La lenta crisi delle edicole (e del sistema distributivo del fumetto)

La lenta crisi delle edicole (e del sistema distributivo del fumetto)

È notizia recente il clamoroso rialzo di prezzi operato da Panini Comics per quanto riguarda i mensili Marvel, un aumento tra i più alti che si ricordino per delle serie da edicola: si parla nel dettaglio di serie monografiche di 24/32 pagine che passeranno da 2 a 3 euro e di spillati di 48 pagine che passeranno da 3,50 € a 5 €, ma l’aumento investirà anche testate di foliazione maggiore.
Un aumento giunto in maniera improvvisa e, quel che è peggio, senza comunicazioni di sorta da parte dell’editore.
Una scelta decisamente discutibile che sta facendo infiammare i lettori sui social e che risulta in ogni caso bizzarra quantomeno dal punto di vista del rapporto con il pubblico: per quanto -ipotizziamo- si possa ritenere la percentuale di proteste online non così determinante numericamente nella realtà, non è chiaro il motivo per cui non sia stato fatto un comunicato che, se non avrebbe cambiato la sostanza dell’aumento, quanto meno avrebbe giovato all’immagine pubblica della casa editrice.

Questi aumenti potrebbe suggerire un cambio di paradigma per quello che era il mercato dei fumetti Marvel in Italia degli ultimi anni: se prima l’albo mensile era il prodotto principale e il volume un plus per chi volesse una raccolta delle storie, adesso potrebbero essere gli albi a diventare un qualcosa in più per chi non riesce ad aspettare la raccolta in volume. E chissà che questa decisione non celi altri progetti, come lo sfruttare in maniera più decisa le edizioni digitali e l’arrivo di forme di abbonamento similari a quella di Marvel Unlimited -ma qui siamo alla fantaeditoria!

Al di là del fatto in sé, possiamo allargare lo sguardo e mettere la notizia in relazione ad altri indizi, a partire dalla nuova linea editoriale di Sergio Bonelli Editore, a oggi casa regina delle edicole. Nuove serie e personaggi stanno nascendo direttamente per fumetterie e librerie e solo successivamente – e nemmeno tutti – arriveranno anche in edicola. Anche un titolo sulla carta “forte” come I racconti di domani, scritti da Tiziano Sclavi e legato a Dylan Dog, è uscito in cartonato in libreria: anni fa l’ipotesi di scansare la distribuzione in edicola sarebbe stata impensabile.

Anche diverse case editrici di manga da tempo propongono volumi più curati e costosi, saltando anch’esse la grande distribuzione e non solo per titoli di nicchia.

E se ci sono esempi di case editrici che si affacciano in edicola (Shockdom con il magazine di Sio e altri, Saldapress con il bestseller The Walking Dead e serie al seguito o il comico Volt, e prossimamente la Bugs Comics con il bonellide made in Italy Samuel Stern), l’offerta resta in contrazione – così come il numero delle edicole stesse.

Una volta presenza immancabile di ogni centro, anche il più piccolo, il numero di edicole negli anni si è ridotto drasticamente; nonostante questo, dai dati della Federazione dei giornali ne sarebbero rimaste circa 11000 che diventano 27000 se si considerano bar, supermercati e autogrill che coprono anche questa funzione. Da una parte sembrerebbero ancora numeri comunque importanti, dall’altra è evidente a chi frequenti qualche edicola come gli spazi siano congestionati rendendo difficile la visibilità dei prodotti venduti, senza contare che spesso gli esercizi facenti funzione da edicola tengono quotidiani, riviste più vendute e al massimo i mammasantissima Tex-Dylan Dog-Diabolik-Topolino.

Eccezione in questo senso sono le collane di allegati a fumetti nei quotidiani che, tra grandi classici e titoli legati alle uscite cinematografiche del momento, sono ormai da venti anni una realtà consolidata, ma sempre relegata alla natura di riproposta, ristampa (magari valorizzata dal colore) e selezione. Come questo mercato parallelo condizioni l’editore e le sue scelte è forse tema per un altro pezzo.

Al di là di queste considerazioni, in parte empiriche e non sostanziali, mettendo in relazione queste scelte viene da ipotizzare che il modello delle edicole non sia più sostenibile come prima, se non per serie di grande risalto e successo o per titoli con costi nettamente inferiori a quelli di Bonelli Editore – che evidentemente, piuttosto che abbassare i suoi standard e il trattamento dei suoi autori, preferisce non rischiare con le tirature necessarie per sostenere questo modello distributivo. Difficilmente altrimenti si spiegano certe scelte commerciali operate dagli editori e che sembrano definire un andamento sempre più marcato di questo abbandono dell’edicola.

Andando a valutare il mercato fumettistico in maniera più ampia, possiamo integrare queste considerazioni con le altre due principali catene distributive: fumetterie e librerie di varia.

Le fumetterie a oggi risultano essere tra le 250 e le 400 unità, ed evidentemente significa che molti lettori sono lontani da esse, perdendo così l’occasione di passeggiare tra i fumetti o di partecipare alle attività che queste possono mettere in atto (incontri, presentazioni etc..). Viene quindi da domandarsi se i numeri dei negozi specializzati siano sufficienti per poter sostenere da soli la ricerca di nuovi mercati e nuovo pubblico specie da parte dei grandi editori. Probabile sia questo uno dei motivi dell’apertura degli editori alla distribuzione in libreria che, sebbene non possa vantare numeri pari a quelli dell’edicola (dovrebbero esserci circa 6000 punti vendita classificabili come librerie, ma si parla di numeri in realtà minori), hanno probabilmente una struttura distributiva più vantaggiosa per gli editori (sebbene di contro la fumetteria sulla carta, con l’assenza di una politica di resi, resti per un editore una “sicurezza”: che raggiungano o meno il lettore finale, i fumetti che arrivano in fumetteria sono fumetti venduti).

L’argomento è complesso e probabilmente per analizzarlo in maniera più approfondita, solida e fondata servirebbero dati certi e più completi.

Resta comunque l’impressione, probabilmente con una base di fondamento, di un calo generalizzato di vendite rispetto al passato per quanto riguarda le edizioni popolari, gli albi pensati per il consumo rapido, compensato (almeno in parte) da un aumento delle edizioni di prestigio e da un aumento dei lettori “non forti” di fumetto.

E questo credo sia anche un potenziale segnale sano, perché un mercato come quello fumettistico (o letterario, o musicale) non può reggersi solo sugli appassionati forti e sui loro acquisti, ma deve intercettare l’usufruitore occasionale, il lettore di passaggio, lo spettatore attirato “perché ne ha sentito parlare in giro”. Certo però che se nel passaggio si va a perdere invece il lettore forte qualcosa rischia di rompersi – specie per i titoli meno commerciali, per gli editori con meno visibilità, per gli autori con meno seguito – e che sia necessario trovare un equilibrio tra queste due istanze editoriali.

Per esempio, se il riferimento è il mercato del libro – un mercato in contrazione come volume di vendite ma in aumento come ricavi e che ancora rappresenta una realtà più grande, strutturata e influente di quello del fumetto – dovrà anche seguire quelli che sono alcune abitudini tipiche, come l’esistenza di un mercato di prime edizioni di pregio e successive ristampe in versione economica, la capacità di mantenere in catalogo almeno i titoli più noti e importanti, la capacità di fare delle nuove uscite delle “notizie”, la creazione di eventi, promozioni, rilanci, insomma un insieme di pratiche di mercato più strutturato, aggressivo per certi versi, ma soprattutto con la capacità di accontentare diverse categorie di lettori e di coccolarle di più. Questo perché solamente l’aumento dei prezzi e la preferenza delle librerie di varia rischiano di non essere sufficienti a garantire una sopravvivenza sana e serena per un editore.

Questa panoramica non esaurisce nemmeno gli elementi in campo, avendo solo accennato al digitale e non avendo parlato degli store online, da Amazon alla fumetteria su eBay. Ripeto, credo che il quadro generale sia complesso e non sia semplice ridurlo a soluzioni elementari, soprattutto osservandolo da fuori, per questo le mie sono supposizioni e spunti di riflessione partono dall’osservazione della situazione ma anche dall’assunto che certe operazioni e certe scelte editoriali nascano da valutazioni concrete e lucide e non con intenti autodistruttivi, anche risultassero poi sbagliate. Ovviamente è un punto di vista e un punto di partenza per approfondire la discussione, se ne avrete voglia, nei commenti o attraverso i social.

Per concludere, resta la sensazione personale che da una parte che il fumetto sia vivo, vivo più che mai, e che come numero di opere, di uscite e di autori possa vantare una esuberanza creativa, artistica e un appeal come forse mai prima, dall’altra che il mercato stia ancora cercando un nuovo equilibrio, nuove strade e alleanze. Qualcuno durante questo passaggio resterà probabilmente indietro. L’importante è che non siano i lettori.

[AGGIUNTA DEL 26/11/2019]

Nemmeno a farlo apposta, segnalo a integrazione delle considerazioni sulla situazione delle edicole un articolo di QuiFinanza che riporta:

Quest’anno i ricavi dalla vendita di quotidiani e periodici dovrebbero assestarsi a poco più di 1,9 miliardi, il 10% in meno rispetto al 2018“, spiega Fenagi, sottolineando che si tratta del dato peggiore degli ultimi cinque anni.

Si stima che “i ricavi da quotidiani si fermeranno a 855 milioni, il 7,5% in meno sull’anno passato. Per le riviste e le altre pubblicazioni periodiche, invece, si prevedono vendite per 1,076 miliardi, con un calo vicino al 12%. Una riduzione marcata, con conseguenze su tutta la filiera dell’informazione, dalle redazioni alla rete di vendita, ormai in una situazione di crisi strutturale“.

[SECONDA AGGIUNTA DEL 26/11/2019]

Dopo dieci giorni di lamentele dei lettori, Panini Comics ha finalmente pubblicato un post sulla sua pagina Facebook per spiegare gli aumenti che incorreranno da Gennaio 2020. Spiegazione che non rivela niente di inaspettato ma che conferma alcune supposizioni in merito.

 

Fonti dei dati su edicola, fumetterie e librerie e altri articoli informativi

www.afnews.info/wordpress/2019/11/22/panini-comics-cosa-giace-dietro-lo-sconcertante-aumento-dei-prezzi-degli-albi-marvel/
www.agi.it/cronaca/chiusura_edicole_vendite_quotidiani-5440269/news/2019-05-06/
www.lospaziobianco.it/lonework/librerie_edicole_fumetterie_in_italia/
www.ilpost.it/2016/06/01/fumetti-mercato/
www.illibraio.it/mercato-libro-2019-1062269/
quifinanza.it/finanza/editoria-2019-anno-nero-per-giornali-e-periodici/329968/