Superpippo ritorno evidenza

Superpippo: rilanci a confronto

28 Ottobre 2025
Su “Topolino” #3645 torna Superpippo in grande stile. Ma non si tratta del primo rilancio di questo tipo per il personaggio: il nostro Bramo propone un confronto tra il 2025 e il 1998.

Superpippo ritorno 1L’alter ego supereroistico di Pippo era assente da qualche anno sulle pagine di Topolino. Non si è trattato di un’esclusione volontaria o cercata, quanto più semplicemente di un fisiologico accantonamento del personaggio come capitato nel corso del tempo per molte altre figure secondarie del cast disneyano, da Gancio e Bruto ad Atomino Bip Bip, da Sgrizzo Papero a Paperetta Yè Yè, da Macchia Nera a Newton Pitagorico.
Periodicamente la direzione ha poi operato dei recuperi per quelle star cadute nel dimenticatoio, con rilanci operati in maniera più o meno strombazzata per richiamare l’attenzione del pubblico: Atomino è stato ripreso “in punta di piedi” da Casty nella sua Topolino e gli ombronauti, preceduta da due tavole di prologo realizzate ad hoc dall’autore per riepilogare i fasti del personaggio ai lettori più giovani; Macchia Nera venne rilanciato nel 2000 da Tito Faraci e Andrea Ferraris e negli scorsi anni da Marco Nucci e Casty; Paperetta è stata modernizzata da Teresa Radice e Vito Stabile in maniera spontanea; Newton Pitagorico, già valorizzato negli anni Novanta sul mensile delle GM rispetto all’originale americano, è stato reinventato e approfondito da Marco Nucci a partire dal 2019; Paperinik, dopo anni di assenza dal libretto in favore del mensile a lui dedicato e del percorso parallelo di PK, venne riaccolto sulla testata ammiraglia nel 2000 con La fortuna sotterranea di Francesco Artibani e Giorgio Cavazzano.

Back to the ‘90s

Superpippo ritorno 6Proprio ad Artibani (in coppia con Alessandro Perina ai disegni) si deve anche uno dei primi rilanci in grande stile, quello dedicato a Superpippo nel 1998 con Superpippo e l’ultima arachide.
Io c’ero! 😛
L’identità super di Goofy, utilizzata in pochissime storie made in Italy, era assente dalle pubblicazioni italiane da molti anni – fatte salve la ristampe delle storie americane classiche sul mensile di Paperinik – e la direzione dell’epoca deve aver considerato che i tempi fossero maturi per una sua reintroduzione in pompa magna, forse sull’onda del successo di PKNA che a due anni dalla sua nascita si era già affermato come inaspettato successo editoriale, tanto da far immaginare che il tema supereroistico potesse funzionare anche con l’altro rappresentante per eccellenza della categoria.

Superpippo ritorno 8

L’ultima arachide era un fantastico re-start, che seguiva perfettamente gli elementi che devono avere questo tipo di operazioni: ricordare il passato, raccontare che nella finzione narrativa – come nella realtà produttiva – il personaggio è stato fuori dai giochi da un po’ di tempo e creare le condizioni per un suo ritorno sulle scene, evolvendolo in base alla nuova sensibilità dell’entertainment.

Superpippo ritorno 7La prosa di Artibani sfruttò quindi quel campionario di umorismo post-moderno e sagace già brillantemente utilizzato su PK per scrivere un’avventura divertente e ingaggiante, capace di riprendere e omaggiare comunque quell’ingenuità di fondo delle storielle anni Sessanta attraverso improbabili minacce e la normalizzazione di una quotidianità super fatta di alieni assurdi e mostri di altre dimensioni. Da quella storia meravigliosa emersero quindi una serie di avventure che riportarono stabilmente Superpippo sulle pagine del settimanale creando una sorta di superhero sitcom, portata avanti da sceneggiatori quali Augusto Macchetto, Gianfranco Cordara e Stefano Ambrosio e caratterizzata dai disegni di Massimo De Vita, il quale divenne anche il principale interprete grafico del personaggio in questa fase, dettando la linea estetica del personaggio per il Nuovo Millennio.
In questi racconti si giocò sulle difficoltà di Pippo nel bilanciare la sua vita borghese con quella di supereroe, si riportò in scena in maniera molto intelligente lo scienziato malvagio Spennacchiotto trasfigurato quasi in un Kingpin di Topolinia e si ripropose il nipote Gilberto come alleato dello zio, sfruttandolo più come “il tizio sulla sedia” (detta alla Spider-Man Homecoming) o come Oracolo (pensando alla figura di Barbara Gordon in una certa fase editoriale della carriera di Batman) invece che facendolo trasformare a sua volta in un supereroe come accadeva nei decenni passati… tanti spunti che, a lungo andare, finirono con il diluirsi e farsi ripetitivi.

Superpippo ritorno 9

Lentamente, con il passare degli anni, il personaggio tornò ad appannarsi e le storie italiane inedite diminuirono; solo dal 2021 con la testata Il Club dei Supereroi, guidata prima dal compianto Francesco Gerbaldo e poi dal buon Davide Del Gusto, il personaggio tornò ad avere un po’ di lustro nelle edicole nostrane, anche con storie inedite provenienti dalla recente produzione estera.

Superpippo strikes back!

Superpippo ritorno 2Ma Superpippo resta una figura che ha qualcosa da dire, nel panorama fumettistico italiano. Perlomeno ne è convinto l’attuale direttore di Topolino Alex Bertani che, stando a un suo recente editoriale, spiega come insieme alla redazione abbia studiato per molti mesi il modo migliore per riproporlo ai lettori di oggi.
Il compito per questo rilancio 2.0 è toccato a Andrea Malgeri e Andrea Maccarini, che hanno realizzato Superpippo, il pippide più potente del mondo, pubblicata sul n. 3645 del 1° ottobre 2025.
La storia in due tempi si muove per certi versi sullo stesso solco percorso da Artibani quasi trent’anni fa, seguendo cioè quell’approccio che tiene conto del passato del personaggio pur mostrandocelo ora “in disarmo” e mettendolo di fronte a una minaccia tale che lo spinge a tornare più forte di prima. Il concept si avvicina a quello del 1998 anche per il ruolo delle noccioline, visto che in entrambi i casi si gioca sulla questione dell’ultimo esemplare del frutto che dà i superpoteri a Pippo, arrivando anche a una risoluzione finale piuttosto simile.

Superpippo ritorno 3Quello che segna la vera differenza tra i due rilanci è però il tono di fondo: mentre la versione artibanica, in ossequio ai tempi in cui venne realizzata, appariva scanzonata e postmoderna, quella di Malgeri assume dei connotati più riflessivi e intimistici, dovuti a tutta una serie di considerazioni da parte di Pippo sull’utilità del suo ruolo come supereroe e sul bilanciamento tra il bene che faceva e i danni che provocava per la sua indole pasticciona. Anche il pensiero di Topolino propone una visione peculiare di cosa significa essere un eroe, piuttosto in linea con una certa visione che tende più a valorizzare il lato umano che quello super: il buon Mickey constata che preferisce di gran lunga un supereroe che porti speranza e sorrisi, anche al netto di qualche pasticcio, piuttosto che qualcuno più efficace ma dittatoriale e inquisitore, facendo con questo riferimento a Roboprof, un mecha comandato da uno scienziato che sta mettendo in riga i criminali della città con un approccio ben poco rassicurante.

Superpippo ritorno 4Questo livello di lettura “maturo” (e decisamente vicino ai valori del Superman della DC Comics) si pone senz’altro nella scia della scrittura topolinesca di questi anni e offre una marcia in più alla storia, anche perché non va a discapito di quella leggerezza di fondo che non può mancare nelle avventure di Supergoof, pena il rischio di snaturarlo.
La minaccia stessa di Roboprof, ancorché inquietante “di facciata”, gioca in maniera divertita con le classiche punizioni scolastiche che vengono impartite ad alieni e mariuoli invece che a studenti indisciplinati, andando ad alleggerire volontariamente il drama e a ricondursi a doppio filo con quelle minacce “ridicole” ed esagerate appartenenti tanto alla prima era americana del personaggio, quanto al rilancio di fine anni Novanta.

In questo fa perfetto gioco di squadra Maccarini con uno stile a tratti spiazzante, “smarmellato” e volutamente simil-kitch in alcune determinate scene: la componente estetica assume quindi un carattere fondante e certe “follie grafiche” (la vecchietta “turbo”, spassosa e geniale, un po’ tutte le ambientazioni esterne, le scene cittadine con i passanti sullo sfondo, il caos degli scontri concitati, gli interni del laboratorio del villain) costituiscono il tappeto perfetto per il racconto. Uno stile “sporco” che in alcuni casi mi ha lasciato perplesso (Gilberto in alcune inquadrature) ma che funziona nel contesto.
Di contro, quando si tratta di concentrarsi sul protagonista, l’artista guarda direttamente alla versione di Massimo De Vita, come del resto ha dichiarato esplicitamente nell’intervista pubblicata su Topolino per il lancio della storia, con una linea netta, pulita e morbida che lo slancia in modo piacevolissimo.
Il costume resta in buona sostanza invariato, resistendo alla tentazione di seguire la lezione USA dei restyling della divisa in concomitanza con i rilanci delle testate: segnalo solo la forma leggermente diversa della S sul petto, che offre quel sottile ma rilevante elemento di rinnovamento che secondo me risulta molto ben calibrato.Ritengo quindi il risultato appagante.

Superpippo ritorno 5Per una questione affettiva L’ultima arachide rimane per me insuperabile, ma l’approccio usato dai due Andrea è vincente e lo promuovo con soddisfazione: anche la citazione diretta ed esplicita ai comics statunitensi – con il finto logo di una casa editrice specializzata e i retini “a pallini” in alcune vignette tattiche – sono un altro escamotage figlio dei tempi, che permettono di rendere più chiaro al lettore il rimando a una certa dimensione fumettistica che magari sarà stata fruita principalmente al cinema, per paradosso.
È probabilmente in quella scia che si pone anche l’uso massiccio delle didascalie descrittive che affollano le pagine iniziali e connotano anche la fine del primo tempo, un po’ in controtendenza con la scrittura attuale ma che rende efficacemente l’omaggio a quel mood. Spero però che il rimando si esaurisca qui perché appare un po’ pesante come tipo di lettura, alla lunga.

Tra punti di contatto e doverose differenze con il ritorno orchestrato a suo tempo da Artibani e Perina, quindi, Malgeri e Maccarini pongono una nuova base piuttosto promettente per la nuova era di Superpippo, che dal “manifesto programmatico” che emerge sembra promettere di saper salvaguardare quell’ingenuità primigenia aggiornandola all’attualità, offrendo al contempo nuove interpretazioni e nuove strade da battere.
Resto davvero curioso di vedere come si prosegue.

Andrea Bramini

Andrea Bramini

(Codogno, 1988) Dopo avere frequentato un istituto tecnico ed essersi diplomato come perito informatico decide di iscriversi a Scienze Umane e Filosofiche all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove a inizio 2011 si laurea con una tesi su "Watchmen". Ha lavorato per un'agenzia di pubbliche relazioni ed è attualmente impiegato in un ufficio.
Appassionato da sempre di fumetti e animazione Disney, ha presto ampliato i propri orizzonti imparando ad apprezzare il fumetto comico in generale, i supereroi americani, i graphic novel autoriali italiani ed internazionali e alcune serie Bonelli. Ha scritto di queste passioni su alcuni forum tematici ed è approdato su Lo Spazio Bianco nel 2011, entrando qualche anno dopo nel Consiglio direttivo.

Commenta

Your email address will not be published.


Ultimi articoli

Topo luglio 2025 evidenza

Il “Topo” di luglio 2025

29 Luglio 2025
Facciamo una panoramica delle storie uscite sui “Topolino” di luglio secondo il punto di vista del nostro Bramo!
Go toTop