che una volta si trattava di un genere molto popolare e adottato da molti sceneggiatori, che quindi poteva conoscere varie interpretazioni. Vito, da bravo fan di questo tipo di avventure, attinge dal mood degli autori classici col suo tocco e la sua sensibilità, capace di miscelare certe influenze con altri stimoli più moderni. Non è un caso che Paititi sia da una parte una leggenda realmente esistente (come lo erano le Città di Cibola, il vello d’oro e tanti altri soggetti barksiani) ma anche un elemento narrativo già sfruttato nei videogiochi di Tomb Raider, a dimostrazione di come questo tipo di racconto non invecchi né perda di fascino.
La sceneggiatura intreccia poi il tema con un elemento più puramente affaristico – il parco-avventura di Paperone da rivitalizzare – facendo convergere i due aspetti in maniera armonica.
La parte centrale però è tutta per il gusto della ricerca, della scoperta di qualcosa di antico e perduto: si respira il vecchio DuckTales, si respira Indiana Jones e si respirano sensazioni affascinanti durante la quest, e al contrario di quanto accadde in Zio Paperone e l’identità perduta la struttura narrativa riesce a dare il giusto spazio alle fasi del viaggio che portano al rinvenimento della meta ambita. Unico elemento che risulta forse un po’ piatto è il collega miliardario che accompagna Paperone e Paperino, che serve solo come elemento di contrasto rispetto al protagonista con il suo atteggiamento a lui antitetico, ma nulla che depotenzi il risultato complessivo.
Alessandro Perina ai disegni fa un gran bel lavoro coi personaggi, ritrovando la loro rotondità e piacevolezza in certi sguardi particolarmente azzeccati, e spiccando con una fantastica splash-page per Paititi che impreziosisce davvero la storia. Molto buoni anche gli altri sfondi raffigurati per contestualizzare il viaggio e la mitica città d’oro.
Soddisfattissimo!

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo1Con Topolino, Pippo e la scalata del secolo di Fausto Vitaliano e Paolo Mottura (n. 3410) si torna a leggere sulle pagine del settimanale il nome dello sceneggiatore, che da qualche tempo si vede meno spesso di una volta. Per l’occasione si ricostituisce il sodalizio che aveva dato vita a On the road, che ricordo sempre con piacere.
Questa nuova storia dei due autori non è da meno: i protagonisti sono anche in questo caso Topolino e Pippo, anche in questo caso non sono strettamente i “nostri” ma una loro versione alternativa, e anche in questo caso vengono immersi in un contesto remoto e avventuroso.
Esco molto soddisfatto dalla lettura. La trama parla di grandi imprese, dello spirito con cui ci si mette in gioco, di rispetto e amore verso l’ambiente che ci ospita, e i protagonisti sono ben scritti. I disegni sono raffinati e cesellati, con alcune tavole veramente magistrali (quelle dall’effetto slavato) e altre decisamente intense (quelle con la bufera di neve).
Un lungo racconto (in due tempi, ma in un unico numero) di coraggio e di amicizia, dove l’umorismo tipico dell’autore non è invadente ma accompagna coerentemente l’azione.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo3Topolino Giramondo – Topolino e i sentieri in cima al mondo di Giuseppe Zironi e Gabriele Panini (n. 3412) costituisce la seconda storia “di montagna” del mese, un setting evidentemente foriero di suggestioni per gli autori. Si tratta anche del nuovo episodio del ciclo dedicato a Topolino in versione reporter internazionale: stavolta, ripercorrendo il cammino di Marco Polo, incappa in un villaggio i cui abitanti sono vessati da un gruppo di malviventi.
L’attacco iniziale è intrigante nel mostrare il protagonista in difficoltà, a cui si affianca la delicatezza con cui decide di aiutare la famiglia che l’ha ospitato, dapprima assecondando la richiesta di un basso profilo, e successivamente intervenendo attivamente al seguito di un’intraprendente ragazzina del posto. Il team Zironi-Panini si dimostra ancora una volta vincente, quindi, anche se la risoluzione finale risulta un po’ troppo “facile” per come viene gestita, con qualche ingenuità di troppo da parte dei criminali che cozza con il carattere dimostrato nelle pagine precedenti. Ciò non toglie comunque valore alla storia in generale e all’atmosfera di cui è portatrice. Adoro in particolare il profilo del Mickey di queste avventure, molto più tridimensionale e meno “granitico” (nelle azioni e nelle convinzioni) rispetto a tante altre situazioni: anche i disegni fanno la loro parte, perché nelle matite di Zironi il personaggio appare dinamico e scattante, grazie al segno netto e sottile, ma la raffigurazione del volto tradisce i timori e le riflessioni che lo animano. Molto belli, come sempre, i paesaggi incontaminati che ci vengono offerti, mostrando suggestivi scorci di questa parte dell’Asia.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo10Paperino e l’ultima voce della lista di Francesco Vacca e Francesco Guerrini (n. 3410) è la seconda storia pubblicata di questo sceneggiatore, approdato da poco su Topolino. Si tratta di una prova di livello, che parte da un cliché (negli ultimi anni trattato poco) come quello della lista dei debiti di Paperino per elaborare una trama nella quale il buon Donald riscopre l’intraprendenza che gli è propria – a dispetto di certe interpretazioni italiane che troppo spesso indugiano solamente su pigrizia&sfortuna – ma che, come da copione, lo fa esagerare e di conseguenza combinare pasticci. Il ritmo è serrato e parte del divertimento e il finale si riallaccia allo spunto di partenza con un approccio molto più “di cuore” di quanto ci si potesse aspettare. Per farlo si va forse incontro a una leggera “forzatura logica”, che però accetto senza particolari mal di pancia perché finalizzata al compimento di un discorso interessante.
Vacca ha la fortuna di vedere la sua sceneggiatura disegna da Guerrini: l’artista dà ancora campo libero al proprio estro, che oltre a emergere nel charater design affascinante per protagonisti e comprimari – fatto di dettagli, di uno stile articolato e curato maniacalmente – offre anche ottimi sfondi e un bell’uso della griglia, in particolare in una tavola centrale assai fantasiosa.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo8Pippo e la tettoia indispensabile di Rudy Salvagnini e Cristian Canfailla (n. 3411) è una breve, ma degna di nota per ben due motivi: la mano di Salvagnini ai testi, in grado di riportare con freschezza il suo humour, particolarmente azzeccato per Pippo, e l’esordio di un nuovo disegnatore.
Canfailla ho già avuto modo di apprezzarlo sul volume Bobby Sombrero (che ho anche recensito su Lo Spazio Bianco) e fin da allora avevo potuto ammirare lo stile ricco di influenze disneyane dell’autore. Mi fa piacere trovare conferma in questa storia, dove Topolino e Pippo appaiono esteticamente piacevolissimi, caratterizzati da un tratto dolce, morbido e tondeggiante che in più occasioni ricorda Massimo De Vita, probabile ispirazione a cui ha guardato l’artista. Non da meno risultano le ambientazioni, inconfondibilmente umoristiche ma ricche di accorgimenti e dettagli.
Un ottimo esordio, una nuova matita guizzante che confido possa realizzare tantissime altre belle tavole disneyane nei prossimi mesi: intravedo un bel talento.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo11Curioso esperimento con Topolino/Pluto e il trionfo della macchia di Alessandro Sisti e Blasco Pisapia (n. 3414): una stessa storia vista da due punti di vista diversi, quello di Mickey e del suo fidato animale da compagnia. Non è la primissima volta che si vede un giochetto del genere sul “Topo”, ma stavolta viene posta l’attenzione su questo espediente perché serve per celebrare i 90 anni dalla nascita di Pluto. La storia non è da buttare, anche se Sisti ha realizzato ben di meglio: ci si perde in alcuni cliché, ci si dilunga troppo in alcuni passaggi, ci sono ben poche sorprese per il lettore più navigato (e forse anche per quelli… di acqua dolce 😛 ) e la doppia versione della stessa indagine non brilla particolarmente, visto che più di metà tavole sono identiche e si differisce perlopiù nei balloon di pensiero di Pluto che vengono aggiunti alla bisogna. Questo senza voler smontare la complessità che in fase di sceneggiatura ci sarà sicuramente stata nell’impostare la storia secondo criteri così particolari, ma il risultato finale non appare così “rivoluzionario”.
Come già ebbi a dire, poi, non mi piace il tratto di Pisapia sui Topi, in particolare proprio con i personaggi che mi appaiono squadrati, sformati e quasi abbozzati. Questa nuova prova non è quella che mi fa cambiare idea, ma anzi la riconferma. Not my cup of tea, come stile; assurdo come il mio parere cambi quando sono di scena Paperino e Zio Paperone, invece.

Spazio_Disney_aprile_2021_Topo14Infine segnalo due begli episodi della serie Miao: cronache feline. Abracadabra (n. 3410) di Enrico Faccini come autore unico e Cosa sognano i gatti? (n. 3413) di Roberto Gagnor e Faccini ai disegni, sono entrambe due brevi briose e divertenti. Iniziavo a pensare che questo progettino su Malachia stesse durando un po’ troppo, saturando l’idea di base, ma queste due ultime prove (e anche la precedente con Paperinik come guest-star, di cui vi ho parlato il mese scorso) dimostrano che con lo giusto stimolo l’idea regge ancora molto bene regalando un paio di minuti di spensieratezza.
Nel primo caso il piglio surreale tipico di Faccini porta Malachia in una situazione quasi lisergica e simile per certi versi a un viaggio nel Paese delle Meraviglie, nel secondo Gagnor dimostra ancora come il suo modo di raccontare sia funzionale a questo contesto scrivendo di una serie di sogni concatenati nei quali il protagonista cerca la propria dimensione ideale; lo spunto sfocia in un finale abbastanza poetico che mi ha soddisfatto.

Credo di aver detto tutto quello che mi premeva.
L’appuntamento è quindi fra pochi giorni con il post dedicato alle varie testate di aprile.
Ciao!

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