Almanacco Topolino #12 (febbraio 2023)
Bentornati su Lo Spazio Disney!
La fine di febbraio ci ha portato il nuovo numero di Almanacco Topolino, la testata che si richiama all’omonimo e illustre predecessore riproponendo alcune storie che debuttarono proprio su quelle pagine negli scorsi decenni e presentando un buon menù di avventure estere finora inedite in Italia.
Il #12 soffre un’apertura carnevalesca che, per quanto attinente con il mese di uscita, non brilla particolarmente: Pippo e il carnevale di Topolinia ripropone infatti la querelle tra il protagonista e la strega Nocciola ma senza l’abile mano di Luciano Bottaro a muoverne i fili: Claudia Salvatori fa un buon lavoro, però la storia si muove su binari poco intriganti.
Tra le italiane in ristampa funziona molto meglio quella in chiusura, invece: Zio Paperone e i folletti giganti è una vicenda che sta in bilico tra realtà e fantasia, nella quale un esponente del Piccolo Popolo è effettivamente presente ma dove, al contempo, spadroneggiano anche delle nostre vecchie conoscenze di natura molto più “realistica”. Morbidi e dinamici i disegni di un Romano Scarpa in piena forma, al servizio di una storia su soggetto americano sceneggiata nientemeno che dall’allora direttore di Topolino, Mario Gentilini.
Carina l’idea di accompagnarla a una straniera affine per tematica, qui alla sua prima ristampa: Paperino e la fortuna in pentola condivide con la precedente il tema “folletti e mitologia irlandese” e si connota come una simpatica avventura urbana, una variazione sul tema delle sfide da sagra cittadina. Molto fresca e primaverile, anche grazie al tratto elegante del compianto e indimenticato Daniel Branca.
Una doppietta del genere (una danese + una S-code), introdotta da un bell’articolo che si muove da Floyd Gottfredson a Francesco Artibani per trattare l’argomento oggetto delle due storie, non può che riportare alla mente l’impostazione del glorioso Zio Paperone: nulla di strano, se consideriamo che per il curatore Davide Del Gusto la storica rivista degli anni Novanta e Duemila era e rimane un faro formativo a cui sempre guardare. Discorso che vale anche per il sottoscritto, del resto 😉 e respirare questo tipo di vibes mi ha fatto veramente piacere.
Altra bella idea è stata la mini-sezione dedicata a Edi, la lampadina senziente aiutante di Archimede Pitagorico: oltre che nella storia di Pat&Carol McGreal disegnata da Marco Rota – che prosegue il progetto di ristampa delle opere realizzate nel 2001 in omaggio alle creazioni di Carl Barks – l’illuminato robottino è presente anche in una one-page di Daan Jippes su idea originaria di Barks, finora pubblicata solo su Uack!: Lo scambio.
Considerando che chi aveva seguito in tempo reale La Grande Dinastia dei Paperi, e magari aveva già collezionato il mensile Zio Paperone in precedenza, difficilmente aveva seguito la rivista Panini dedicata all’Uomo dei Paperi, ritengo che sia operazione meritoria – se non fondamentale – che Almanacco si assuma il compito di riproporre quegli inediti.
Nella fattispecie si tratta di una gag caruccia e nulla più, ma in questo Gyro Gearloose si rivedono i contorni che gli aveva assegnato il suo creatore. Non capisco però perché la traduzione italiana parli di lavatrice invece che di lavastoviglie…
A proposito di inediti, comunque, che rimangono il piatto forte di questa testata, c’è da stare allegri anche stavolta.
Plaudo all’idea di celebrare Mickey Mouse per tutto il 2023, anno in cui raggiunge le 95 primavere, in questo caso con Topolino e la trappola difensiva di Don Markstein e Fabrizio Petrossi, agile vicenda del 2005 a sfondo “legale”, riproponendo in maniera riuscita un vecchio avversario come Sylvester Shyster, alias Lupo. Mi ha intrattenuto bene e ho trovato carezzevoli i disegni di Petrossi, apprezzabile anche quando è più “contenuto” rispetto ai graphic novel francesi.
E dopo essermi ricordato, con Ciccio e la dolce emergenza, che Miquel Pujol disegna assai meglio nel Nuovo Millennio rispetto a fine anni Ottanta (suoi i disegni, non proprio esaltanti, del Carnevale di Topolinia), Paperino e il tesoro del Doge sta lì a disorientarmi: narrativamente un prodottino davvero pregevole, un’avventura classica di Zio Paperone che mi ha ricordato molto il “passo” delle DuckTales del 1987, mentre graficamente Ben Verhagen ha sfornato certe espressioni papere da brividi, tra nipotini strabici e altre pazzie. L’artista sembra guardare a un mix tra Barks e William Van Horn senza però partorire un risultato sufficiente, benché alcune figure – Paperone in particolare – gli siano riuscite abbastanza bene. Buoni anche gli sfondi veneziani, pur peccando di eccessive semplicità e piattezza in taluni passaggi.
Tornano infine I diari di Paperone di Kari Korhonen con L’oro del faraone: è un gran bel Paperone quello che l’autore sa mettere in scena, ma la trama non mi ha preso molto in questo caso: decisamente al di sotto dell’ottimo episodio da bambino visto nello scorso numero, per quanto mi riguarda. Ad ogni modo si legge con gusto e sto iniziando gradualmente ad accettare lo stile underground del fumettista. Sempre molto interessante la sua costruzione della griglia.
Almanacco Topolino si attesa ormai come la nuova e la vera #unicatestataseria soffiando ufficialmente il titolo ai Grandi Classici Disney: la curatela di Del Gusto dà una marcia in più alla rivista, grazie ai suoi dotti articoli (utilissimi soprattutto per avere delle giuste coordinate sulle inedite, la loro provenienza, la formazione degli autori ecc), a una buona selezione e a un’impostazione sensata, con scelte mai lasciate al caso.