Il “Topo” di febbraio 2025
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Il “Topo” di febbraio 2025

Bentornati su Lo Spazio Disney!
Il mese più corto dell’anno è pure il più… canoro, se mi passate il termine.
E anche se Topolino non celebra più come un tempo il Festival di Sanremo, è indubbio che la kermesse musicale italiana per eccellenza ha saputo tenere banco anche quest’anno sui media, non solo quelli tradizionali, sintomo di un lavoro virtuoso intrapreso negli scorsi anni che continua a raccogliere i suoi frutti.
Canzoni e tormentoni a parte, da un punto di vista meno leggero il mese non si è concluso nel migliore dei modi, sotto il profilo di geopolitica internazionale… la speranza è che si riesca a tornare su toni più distesi e che si possa progredire cercando di rilanciare il meglio dell’umanità.
E il “Topo”? Si difende bene, direi, con quattro numeri piuttosto buoni: let’s go!

Febbraio 2025: le storie da Topolino

Topo Febbraio 2025 6Le isole della cometa – Flight 011, Flight 012, di Pietro B. Zemelo e Nico Picone (nn. 3611-3612): con questi due episodi si conclude la seconda stagione della serie… e forse la serie in toto? Difficile dirlo, anche se certamente ci sono alcuni fili che potrebbero essere riannodati e rilanciati per il futuro.
Palesemente questi due cicli sono sostanzialmente la genesi delle nuove Comete, composte da Mick, Dippo, Babou e le due Minni gemelle, con Salud e il Prof. come mentori. Sarebbe quindi interessante in futuro vedere se la squadra si costituisce a tutti gli effetti e a quali avventure andrà incontro, e mi piacerebbe molto perché confermo che a me questo progetto è piaciuto davvero tanto.
Come già scritto il mese scorso, il secondo arco narrativo soffre forse un po’ l’esigenza di spiegare determinate cose e il non riuscire sempre a farlo nel migliore dei modi, ma al di là si questo ci ho visto avventura, gusto per la narrazione intricata e intrigante, bella costruzione dei personaggi e buona gestione dei loro rapporti.
Il penultimo episodio è una bomba e raccoglie ottimamente tutte queste istanze; mi spiace invece rilevare che l’ultimo mi ha un po’ deluso, presentando una risoluzione finale non esaltante che ha depotenziato retroattivamente un po’ tutta la stagione nel suo complesso. È un peccato, perché con qualche accortezza in più di sarebbe evitato un confronto spento tra protagonisti e antagonisti e si sarebbe arrivati alle ultime tavole con maggiore soddisfazione.
Il primo ciclo rimane quindi – ancorché bisognoso del suo seguito – un tassello più coeso e qualitativamente coerente: motivo in più per desiderare di rivedere questi personaggi e questo arcipelago, che mi è entrato nel cuore come ambientazione, riuscendo così a correggere la rotta.
Picone ai disegni invece continua a spaccare alla grandissima, questa saga è la sua consacrazione di artista e il difficile per lui sarà mantenere questi standard nei prossimi impegni disneyani. Davvero complimenti.

Topo Febbraio 2025 14Le maschere: Atto primo – Atto Secondo, di Andrea Malgeri (nn. 3613-3614), non è ancora conclusa ed è già meravigliosa!
Malgeri, tutto sommato alle prime armi come autore disneyano, sforna all’improvviso una storia curata sia nei testi che nei disegni che si rivela particolarmente ispirata e avvincente.
L’ambientazione carnevalesca è tanto necessaria alla trama quanto per nulla pretestuosa o vincolante, narrando – sullo sfondo dei festeggiamenti nella Venezia d’altri tempi – di un gruppo di teatranti che sfruttano le proprie abilità per vendicare le ingiustizie, coperti da maschere e costumi che ne celano le identità. Tra Zorro e i moderni supereroi, i Piumati contrastano i soprusi dei Bassotti, nei panni di bieche guardie cittadine, e aiutano il sempliciotto Doge a trovare sé stesso e il coraggio.
Il plot twist dell’ultimo episodio è intrigante e giocato molto bene, così come il racconto nel suo complesso. C’è cuore, c’è sostanza, c’è avventura, c’è una tematica di rivalsa e giustizia gestita in modo tutt’altro che pedante: ci si affeziona a questi personaggi, al loro background e alla loro missione, così come si empatizza con il Doge.

Topo Febbraio 2025 18Anche per quanto riguarda lo stile di disegno di Malgeri, ho solo lodi: a un segno piuttosto classico sull’aspetto dei personaggi non corrisponde lo scimmiottamento di vecchi approcci, bensì una matita decisamente dinamica e fresca, che sembra aver trovato un ottimo equilibrio tra andamento standard e ricercato. Ci ho visto un pizzico di Barks, un’oncia di Carpi e un po’ di tratto personale. Molto riuscite sono anche le ambientazioni, con la laguna ammantata di quella atmosfera magica che è un elemento intrinseco di Venezia ma che si sposa ancora meglio con il periodo del Carnevale; risulta tutto azzeccato, anche nei colori allegri ma tenui.
Infine ho apprezzato anche la regia, ravvivata da diverse inquadrature interessanti e ben studiate, e la gabbia: molti contorni delle vignette sono arabescati, con cornici fantasiose e festose che si inseriscono coerentemente al contesto e accompagnano in particolare i passaggi con le canzoni di scena (altra genialata non facile da rendere su carta, che infatti è l’elemento che scricchiola di più ma che regge quel tanto che basta), ed è presente una struttura congiante per la disposizione dei riquadri, con alcune pagine su quattro strisce e qualche splash-page.
Il prossimo mese ne riparliamo alla luce dell’ultimo episodio.

Topo Febbraio 2025 7Topolino, Pippo e la lunga notte dello sghignazzatore, di Marco Nucci, Niccolò Testi e Andrea Maccarini (n. 3611), è la prima storia scritta a quattro mani dai due compañeros toscani 😉 sodalizio che nello spirito mi ha ricordato quella manciata di storie co-firmate da Tito Faraci e Francesco Artibani sul finire degli anni Novanta.
La storia in sé non è clamorosa o chissà che, è una piacevole lettura che ha il difetto di apparire un po’ frammentata e ripetitiva nel mostrare a mò di scaletta gli effetti della visita di un fantasma nel maniero di Pippo. Al netto di questo, i dialoghi sono solidi e iconici, i personaggi sono scritti bene e l’atmosfera – anche grazie allo stile irrequieto di un buon Maccarini – funziona efficacemente.
Diciamo che di ciccia, sotto, ce n’è un po’ pochina, ma la storia non è lunghissima e quindi il “trucco” regge.
Parte di questo gioco di illusionismo sta anche nel finale a sorpresa, che Nucci ha già usato in alcune delle sue prove più oniriche e sperimentali (Newton Pitagorico e gli incubi dell’incubatrice e Tutto accadde alla fattoria): un ribaltamento di prospettiva che lo sceneggiatore sa usare dannatamente bene, ma che tende a fare ricordare l’avventura solo in funziona di questo colpo di teatro tralasciando quello che è venuto prima, spesso un po’ troppo in funzione di quella rivelazione.
Ci può stare, ovviamente, è lecito e non condanno tale approccio, anche alla luce degli altri punti a favore che pure ho indicato; però ne vedo anche i limiti.

Topo Febbraio 2025 10Si SanVa chi può: L’idea, Il piano, L’evento, di Sergio Badino, Alessandro Perina, Marco Mazzarello e Luca Usai (n. 3612), è una simpatica storiella in tre fasi dedicata a San Valentino. Anche quest’anno se ne occupa Badino, ma rispetto all’anno scorso il risultato è meno interessante. Qualche citazione storpiata di troppo e una costruzione priva di stimoli restituisce una prova un po’ smorzata perché piatta in quello che racconta. Si dice spesso che è il come a fare la differenza, e sicuramente lo sceneggiatore ci mette del suo per cercare di variare il menù, ma nella pratica è tutto abbastanza dimenticabile. Ai disegni, fenomenale Perina e molto buono Usai; fa un vistoso passo indietro Mazzarello che, mai come stavolta, patisce il risultato ibrido tra il suo stile e la lezione frecceriana con esiti non convincenti.

Topo Febbraio 2025 8Newton Pitagorico e il baule dei malandati, di Niccolò Testi e Lucio Leoni (n. 3611), conferma l’adozione ufficiale del nipotino di Archimede da parte di Testi.
Valgano a tal proposito le considerazioni fatte lo scorso mese con Newton Pitagorico e l’inagguantabile agguanta guanti: avventuretta briosa, perfettamente in linea con il personaggio secondo la codifica nucciana, anche questa nuova prova segue brillantemente il canovaccio del ciclo ma la differenza la fa lo spunto di partenza, che in questo caso è particolarmente intelligente e laterale. Molto buoni anche il collegamento con lo zio e ovviamente Leoni, che presta con entusiasmo il proprio tratto fluido e guizzante alle follie newtoniane.

Topo Febbraio 2025 13Lo sceneggiatore torna anche con Manetta e Rock Sassi in: Una nottata storta, di Niccolò Testi e Giorgio Cavazzano (n. 3612), terza storia del filone non dichiarato sul commissariato di Topolinia.
Questa era la prova del nove per quanto riguarda questo genere, considerando che stavolta il focus è totalmente incentrato sui due ispettori proprio come ai gloriosi tempi del ciclo scritto da Tito Faraci; ahimè, siamo diversi gradini sotto le altre due storie gialle, a causa di una trama sfilacciata e composta di tasselli poco coesi, uniti solo da uno spunto iniziale invero un po’ pretestuoso. L’utilizzo di Manetta e Rock Sassi è depotenziato dalla mossa di farli agire separatamente e nonostante ci siano diverse gag calzanti, non riescono a incidere come dovrebbero perché rimangono appese, senza essere calate in una trama unitaria.
Carina l’idea della fiction poliziesca che in due protagonisti verrebbero emulare – personalmente vorrei una miniserie sul papero detective: P – e riusciti alcuni passaggi comici, ma nel complesso sono riemerso piuttosto freddino dalla lettura. Dai social dell’autore vengo però a sapere che si tratta della sua prima sceneggiatura disneyana e questo può giustificare un risultato acerbo.
Cavazzano ai disegni è un’ottima scelta, proprio ripensando alle storie anni Novanta incentrate sul commissariato: peccato che l’artista non sia più il Cavazzano di trent’anni fa e, come ormai osservato più volte, la cosa si vede da un po’ specialmente sull’aspetto dei personaggi.
Invero, rispetto ad alcune sue opere degli ultimi due anni, qui siamo su livelli ancora accettabili: forse, per via delle caratteristiche fisiche da canidi di Manetta e Rock, il disegnatore riesce ad avvicinarsi maggiormente al modello che lui stesso ha creato o contribuito a sviluppare. Il papero detective, inoltre, risulta particolarmente riuscito e intrigante nel character design, segno del fatto che con volti nuovi il disegnatore sappia ancora il fatto suo.
Plausi infine agli sfondi, su cui di contro Cavazzano sta facendo cose mirabili e meravigliose negli ultimi tempi e che restituiscono una magistrale sensazione di noir.

Topo Febbraio 2025 19Cavezza – Condotta da brivido, di Giuseppe Zironi (n. 3614), è il nuovo episodio della serie che l’autore ha cucito sopra il buon Orazio.
Serie che forse solo ora ha trovato la sua identità, dal momento che era partita sembrando voler parlare delle giovinezza del protagonista per poi in realtà arrivare bruscamente al presente; solo nella scorsa puntata, con la formazione della squadra di “manutentori dell’impossibile”, il ciclo ha intrapreso un percorso più lineare… è solo un peccato che sia passato tanto tempo da quella storia, mettendo in difficoltà le mie capacità mnemoniche nel ricordare i nuovi comprimari. Forse sarebbe servita la consueta paginetta riepilogativa ad accompagnare questa nuova avventura!
A parte ciò, la storia non mi è dispiaciuta (e complimenti per il gioco di parole nel titolo 😁): le vibes alla McGiver funzionano, donando tensione alla vicenda, mentre i personaggi vengono gestiti bene da Zironi, anche se almeno uno risulta un po’ sacrificato. La ragazza invece è ben descritta.
Sempre di livello il comparto grafico: il character design è vincente, mediando per i nuovi personaggi il segno ruvido del disegnatore con una linea un po’ più morbida. Gli sfondi, che raffigurano uno scenario brullo ma vicino a una zona più lussureggiante, riescono ad essere disneyani anche quando devono rappresentare tubi e elementi tecnici.
Stimolante il taglio delle tavole, con vignette dai bordi irregolari e “a incastro” e supportate da una regia sempre in movimento: le inquadrature sotterranee, il punto di vista da cui visualizzare i personaggi, il modo di gestire gli scenari, tutto fa capire i ragionamenti dell’artista nel modo di impostare la scena.

Topo Febbraio 2025 15Zio Paperone e il frusciante, sonante stortodeposito, di Fabio Michelini e Francesco Guerrini (n. 3613), è una storia classica e strana allo stesso tempo.
Michelini è uno dei pochi veterani veri attualmente ancora in forza a Topolino e in una certa misura è rassicurante vederlo in media una volta all’anno sul settimanale, anche se c’è da dire che la citazione ossessiva alle linee di dialogo di Frozen sta diventando qualcosa di assurdo: finché si tratta degli “Aspetta, che?” può passare per omaggio, ma i versi della canzone di Elsa in bocca a Paperone in un contesto dove non c’entrano nulla e che anzi viene forzato il più possibile per farlo aderire a quelle parole… ecco, così lo accetto molto meno.
A parte ciò, la trama è simpatica tanto nello spunto (con un pizzico di Barks) quanto negli sviluppi (con atmosfere pezziniane), ma a un certo punto sembra perdersi, girare un po’ vuoto e arrivare alla conclusione in maniera sghemba… cosa che forse, visto l’argomento trattato, ha anche senso! 😛
La matita di Guerrini però compensa, grazie al suo tratto elegante e sontuoso che fa spiccare il suo Paperone, ma anche l’ambientazione cittadina visualizzata da diverse distanze e angolature.

Topo Febbraio 2025 20Vita da Pluto – Scavando a fondo, di Francesco Pelosi e Mattia Surroz (n. 3614), è una ten-page che inaugura una nuova serie, tutta incentrata sul cane di Topolino. Anche lo sceneggiatore è un esordiente su Topolino, e si tratta di una mia vecchia conoscenza: Pelosi ha infatti scritto attivamente per diversi anni su Lo Spazio Bianco come collaboratore ricorrente – aveva anche contribuito allo speciale sulla fine di Rat-Man che avevo organizzato con una performance musicale – e da qualche anno ha fatto diverse esperienze nel mondo dell’editoria, tra cui segnalo come ultima in ordine di tempo il saggio Alan Moore. Mappaterra del mago – Spaziotempo, magia e supereroi, per l’editore Odoya.
È stato quindi con grande piacere che ho accolto la notizia del suo ingresso tra gli autori del “Topo”, peraltro con in vista a breve pure una storia su Area 15: un ingresso su cui il direttore non ha ancora posto l’accento nei suoi editoriali ma che al contempo sembra già godere di una certa fiducia.
Tornando a bomba su Pluto, la breve svolte bene il suo ruolo: senza essere nulla di che, l’idea che Topolino risolva un’indagine grazie a uno spunto nato proprio del suo animale domestico è assolutamente simpatica e ben gestita. Certo, aver voluto inserire in così poche pagine il classico giallo con tre sospettati fa soffrire l’impianto strettamente di genere, ma pur con queste limitazioni lo sceneggiatore riesce a rendere l’insieme piuttosto leggibile. A livello di dialoghi, ho riso molto agli scambi tra Topolino e Manetta!
Surroz fa un buon lavoro, con disegni semplici ed equilibrati che spiccano non tanto per i l’aspetto dei personaggi ma per la loro recitazione e per la gabbia.

Topo Febbraio 2025 16Malachia e il maggiordomo felino, di Enrico Faccini (n. 3611) e PippoSpot – Una carica di tutto rispetto, di Alessio Coppola (n. 3613), sono due piacevoli brevi accomunate dall’essere i nuovi episodi dei rispettivi filoni narrativi, entrambi assenti da un po’ dalle pagine del pocket.
Nella prima Faccini distilla il suo gusto per il surreale tramite un compassato gatto insegnante di buone maniere, ma sorprendentemente anche risolutore di controversie più… fisiche. Simpatica storia gattesca di quotidianità e rivalsa contro le prepotenze.
Nella seconda torna l’agenzia pubblicitaria di Pippo, alle prese con veicoli, utensili ed elettrodomestici ecologici perché… attivati a manovella! Questa sola idea di base è sufficiente per rendere briosa l’avventura.

Su Paperino e lo scambio sconsiderato, di Tormod Løkling e Arild Midthun (n. 3614), poco da dire: egmontiana semplice semplice, che premio per la satira iniziale sui rivenditori di automobili e per la parte di cuore relativa all’affetto di Paperino verso la 313.
Al top i disegni di Midthun, per qualche motivo apprezzati ancora di più che in altre occasioni: in certi passaggi il protagonista era adorabile!

Topo Febbraio 2025 22Zio Paperone e il binge watching produttivo, di Giulio D’Antona e Danilo Barozzi (n. 3614), è un’avventura classica che più classica non si può: posso dire che mi mancava anche una trama di questo tipo, semplicemente con Paperino e Paperoga che, costretti a lavorare insieme per lo Zione, combinano guai? D’Antona non ha mai brillato particolarmente e senz’altro anche in questo caso non abbiamo chissà quali risultati, ma è stato rilassante seguire un plot del genere; lo spunto è attuale e al contempo ben calato nella realtà paperopolese, con uno sviluppo simpatico e coerente. Certo, il finale smarrisce un po’ il filo secondo me, ed è proprio nelle ultime tavole che la storia perde lo smalto diventando confusionaria e “sprecando” un po’ il soggetto.
Non aiutano in tal senso i disegni di un redivivo Barozzi, star delle inedite del mensile di Paperino più di vent’anni fa e che da qualche anno compie nuova, sporadiche incursioni sui periodici Disney: il suo tratto non è esattamente pulito, soprattutto negli sguardi i personaggi risultano quasi sempre un po’ eccessivi (soprattutto Paperone) e nel complesso offre uno stile che non aiuta la lettura, se dall’altro lato qualche passaggio di sceneggiatura pecca un po’ in linearità.

Topo Febbraio 2025 17Avventure golose, di Sergio Cabella e Ottavio Panaro (nn. 3611-3612), è il cappello sotto cui sono uscite due storie impegnate nel mostrare la genesi di alcuni piatti.
L’intento didattico si trasforma in un esito a dir poco didascalico, con effetti di profonda noia sul sottoscritto.
L’ho trovato un tipo di narrazione fuori tempo massimo e respingente, anche a causa di disegni poco accattivanti, che ho davvero faticato ad aggredire e a portare a termine.
Va leggermente meglio con Topeo scienziato viaggiatore – Topeo e Pipponio ai confini del mondo, di Sergio Cabella e Marco Palazzi (n. 3613), nuova prova storico-divulgativa che però, parlando di prime esplorazioni via mare di nuovi territori, offre maggiore spazio all’avventura in senso puro e genuino. Le tappe in cui si articola il viaggio si appoggiano in realtà fin troppo a certi topos del genere, ma nel complesso la trama regge e alcune linee di dialogo sono efficaci e divertenti, specialmente talune uscite di Pipponio.
Ritengo però che l’inizio in medias res non funzioni quasi per niente: neppure il quasi immediato flashback ha modo di fare maggiormente luce sugli intenti del terzetto di protagonisti, risultando sbrigativo e non riuscendo in definitiva a spiegare in maniera sostanziale le ragioni della missione. Considerando che insieme a Topeo e Pipponio ci sono anche due personaggi inediti, tali Timeo e Marzio, sarebbe stato utile preparare meglio il terreno mostrando il rapporto tra questi quattro, la loro realtà e infine cosa nei loro studi, nel loro animo e nelle loro vicissitudini li porta a un certo punto a intraprendere la navigazione oltre le Colonne d’Ercole.
Tutto questo viene a mancare le lanciarsi in quattro e quattr’otto nella vicenda, depotenziandola un bel po’ dal momento che non abbiamo avuto modo di sodalizzare con gli afflati dei navigatori.
Vedremo come proseguirà la saga, per ora non mi trovo soddisfattissimo… buono però Palazzi ai disegni.

Bene, direi che per questo mese è tutto.
Alla prossima!

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